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Nel cuore di Milano, Rita Cocktail rende omaggio al design italiano del secondo Novecento con una drink list che fonde estetica e gusto. La nuova Rita Design Collection trasforma icone come la lampada Arco dei fratelli Castiglioni o lo specchio Ultrafragola di Ettore Sottsass in esperienze sensoriali da sorseggiare, unendo memoria, arte e mixology in un racconto liquido che celebra la creatività italiana. Leggiamo in seguito alcune parti dell’articolo pubblicato su Interni.
A Milano nasce una drink list di cocktail ispirati alle icone di design
MILANO – Sembra un appello dal sapore nostalgico e, invece, è un estratto della nuova drink list dedicata alle icone del design del secondo Novecento, inaugurata da Rita Cocktail. Il bar milanese noto in città per la qualità delle proposte – tra intenditori viene appellato come ‘il posto dove si beve bene, da sempre’ – ha scelto di presentare agli ospiti l’opportunità di assaporare genio e bellezza attraverso quanto di più rappresentativo: sapori liquidi.
Rita Design Collection (così si chiama il progetto) è nata, dunque, dall’idea di rinsavire l’incoscienza e il benessere effervescente di una città in trasformazione, dove l’ottimismo correva di novità in novità abitando le strade di Milano (sempre più ampia e sempre più significativa nel suo ruolo geopolitico e non solo) durante gli anni del Boom Economico.
Le parole di Andrea Arcaini, bar manager Gruppo Rita
«Volevamo raccontare i nostri drink attraverso elementi ed oggetti che potessero essere già in qualche modo noti alla nostra clientela perché custodi di una memoria positiva o di un ricordo. Il pensiero alle firme del design italiano e milanese è stato quasi naturale e ci ha fornito uno stimolo e una guida per lo studio di ogni singola ricetta» afferma Andrea Arcaini, bar manager di Gruppo Rita.
«Abbiamo analizzato decine di opere di quegli anni, non solo del mondo del design ma anche della moda e dell’automotive (L’Arco di Castiglioni, Ultra Fragola, Costas, il chiodo di Moschino solo per citarne alcuni). Abbiamo quindi costruito un cocktail per ognuna di loro, partendo dal nome e collegando il contesto, la tecnica, il bicchiere, la garnish. Il liquido è pensato per far parlare l’opera con il cocktail e viceversa».
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