giovedì 02 Maggio 2024
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Alessandra Brandi, titolare di Camellia Tea House: “Una volta capita la qualità non si torna più indietro al tè in bustina del supermercato”

La titolare: "Entrando da noi spesso mi chiedono: vorrei un tè buono. E io subito ribatto: nero? bianco? Rosso? Verde? Puro o aromatizzato? E lì la gente non mi capisce e comincia la fase dedicata al racconto, alla spiegazione"

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MILANO – Il tè è una bevanda che è meno diffusa in Italia, patria dell’espresso, ma ci sono diversi intenditori che sono appassionati: per loro per fortuna ci sono imprenditori come Alessandra Brandi, titolare di Camellia Tea House. A Palermo, sfidando anche le temperature più alte di altre zone d’Italia, questo è un punto di riferimento per i tea lovers.

Brandi, come mai dedicarsi al tè in una nazione così legata all’espresso?

“La mia passione nasce sin da quando ero piccola, difatti ho sempre amato il tè. Ai tempi esisteva però una grande difficoltà che ho dovuto superare: a Palermo si trovava soltanto quello del supermercato.

Triestespresso

Crescendo mi sono incuriosita ulteriormente e ho voluto approfondire la storia dietro la materia prima, rendendomi conto che nella mia città non c’era un posto che offrisse un grande assortimento di tè e diverse tipologie.

Sono andata a Londra, dove ho apprezzato il culto del tè alle 5, anche se vorrei poter andare in Cina e in Giappone dove la cultura è ben diversa e dove ha origine la storia del tè.

Cogliendo questa possibilità di business, ho pensato di creare il mio locale in cui poter acquistare prodotti differenti dal solito: ovviamente all’inizio molti non credevano in questa attività.

In effetti, non è un’abitudine diffusa qui a Palermo e aprire un negozio specializzato di questo tipo è stato un azzardo.

Eppure, oggi lo posso dire, si vende: le persone che si sono avvicinate a questo mondo sono aumentate e chi invece era già un appassionato ha cominciato ad acquistare da me invece che online.

Ovviamente negli anni ho seguito dei corsi per addentrarmi ancora di più in questo universo che sembra solo all’apparenza semplice. Entrando da noi spesso mi chiedono: vorrei un tè buono. E io subito ribatto: nero? bianco? Rosso? Verde? Puro o aromatizzato? E lì la gente non mi capisce e comincia la fase dedicata al racconto, alla spiegazione. Alcuni, nonostante tutto, rimangono affezionati al classico Earl Grey che già riconoscono, ma va bene lo stesso. “

Ma come vi rifornite?

Brandi: “L’azienda a cui ci riferiamo è tedesca, la Deihlefsen & balk di Amburgo, che ha coltivazioni di tè in tutto il mondo e paradossalmente persino i cinesi comprano da loro. Hanno selezionato i migliori tè puri e i blend, inserendoli anche nei filtri piramidali.

Dentro il negozio (foto concessa)

Anche da noi abbiamo voluto offrire questa modalità per tutti i tè, le tisane e gli infusi. Ad esempio, ci sono alcuni che acquistano per casa il prodotto in foglie e invece per l’ufficio o in viaggio preferiscono portarsi le nostre bustine.

Al loro interno si vedono proprio le foglie e i pezzetti di frutta, non è tutto macinato, per cui sono assolutamente diverse da quelle del supermercato.

Oltre ai nostri clienti, serviamo anche diversi bar. Accanto a noi c’è uno di questi locali, la Caffetteria San Lorenzo, la cosa bella è che molti consumatori usciti da lì, tornano da noi per farci i complimenti, perché non è facile trovare tè di alta qualità in un bar.

Brandi, ma è stato facile entrare nel canale horeca, che di solito non presta così tanta attenzione al tè?

“In effetti per entrare nei bar ho fatto un po’ fatica. Ma ce ne sono stati alcuni con cui è nata una bella sinergia.

Chi ha deciso di collaborare con noi, si era accorto di aver fatto un salto di qualità necessario perché oggi le persone stanno diventando sempre più esigenti.

Tutti i locali che hanno scelto di acquistare i nostri tè hanno a disposizione il menù studiato da noi in cui indichiamo tutte le informazioni per ogni bustina, con le caratteristiche aromatiche, la giusta temperatura dell’acqua e di infusione.

