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Il bar Baba Yaga di Bari ha introdotto un progetto singolare: una scatola rosa che raccoglie pensieri anonimi, confessioni, paure e domande di chi si sente perso o solo. L’iniziativa è partita da Rossana e Angelica De Benedictis, sorelle e titolari del locale con il supporto della psicologa Siria Macellaio. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Il Milanese Imbruttito.
Il bar Baba Yaga di Bari
BARI – A Bari c’è un bar che non è solo un bar. Si chiama Baba Yaga, affaccia sul mare di Santo Spirito e da qualche settimana è diventato virale – non per il latte d’avena o i croissant vegani – ma per una scatola rosa che raccoglie pensieri anonimi, confessioni, paure e domande di chi si sente perso o semplicemente solo.
Una trovata che in un attimo ha acceso i riflettori (e fatto formare code) per un’idea semplice ma geniale: abbinare il rito del caffè al bisogno umano più antico del mondo, quello di essere ascoltati.
La “box dei pensieri” – così l’hanno chiamata – è una scatola posizionata sul banco del bar, dove chiunque può lasciare un messaggio anonimo. Il progetto è partito da Rossana e Angelica De Benedictis, sorelle e titolari del locale: un’idea nata per creare uno spazio in cui sentirsi meno soli. Ma non si sono fermate lì: venerdì 23 maggio hanno chiamato la psicologa barese Siria Macellaio, che ha letto e commentato i bigliettini in un vero e proprio incontro pubblico.
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