mercoledì 10 Aprile 2024
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Antonella Cutrona: «Amo definirmi senza ruolo, una free stylist del caffè»

L'intervistata racconta: "Il caffè è un ricordo abbastanza recente, non ha fatto mai parte della mia vita da bambina…ricordo la macchina Faema a casa, comprata dal mio babbo, ma non è un ricordo ancestrale. E’un prodotto che è entrato nella mia vita quasi tredici anni fa; ho impiegato un po' a conoscerlo, ad apprezzarlo e ad amarlo. Una cosa che è accaduta quando ho assaggiato quella tazzina che mi ha folgorato con i suoi sapori e profumi: da lì ho capito e si è accesa in me la luce della passione."

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MILANO – Continua la serie di interviste dedicate alle donne che lavorano nel settore caffè in diversi ruoli, ma sempre forti e appassionate. Questo è il turno della brand manager di Eb-lab coffee di Pavia, Antonella Cutrona.

Antonella Cutrona, che cos’è per lei il caffè?

“Il caffè è un ricordo abbastanza recente, non ha fatto mai parte della mia vita da
bambina…ricordo la macchina Faema a casa, comprata dal mio babbo, ma non
è un ricordo ancestrale. Il caffè è un prodotto che è entrato nella mia vita quasi tredici anni fa; ho impiegato un po’ a conoscerlo, ad apprezzarlo e ad amarlo. Una cosa che è accaduta quando ho assaggiato quella tazzina che mi ha folgorato con i suoi sapori e profumi: da lì ho capito e si è accesa in me la luce della passione.”

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Potrebbe descrivere il suo mestiere?

“Se dovessi descrivere cosa faccio in realtà mi trovo alquanto confusa, come quando mi
chiedevano di descrivere il mestiere del mio papà. In effetti è la passione che guida ogni cosa che faccio.

In un mondo in cui bisogna identificare tutto con un ruolo amo definirmi senza ruolo: una
free stylist del mondo del caffè, una coffeelover cresciuta a poco a poco all’interno di
questa industria. Mi occupo di caffè, di eventi, di aziende e di persone. Amo non definirmi ma pensare a me come una viaggiatrice che ad ogni fermata trova qualcosa di nuovo per offrirlo a chi le sta vicino.

Antonella Cutrona: quando ha deciso che il caffè, la cultura del caffè avrebbe potuto essere la sua strada professionale

“E’stato un percorso che è stato possibile grazie alle persone che ho incontrato e a chi mi ha guidato con conoscenza e amore per il proprio lavoro, come per tanti che hanno la fortuna di approcciarsi a questo mondo in modo qualitativo. E’ inutile dirlo: tutto viene mosso dalla passione e dall’autenticità e io sento di poter ringraziare per aver incontrato già all’inizio del mio percorso chi mi ha trasmesso amore, passione, conoscenza e impegno nel voler andare nel profondo di questo mondo. E non fermarsi su soluzioni o strade intraprese solo per interessi aziendali.”

E’ stata solo una scelta lavorativa oppure di vita?

“Viviamo in una epoca dove lavoro e vita difficilmente si possono scindere. Per lo meno quando si ha la fortuna di lavorare in un settore dove c’è molta umanità. Sì, è stata una scelta di vita che mi ha fatto crescere come persona per mezzo del mio lavoro.”

C’è stato un episodio particolare in cui ha pensato di non farcela e perché?

“No, strano da dirsi ma non sono un tipo di persona che si arrende. Chi mi conosce sa che sono veramente cocciuta e non mi fermo davanti a nulla. I momenti di difficoltà, quando ci sono, si devono affrontare in un modo o nell’altro.”

Che cosa direbbe a quella Antonella Cutrona del passato, in difficoltà?

“Ho avuto momenti difficili, relativi a scelte importanti da fare senza paura ma da fare con profonda riflessione. Essendo ipercritica penso che tutto sia parte di un percorso: quello che accade serve per costruire le basi per qualcosa di nuovo.”

E invece, alle giovani donne che vogliono essere protagoniste nel settore del caffè?

“Di non fermarsi ad ascoltare i luoghi comuni, di studiare e di osservare. Questo però lo direi a tutti, non solo alle donne. Bisogna imparare a guardare in profondità, a cercare i dettagli e bisogna studiare molto per poter poi intraprendere qualsiasi tipo di attività.”

La giornata tipo di Antonella Cutrona

“Dipende dalle giornate, di solito è diversificata: collaboro con diverse aziende per cui tendo a muovermi in giro per l’Italia per riunioni o per partecipare ad eventi ma soprattutto, ovviamente, sto al computer. Non manca il mio caffè filtro la mattina e poi una gran quantità di espresso durante la giornata e perché no…a volte anche un aperitivo a base di caffè.”

Pensa che, all’interno del suo ambito professionale, sia stato più difficile come donna, affermarsi?

“Non è facile, a volte si incontrano degli ostacoli inaspettati. L’importante è affrontare tutto con serenità, credere in sé stessi ed in ciò che si può imparare dagli altri. Mettersi in discussione ma mai rinunciare a lottare per le proprie idee.”

Come ha visto evolversi il settore del caffè nel suo ambito professionale?

Antonella Cutrona: “Diciamo che negli ultimi quindici anni sono stati fatti dei passi da gigante, anche se a volte le persone ne perdono memoria. Eppure, nel nostro settore si è passati da una totale ignoranza (se non per pochi) sul caffè alla crescita di scuole, di eventi, di attrezzature ipertecnologiche, un continuo aumento di persone interessati. C’è ancora tanto da fare e nonostante i periodi difficili credo sia necessario guardare sempre avanti, con un occhio al passato, per migliorare e cercare di superare le avversità.”

Come intende la giornata internazionale del caffè?

“Posso dire che ogni giorno è per me la giornata internazionale del caffè?”.

Qual è il tocco femminile che aggiunge qualcosa in più al suo lavoro?

“L’umanità, l’osservazione, la grinta e la capacità di essere “multifunzionali “. Le donne con i loro dubbi, il loro sempre mettersi in discussione riescono ad osservare da vari punti di vista le situazioni e questo è un fattore positivo se usato in modo intelligente.
Siamo fortunate rispetto ad altre culture, per cui io cercherei di parlare dei vantaggi di essere donna più che delle difficoltà: guardando da una diversa prospettiva si possono ribaltare le situazioni.”

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