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WHITBREAD – Caffetterie e alberghi rimangono il core business del colosso inglese del leisure. Il ceo Andy Harrison: “Siamo come Doctor Who, resistiamo nel tempo cambiando pelle”

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MILANO – Caffetterie e ospitalità alberghiera rimangono le punte di diamante del firmamento Whitbread. La multinazionale inglese del leisure ha pubblicato la scorsa settimana i risultati preliminari per l’esercizio conclusosi il 27 febbraio 2014.

Le cifre riflettono l’eccellente stato di salute del gruppo, che chiude l’anno con quasi 3 miliardi di sterline (3,66 miliardi di euro) di fatturato (+13%) e un utile ante imposte di 411,8 milioni di sterline (502 milioni di euro), in crescita del 16,5%. Whitbread dà attualmente lavoro a 43 mila persone.

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Buone notizie per gli azionisti, che riceveranno un dividendo di 68,8 pence per azione, superiore di quasi il 20% a quello pagato l’esercizio precedente. La notizia ha fatto salire di 20 pence in una sola giornata il valore del titolo.

Costa Coffee ha generato un fatturato di 1,2 miliardi di sterline (1,46 miliardi di euro), con oltre 330 nuove aperture nel corso dell’anno, cui va aggiunto l’installazione di 955 distributori automatici Costa Express.
Il dato a parità di perimetro evidenzia un altrettanto positiva crescita di fatturato del 13,4%, mentre l’utile sottostante aumenta di quasi il 22% raggiungendo i 109,8 milioni di sterline.

Affari a gonfie vele anche per Premier Inn, il cui fatturato si attesta a 967,9 milioni di sterline (+13,4% e +5% a parità di perimetro), pari a 1,18 miliardi di euro, a fronte di un utile sottostante di 348,1 milioni di sterline (+11,2%).
I risultati non sono stati ottenuti a discapito del cash flow, che è anzi aumentato del 14% raggiungendo i 601 milioni di sterline lo scorso anno.

La City celebra la performance di Whitbread, il cui titolo, nel corso dell’anno passato, ha guadagnato il 58% a fronte di un modesto 4% del FTSE, l’indice delle 100 società più capitalizzate quotate al London Stock Exchange.

Valori che riflettono la crescita eccezionale dei due marchi più prestigiosi del gruppo. A metà anni duemila, gli alberghi Premier Inn contavano un totale di 28 mila stanze, contro le attuali 55 mila nel solo Regno Unito. Costa è passata, nello stesso periodo, da 420 a quasi 2.900 locali trasformandosi in un brand globale. Il tutto senza dimenticare le altre insegne del gruppo Whitbread nel segmento della ristorazione veloce, con nomi popolari come Beefeater Grill, Brewers Fayre, Table Table and Taybarns.

E dire che tutto cominciò con un modesto birrificio aperto nel 1742 dal giovane Samuel Whitbread, allora poco più che ventenne. Nel giro di mezzo secolo – grazie a espansioni, acquisizioni e innovazione (il birrificio sarà il primo a adottare un macchinario a vapore ideato da James Watt) – Whitbread diventerà il primo produttore di birra londinese. Samuel Whitbread – diventato nel frattempo Lord Whitbread – morì nel 1796, all’età di 75 anni, lasciando un patrimonio stimato in oltre un milione di sterline dell’epoca.

Lo stabilimento Whitbread & Co. Chiswell Street è stato chiuso nel 1976 e al suo posto sorge oggi un centro conferenze ribattezzato “The Brewery” (“Il Birrificio”), in memoria dell’antica destinazione del sito.
E l’intero settore della birra (Whitbread Beer Company) è stato definitivamente ceduto nel 2001 a Interbrew. Oltre al suo core business storico, Whitbread ha dismesso numerosi importanti rami di attività nel corso dello scorso decennio, rinunciando a insegne del calibro di David Lloyd Leisure (centri di fitness), TGI Fridays (ristorazione) e Pizza Hut.

E proprio questa capacità di riposizionamento e rinnovamento è una delle caratteristiche vincenti di Whibread. “Come Doctor Who siamo passati attraverso varie reincarnazioni” ha detto una volta scherzosamente il ceo Andy Harrison. Non a caso, Premier Inn e Costa Coffee sono riusciti a passare pressoché indenni sotto le forche caudine della crisi. Penalizzate dal rallentamento economico nei tardi anni duemila, le azioni di Whitbread sono tornate volare nel corso di questo decennio. E chi ha avuto il fiuto di comprare il titolo quando era ai minimi, ha raddoppiato la posta dal 2009 a oggi.

Quanto al numero di locali in patria, Costa ha raggiunto e superato Starbucks nel 2010 e ha incrementato costantemente il suo vantaggio sul rivale americano, i cui affari hanno segnato il passo l’anno scorso, dopo 16 anni di crescita ininterrotta, a seguito delle polemiche scatenate delle rivelazioni dei media sulle pratiche di ottimizzazione fiscale. Vedremo se la decisione di spostare il quartier generale Emea a Londra e di pagare più tasse nel Uk consentirà a Starbucks di recuperare il terreno perduto.

Sono ben 1.755 le insegne Costa che si accendono ogni giorno nel Regno Unito. L’obiettivo per questo esercizio finanziario è di aggiungerne altre 200, con la creazione di ulteriori 3 mila posti di lavoro. Senza dimenticare il successo dei distributori Costa Express, sempre più diffusi in ospedali, supermercati, università e uffici.  Premier Inn punta ad aprire una quarantina di nuovi alberghi; anche gli altri marchi del gruppo prevedono di espandere il proprio business, con nuove aperture nel corso dell’anno.

Ma non c’è il rischio di saturare il mercato? Assolutamente no – afferma Harrison – secondo il quale le caffetterie Costa incarnano alla perfezione il concetto di terzo luogo, ossia di spazio pubblico, area neutra, dove le persone si possono incontrare, riunire, interagire. Un po’ come il celebre Central Perk della serie tv “Friends”.
“Il mercato è in crescita – ha dichiarato ancora Harrison – grazie anche all’e-commerce, che libera la gente dall’incombenza dello shopping fisico e lascia più tempo libero da trascorrere nei luoghi di aggregazione e socializzazione, comprese le nostre caffetterie”.

Modello vincente non si cambia. E così Whitbread annuncia che rimarrà fedele alle attuali strategie di crescita anche negli anni a venire. L’outlook del gruppo guarda sin d’ora al 2018. Entro tale data, Premier Inn intende portare il numero di stanze in Uk a 75 mila continuando ad avere la metropoli londinese come area privilegiata di espansione. Costa ha un obiettivo ancora più ambizioso: passare dagli attuali 1,2 miliardi a 2 miliardi di sterline di fatturato.
La nuova frontiera? La Cina, naturalmente, dove solo l’anno scorso sono state inaugurate 73 nuove caffetterie a marchio Costa.

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