venerdì 19 Aprile 2024
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Davide Roveto: «Aprire l’attività di un nuovo bar significa avviare una vera e propria azienda»

Il futuro della caffetteria italiana passa attraverso le azioni quotidiane dei giovani imprenditori che uniscono la competenza e la conoscenza della materia prima, con delle idee innovative per creare locali dove poter degustare e rilassarsi

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MILANO – Tra i giovani gestori che hanno raccontato il loro autorevole punto di vista durante il fondamentale Panel che è stato ospitato dall’ultima edizione di HostMillano, con la loro storia di piccoli imprenditori, c’era anche Davide Roveto. Titolare del franchising “La Briocheria” di Bari dove la potete trovare nella sede di via Cognetti 52. Lo abbiamo intervistato sul tema della gestione di una caffetteria.

Davide Roveto si presenta

“Mi chiamo Davide Roveto ho 27 anni e mi occupo di consulenze nel campo del caffè, sono un Ast e un Q Arabica Grader. Il mio percorso è iniziato trasformando l’attività di famiglia (nella quale ho lavorato come barista) in una Micro torrefazione. Da lì ho abbinato l’esperienza e gli insegnamenti ricevuti dalla mia famiglia alla conoscenza acquisita nei corsi di formazione sulla gestione d’impresa per aprire delle nuove attività. Infatti, 2 anni fa ho aperto con mio fratello ed altri amici “Cabina 90” un Cocktail Bar & Fish Restaurant. Da Maggio insieme alla mia famiglia abbiamo avviato un nuovo progetto di franchising chiamato “La Briocheria”.

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Che cosa dovrebbe sapere chi decide di avviare una propria attività?

“Partirei da un punto che a quanto pare oggi non risulta così scontato ossia la conoscenza del mercato nella quale si è scelto di investire. Aprire un’attività significa avviare una micro azienda che non solo si occuperà di erogare servizi verso il consumatore.

Ma dovrà far fronte ad un regime fiscale complesso e dovrà pubblicizzarsi continuamente al fine di informare e/o aumentare gli utenti che frequenteranno la nostra attività. Essere un super barista/cuoco/cameriere non significa essere buoni imprenditori, ma può essere comunque un ottimo punto di partenza.”

Quali possono essere dei modi economicamente sostenibili per differenziarsi dalla concorrenza?

“Ho sempre visto la concorrenza come un fattore positivo che può’ spingerci a dare qualcosa in più. Sicuramente l’investimento nella qualità del prodotto è alla base, ma ancora più importante è l’investimento nella comunicazione di quella qualità. Oggi viviamo in un mondo in cui la comunicazione rappresenta la chiave del mercato. Cibo e dolci, si vendono più facilmente con un bello scatto sul social piuttosto che con una buona comunicazione verbale. Sì perché il social è più diretto!”

Qual è il valore aggiunto che può attirare il cliente

“Qui parliamo sempre di analisi del mercato, perciò non stupitevi se tratto alcuni argomenti con molta leggerezza. Sostenibilità sociale e ambientale, valore dei prodotti, provenienza. Insomma del sano “story telling” legato a ciò che serviamo. Prendo l’esempio della vendita dello “specialty coffee” al bar.

All’interno della nostra caffetteria “Caffè Cognetti” serviamo circa 150 tazze giornaliere tra espresso e filtro; abbiamo dovuto creare un mercato e lo abbiamo fatto raccontando il prodotto non solo per le sue caratteristiche tecniche ma soprattutto per quelle sensoriali e di sostenibilità che emozionano sempre più il cliente!”

Quanto incide la liberalizzazione delle licenze?

Per quanto mi riguarda nulla. La liberalizzazione ha toccato chi nel nostro settore non ha saputo trasmettere al cliente la propria professionalità. Ha semplicemente frammentato il lavoro più “apatico” all’interno dei bar come la vendita di bibite e prodotti confezionati.”

Secondo lei, perché molti chiudono nell’arco di un anno dall’apertura?

“Aprire un’attività comporta un grosso impegno economico e fisico. Il fattore economico incide tantissimo: spesso si apre un’attività senza aver affrontato un piano di investimenti ed un business plan. Occorre avere un piano di investimenti dettagliato e ben strutturato in partenza, modificare i piani ad attività avviata risulta molto più complesso.”

In che modo Davide Roveto si informa e analizza i format di successo in Italia e all’estero?

“Ho la fortuna di viaggiare molto grazie alla mia attività di consulenza. Cerco sempre di ritagliare un po’ di tempo per visitare i locali con proposte interessanti dal caffè al food in generale. Ho sempre con me una mappa dei migliori locali e ne analizzo: proposte, promozioni, prezzi, flusso del lavoro durante la giornata e design.”

Quanta importanza ha la comunicazione della propria attività come fosse un vero e proprio brand?

Risponde Davide Roveto: “Oggi la comunicazione rappresenta il 50% del successo della nostra attività, poiché se studiata bene mira alle debolezze del consumatore e lo avvicina sempre più alla nostra proposta. Appoggiarsi ad un’azienda di comunicazione o se si ha la possibilità integrare un’unità che si occupi della nostra campagna pubblicitaria è fondamentale. Penso a “La Briocheria” il nostro format rivoluzionario che propone lievitati e caffè specialty. Grazie ad un’ottima comunicazione abbiamo raggiunto una produzione/vendita di circa 4.000 pezzi nel weekend con un orario di apertura ridotto di sole 8 ore.”

Per ampliare il bacino di utenti, è necessario creare un “ibridazione” tra caffetteria e altri settori diversi dall’hospitality, come le librerie ad esempio?

“La mia opinione potrebbe non mettere d’accordo tutti. Lo specialty va inteso come qualcosa di straordinario, non è per tutti; deve assolutamente essere percepito come un’esperienza. Può essere tuttavia servito da chiunque abbia le attrezzature, la voglia e la capacità di farlo che sia bar, ristorante o persino libreria. L’importante è attribuire allo specialty la giusta importanza e trasmetterla al cliente, per il resto mi piace molto l’idea di abbinare un caffè filtro ad una buona lettura!”

Quanto investe Davide Roveto in termini di strategie social?

“L’idea è quella di stanziare un budget annuale da investire nel marketing. Ogni anno cambiamo a seconda degli obiettivi che ci poniamo, sicuramente facciamo degli sforzi maggiori nei periodi di apertura di una nuova attività.”

Quanto ha inciso invece la scelta e l’allestimento di design della location?

Non ha molti dubbi Davide Roveto: “La location è importantissima. Nella sua costruzione si ha la possibilità di decidere quanto vuoi far sostare la gente all’interno della tua attività. Un locale take away piuttosto che una sala da tè avrà degli spazi e delle linee completamente diverse. I colori e le luci contribuiscono ad aumentare il Tone of Voice del proprio brand. Mi piace molto il legno perché riporta al naturale, all’artigianale ed alla famiglia, proprio come noi!”

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