Ho coinvolto ora due bar (caffetteria San è il Bar Matranga Ettore), un’enoteca letteraria( Prospero), un pub che si chiama Alchimia con narghilè che ha scelto gli sfusi e infine il Sensory blend Dabbene concept.

Avete provato a fare dei paring?

Brandi: “Qualche volta, sotto richiesta, consiglio degli abbinamenti. Per esempio con un tè buonissimo, nero affumicato , è ottimo come digestivo o anche da accompagnare con un risotto: si aggiunge il tè al posto del brodo vegetale che restituisce il retrogusto affumicato. Con gli infusi alla frutta in particolare, faccio delle torte e vengono buonissime: li metto nell’impasto e il risultato è fenomenale.

Durante gli eventi di degustazione dei tè appena arrivati in negozio, accompagno spesso queste mie ricette e sono gettonatissime. Le condivido anche con i clienti che me le chiedono.”

E invece la mixology?

“All’inaugurazione ho fatto preparare degli infusi alla frutta con il vino bianco frizzante, un mix che viene fatto macerato dalla sera e prima di servirlo si aggiunge del ginger o bitter o sprite.

Ma con i tè si possono unire anche il gin tonic, il prosecco. Condivido su facebook diverse soluzioni fredde da preparare per l’estate. “

A Palermo il tè però risentirà molto della stagionalità…

“La temperatura effettivamente è un ostacolo e durante la stagione estiva c’è meno richiesta.

Certo ci sono clienti che continuano a bere tè anche con il caldo, ma in questo periodo non facciamo ordini che vanno oltre un certo quantitativo, perché subiamo un calo di acquisti.

Le persone cercano più ricette fredde che però non ricollegano al tè, che pure funziona ed è salutare.

I tè preparati freddi sono buonissimi, bisognerebbe soltanto farlo capire alla gente che ne è spaventato per questioni di tempistiche e praticità. Ci sono però anche quelli che lo usano per peparselo freddo.

Ci sono due metodi: mettendo le foglie in infusione la sera in acqua fredda e lasciarlo così per molte ore.

Oppure, la seconda strada che consiglio per tempistiche e per evitare la carica batterica: scaldare 200 ml di acqua in cui si mette il tè o l’infuso e, a seconda di cosa si usa si lascia in infusione il tempo necessario, poi si filtra e infine si aggiungono 800 ml di acqua dal frigo.”

Ma riuscite anche a vendere online?

“Sì, al momento solo in Italia, all’ estero ancora no, perché, nonostante abbiamo avuto diverse richieste, ancora non siamo riusciti ad abbattere i costi di spedizione .

I turisti ci scoprono così: vengono a provare il tè da noi e quando partono mi chiedono di inviare un pacco. Ma a seconda delle quantità non vale la pena. In tutta Italia però vendiamo e spediamo tantissimo. Vengono da noi da tutti i posti della Sicilia.”

Brandi, quanto costano questi tè pregiati?

“Il tè che costa di più al momento è Le perle di Gelsomino che è una rarità al mondo e giustamente colpisce chi legge il prezzo: ma è particolarmente pregiato e le perle hanno una lavorazione dietro notevole.

Un altro è il tè matcha (il barattolino da 30 grammi costa 30 euro) e quello da cerimonia che è una qualità ancora più elevata ed è più delicato, è ancora più costoso (35 euro per 30 grammi).

Deve esser venduto sempre ben sigillato, non può esser venduto sfuso, perché si ossida facilmente ed è molto delicato.

C’è un culto dietro e chi lo acquista deve sapere. I nostri clienti ormai storici riconoscono la qualità e non hanno problemi con il prezzo, chi invece deve ancora non sa molto, deve prima affrontare un percorso di avvicinamento.

È certo che poi una volta capita la differenza non si torna più indietro al tè di supermercato.

Poi abbiamo i caffè aromatizzati: happy hazelnut va moltissimo, nocciola e noci, poi arancia e cioccolato e pistacchio. Li vendiamo già macinati e l’azienda che li produce appositamente è sempre quella tedesca che ci fornisce anche i tè.”

Progetti futuri?

Brandi conclude: “Mi sarebbe piaciuto e tutti me lo chiedono spesso, estendermi e diventare anche sala da tè, ma a Palermo funzionerebbe solo stagionalmente. Prima di fare un passo del genere devo valutare e fare bene i calcoli. Un altro sogno? Andare a scoprire la Cina e il Giappone.”

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