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TORINO – Un’esperienza firmata Caffè Vergnano per mostrare il suo percorso strettamente legato all’arrivo dei Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026, di cui è il caffè Ufficiale, grazie all’accordo di distribuzione con Coca-Cola HBC e al supporto di Coca-Cola, partner dei Giochi.
Mancano circa 50 giorni all’inizio della manifestazione, ma la torrefazione piemontese ha voluto presentare proprio di fronte alla Gran Madre torinese, le varie iniziative previste per arricchire l’evento sportivo in linea con la qualità dell’espresso italiano.
Da cabinovie dismesse a coffee corners
In primis l’azienda si è mossa nella riqualificazione di sei cabinovie dismesse provenienti dagli impianti di Livigno, trasformate dal Dipartimento di Design Caffè Vergnano in coffee corner itineranti.
Gli spazi, pensati come punti di ristoro e di incontro, saranno collocati nelle sedi olimpiche a partire dal 6 febbraio, offrendo al pubblico un’esperienza legata al caffè ufficiale dei Giochi (una miscela 85% Arabica e 15% Robusta).
Il primo coffee corner è stato presentato oggi a Torino, presso il Lumen di Corso Moncalieri, con vista su Piazza Gran Madre, come anteprima dell’iniziativa.
La tazzina Limited Edition 2026
Accanto ai coffee corner, Caffè Vergnano ha svelato anche una tazzina in Limited Edition 2026, caratterizzata da una tonalità carta da zucchero ispirata ai colori delle Olimpiadi invernali, e un pack speciale della miscela 100% arabica.

La miscela è realizzata con la tradizionale tostatura lenta che da oltre 140 anni caratterizza la produzione dell’azienda, secondo un metodo che privilegia rigore, costanza e attenzione al dettaglio.
I valori insieme allo spirito olimpico
Le iniziative presentate riflettono i valori che Caffè Vergnano condivide con lo spirito olimpico: impegno, passione e qualità, elementi che l’azienda intende portare su un palcoscenico globale, rafforzando il posizionamento del brand come espressione dell’eccellenza italiana.
Una storia lunga oltre 140 anni
Fondata nel 1882 e tuttora guidata dalla famiglia, Caffè Vergnano è tra le più antiche torrefazioni italiane. Il suo modello produttivo si basa sulla selezione accurata delle origini, su una tostatura tradizionale e sulla creazione di miscele esclusive. Oggi i prodotti dell’azienda sono distribuiti nella grande distribuzione, nei bar e negli oltre 180 Caffè Vergnano 1882 presenti nel mondo.
L’azienda è attiva in 85 Paesi e ha accelerato la propria crescita internazionale grazie all’accordo con Coca-Cola HBC, che dal 2021 detiene una quota azionaria del 30% e cura la distribuzione dei prodotti Vergnano in 27 Paesi, incidendo per circa l’11% sul fatturato complessivo.
Andamento economico e prospettive
Il 2025 è in chiusura con un lieve crescita di volumi, attraverso una politica commerciale che ha premiato la torrefazione. Chiarisce la ceo Carolina Vergnano: si puntava a restare stabili in un contesto critico, cosa che è stata possibile grazie alla distribuzione molto equilibrata tra i settori horeca e GDO Italia, all’estero nei diversi Paesi (oltre all’apporto di Coca-Cola HBC che rappresenta l’11% del fatturato, in Francia ci sono una forza vendita e filiali dirette).
Il mantenimento della sincronia, per il 2026 è uno degli obiettivi e magari superare anche i volumi precedenti. Per i primi sei mesi dell’anno prossimo però, la previsione è quella di una tensione che rimarrà ancora stabile.
Un quadro così descritto dall’amministratrice delegata Carolina Vergnano davanti alla cabinovia, sotto la pioggia.
Ciascun canale copre circa il 33% ciascuno del business totale. Nel 2024 il fatturato ha raggiunto i 124 milioni di euro, con oltre il 60% generato in Italia e il restante all’estero.
Il mercato italiano come pilastro centrale
Certo il mercato italiano si mantiene ancora oggi il cuore per Caffè Vergnano, in cui l’azienda crede fortemente perché “Per essere un brand dignitosamente presente all’estero, secondo noi la presenza italiana non può che rafforzare questo aspetto”. E, con le Olimpiadi, Caffè Vergnano non manca l’opportunità per diventare ancora più internazionale.
Sulla questione EUDR, che si decide mercoledì 17 a Bruxelles, al Parlamento EU, Carolina Vergnano risponde: “Rimandare crea ulteriormente tensione. Posticipare l’entrata in vigore favorisce ancora di più la volatilità del mercato. Sognerei tempistiche e decisioni più chiare: una cosa è prepararsi, un’altra è gestire la tensione dei fornitori. Noi però siamo già pronti al 100%”.
E alla domanda sullo sguardo ad un’eventuale linea di specialty come hanno fatto altri torrefattori, Carolina Vergnano aggiunge: “Lo specialty è un bellissimo trend, ma ognuno deve mantenere la propria identità.
Stiamo lavorando su un concetto esperenziale attraverso una grande varietà di miscele, allargando il nostro campo di azione, con delle monorigini che saranno lanciati nei prossimi mesi. Crediamo in una gamma molto ampia che rende la possibilità di acquisto ancora più allargato.
Per quanto sia complessa, poco ottimizzata a livello di produzione, in realtà è un po’ un credo aziendale perché risponde proprio a questo punto: non tutti possono consumare il caffè in capsula o in cialda, quindi abbiamo tutta l’offerta macinato moka che risponde a un’altra esigenza.
Questa è un po’ la nostra risposta, per quanto non sia ovviamente la soluzione più efficiente a livello produttivo possibile, perché significa avere tantissime referenze (190 soltanto in Italia, nel mondo ben 300)“.
Materie prime e prezzo della tazzina
“Forse dobbiamo pensare che il prezzo del caffè rimarrà qui, che questa è la nuova normalità” ha osservato Carolina Vergnano, evidenziando come questo scenario possa portare a un progressivo adeguamento del prezzo della tazzina.
“Da una parte penso che la tazzina oggi non rispecchi tutta la catena del valore, quello che c’è dietro, la qualità del prodotto, la lavorazione e le tantissime mani che lo toccano, quindi sì, ci sarà un naturale adeguamento. D’altra parte capisco anche che in Italia il prezzo della tazzina di caffè ha un valore simbolico. Credo che ci sarà una naturale evoluzione, ma probabilmente graduale”.
In seguito all’inaugurazione della cabinovia, poi un salto nella sede di produzione in compagnia di Pietro Vergnano a Santena (gestiti nell’ultimo anno circa 620 container di caffè, per 280 tostate al giorno), dove in azione si sono osservate le 4 tostatrici (la prima risalente addirittura al 1974) ciascuna da 400 chili, alle quali poi si sono aggiunti quello con 10 linee dedicate al porzionato e un altro in via di costruzione a Valfenera (Asti).
Infine, un giro doveroso a Chieri (Torino) nell’Accademia ristrutturata nel 2014, chiamata affettuosamente da Enrico Vergnano come “Casa Vergnano” (in effetti, originariamente era proprio la dimora della famiglia, poi convertita nel corso del tempo sino a diventare l’attuale sede formativa per professionisti e appassionati).
Progetto Women in Coffee
Accanto al business, Caffè Vergnano continua a investire nell’impegno sociale con il progetto Women in Coffee, attivo dal 2018, dedicato al sostegno delle comunità di donne coltivatrici e oggi ampliato a iniziative di inclusione ed empowerment femminile.



















