lunedì 07 Ottobre 2024

La crisi cambia volto alle città: meno negozi, più B&B, bar e ristoranti

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MILANO – Una crisi dura, probabilmente una delle più severe, e lunga. Parliamo di quella iniziata alla fine di agosto di dieci anni fa. La stessa che ha trasformato profondamente il volto delle nostre città; modificando la composizione delle attività urbane e scambiando le vetrine dei negozi con pub, bar, ristoranti e attività turistiche.

Crisi e attività commerciali: spiega la connessione la Confesercenti.

Dal 2007 a oggi sono scomparse oltre 108mila imprese del commercio in sede fissa, il 15% del totale.

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Attività che sono state parzialmente ‘sostituite’ da pubblici esercizi e attività ricettive. (+63mila, per un aumento del 16,6%)”.

“Il dinamismo del settore turistico e dei pubblici esercizi è evidente. – sottolinea la presidente della Confesercenti, Patrizia De Luise. – Invece, il commercio continua a soffrire. Schiacciato da una parte da una ripresa della spesa delle famiglie che tarda ad arrivare; ma anche da un trasferimento delle quote di mercato dai piccoli alla grande distribuzione organizzata dovuto in primo luogo alla liberalizzazione, insostenibile per le imprese familiari e che deve essere ripensata.

Incide chiaramente anche l’evoluzione tecnologica, come dimostra l’aumento di negozi web e di imprese che si occupano di distribuzione commerciale tramite vending machine”.

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