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TUTTOFOOD 2015 /5 – Con Ipsos racconta evoluzioni e risposte per i nuovi consumatori

La ricerca svela trend e segreti del mondo dell’alimentazione internazionale con un focus sull’Italia

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MILANO – L’appuntamento da segnare in agenda per un giro del mondo alla scoperta dei sapori dell’eccellenza worldwide è con TUTTOFOOD – la più grande tra le manifestazioni italiane dedicate all’alimentare – che dal 3 al 6 maggio 2015 animerà i padiglioni di fieramilano.

Il mondo food, del resto, è finalmente in ripresa: e nel nostro Paese – che, non dimentichiamolo, in questo campo rimane la reference per il resto del mondo – si delineano nuove tendenze che destano l’interesse sia dei sempre più numerosi appassionati, sia dei professionals alla ricerca di opportunità di business da sviluppare.

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Una risposta ricca e articolata arriva da IPSOS, a cui TUTTOFOOD ha commissionato una ricerca che si è focalizzata su due delle tipologie di consumatori più interessanti: i “Millennials” (18-29 anni) e i “Baby Boomers” (50-64 anni).

Una ricerca internazionale con un focus sull’Italia, dove sono state intervistate circa 1.000 persone.

I risultati? Stili di vita e pensiero sociale influenzano molto gusti e scelte d’acquisto.

E l’immancabile confronto tra ieri – con il suo intrinseco ottimismo al grido di “Be Positive” – e il mondo di oggi – mutevole e cangiante, che ha reso spesso tali anche le idee e le scelte stesse dei singoli – si rivela una chiave di lettura vincente.

Gratificazione e salute in primo piano La ricerca rivela innanzitutto che l’approccio del consumatore ai prodotti alimentari accomuna la Next Generation con quelle più mature sotto diversi aspetti: creare gratificazione emotiva, per esempio.

Perché in fondo, si sa, è il cuore a dettare legge anche quando si scelgono beni primari.

La pensano così, infatti, il 77% dei Millennials e il 76% dei Baby Boomers. Ma se il cibo deve appagare i sensi, deve anche essere sano.

Qui, però, lo stacco generazionale si fa più visibile: se tra i più maturi è l’87% a pensare che “la salute comincia a tavola”, tra i giovani lo crede il 75%.

Queste evidenze profilano un futuro caratterizzato da una coabitazione virtuosa tra piacere e salute, fondato su un nuovo paradigma di salutismo non punitivo. Su quanto contino valori e ingredienti sulle etichette dei prodotti, i consumatori si dividono in due “scuole di pensiero” pressoché equivalenti.

Guardano alle proprietà nutritive dei cibi il 56% dei Baby Boomers e il 54% dei Millennials, mentre sono attenti ai valori nutrizionali il 48% dei più junior e il 56% dei più senior.

Il ricambio generazionale conferma l’avanzata del bio: oltre un quinto dei consumatori più giovani (23%) compra solo prodotti biologici, quota che scende al 18% tra le schiere dei loro genitori.

Nel confronto internazionale, l’importanza del consumo edonistico è molto accentuata in Europa (valore indice 18), è meno elevata (almeno a livello dichiarato) negli USA ed ancora minore in Italia.

Una curiosità: l’unico Paese in perfetto equilibrio è il Giappone (registra un valore indice zero).

Specularmente, nella qualità degli ingredienti, il nostro Paese – forte di una grande tradizione enogastronomica in tal senso – si rivela molto più attento (valore indice di 31) rispetto alla media europea (19 in Europa), il valore scende negli USA ed è molto basso in Brasile (poca attenzione agli ingredienti, valore -31 ).

Tra casa e fuori casa E in cucina, invece, cosa succede? Fra tradizione antica ed esperienza moderna chi l’avrà mai spuntata?

C’è da dire che anche la tensione alla cucina domestica è un tratto distintivo del Bel Paese, che totalizza il valore indice più alto in assoluto (47) cui fanno eco USA (42), Giappone (38), Cina (37) e Brasile (27).

A livello generazionale il valore è 40 per i Baby Boomers e 29 per i Millennials, con un valore 38 per il totale.

Se si considera il tempo medio giornaliero trascorso in cucina dagli italiani, l’identikit del perfetto cuoco di casa (anzi, cuoca) è: donna, del Mezzogiorno e – sorpresa – giovane.

Infatti, le donne italiane trascorrono mediamente in cucina 68 minuti contro 57 degli uomini mentre, geograficamente, il tempo dedicato ai fornelli diminuisce man mano che si risale la penisola: è di 77 minuti nel Sud e Isole, 66 nel Centro, 58 nel Nordest e 50 nel Nordovest.

