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FIRENZE – Il nuovo Regolamento imballaggi (PPWR), il Regolamento europeo sulla deforestazione (EUDR) con il rinvio a fine 2026 deciso mercoledì 26 novembre dal Parlamento EU, il quadro normativo su contaminanti e pesticidi, la crisi delle materie prime e l’evoluzione dei prezzi, le direzioni europee sulla sostenibilità: sono i temi sul tavolo dell’assemblea del Comitato italiano del caffè di Unione Italiana Food, che si apre giovedì 27 novembre per chiudersi venerdì 28, nella suggestiva cornice di Palazzo Pucci, a Firenze. Aprirà i lavori il Presidente del Comitato, Giuseppe Lavazza.
Un appuntamento annuale che riunisce le aziende più rappresentative del comparto del caffè per una due giorni di confronto, analisi dei trend di mercato e approfondimento sui principali dossier regolatori europei e internazionali.

Il Comitato Italiano del Caffè è parte di Unione Italiana Food ed è il portavoce delle principali aziende di torrefazione e delle imprese dei servizi collegati, garantendo rappresentanza nei rapporti con le Istituzioni nazionali, europee e internazionali, con la Federazione Europea del Caffè e con le diverse componenti sociali.
Riunisce più di 65 aziende, pari a circa l’80% del mercato nazionale
Il Comitato è presieduto da Giuseppe Lavazza e le imprese che ne fanno parte includono grandi marchi e piccole e medie realtà fortemente radicate nei territori, accomunate dalla capacità di portare nel mondo il valore e la qualità dell’espresso italiano.
Nonostante la diversità per dimensioni e segmenti produttivi, queste aziende condividono valori, competenze ed esperienze, che attraverso Unionfood si trasformano in progetti comuni su temi strategici per il Settore, tutelando al contempo le identità aziendali che costituiscono la ricchezza dell’Associazione.

L’Assemblea affronterà questioni di rilevanza cruciale per il settore, che vanta numeri da record: secondo le elaborazioni di Unione Italiana Food su dati Istat e NielsenIQ, infatti, l’Italia nel 2024 ha prodotto oltre 430 mila tonnellate di caffè, tostato e solubile, affermandosi come secondo Paese produttore di caffè tostato in Unione Europea e quinto produttore di caffè solubile.
Un grande risultato ottenuto grazie alle 1.000 torrefazioni d’eccellenza distribuite su tutta la Penisola, che hanno generato un fatturato di 5 miliardi di euro. Il programma dell’Assemblea prevede inoltre un convegno tecnico con Areté – The Agri-Food Intelligence Company, dedicato all’andamento della materia prima caffè.

Nel 2024 ogni italiano ha consumato 792 tazzine di caffè
Il caffè non è solo una bevanda, ma un rito sociale, identitario e culturale per gli italiani. Nel 2024, in Italia si sono consumate oltre 280mila tonnellate di caffè, con un consumo pro capite salito a 4,8 kg all’anno, che corrispondono a 792 tazzine di caffè espresso.
Il consumo è prevalentemente domestico: di ogni 100 tazzine, il 72% si consumano tra le mura di casa, mentre il restante 28% deriva da consumi fuori casa (bar, ristoranti, hotel, ecc.).

Inoltre, prendendo in considerazione le tipologie di prodotto disponibile sul mercato, è possibile vedere nel 2024 un aumento del mono-porzionato a discapito del caffè macinato: capsule e cialde, infatti, hanno registrato una crescita a volume del 13% (dal 20,6% del 2023 al 24% del 2024), mentre il caffè macinato ha registrato un -6% a volume (dal 67,6% del 2023 è sceso al 64%), rimanendo comunque la scelta preferita degli italiani. Segue il caffè in grani (8%) e chiude il caffè solubile (4%).
Il valore dell’import-export
Nel 2024, il nostro Paese ha importato circa 655 mila tonnellate di caffè, di cui oltre la metà proveniente dal Brasile e dal Vietnam. Parlando di varietà, la Robusta ha costituito un terzo delle importazioni e l’Arabica i due terzi.

Infine, nell’ultimo anno, l’Italia ha esportato 300 mila tonnellate di caffè, di cui 5,7 mila tonnellate di solubile, la restante parte di caffè tostato. Tra le destinazioni del caffè tostato, al primo posto c’è la Germania, al secondo la Francia e al terzo la Polonia. Seguono gli Stati Uniti d’America e il Regno Unito. Per il caffè solubile la classifica cambia: sul podio figurano Francia, Filippine e Bulgaria, seguite da Spagna e Danimarca.
“Il caffè è un prodotto amatissimo, ma anche molto fragile – afferma Giuseppe Lavazza, Presidente del Comitato Italiano del Caffè – In questo momento, è minacciato da molteplici fattori: in primis da una prolungata diminuzione del volume dei raccolti dei principali Paesi produttori, come Brasile e Vietnam; poi da una massiccia attività speculativa, dovuta principalmente ad una riduzione degli stock di caffè verde presso i principali magazzini di borsa europei e dalle prospettive sull’andamento climatico; da gravi problematiche logistiche, come l’impraticabilità dal canale di Suez, da cui passa buona parte del caffè destinato all’Europa; dalla minaccia dell’applicazione di dazi molto elevati sul caffè sia quello verde che quello tostato da parte dell’amministrazione USA; dalla pesante incertezza dovuta al cammino contraddittorio e stentato dei regolamenti europei legati al Green Deal”.

Lavazza: “L’insieme di questi fenomeni ha provocato un aumento record del prezzo per entrambe le varietà, arabica e robusta, di caffè verde e conseguentemente un’esplosione dei costi di approvvigionamento di tutto il settore con gravi problemi di liquidità e contrazione dei margini.”
Aggiunge Lavazza: “A valle si sta verificando una progressiva diminuzione trasversale dei consumi dovuta al tentativo di adattamento delle abitudini di acquisto da parte del pubblico al nuovo scenario di mercato. La previsione per i prossimi mesi non si presenta migliorativa: il caffè continuerà a viaggiare su prezzi molto elevati e la domanda sarà caratterizzata da ulteriori incertezze”.

Lavazza conclude: “Le imprese italiane del settore, con molto senso di responsabilità, si stanno attrezzando per cercare di superare un momento difficile e complesso dove ormai da tempo tutte le risorse e le riserve vengono messe in gioco per garantire continuità d’impresa e qualità di servizio”.
La scheda sintetica di Unione Italiana Food
Unione Italiana Food (Unionfood) è la maggiore Associazione italiana per rappresentanza diretta di categorie merceologiche alimentari e una delle più rilevanti a livello europeo. L’Associazione promuove e tutela le imprese, i prodotti e i settori che costituiscono l’eccellenza della nostra industria alimentare, supportandole nell’affrontare le sfide dei mercati globali.
Oggi Unionfood rappresenta oltre 530 aziende appartenenti a 26 categorie merceologiche, per un totale di oltre 100.000 addetti e un fatturato complessivo di 58 miliardi di euro, di cui 23 miliardi generati dall’export.






















