giovedì 02 Maggio 2024
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Andrea illy: “illycaffè, il sogno di mio nonno, oggi la marca più globale come stakeholder company”

Il presidente: "Siamo così, grazie al fatto di essere un'azienda familiare un po' particolare: abbiamo sposato in anni recenti, un modello che chiamiamo World Class Organization. Cioè siamo un'azienda, sì familiare, nella sua filosofia imprenditoriale, nei suoi valori, nei suoi saperi che si tramandano, ma una a conduzione professionale."

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TRIESTE – illycaffè compie 90 anni e a celebrare questo traguardo, a Trieste, tutti riuniti presso il quartier geneale in Via Flavia. Ad aprire la giornata in presenza degli ospiti e delle autorità, il presidente Andrea Illy, che ha riassunto la storia dell’azienda familiare, con le sue particolarità, dalle origini sino alle nuove prospettive di fronte alla sfida della sostenibilità.

Andrea Illy ripercorre il sogno della famiglia

Andrea Illy:”illycaffè è nata 90 anni fa da un sogno del fondatore e nonno mio, di mia sorella Anna qui presente e degli altri fratelli. Francesco Illy fonda la illycaffè per portare il miglior caffè nel mondo. Sembra facile a dirsi, ma c’è ancora qualcosa da fare: da allora abbiamo perseguito questo obiettivo.

Triestespresso

Da questo sogno è nata una pianta bella rigogliosa, che ha ramificato e ha portato i suoi frutti in tutto il mondo: presenti ormai in più di 140 Paesi, siamo la marca di caffè più globale.

Ma quello che mi interessa oggi in particolare, è festeggiare con la città di Trieste, sottolineando quanto questa magnifica pianta trovi le sue radici nel suo territorio e in questa città.

Sempre da questa trae la linfa per diventare ciò che è diventata. Si nutre della cultura di caffè, fatta di conoscenza scientifica che ci consente di essere sempre all’avanguardia come leader della qualità sostenibile.

E’ una linfa composta di infrastrutture come il più importante porto mediterraneo storicamente e anche oggi, per il caffè e non solo o come l’Università e molte altre ancora.

Ma soprattutto, parte di questa linfa è costituita dalla gente: i triestini sono persone dal cuore grande, attivi, con una cultura cosmopolita. Trieste è una piccola New York.

Se siamo ciò che siamo è dovuto in buona parte al sodalizio, alla simbiosi tra la nostra città e illycaffè.

Tutto questo è cultura. Il caffè è la bevanda ufficiale della cultura da 4 secoli e da allora ne scrive i capitoli: vuol dire arte, teatro, letteratura, tutto ciò che crea saperi, tradizioni e valori del territorio.

Questo modello di impresa si riassume nel nostro playoff: live happily. La felicità, grazie al caffè, fonte di benessere, salute, ispirazione.

Siamo così, grazie al fatto di essere un’azienda familiare un po’ particolare: abbiamo sposato in anni recenti, un modello che chiamiamo World Class Organization.

Cioè un’azienda, sì familiare, nella sua filosofia imprenditoriale, nei suoi valori, nei suoi saperi che si tramandano, ma una a conduzione professionale.

Questo perché le aziende hanno il diritto e il dovere di crescere, coinvolgendo un numero sempre più importante di portatori di interesse, in inglese, gli stakeholders.”

Andrea Illy: “Siamo un modello di stakeholder company”

“Infatti, recentemente siamo diventati una Benefit Corporation, un istituto giuridico italiano che prevede che statutariamente le aziende possano avere, quando lo desiderano, un beneficio sociale al di là del profitto.

Questa Benefit Corporation è certificata secondo i più rigorosi standard, che ci hanno portato a farci riconoscere per il 12esimo anno di seguito da un istituto americano, Ethisphere, come una delle aziende più etiche al mondo, l’unica italiana.