E fin qui poche novità. Ma l’età? Conta… al contrario: i giovani Millennials riservano alla cucina di casa 66 minuti contro i 63 dei più attempati Baby Boomers.

La produzione industriale dovrà quindi apparire sempre più “smart” e meno “cheap”, laddove i piatti pronti sono ormai scelti per motivi essenzialmente razionali di comodità e servizio considerato il poco tempo a disposizione, causa ritmi quotidiani a dir poco frenetici.

A dispetto di ciò i cibi freschi rappresentano la scelta aspirazionale: sono infatti più sani e hanno al tempo stesso più sapore.

Altra curiosità emersa dalla ricerca IPSOS riguarda il confezionato, che si è radicato alla base della cucina di tutti i giorni in virtù di alcuni fattori imprescindibili: riduzione dei tempi di preparazione, migliore tenuta di conservazione a lungo termine e possibilità di variare spesso l’alimentazione.

In casa e fuori casa, tra colazioni, pranzi e cene, emerge un altro dato che colpisce: la colazione è in casa e solo 1 italiano su 7 predilige il bar (14%), dato ancora più basso tra i russi (6%).

Se pensiamo poi a pranzi e cene non possiamo esimerci dal considerare lo street food, che si candida come concorrente di cibi pronti o confezionati: oltre al piacere di mangiare bene e provare cibi diversi dal solito, sempre più il consumo di pasti fuori casa sarà orientato alla comodità, come dimostrano le opinioni dei Millennials (+10% rispetto ai “loro padri”).

Molto interessante anche il mutato approccio a cibo e cucina in casa. Su quest’ultimo versante dominano, infatti, sperimentazione e creatività, condivisione sui social, apertura alla cultura etnica, superamento di vecchi stereotipi con cucine stesse che spalancano le porte al sesso forte, utilizzo di strumenti tecnologici e prodotti come preparati e basi che velocizzano tutti i processi.

In fatto di cibi che più hanno influenzato la cucina italiana, nella top ten degli alimenti stranieri, raggiungono le prime 3 posizioni, partendo dal vertice, Kebab, Hamburger e solo terzo il Sushi mentre se si esaminano piatti e ricette made in Italy che maggiormente hanno influenzato la cucina di altri Paesi, secondo i Millennials si tratta senza dubbio di pizza, pasta ed espresso/cappuccino sostituito dal parmigiano/grana per i Baby Boomers.

Il 2015 sarà un anno… salato! La ricerca in oggetto però non si è limitata al presente e ha curiosato dietro le quinte dell’immediato futuro.

Cosa succederà da qui a breve? Il 2015 sarà l’anno del salato ma … con poco sale! Ben il 66% degli intervistati, del resto, ritiene che nell’anno in corso ci sarà una ricerca di gusti sapidi, più maturi, che si rifletterà nella tendenza a piatti e alimenti salati invece che dolci.

Per il 2015 il 70% degli intervistati ritiene inoltre che sarà necessaria la ricerca di piatti e ricette in grado di coniugare gusto e attenzione alla salute, per un mix equilibrato tra sapori forti e sapori delicati, riscoperta delle origini attraverso i grandi classici della tradizione e apprezzamento al tempo stesso di cucine innovative e atipiche.

Spostando l’orizzonte ai prossimi 2-3 anni, ci sarà una crescita del fresco e del biologico.

Di pari passo va poi sottolineato che il consumatore si fida di più… del consumatore, con una differenza sostanziale tra i due sessi: le donne prestano molta attenzione ai giudizi sui prodotti mentre gli uomini saranno sempre più brand oriented e quindi portati all’acquisto di prodotti di marca.

Alla luce dei dati, si può affermare che lo stile di consumo sta cambiando nettamente. E sempre più si registra un passaggio marcato dallo status all’esperienza che arricchisce, con una conseguente e maggiore sensibilità verso ciò che è originale, oltre a impegnare poco tempo.

Attenzione va prestata anche al fatto che nel medio periodo la reputazione dei brand passerà sempre di più attraverso la rete di relazioni (on e off line) e sempre meno dall’etichetta e dall’esperienza storicizzata.

In conclusione, oggi prodotto-cibo e cucina sono sempre meno dicotomici e rappresentano sempre più un’accoppiata vincente, una sorta di percorso di crescita personale, uno strumento attraverso cui evolversi, raffinare i gusti, prendersi cura di sé, esprimersi e liberarsi dagli stereotipi.

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