giovedì 02 Maggio 2024
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Camparino in Galleria: ecco la storia del bar simbolo dell’aperitivo milanese

Erano anni d’oro per la tradizione dell’aperitivo in Italia, ma fino ad allora la capitale indiscussa era stata Torino, la città dei Savoia, con i suoi vermouth al bicchiere e i suoi rosoli dolci. Il bitter inventato dalla famiglia Campari era stato una rivoluzione nei costumi e nei consumi, e grazie al suo successo Milano stava diventando la nuova capitale del bere bene

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Camparino, locale allo sbocco della Galleria Vittorio Emanuele II, di fronte al Duomo di Milano, può vantare una storia ricca e affascinante che trova le sue origini nel 1915. All’epoca si trovava di fronte a un altro locale di famiglia, il Caffè Campari, esercizio che Gaspare Campari, padre di Davide e creatore del bitter, aveva fondato nel 1867. Ripercorriamo le origini di uno dei luoghi simbolo di Milano grazie alla prima parte dell’articolo di Federico Silvio Bellanca per Forbes Italia.

Le origini di Camparino in Galleria

MILANO – Il locale è una tappa imprescindibile per gli amanti dei cocktail e della mixology di tutto il mondo, che vengono qui per respirare la storia e la tradizione del bere all’italiana, insieme a quella cultura, che il mondo ci invidia, basata sul rituale dell’aperitivo. Il suo protagonista è il bitter rosso: l’unico e originale Campari.

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Come si intuisce dal nome, il legame tra il brand e il bar è indissolubile, a partire dalle origini, ovvero da quando il locale è stato aperto da Davide Campari.

All’epoca si trovava di fronte a un altro locale di famiglia, il Caffè Campari, esercizio che Gaspare Campari, padre di Davide e creatore del bitter, aveva fondato nel 1867. Entrato fin dalla nascita nel cuore dei milanesi e simbolo dell’aperitivo per la città.

Erano anni d’oro per la tradizione dell’aperitivo in Italia, ma fino ad allora la capitale indiscussa era stata Torino, la città dei Savoia, con i suoi vermouth al bicchiere e i suoi rosoli dolci.

Il bitter inventato dalla famiglia Campari era stato una rivoluzione nei costumi e nei consumi, e grazie al suo successo Milano stava diventando la nuova capitale del bere bene.

Nell’autunno 2019, Camparino ha riaperto al pubblico dopo un importante restyling degli spazi, con un’identità e un’offerta rinnovate, tese a consacrarlo come punto di riferimento a livello internazionale per gli amanti della mixology e dell’innovazione gastronomica, grazie alla divisione dei suoi due locali: il Bar di Passo e la Sala Spiritello.

La connessione tra Campari e Milano

Il Bar di Passo è quello a cui tutti si riferiscono pensando al locale. Situato al piano terra, è un ampio spazio all’aperto che si affaccia sulla galleria e conserva ancora il suo caratteristico stile liberty, che ne esalta l’eredità grazie a un restauro curato dallo Studio Lissoni Associati. Sala Spiritello, invece, è al secondo piano e offre un’esperienza premium e più intima.

Il nome deriva da un’altra forte connessione tra la famiglia Campari e la storia di Milano, ovvero quella artistica, che nel tempo ha portato il brand a collaborare con alcuni dei creativi, pittori e designer più innovativi del mondo. In questo caso, a impreziosire la sala è l’originale Spiritello del pittore e illustratore Leonetto Cappiello, opera d’arte del 1921.

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