domenica 24 Marzo 2024
  • CIMBALI M2
  • Triestespresso

Umami: il gusto del tè riconosciuto dagli esperti

Ciò che conferisce questo particolare sapore agli infusi è la L-teanina. Un amminoacido presente in buona quantita nei germogli della pianta del tè

Da leggere

Dalla Corte
Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè

Il termine umami significa saporito e delizioso ed è stato riconosciuto come gusto a sé nel mondo occidentale solo nel 1997 durante l’International symposium on olfaction and taste. La scoperta risale però al lontano 1908 a opera di Kikunae Ikeda, docente di chimica all’Università imperiale di Tokyo. Leggiamo di seguito parte dell’articolo pubblicato sul portale AssoTèInfusi.

Il gusto umami

MILANO – La scienza riconosce oggi cinque sapori primari, cioè caratteristiche sensoriali che l’apparato gustativo umano è in grado di percepire. Ciascuno di questi ha un ruolo fisiologico ed evolutivo importante, segnalando per esempio la presenza negli alimenti di zuccheri (fonte di energia), minerali e altri nutrienti essenziali per il benessere o di sostanze potenzialmente tossiche.

Insieme a dolce, salato, amaro e acido, noti da tempo, c’è anche l’umami. Il termine umami viene dal giapponese e significa, saporito, delizioso. È stato identificato per la prima volta nel 1908 da Kikunae Ikeda, docente di chimica all’Università imperiale di Tokyo.

Mentre compiva delle ricerche sull’origine del sapore intenso del brodo di alghe kombu, Ikeda isolò la molecola che ne è responsabile: l’acido glutammico, uno degli amminoacidi non essenziali, presente in forma libera anche in molti alimenti di tradizione occidentale come il Parmigiano Reggiano e altri formaggi stagionati, alcuni ortaggi, i funghi secchi, le carni sottoposte a lunga cottura.

Per molto tempo l’umami non è stato riconosciuto come sapore a sé. Soltanto dopo decenni di ricerche, la creazione di un’Organizzazione mondiale dedicata (Umami Research Organization) e il riconoscimento da parte del mondo occidentale avvenuto nel 1997, durante l’International symposium on olfaction and taste (Isot) a San Diego, l’umami è stato consacrato come un vero e proprio gusto, collegato a recettori specifici presenti sulla lingua, nello stomaco, nell’intestino.

L’umami nel tè

A volte si possono sentire i tea taster parlare di percezione di umami, soprattutto in combinazione con alcuni tè verdi cinesi e giapponesi.

Ciò che conferisce il sapore di umami al tè verde è la L-teanina. Un amminoacido presente in buona quantita nei germogli della pianta del tè.

Ma durante lo sviluppo di questi germogli, una grande quantità di questa teanina viene trasformata dalla luce solare in catechine e altre sostanze. L’umami  può quindi essere presente in grandi quantità solo nei germogli teneri o che sono protetti dalla luce solare diretta in fase di sviluppo e questo succede in particolar modo ai tè provenienti da regioni di montagna e nebbiose.

E’ proprio per questo che alcuni tè giapponesi vengono ombreggiati artificialmente alcune settimane prima della raccolta,  proprio per ricreare lo stesso effetto filtrante che nebbia e nuvole assolvono naturalmente.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

CIMBALI M2
  • Gaggia brillante
  • LF Repa

Ultime Notizie

  • TME Cialdy Evo
  • Water and more
Carte Dozio
Mumac