martedì 16 Aprile 2024
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Scoperte le foreste sacre dei Maya, usate per coltivare le piante di cacao

Il team ha scoperto che il grande numero di cavità carsiche (doline) presenti nella penisola dello Yucatan, fornisce microclimi con le giuste condizioni per la crescita del cacao

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MILANO – Il cacao e il cioccolato sono due prodotti che sono tanto apprezzate in tutto il mondo: ma quanto conosciamo veramente delle sue origini, legate anche alla cultura di quei Paesi dove viene coltivato? Proviamo a esplorare che cosa ha rappresentato nella tradizione di un popolo antico com’è quello dei Maya, dall’interessante approfondimento di Biagio Daniele Rapinese su tech.everyeye.it. che ha ripreso una ricerca universitaria, sulla scoperta di alcune foreste sacre che ospitavano proprio le piante di cacao.

Maya e cacao: un legame quasi mistico

La produzione dei suoi semi era attentamente controllata dai leader dello Yucatan settentrionale, con alberi coltivati ​​solo nei boschi ritenuti sacri. Nessun ricercatore moderno era però mai stato in grado di individuare dove si trovassero questi antiche foreste, fino ad ora. Alcuni ricercatori della Brigham Young University, tra cui il prof. Richard Terry ed i colleghi Bryce Brown e Christopher Balzotti, hanno lavorato a stretto contatto con gli archeologi degli Stati Uniti e del Messico per identificare i luoghi in cui i Maya erano soliti individuare la perfetta miscela di umidità, calma ed ombra richiesta dagli alberi di cacao.

Sebbene il clima più secco della penisola dello Yucatan sia inospitale per la crescita del cacao, il team ha scoperto che il grande numero di cavità carsiche (doline) presenti nella penisola, fornisce microclimi con le giuste condizioni. Come descritto nello studio recentemente pubblicato sul Journal of Archaeological Science Reports, il gruppo ha condotto analisi del suolo su 11 di quelle doline scoprendo che il suolo di 9 di esse conteneva prove di teobromina e caffeina, tipici biomarcatori del cacao.

Gli archeologi hanno inoltre trovato prove di antiche strutture cerimoniali, come rampe di scale per le processioni, sculture in pietra, altari ed offerte come giada e ceramiche (comprese minuscole cialde di cacao in ceramica).

Il prof. Terry ha così affermato:

“Abbiamo cercato la teobromina per diversi anni, trovando tracce di cacao in alcuni posti che non ci aspettavamo. Siamo rimasti anche sbalorditi nel vedere tali manufatti cerimoniali. I miei collaboratori si sono calati in una di queste doline esclamando: Pazzesco! Qui ci sono delle strutture!”.

I risultati ottenuti dallo studio indicano come questi boschi “sacri” di cacao abbiano svolto un ruolo importante per i Maya sia nei loro antichi rituali che nelle rotte commerciali, con un impatto considerevole sull’intera economia mesoamericana

Inoltre è probabile che i leader Maya, che controllavano la produzione di cacao, abbiano commissionato lo sviluppo una “proto-autostrada”, di oltre 70 miglia, che percorreva un’area di enorme importanza commerciale attraverso centinaia doline. L’evidenza delle coltivazioni di cacao, insieme ai reperti archeologici, supporta anche l’ipotesi di come questa pianta fosse importante nel passaggio ideologico tra le divinità oggetto di culto nella popolazione locale.”

Ora conosciamo questi legami tra le strutture religiose e le colture sviluppate in queste doline. Sapendo che i semi di cacao erano usati anche come valuta, significa che il denaro poteva essere coltivato e controllato. Questa nuova comprensione crea una ricca narrativa storica di una cultura Maya altamente carica di valore economico, politico e spirituale” ha concluso il prof. Terry.

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