domenica 14 Settembre 2025

illycaffè: slitta la chiusura dell’investimento Rhone Capital, Scocchia: “Il 2026 ci aiuterà a riflettere”

Le parole di Cristina Scocchia, ceo di illycaffè, come riportato da Il Giornale d'Italia: “Rhone non è un partner finanziario nel senso tecnico della parola. Non è entrato nel capitale con l’idea di crescere immediatamente e monetizzare per scattare poi sul prossimo investimento. Il fondo ha condiviso la valutazione di settore che è oggettiva: non è il momento di quotarsi"

Da leggere

  • TME Cialdy Evo

Condividi con noi le tue storie legate al caffè scrivendo a direzione@comunicaffe.it.

L’inaspettato aumento del prezzo del caffè verde ha costretto il fondo americano Rhone Capital a slittare la chiusura dell’investimento iniziata nel 2020 per un valore di 200 milioni di euro, portando illycaffè a implementare collocamenti altrove. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo del Giornale d’Italia.

illycaffè, ritardato piano exit di Rhone Capital

Il fondo statunitense Rhone Capital, che era entrato in illycaffè acquisendo il 20% del portafoglio e che ha permesso di liquidare uno dei quattro eredi della famiglia, Francesco Illy, si vede costretto a rimanere nel capitale malgrado il rinvio dell’offerta pubblica iniziale.

“Quotazione dal 2027”, le parole di Andrea Illy, presidente di illycaffè, ma questo avverrà solo dopo un’attenta analisi della variazione del mercato e del prezzo del caffè nei prossimi 12 mesi, in cui è previsto un cambio di rotta anche in termini di strategie di mercato, evitando di versare una parte della quota a un altro fondo di private equity come step intermedio prima della borsa.

Le parole di Cristina Scocchia, ceo di illycaffè, come riportato da Il Giornale d’Italia: “Rhone non è un partner finanziario nel senso tecnico della parola. Non è entrato nel capitale con l’idea di crescere immediatamente e monetizzare per scattare poi sul prossimo investimento. Il fondo ha condiviso la valutazione di settore che è oggettiva: non è il momento di quotarsi. Il 2026 ci servirà per riflettere”.

Scocchia aggiunge: “Guarderemo se il prezzo del caffè verde scenderà e a quel punto prenderemo le nostre decisioni. Ma non c’è fretta, né da parte dell’azionista di maggioranza né di quello di minoranza. L’azienda cresce e risultati e dividendi sono buoni. Quindi perché accelerare l’exit?”, mostrano prudenza da parte dell’azienda per evitare investimenti rischiosi.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Ultime Notizie

  • Gaggia brillante
  • Water and more
  • Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè