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Caffitaly: fatturato 2018 oltre i 160 milioni (+7%), in Italia +10% nelle vendite

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GAGGIO MONTANO (Bologna) – Il rallentamento dell’economia non ferma Caffitaly. L’azienda di Gaggio Montano chiude l’esercizio in crescita contando oggi oltre 400 dipendenti, a fronte di una quarantina nel 2006. Antonio Del Prete di Quotidiano.net ha intervistato l’amministratore delegato di Caffitaly Andrea Clementini, per fare un consuntivo dell’annata appena trascorsa e parlare degli obiettivi per il 2019. Vi proponiamo di seguito i passaggi più interessanti dell’intervista.

Clementini, come si è chiuso il 2018 per Caffitaly?

Bene, abbiamo consolidato i nostri risultati con una crescita del 7% del fatturato (pari a 150 milioni di euro nel 2017, per cui nel 2018 sono stati superati i 160 milioni, ndr) e siamo entrati con successo nei segmenti delle capsule compatibili.

Quanto incide l’export?

Molto: nel 2018 abbiamo venduto 1, 4 miliardi di capsule, di cui 250 milioni in Italia e il resto all’estero. Ma sul mercato italiano i progressi superano il 10%.

Quali sono i mercati in cui vendete di più?

Germania, Austria, Svizzera, Portogallo, Spagna, Brasile e Australia, dove di recente abbiamo siglato un contratto importante con Coca Cola Amatil, uno dei maggiori imbottigliatori di Coca Cola nel mondo. Confezioniamo per loro in co-branding, quindi con il marchio del torrefattore e con il nostro, macchine e capsule. La rete di distribuzione di Coca Cola è eccezionale.

Gli obiettivi del 2019?

Gennaio si è chiuso con una crescita in doppia cifra rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Abbiamo lanciato un sistema compatibile Dolce Gusto, che come l’originale rappresenta una barriera per l’ossigeno al 100%. Inoltre, puntiamo in maniera decisa sugli Stati Uniti, dove c’è una grande possibilità di sviluppo. Anche gli americani, molto legati alla loro bevanda, si stanno incuriosendo riguardo ai diversi modi di gustare il caffè.

E in Brasile, una delle patrie mondiali del caffè, nel 2017 il vostro è stato riconosciuto come il miglior prodotto in capsula. Una bella soddisfazione, ci sono segreti da svelare?

Il nostro segreto è la tecnologia: l’alta pressione dei doppi filtri consente di estrarre il caffè al meglio in tutto il mondo, e questo è quello che conta. È il frutto del mix tra capsula e macchina. Per questo i marchi più importanti gravitano intorno a noi.

Il sistema combinato macchina-capsula vi consente di fidelizzare i clienti?

Assolutamente sì. Ma ci sono anche altre ragioni. In primo luogo, col nostro sistema si possono degustare diverse bevande oltre al caffè, che comunque rappresenta il 90% del nostro business. Penso al tè, che ci vede in partnership con Twinings, o alle tisane, in co-branding con Ricola. In Italia vanno molto anche l’orzo e il ginseng. E poi abbiamo un approccio semi-aperto. Per esempio, non insegniamo ai brasiliani che il caffè italiano è più buono. Piuttosto, grazie alla nostra tecnologia, esaltiamo le caratteristiche organolettiche del loro prodotto. E così dappertutto. In ogni Paese lavoriamo in partnership con i migliori torrefattori.

Sono loro i vostri clienti ideali?

Certo. Cionondimeno in diversi mercati siamo presenti mediante accordi con i distributori.

Ci sono nuove partnership all’orizzonte?

Stiamo sviluppando una bevanda con un marchio importante del cioccolato, che non posso citare per ragioni di riservatezza. Lavoriamo per creare un prodotto che rispetti i criteri qualitativi dell’azienda.

Antonio Del Prete

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