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martedì 12 Novembre 2024
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Dalla Corte al Sigep 2017: la comunicazione protagonista di uno stand dinamico

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MILANO – Numerose le attività allo stand di Dalla Corte (FOTO) durante Sigep 2017, delineato da due pareti colorate e particolarmente comunicative.

Una gialla con tre messaggi e una nera, con le illustrazioni a racchiudere i valori del brand.

Al centro, uno schermo ha trasmesso filmati e animazioni che mostravano il mondo Dalla Corte. La brand line Make it Better, sopra lo stand, a rimarcare la mission aziendale.

Creatività e tecnologia

Chi ama personalizzare il suo caffè ha trovato una macchina in grado di soddisfare le sue aspettative nel corner Rock Your Coffee.

Sul banco, due macchine Mina affiancate dal piccolo grinder Max.

L’instancabile dc coffee pro Johnny Jeon ha guidato baristi, torrefattori e coffee lover alla scoperta delle sue caratteristiche e degli effetti sul prodotto in tazza del flow profiling. L’esclusivo DFR – Digital Flow Regulation -, permette infatti di gestire elettronicamente il flusso d’acqua di ogni fase dell’estrazione.

La sua postazione ha ricevuto continue visite: hanno colpito la sua estetica, l’innovazione e la funzionalità.

Al centro, una evo2 Blackboard affiancata da un macinacaffè dc two ha ricevuto gli “autografi” di numerosi visitatori e ha mostrato come sia possibile lavorare in modo intenso senza problemi.

Il suo slogan era infatti Work Hard, Play Easy: le macchine erano collegate da un cavo che permette il “dialogo” tra loro e verifica la correttezza dell’estrazione.

Quando vengono registrati dei parametri al di fuori di quelli stabiliti, le modifiche sulla macinatura e sulla dose vengono effettuate automaticamente.

Ad assicurare una qualità costante anche in locali in cui alla macchina si alternano più persone, l’MCS – Milk Control System, che realizza automaticamente una crema densa e omogenea con ogni tipo di latte e l’OCS – Online Control System -, un software che permette di controllare online tutti i parametri relativi al funzionamento delle macchine in tempo reale.

A questa postazione è stato possibile realizzare numerose Proof of Taste, verificando l’effetto che la temperatura di estrazione ha sugli aromi dell’espresso.

The Creative Corner è stato il più vivace e frequentato, soprattutto dai baristi più giovani. Qui la macchina protagonista è stata la dc pro – sponsor ufficiale delle finali italiane di Latte Art e Coffee in Good Spirits – insieme al grinder dc two.

Alcuni concorrenti alle finali di Latte Art, tra cui il nuovo campione italiano Matteo Beluffi, si sono allenati realizzando decori che hanno attirato l’attenzione di numerosi baristi.

Si è potuta ammirare all’opera anche la campionessa polacca Agnieszka Rojewska e hanno ricevuto le prime nozioni di Latte Art alcuni neofiti di questa disciplina.

Li ha accolti e guidati Andrea Matarangolo, trainer Sca: le loro prime creazioni sono state fotografate e pubblicate sulla pagina Facebook di Dalla Corte: ci sarà tempo fino al 7 febbraio per dare il proprio “like” alla preferita.

A chi ne avrà raccolto il maggior numero, un training di latte art con il pluricampione italiano Andrea Antonelli presso la sede milanese di Dalla Corte in via Candiani.

L’aquila e il drink multietnico

Nelle due giornate delle finali italiane di Latte Art e Coffee in Good Spirits, organizzate da Sigep con la collaborazione di Sca Italia e il patrocinio di SCA, tre macchine espresso dc pro bianche hanno dato prova della propria funzionalità durante le gare.

L’aquila ha portato fortuna a Matteo Beluffi che ha vinto la finale con decori originali e ben realizzati sia in free pour sia in etching. Ha concorso alla sua quarta finale con mano ferma, serenità e determinazione.

“Avevo in mente questo decoro da quattro mesi e via via l’ho modificato più volte, fino a ottenere un buon compromesso tra la velocità di esecuzione e il risultato visivo. Dalla Corte mi ha aiutato dandomi una Mini con cui mi sono allenato a casa.

Mi sono anche potuto esercitare in sede con la dc pro: la sua lancia permette di realizzare emulsioni molto fini, ideali per realizzare decori precisi, con un buon contrasto”.

Tanta commozione alla proclamazione della vittoria. Ora una parentesi di relax e poi di nuovo al lavoro alla ricerca di decori originali e di una gara calibrata, per presentarsi nuovamente sicuro e aspirare alla vittoria.

Alla finale mondiale di Budapest (Ungheria) ci sarà anche il vincitore della finale italiana di Coffee in Good Spirits, Marco Poidomani, formatore Sca con più scuole sia in Italia sia all’estero.

“Finalmente ce l’ho fatta: ci provavo da sette anni e ho fatto tutti i piazzamenti, dal settimo al primo posto. Non mi sono mai scoraggiato, anzi, ogni anno è cresciuta la passione, che mi ha aiutato a sviluppare nuove abilità.

La mia gara è stata multietnica: il whiskey per l’Irish Coffee l’ho trovato in Giappone, mentre quello per il signature drink era scozzese. Per entrambe le preparazioni ho utilizzato un caffè del Kenya”.

Nella bevanda personalizzata è stato estratto a filtro con il clever e unito a zucchero estratto dal mandarino, che ne ha corretto l’acidità, quindi whiskey scozzese Monkey Shoulder, marmellata di more, gocce della radice cinese hang jin root  e Cardamaro, un amaro aromatizzato al cardo e al carciofo.

È un drink aperitivo molto fresco, che presenta note di more, ciliegia e di cardo; il caffè lo bilancia, dando un insieme armonico.

Come in ogni gara, provata e riprovata prevedendo ogni sorta di inconveniente, non è mancato quello non programmato: un pulsante della bilancia premuto per errore, che ha cambiato l’unità di misura da grammi a once, usata nei paesi anglosassoni.

L’abitudine a confrontarsi con colleghi di tutto il mondo l’ha aiutato a compiere a mente i calcoli per ottenere le giuste grammature per il suo cocktail e proseguire senza (apparenti) problemi.

www.dallacorte.com

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