domenica 24 Marzo 2024
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Nelle macchinette dell’Apsst di Trento caffè amaro: la prova nel vending, l’erogazione dello zucchero ridotta del 29 per cento

Il confronto tra i consumi effettuati nei mesi di ottobre e novembre del 2021 e di ottobre e novembre 2019 ha mostrato che in termini assoluti la quantità di zucchero consumata si è ridotta da 1110 kg a 674 kg

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TRENTO – La questione dei grammi di zucchero nella bustina, che sta coinvolgendo tutti i produttori anche italiani di questo fondamentale apporto a tazze e tazzine quotidiane, è approdata anche nel campo della distribuzione automatica. Settore nel quale è stato attuato una singolare esperimento. Per ora se ne ha traccia soltanto in Trentino e soltanto nelle macchinette dell’azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento (Apsst).

Questo Ente pubblico nel 2021 ha ridotto di quasi il 30% il consumo di zucchero nelle bevande calde dei distributori automatici. Il risultato è stato ottenuto regolando la  quantità erogata in modo automatico dalle macchinette installate per i dipendenti dell’Apsst.

Zucchero, meno spreco e meno zucchero anche ai distributori automatici: il test utilizzando la teoria della “Spinta gentile”

La “spinta gentile”, una strategia elaborata oltre 10 anni fa da Richard Thaler (un economista dell’Università di Chicago) e Cass Sunstein (un giurista della Harvard Law School), prevede l’introduzione di cambiamenti al contesto in cui le persone compiono delle scelte per indurle a cambiare il proprio comportamento. Per raggiungere questo obbiettivo la spinta gentile fa leva su meccanismi anche irrazionali che condizionano il comportamento degli esseri umani.

Nell’ambito delle modifiche dell’erogazione dei cibi e bevande dei distributori automatici collocati nelle strutture dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento (APSS) questo concetto è stato applicato a proposito della scelta della quantità di zucchero con cui dolcificare il caffè.

In passato le macchinette erogavano automaticamente una quantità di tre “palline” su cinque. Chi voleva meno (o più) zucchero doveva manualmente abbassare (o aumentare) la quantità. Con i nuovi distributori, concepiti per essere più salutari, l’impostazione automatica di “default” è zero zucchero.

Chi vuole zucchero deve manualmente scegliere la quantità desiderata. L’ipotesi teorica su cui si fonda l’intervento è la presenza del cosiddetto status quo bias. Questo meccanismo cognitivo è alla base della forte predisposizione degli individui ad adeguarsi allo status quo o all’opzione di default e dovrebbe quindi provocare una diminuzione del consumo di zucchero.

Al fine di valutare l’intervento e quindi l’ipotesi sottostante, verso la fine del 2021 (periodo ottobre- novembre) e grazie ai dati di esercizio gentilmente messi a diposizione dalla Dolomatic S.R.L., è stata verificata la quantità di zucchero erogata confrontandola con quella dello stesso periodo del 2019.

In termini assoluti la quantità si è ridotta da 1.110 kg a 674 kg. Occorre però tenere in considerazione che tra il 2019 e il 2021, per la riduzione del numero di clienti in periodo pandemico, anche il numero totale di bevande calde erogate (soprattutto caffè) è sceso da 296.271 a 252.315. Quindi, per fare il confronto correttamente, è necessario calcolare la quantità di zucchero per singola erogazione di caffè. Tale quantità scende da 3,75 grammi per bevanda calda nel 2019 a 2,67 grammi nel 2021.

Considerato che un cucchiaino contiene circa 5 grammi di zucchero, passare da un cucchiaino scarso a circa metà cucchiaino può sembrare poco, ma in termini percentuali si tratta comunque di una riduzione del 29%.

In termini assoluti questo significa che se la quantità di zucchero aggiunta al caffè fosse rimasta quella del 2019, nel 2021 avremmo dovuti erogare 946 kg, mentre in realtà ne sono stati consumati “solo” 674 kg. In altre parole 272 kg di zucchero consumati in meno, una quantità tutto sommato considerevole. E’ il paradosso della prevenzione: un piccolo cambiamento compiuto da tante persone può risultare in un importante cambiamento a livello di popolazione.

Per raggiungere questo risultato è stato sufficiente alterare “l’architettura della scelta”, evidenziando, ancora una volta, quanto influenzabile sia l’essere umano. A smentita della convinzione, diffusa tra gli stessi umani, di compiere le proprie scelte in completa libertà e a conferma del fatto che la strada per conseguire una maggiore libertà passa dalla consapevolezza dei propri limiti. Così anche un limite, se si sa come sfruttarlo, può rivelarsi una risorsa.

Bibliografia
1 Richard H. Thaler, Cass R Sunstein, Nudge, la spinta gentile, Feltrinelli, 2009.

 

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