Condividi con noi le tue storie legate al caffè scrivendo a direzione@comunicaffe.it.
JEONJU – Nella Corea del Sud, a Jeonju, una caffetteria ha introdotto una nuova regola che prevede una permanenza di massimo due ore per chi utilizza lo spazio come ufficio o aula. Molti caffè della Corea sono adibiti al coworking ma questo fenomeno, chiamato cagongjok, sta rapidamente sfuggendo di mano.
Lo smart working e lo studio nelle caffetterie della Corea del Sud
Hyun Sung-joo, gestore di un locale a Daechi, ha commentato ai microfoni di BBC: “Un cliente si è presentato con due laptop e una ciabatta multipla. È rimasto lì l’intera giornata. Alla fine ho dovuto bloccare le prese della corrente”.
Le caffetterie in Corea del Sud sono aumentate del 48% negli ultimi 5 anni riporta il National Tax Service. Quasi il 70% dei giovani appartenenti alla generazione Z ha dichiarato di studiare in un bar almeno una volta a settimana.
Nonostante la crescente popolarità del fenomeno, servono comunque dei confini ben tracciati. A volte i clienti portano computer e materiali da ufficio che risultano ingombranti. L’iniziativa del bar a Jeonju è chiaro: “Due persone finivano per occupare spazio quanto dieci clienti normali”.
Da qui il cartello No study zone. Ma i confini sono ancora poco chiari. Le grandi catene come Starbucks arginano il problema vietando l’utilizzo di monitor esterni e stampanti, ma le piccole realtà sono ancora alla ricerca di un equilibro che possa permettere la sopravvivenza dell’attività.



















