martedì 16 Aprile 2024
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VENDING – Caffè amaro alle macchinette per 20 milioni di italiani con l’Iva che sale dal 4 al 10 per cento

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MILANO – Dal 1 gennaio 2014, per finanziare l’Ecobonus anche la pausa caffè sarà più amara. Colpa dell’Iva sui prodotti venduti nei distributori automatici che dovrà passare dal 4 al 10 per cento con ripercussioni per tutti i consumatori.

A sottolinearlo è Lucio Pinetti, presidente di Confida, Associazione Italiana Distribuzione Automatica aderente a Confcommercio, che annuncia il lancio dal prossimo 9 settembre di «una campagna per informare i consumatori attraverso un milione di adesivi che verranno affissi su tutti i distributori automatici installati in Italia. Il messaggio è chiaro: l’aumento dell’Iva non è una nostra decisione ma un’imposizione del Governo».

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In particolare, calcola Confida, l’incremento dell’Iva comporterà un aumento di 5 centesimi sul caffè e le bevande calde, e di dieci centesimi sulle bevande fredde e gli snack. A tutto questo si aggiungono i costi vivi per il comparto.

«Per adeguare i distributori automatici installati nei luoghi pubblici – circa un milione di macchinette – il settore del vending (30 mila addetti e più di mille imprese)», sottolinea Pinetti, «dovrà invece spendere tra i 30 e i 50 milioni di euro. Inoltre, per sostituire i prezzi occorreranno dai 4 ai 5 mesi, difficile dunque essere pronti per il 1 gennaio prossimo. Come se non bastasse, se i consumi dovessero subire una flessione allora saremmo costretti a rinunciare alla prestazione di centinaia di dipendenti».

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