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VALONA – Alessandro Bonasera, commercialista, sommelier AIS e coffee expert, è appena rientrato da Valona, in Albania, dove ha preso parte all’evento dedicato alla promozione del caffè italiano organizzato nell’ambito della X edizione della Settimana della cucina italiana nel mondo per il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. A noi racconta impressioni e momenti salienti di questa esperienza.
L’espresso italiano in Albania
“Lo scorso 20 novembre ho avuto l’onore e il piacere di partecipare ad un evento per la promozione dell’Italian Coffee Style a Valona in Albania durante la X edizione della Settimana della cucina italiana nel mondo promossa dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.

Un appuntamento che ha visto impegnato il Consolato Generale d’Italia a Valona guidato dal console Achille Provenzano, in una rassegna di quattro giornate dedicate alla gastronomia italiana tra salute, cultura e innovazione.
Una delle giornate è stata dedicata a uno dei simboli più riconosciuti della cultura gastronomica nazionale il caffè dal titolo “Il caffè all’italiana”.
Al centro dell’iniziativa, la presentazione della Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia curata dai coffee expert Andrej Godina e Mauro Illiano, uno strumento che racconta le origini e la filiera del caffè ripercorrendo il territorio nazionale, suddiviso per regione, con la recensione delle torrefazioni selezionate per le quali vengono fornite informazioni di contatto, una breve storia dell’azienda, lo stile produttivo e soprattutto vengono presentati i caffè degustati per estrazione e recensiti per il loro flavore.
La Guida si rivolge a coloro che vogliono avvicinarsi al mondo del caffè o che scelgono di diventare consumatori più consapevoli.
Durante il mio intervento ho accompagnato i partecipanti in un percorso alla scoperta della lunga e complessa filiera del caffè, partendo dal racconto dei Paesi di origine, passando per i metodi di raccolta, di tostatura ed estrazione, offrendo una panoramica più chiara e dettagliata sulle note aromatiche e sensoriali da ritrovare in una tazzina di caffè, senza dimenticare il lavoro svolto dalle micro torrefazioni artigianali e quello delle storiche realtà familiari, arrivando alle nuove realtà che uniscono innovazione e rispetto per la materia prima.
Parlando del caffè all’italiana ho scelto di concentrarmi sulle icone che incarnano la tradizione domestica del nostro Paese, strumenti entrati a pieno titolo nella nostra storia quotidiana: dalla Cuccuma napoletana, antica e affascinante custode di un rituale lento, alla Moka, simbolo universale dell’italianità, fino al metodo Espresso, oggi riconosciuto come autentico ambasciatore del gusto italiano nel mondo.
Attraverso esempi pratici e approfondimenti di natura tecnica, ho messo in evidenza come ciascun metodo estrattivo si distingua per specifiche dinamiche di pressione dell’acqua, temperatura e modalità di percolazione, elementi che concorrono a generare profili aromatici peculiari e a definire il carattere sensoriale della bevanda finale. Nel dialogo con i partecipanti abbiamo affrontato anche alcuni miti, ancora sorprendentemente radicati, riguardanti le procedure considerate “corrette” per ottenere un buon caffè.

Il confronto, sempre costruttivo e partecipato, ha confermato come il caffè non sia soltanto una bevanda, ma rappresenti un patrimonio culturale condiviso, un rito quotidiano capace di custodire tradizione, identità e soprattutto memoria.
I partecipanti hanno avuto l’occasione di mettersi alla prova attraverso una degustazione comparata di due miscele firmate da una delle più importanti torrefazioni di Napoli, partner ufficiale dell’evento: Crema Intenso ed Extra Crema. Guidati passo dopo passo, si sono cimentati nel riconoscere il diverso flavore delle due proposte, valutandone la tostatura, la struttura gustativa e l’evoluzione aromatica. L’esperienza sensoriale li ha portati a cogliere sfumature spesso trascurate nella quotidianità, come le note di cioccolato, frutta secca o spezie, e a comprendere come il profilo aromatico cambi in base alla composizione della miscela e alla curva di tostatura adottata.
La degustazione ha rappresentato anche un momento di vera formazione: attraverso l’assaggio, i partecipanti hanno imparato a distinguere con maggiore consapevolezza le differenze tra le due principali specie botaniche, Arabica e Canephora nella variante Robusta, analizzandone corpo, acidità, persistenza e complessità.
Ciò ha permesso di approfondire il legame tra tostatura e intensità aromatica, comprendendo come ogni fase del processo influenzi la qualità finale in tazza. Sono stati inoltre introdotti i criteri fondamentali per valutare correttamente un caffè, offrendo strumenti utili per maturare un nuovo approccio, più critico e informato, verso questa bevanda così radicata nella nostra cultura.
L’evento ha saputo coniugare divulgazione, cultura e valorizzazione del Made in Italy, mettendo in luce il ruolo del caffè come elemento identitario capace di raccontare, allo stesso tempo, storia, tradizione e innovazione. In questo modo si è perfettamente allineato allo spirito della Settimana della Cucina Italiana nel Mondo, iniziativa che promuove la ricchezza gastronomica italiana nel panorama internazionale, rafforzando il legame tra eccellenza produttiva e patrimonio culturale.
Da non dimenticare come questa iniziativa abbia rappresentato anche un’importante occasione di dialogo e incontro tra Italia e Albania, resa possibile grazie al potente canale della cultura gastronomica italiana e, in particolare, attraverso il linguaggio universale del caffè. L’evento ha permesso non solo di condividere saperi e tradizioni, ma anche di creare uno spazio di confronto aperto, in cui professionisti del settore, istituzioni, appassionati e semplici curiosi hanno potuto scambiare esperienze, prospettive e visioni future.
In questo contesto, il caffè si conferma un ponte privilegiato: una bevanda capace di abbattere distanze, avvicinare culture diverse e stimolare nuove forme di cooperazione. La sua storia, che intreccia rotte commerciali, rituali domestici e innovazioni tecniche, diventa ancora una volta testimonianza concreta di come un prodotto tanto quotidiano possa trasformarsi in un potente veicolo di dialogo internazionale.
Attraverso un semplice sorso, il patrimonio gastronomico si rivela dunque un motore di connessione, crescita e reciproca valorizzazione, capace di generare nuove opportunità e di rafforzare il senso di appartenenza a una comunità più ampia. L’auspicio è che iniziative come questa continuino a moltiplicarsi, contribuendo a valorizzare e far crescere la cultura del caffè nel mondo”.
Alessandro Bonasera



















