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Vietnam – I dati indicano una produzione in ulteriore calo nel 2013/14

I dati del Gain Report del Dipartimento dell’agricoltura americano, Ridimensionato l’impatto della siccità di inizio anno che avrà comunque conseguenze sui raccolti. Riviste al rialzo le previsioni per l’annata in corso in virtù del buon andamento dell’export. I consumi interni supereranno nel 2014 i 2 milioni di sacchi

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MILANO – Usda non condivide l’entusiasmo dei trader. L’organizzazione ha diffuso il suo report annuale il 21 maggio, dedicato al settore del caffè del Vietnam.

Gli esperti della rete informativa estera del minagricoltura americano formulano una stima sul prossimo raccolto decisamente meno rosea rispetto alle previsioni espresse da un gruppo di commercianti in un recente sondaggio di Bloomberg. (vedi numero di venerdì di Comunicaffè).

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Usda: cosa dicono i dati

Secondo il rapporto – redatto da uno specialista locale e rivisto dagli analisti agricoli del dicastero Usa – la produzione scenderà nel 2013/14 a 22,9 milioni di sacchi. Contro i 25 milioni circa del 2012/13 e i 26 milioni del 2011/12.

La stima del raccolto di arabica viene confermata a 850mila sacchi. Nonostante un’ulteriore espansione delle aree coltivate nel nord del paese, la produzione della varietà più pregiata è destinata a calare nel 2013/14 (-10%). Ciò per effetto delle sfavorevoli condizioni climatiche.

Il raccolto 2012/13

Ha risentito, nel suo complesso, delle piogge precoci cadute durante il periodo della fioritura. Questo infatti si sono ripercosse sulla successiva maturazione dei frutti.

Va detto che il dato sopra indicato (25 milioni di sacchi) risulta comunque superiore del 3% circa alla una prima stima contenuta nel report Usda semi-annuale dello scorso autunno.

A motivare questa correzione, l’andamento migliore del previsto delle esportazioni. Almeno nel corso dei primi 7 mesi dell’annata caffearia corrente.

A incidere negativamente sul prossimo raccolto sarà invece la siccità nei primi 3 mesi dell’anno solare 2013

Secondo fonti governative ha colpito non meno di 34mila ettari di piantagioni, di cui circa la metà nella sola provincia di Dak Lak.

Alcune stime, al solito pessimistiche, dell’Associazione vietnamita del caffè e del cacao (Vicofa) davano come probabile, nei mesi scorsi, un calo della produzione compreso tra il 20% e il 30%.

La situazione meteo si è normalizzata

Soprattutto a partire da fine marzo e i livelli delle precipitazioni sono stati in generale nella norma. Sia in aprile che a maggio.

A detta di vari operatori che hanno visitato le aree di produzione, lo stato delle piantagioni appare nettamente migliore. Ciò rispetto a quello che in cui esse si presentarono durante l’ultima grande siccità, nel 2005/06.

Le piogge delle ultime settimane hanno migliorato ulteriormente la situazione.

Il report Usda

Inoltre, osserva come il periodo di siccità di quest’anno abbia avuto caratteristiche diverse rispetto al passato. Potrebbero essere ricondotte al cambiamento climatico e alle anomalie che esso sta inducendo.

Per questo motivo, Vicofa ha proposta che vengano sviluppate nuove varietà di robusta e arabica maggiormente resistenti. Quindi più adattabili a condizioni climatiche sempre più mutevoli ed estreme.

Attualmente, la maggior parte del materiale genetico selezionato proviene dall’Istituto di scienze agricole e forestali degli Altipiani occidentali (Wasi).

Un progetto governativo, attualmente in corso

Prevede lo sviluppo di nuovevarietà ad alto rendimento da utilizzare per il rinnovo di circa 30mila ettari all’anno.

Secondo il Ministero dell’agricoltura e dello sviluppo rurale di Hanoi (Mard) dovranno essere rinnovati 200mila ettari di qui al 2020.

Il Master Plan per lo sviluppo del settore del caffè del Mard

Prevede una riduzione dell’area coltivata a 500mila ettari entro il 2020 e a 479mila entro il 2030.

Ma gli sviluppi attuali fanno sembrare improbabile il realizzarsi di questo scenario, visti i prezzi ancora sostenuti. (1.952 dollari/tonn, prezzo fob Ho Chi Minh City nei primi 7 mesi del 2012/13, in crescita dell’1,8% rispetto all’anno precedente). Inoltre, la maggiore redditività del caffè rispetto a molte altre colture.

