giovedì 11 Aprile 2024
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Venezia, la Procura indaga sul Caffè Quadri: restauro in regola? Alajmo: “A disposizione dei giudici”

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VENEZIA – Caffè Quadri al centro della cronaca. Dopo le polemiche sul Carnevale ora è il restauro del Quadri, sorto nel ‘700 all’insegna della “negra bevanda” che giungeva dall’Oriente sotto le Procuratie Vecchie, in Piazza San Marco, a Venezia, a finire sotto la lente della procura. Nel mirino del fascicolo conoscitivo aperto dal Procuratore aggiunto Carlo Mastelloni ci sono i lavori, costati circa 800 mila euro, fatti per restaurare e rinnovare lo storico locale, che nel tempo aveva visto l’apertura al primo piano dell’unico ristorante che si affaccia sulla Piazza.

L’operazione di restyling ha mantenuto l’impianto storico ma nel contempo ha dato un tocco di nuovo agli spazi del Caffè al piano terra, con un nuovo bancone; ma qualcosa nel lavoro di recupero del locale sembra aver toccato la sensibilità di qualcuno. Il magistrato ha già acquisito gli atti e i permessi relativi alla ristrutturazione dei locali dalla Soprintendenza; il fine è quello di accertare se le opere eseguite siano state conformi alle direttive dei Beni Culturali.

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Il locale è stato rilevato di fatto alcuni anni fa dai fratelli Massimiliano e Raffaele Alajmo, proprietari del ristorante con tre stelle Michelin Le Calandre di Rubano (Padova). Nella società creata ad hoc con una quota di minoranza è presente anche la società Ligabue, che prima ne aveva la gestione. Per Raffaele Alajmo il fascicolo d’indagine aperto dalla procura lagunare non è un problema: «le porte sono aperte: siamo qui a disposizione della magistratura» commenta. «La magistratura verifichi puntualmente i lavori fatti» a piano terra del locale. Aggiunge che per un posto «così bello e storico come il Quadri è giusto che ci sia un’attenzione della Sovrintendenza, vuol dire che c’è cura del luogo. Va benissimo». «È un segnale che a Venezia – conclude – certe cose vengono valutate con particolare attenzione e controllo».

Per rilanciare il Quadri gli Alajmo hanno fatto loro il motto «ciò che diventa era» del torrefattore veronese Gianni Frasi. E proprio in onore del motto, hanno dato una «rispolverata» all’ambiente del vecchio Caffè. Al piano superiore, invece, sono entrate sedie nere verniciate come fossero gondole, faretti moderni e un gioco di luci-ombre per esaltare i piatti in tavola e la vista incomparabile sull’area marciana. Poi naturalmente la costruzione del menù e in onore della laguna gli Alajmo hanno fatto leva sui piatti veneziani del passato, rielaborati in chiave moderna.

Il Quadri fu fondato dal veneziano Giorgio Quadri attorno la seconda metà del Secolo dei Lumi. Giunto dall’isola greca di Corfù sbarcò a Venezia dove investì gli averi di famiglia in un locale che proponesse il caffè, all’epoca di gran moda. Nella prima metà dell’ ‘800 il locale venne restaurato dai fratelli Vaerini, che ampliarono gli spazi aprendo al piano superiore il ristorante. Ai tavolini del Quadri, tra gli altri, si sono seduti nei secoli Stendhal, Alexandre Dumas, Marcel Proust, Arturo Martini, Gino Rossi, Mikhail Gorbaciov, Francois Mitterand, Robert de Niro, Woody Allen, Angelina Jolie e Brad Pitt.

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