domenica 24 Marzo 2024
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Tovagliolini da bar: perché per alcuni sono brutti, scomodi e scadenti

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Dalla Corte
Demus Lab - Analisi, R&S, consulenza e formazione sul caffè

MILANO – Una critica estetica, economica e funzionale dei tovagliolini dei bar. Un accessorio che appartiene alla quotidianità di tutti noi. E che ci accompagna immancabilmente nelle consumazioni al banco o al tavolo. Spesso ci lamentiamo della loro scarsa qualità e della scomodità dei dispenser con cui vengono resi disponibili sui banchi dei bar. Perché hanno la loro particolare forma? Con quali materiali vengono fabbricati? A questi e altri interrogativi si propone di rispondere questa dotta riflessione analitica pubblicata sul blog “Il chiodo arrugginito”, che vi proponiamo di seguito.

Almeno una volta nella vita, tutti avranno avuto un incontro ravvicinato con i “super performanti” tovagliolini presenti sui banconi e tavolini dei bar, pasticcerie, gelaterie, pizzerie e ristoranti, per intenderci quelli dell’immagine qui sotto, che di solito hanno un scritta o un logo stampata sopra, che coincide con il nome del caffè che l’attività propone, in pratica salviette sponsorizzate.

Tovagliolini-bar-gelateria-dispenser

La curiosità nasce dal fatto che sono tovaglioli realizzati con un materiale non identificabile, non si capisce se è carta o plastica, sembra una carta scivolosa, che non assorbe e non pulisce come vorremmo veramente. Ma allora a cosa serve? Ma perché li utilizzano? Mistero?

ALT!

Prima di scaldare gli animi e provocare l’ira di tutti i bar e affini vanno fatte delle precisazioni, perché è un post esclusivamente incentrato sul materiale del tovagliolino.

Dietro ad un semplice caffè (o consumazione) ma soprattutto dietro il prezzo di un caffè c’è un mondo economico.

Es. 1 Caffè = € 1,00

All’interno del prezzo bisogna considerare una parte del costo come:

– Locale

– Personale e formazione

– Pulizia

– luce, acqua e gas

– Attrezzature e manutenzione

– Comfort (sedie, divani, tavoli, climatizzazione)

– Smaltimento rifiuti

– WC

– Orari prolungati e aperture festive

– Tasse e gestione

– Caffè

– Stoviglie

– Zucchero e dolcificanti

– Latte

Alcuni aggiungono degli optional:

– Tv e quotidiani

– Internet WiFi

– Acqua minerale (da bere)

– Polveri (cacao o cannella)

– Cioccolatino

– Fazzolettini di carta

Ecco da questo punto di vista viene da chiedersi se vale la pena aprire un bar, ma la risposta evidentemente è sì, perché sono costi calcolati nell’attività o almeno dovrebbero. E ognuno fa il possibile per migliorare i propri servizi e allargare e fidelizzare la propria clientela.

Qualcuno può dire, allora se un’attività offre tutti questi servizi per un caffè, perché alla fine inciampa utilizzando quei discutibili e fastidiosi fazzolettini.

Viene da pensare che per un caffè ci si perde in un bicchiere d’acqua, non sarebbe meglio adoperarne un tipo più confortevole o magari non servirsene proprio?

Ancora una volta per avere una risposta c’è di mezzo il dio denaro, perché chiunque avrà notato la quantità di scritte e sponsor all’interno delle attività commerciali di tipo alimentare.

Nella maggior parte dei casi i bar, gelaterie, ristoranti ecc. sono legati ad un brand di caffè, e queste sponsorizzazioni possono essere di vario tipo, dalla sola fornitura di caffè fino ad arrivare all’intero arredo del locale (tavoli, sedie, ombrelloni, posaceneri e portaombrelli ecc.). Quindi tutti questi materiali forniti hanno una bella scritta e un logo che ci ricorda la marca.

Tra tutti questi gadget forniti ci sono anche gli ormai “famosi” tovagliolini nel dispenser. Per farla breve molte attività offrono questo servizio perchè gratuito, o meglio in cambio di pubblicità.

Molto bene, perfetto, ma comunque la domanda resta:

Si può sapere perchè sono prodotti con quel materiale così assurdo?

Facendo una ricerca più approfondita sul tipo di carta impiegato, viene fuori questa teoria:

Un foglio di carta A4 quelli comuni per scrivere e stampare è realizzata nella maggior parte dei casi di cellulosa al 100%, un tovagliolo di carta come quelli utilizzati in casa, morbidi e assorbenti tipo la carta igienica per intendersi, è prodotta con 2 o più veli di ovatta di cellulosa.

Questo comporta che il primo tipo di carta è molto più “stampabile” e molto meno costosa della seconda.

Se devo produrre un tovagliolino con una scritta impressa sopra che devo poi “regalare”, quale tipo di carta impiegherò?

Es. di un annuncio pubblicitario di vendita tovaglioli:

“Tovaglioli Bar in carta di pura cellulosa monolucida per alimenti da xx gr/mq.

Formato dei tovaglioli aperti è di 17 x 17 Cm.

piegati diventano 8,5 x 12 Cm con piega di 4,5 Cm.

I tovaglioli bar in carta sono disponibili in confezioni da…

I tovaglioli bar possono essere personalizzati, ecc.”

In pratica i tovagliolini da bar sono più vicini alla carta comune che a quella dei tovaglioli “classici” di casa, la dimensione probabilmente è studiata per la pulizia della bocca o al massimo per evitare di reggere il cornetto con le mani, e probabilmente previene un utilizzo improprio e sovradimensionato da parte delle clientela, da non dimenticare il costo inferiore, ed in fine la carta è lucida per migliorarne la stampabilità e la conseguente visibilità del marchio, consentendone l’estrazione dal dispenser più agevole e scorrevole.

Tovaglioli da bar, ma perchè?

La conclusione è la seguente, se esistono da così tanto tempo e sono così diffusi, vuol dire che funzionano, sicuramente sarà stato svolto un lavoro per arrivare a quel tipo di tovagliolino.

Resta comunque brutto, antipatico e deludente.

Buon caffè!

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