Questo modello, World Class Organization, ci ha portato di recente a fare una scelta importante, che è quella dell’apertura del capitale. Il fondatore Robert Agostinelli, del Fondo Rhone (che ha il 20% del capitale; n.d.r.), nostro compagno dal 2021, è qui e lo ringrazio: questo è al fine di non essere autoreferenziali.

Molto spesso si tende a confondere le priorità e bisogna mettere davanti l’azienda e i consumatori rispetto alle prerogative della famiglia. Ci crediamo molto, al punto di decidere di aprire il capitale.

Il secondo pilastro di questo modello è una governance indipendente

Non sia quindi nuovamente e solamente la famiglia il dominus, così da perpetuare l’azienda indipendentemente dai destini delle famiglie.

E non ultimo il fatto di affidare la conduzione dell’impresa a un management di professione.

È con questo che affrontiamo la sfida del futuro: oggi è rappresentata in generale dalla sostenibilità, ma per noi del caffè, dal cambiamento climatico, che è una minaccia esistenziale.

Più del 50% delle terre di caffè non saranno più coltivabili nel 2050, e bisogna correre per trovare dei rimedi

Abbiamo iniziato un percorso con l’agricoltura rigenerativa: pratica agronomica che consente di rafforzare il suolo, nutrito con il suo microbiota e lo rende più idratato.

Permette di avere un’agricoltura che diventa sostenibile perché consuma meno suolo, acqua, conserva meglio la biodiversità ed è molto meno impattante dal punto di vista delle emissioni di carbonio, fino ad arrivare al carbon negative.

Questa pratica sembra troppo bella a dirsi, perché ci consente oltre a realizzare prodotti rigenerativi per l’ambiente, più profittevoli per chi li coltiva.

Sono anche prodotti più sani, perché non ci sono residui nocivi. E abbiamo con gioia, scoperto che questi caffè sono anche deliziosi.

Posso dire che per noi il futuro dell’agricoltura rigenerativa significa che già oggi, a distanza di 4 anni, più del 70% degli agricoltori che ci vendono il caffè – con i quali lavoriamo mano nella mano da ben 30 anni, per questo conosciamo di ogni chicco, la provenienza e da chi è stato coltivato – utilizza queste pratiche generative.

Un mese fa abbiamo lanciato il primo caffè certificato rigenerativo al mondo che ha rappresentato per noi una sorpresa incredibile: nel Premio Ernesto Illy, che diamo ai primi classificati delle 9 origini del nostro blend, il primo dei primi è stato un caffè brasiliano rigenerativo.

Quindi questo è un filone di ricerca importantissimo che non solo permette a illy di guardare al futuro con fiducia, con prospettive di crescita, ma anche attraverso la collaborazione che abbiamo con la cooperazione italiana, le agenzie delle Nazioni Unite, la Banca italiana, sino alla International Coffee Organization – qui rappresentata dal former chairman del Council dell’ICO Max Fabian – disseminiamo insieme questa cultura del caffè rigenerativo dando un contributo per il futuro.

Perché per noi questa è una cosa pesante.

Ci sono 25 milioni di famiglie che producono il caffè in una cinquantina di Paesi: con l’eccezione del Brasile, sono persone che hanno un reddito medio di circa 300 dollari all’anno, ben al di sotto della soglia di povertà e noi non possiamo eticamente come famiglia, management, comunità, tollerare che ci sia benessere per chi consuma caffè, e senza dare in cambio opportunità di sviluppo a chi lo produce.

E’ ovvio che queste prospettive sarebbero flagellate se noi lasciassimo che l’ambiente li privasse anche di questa piccola parte di agricoltura di consistenza. Bisogna quindi far sì di lanciare letteralmente il caffè da Trieste nel resto del mondo, affinché se ne consumi di più, lo si paghi più caro e si possa portare maggiore benessere nelle comunità che lo coltivano.”

CIMBALI M2
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