Nel solo 2012, l’estensione delle aree coltivate a caffè (dati Mard) è cresciuta dell’8%; raggiungendo i 616mila ettari. E l’espansione continua nelle regioni di Dak Lak, Lam Dong e Dak Nong. Queste contano per quasi i tre quinti delle aree totali del paese.

L’export di caffè

Rimane una delle principali voci della bilancia commerciale vietnamita per quanto riguarda il settore primario. Le vendite all’estero di caffè in tutte le forme hanno portato nelle casse del paese asiatico 3,4 miliardi di dollari nel 2011/12.

Secondo il Mard, il Vietnam ha esportato 14,5 milioni di sacchi di caffè verdedurante i primi 7 mesi del 2012/13. Quindi, circa il 3% in più rispetto allo stesso lasso temporale del 2011/12.

Il buon andamento ha indotto gli autori del report a rivedere al rialzo le previsioni per l’export nell’arco dell’intera annata 2012/13. Stimato ora in 23,2 milioni di sacchi.

Le previsioni iniziali per il 2013/14 danno per probabile un calo dell’11% a 20,7 milioni di sacchi.

I dati dell’Ufficio generale delle dogane (Gco)

Indicano che l’export di caffè in tutte le forme è stato, nello stesso periodo, di 16,4 milioni di sacchi, per un valore di 2,1 miliardi di dollari. Segnando un miglioramento del 2% a volume e del 4% a valore rispetto all’annata precedente.

I dati disaggregati relativi al primo semestre indicano che il Vietnam ha esportato caffè nel periodo suddetto verso una settantina di paesi di tutto il mondo.

I primi 14 mercati hanno contato per circa l’80% del totale.

Come è possibile vedere dalla tabella sottostante, gli Usa e la Germania rimangono, di gran lunga, i principali clienti del Vietnam: Seguiti poi da Spagna, Belgio e Italia.

È sorprendente osservare come al sesto posto si trovi un paese esportatore, l’Ecuador

Questo importa volumi apprezzabili di robusta del Vietnam per rifornire i propri stabilimenti di produzione di caffè solubile. (l’Ecuador è il quarto esportatore mondiale di caffè solubile tra i paesi produttori alle spalle di Brasile, India e Colombia, ndr.).

vietnam-produzione

In assenza di dati ufficiali, il report stima le scorte a fine aprile tra i 6,6 e i 7,2 milioni di sacchi

Le scorte di riporto dall’annata precedente avrebbero superato di poco il milione di sacchi.

Molto promettenti i dati sui consumi interni stimati in 1,83 milioni di sacchi per l’annata in corso (+9,5%). Le previsioni iniziali per il 2013/14 danno per probabile un’ulteriore crescita del 10%. Questa porterebbe a scavalcare la soglia storica dei 2 milioni di sacchi.

Il mercato è costituito per i due terzi da caffè torrefatto

Mentre per il rimanente terzo da caffè solubile (Trung Nguyen, Vinacafe e Nescafe i brand leader).

Particolarmente vivace il settore delle caffetterie. Ai competitor già affermati – Trung Nguyen, Highlands, Vinacafe, Gloria Jeans, The Coffee Bean & Tea Leaf – si è aggiunta di recente anche Starbucks. Che ha inaugurato a febbraio il suo primo locale vietnamita.

La circolare numero 08/2013/TT-BCT, relativa al commercio delle commodity

Con essa, il Ministero dell’industria e del commercio fa divieto, con decorrenza dal 7 luglio prossimo, alle aziende straniere che non abbiano ancora ottenuto il rilascio di una licenza per l’export, di acquistare caffè direttamente dai produttori; o creare stazioni di raccolta ai fini dell’esportazione.

All’art. 3, la circolare specifica che l’acquisto diretto è consentito alle aziende estere già dotate di regolare licenza unicamente presso i commercianti vietnamiti autorizzati.

Condizioni più restrittive per l’attribuzione delle licenze sono state introdotte per la generalità degli esportatori. Compresi quelli nazionali.

Tra i requisiti richiesti

La disponibilità di almeno un magazzino in regola con gli standard governativi. Poi l’avere prodotto o esportato almeno 5mila tonn all’anno per 2 anni consecutivi.

Concludiamo ricordando che il governo vietnamita ha approvato l’istituzione di un Consiglio di coordinamento del settore del caffè.

Questo realizzerà studi, formulerà raccomandazioni, sosterrà la ristrutturazione organizzativa del comparto e rappresenterà il Mard presso l’Ico. Il varo ufficiale del nuovo organismo è previsto nei prossimi mesi.

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