mercoledì 10 Aprile 2024
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Andrea Antonelli: “Specialty, rivalutare le aziende italiane perché ci sono tante eccellenze”

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VILLASANTA (Monza) – Andrea Antonelli, nel 2006 Campione Italiano Baristi Caffetteria, e nel 2008/09/10/11 Campione Italiano di Latte Art è tra i personaggi più noti e popolari della scena caffeicola non soltanto nazionale. Da notare che nel 2009 era tra i finalisti, e si classificò quinto del mondiale World Latte Art Championship. Ora imprenditore di successo, come Ceo di una scuola di caffetteria Pieve Delmona (Cremona), la Street Coffee School. Nonché  consulente e ambassador PulyCaff. Eppure sembra sempre insoddisfatto. Lo abbiamo incontrato al corso per torrefattori tenuto da Paolo Scimone  presso la His Majesty the coffee di Villasanta nei pressi di Monza durante un corso Sca di torrefazione di secondo livello.

Un po’ di patriottismo

“La mia insoddisfazione, il mio stupore nascono quando noto un atteggiamento diffuso tra alcuni locali italiani che, nonostante propongano caffè specialty o comunque ricercati, continuano ancora a guardare verso l’estero. Quasi come se in Italia non esistessero tante micro roastery e ci mancasse la conoscenza. Ebbene, penso che non sia così.

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Bisogna invece rivalutare il panorama italiano, che è ricco di eccellenze. Prima di gettarci in questo vicolo cieco, è necessario valorizzare anche i nostri meriti. Le fregature si trovano anche all’estero, non solo qui. Non si può ridurre ogni cosa solo a un packaging e una grafica più accattivante. Conta sempre la materia prima.”

Due roaster stranieri

“A tal proposito, ho visto addirittura due date di tostatura su un prodotto di due marchi piuttosto noti. Un bollino sovrapposto all’altro. Sembra chiaro quindi che bisogna fare un passo indietro e insistere sulla formazione. Se lo facciamo, potremo osservare che noi italiani non abbiamo niente da invidiare all’estero.”

Cos’è il caffè per lei?

“E’ una cosa che, se fatta bene, ti cambia la giornata. In Italia, il caffè è cattivo ma anche eccellente. Cerchiamo il modo sempre di correggere anche le estrazioni scorrette. Voglio pensare che ci saranno sempre più baristi che si avvicineranno a questo mondo lasciando perdere l’etichetta. Aprendosi alla comunicazione con il proprio torrefattore. Parlare proprio della materia prima.

Perché generare dei falsi miti non fa bene a nessuno. Spesso e volentieri invece arriva prima il nome del prodotto. Deve accadere l’esatto opposto.”

La Street school di Andrea Antonelli

“E’ una realtà che abbiamo creato a Cremona e che esiste da due anni. Prima lavoravamo più su Parma e ora siamo più vicini all’ufficio. Dentro lavora il campione italiano di caffetteria Davide Cavaglieri, per i corsi di barista e brewing. Da pochi mesi anche Helèna Olviero per la parte di sensory. Collaboriamo con altre realtà italiane. Ad esempio adesso siamo qua per informarci sulla parte di roasting.

Io invece mi occupo più che altro del coordinamento di tutte le attività collaterali. Contiamo non più di un centinaio di allievi l’anno e per noi è un pregio. Perché cerchiamo soprattutto di mirare al vero interessato. Di corsi di formazione ce ne sono tanti in tutta Italia. Per cui, chi arriva da noi, è perché ha già intrapreso un percorso di formazione.”

I programmi della scuola

“Dobbiamo occuparci più della parte della comunicazione. Appena avremo stabilito con esattezza i programmi e i docenti, condivideremo con i media il calendario completo. La nostra Street school si differenzia non soltanto per il livello degli insegnanti. Sono proprio le persone che fanno la differenza, più che le attrezzature. I nostri collaboratori, interni ed esterni, sono il nostro plus valore. Il nostro profilo umano è caratteristico. Ancora una volta, la comunicazione con l’utente è fondamentale.”

Un docente che è tornato studente

“Tornare a scuola è sempre stimolante. Oggi seguo un corso di roasting ed è un aspetto interessante perché fa parte del mio lavoro. Paolo Scimone poi, rappresenta non solo un collaboratore, ma una figura professionale con la quale ho aperto un dialogo. Una cosa difficile in questo campo.

Ci sono degli aspetti che spesso non riescono ad esser comunicate, per questione di segretezza o di complessità. Lui è un caso raro di professionista che condivide il suo sapere e lo fa mettere in pratica all’allievo. Fornisce i migliori insegnamenti nel modo più adeguato. Segue gli studenti. Un po’ quello che facciamo noi su altri campi nella street school.”

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