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TENDENZE – Torna il rito dell’Afternoon tea. E scavalca l’onnipresente happy hour

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MILANO – Tea for Two, un tè per due, cantavano nel 1950 Doris Day e Gordon MacRae in quello che diventa un vero e proprio cult. Amore a parte, l’Afternoon Tea torna oggi di gran moda, riproposto in tutti i grand hotel del mondo come momento privilegiato di dialogo, complicità, confidenze sussurrate a fior di labbra tra eleganze vellutate e prelibatezze di alta pasticceria.

Chi pensa a un revival di salotti borghesi e vecchie zie è fuori strada. Nei riti della social life l’Afternoon Tea ha sostituito il caotico happy hour e a Londra, capitale indiscussa del tea time, le sale più blasonate sono off limits senza prenotazione.

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Al Ritz l’anticipo è di due settimane, tre mesi per i fine settimana. Le ragioni del successo? L’esigenza di relazioni più profonde, da condividere in momenti di raffinata, rilassata intimità.

Anche nel business. «Sempre più uomini d’affari scelgono l’Afternoon Tea per incontri meno formali e più autentici, nel rispetto, però, di quegli standard di stile legati da sempre al mondo del tè”, dice la tea stylist Francesca Natali.

Le sale migliori hanno in lista fino a 30 tipi di tè, dai verdi più delicati agli affumicati più aggressivi, accompagnati da un repertorio di delizie di tradizione soprattutto britannica, che allinea muffin, bun (panini dolci con uvetta o cannella), gli immancabili scone abbinati a burro, miele e marmellata, ma anche finger sandwich farciti nei modi più fantasiosi.

Il rito nasce nell’Inghilterra vittoriana dai capricci golosi della settima Duchessa di Bedford e si trasforma presto da liturgia domestica in occasione mondana, con le sue regole di etichetta e un abbigliamento adeguato.

Oggi è un piacere squisitamente slow che, a differenza del caffè, si consuma tra lentezze rituali quasi atemporali. Come nei dieci indirizzi che seguono.

Dove una semplice tazza di tè diventa momento fugace e irripetibile di perfezione sensuale ed estetica. The Goring, Londra: miglior Afternoon Tea 2013. Parola della Tea Guild, che da 28 anni assegna gli Oscar del tè. The Ritz, Londra: tempio del più classico british tea. D’obbligo giacca e cravatta. The Balmoral, Edimburgo: dove servizio e mise en table diventano autentico esercizio di stile. Reid’s Palace, Madeira: un must.

Tovaglie in lino, porcellane Wedgwood e note di piano per miscele d’autore e leccornie maderensi, come il bol de mel con noci, miele e cannella. Pera Palace, Istanbul: su melodie di uno Schiedmayer, si servono tartine inglesi, petit four francesi e dolci al miele di tradizione ottomana.

Rambagh Palace, Jaipur: un viaggio nel tempo, dove l’ora del tè coniuga opulenza orientale ed eredità coloniale. Mount Nelson Hotel, Cape Town: tè da intenditori come i Pu-Erh, pregiatissimi rossi cinesi fermentati per anni. Piccoli timer indicano l’infusione perfetta per ogni miscela.

Four Seasons, Firenze: qui il tè sposa la pasticceria secca toscana, dai cantucci ai biscotti alle noci. Hotel Vier Jahreszeiten, Monaco di Baviera: il suo High Fashion Tea si ispira al mondo della moda, con piccoli capolavori di gusto e di ironia griffati Ian Baker: Park Hyatt, Milano: intorno alle miscele Dammann Frères (antica maison, in Francia dai tempi di Luigi XIV), i raffinati piaceri dello chef stellato Andrea Aprea.

Fonte: http://cucina.corriere.it/piaceri/14_febbraio_17/torna-rito-dell-afternoon-tea-scavalca-l-onnipresente-happy-hour_ea16b7ce-97e7-11e3-910c-771d54eec810.shtml

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