giovedì 11 Aprile 2024
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Da Le Monde, una panoramica sulle nuove tendenze del chicco come il cold brew

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MILANO – Un quadro sulle nuove tendenze del caffè fornito dal quotidiano francese Le Monde. Riportiamo l’articolo firmato da Laurence Girard, con focus sulle ricette fredde del chicco.

Tendenze “rinfrescanti” per il caffè

Allarme per il gran freddo sul “chicco nero”! Il pianeta caffè vive durante l’era glaciale. Dall’infusione a freddo della polvere nera che, al di fuori dei confini Atlantici è noto come cold brew, alla pressurizzazione con l’azoto per aggiungere un tocco in più di schiuma. Fino ad arrivare alla sua versione annegata nei ghiaccioli. La sua ossessione: sedurre i millennial, i giovani dai 25 ai 34 anni.

Bersaglio mobile dei giganti del settore agroalimentare. Da poco Lavazza ha sfoderato una macchina per il Nitro cold brew. Per quei locali che desiderano offrire cocktails sofisticati o caffè freddi alla propria clientela.

“Il caffè, di certo, ama il freddo”

Così ha affermato l’azienda familiare torinese. Una risposta di artigiani del caffè alle catene di caffetterie, faccia a faccia col suo rivale Starbucks. L’americano e l’italiano si litigano la piazza del terzo attore mondiale del chiccho nero. O, Starbucks ha reso popolare tramite il suo brand, il Nitro Cold Brew.

E da questo prodotto, è nata la sfida con gli altri suoi competitor. Il leader del settore, la svizzera Nestlé, ha risposto rispolverando la ricetta americana Chamaleon cold brew. Che va a braccetto con i bar greci in cui da mezzo secolo viene servito il caffè frappé.

Parliamo poi della società triestina, illycaffè, che messo sul mercato degli Stati Uniti una macchina professionale per preparare il Cold Brew che non funziona ad azoto ma utilizza l’aria atmosferica, per altro ai 3/4 composta di azoto.

Tutto questo fermento, inciterà i giovani a farsi piacere di più il caffè?

Per ora i sacchi dei grani non scorrono fluidamente. La tendenza è quella di impilarsi nei magazzini. L’abbondanza dei raccolti ha modificato il corso dei guadagni degli imprenditori caffeicoli. L’Organizzazione internazionale del caffè ha stimato la produzione del 2018-2019 a 167 milioni di sacchi da 60 kg. Superiore quindi al consumo registrato a 165 milioni di sacchi.

Il logoramento dell’offerta

Un colpo di freddo si è abbattuto sul mercato. Arabica e Robusta soffrono le tasse. La varietà col costo più alto, l’Arabica, può esser acquistata a meno di 100 centesimi (0,90 euro) alla borsa di New York, anche se nei primi giorni di giugno è risalita oltre il dollaro. Qualcosa di mai visto dal 2005. Per i coltivatori, la bevanda è amara. Privati dai frutti del loro lavoro, alcuni potrebbero esser tentati di optare per culture diverse e più remunerative.

Ad esempio in Colombia, rinomato per la sua Arabica, terzo produttore mondiale dietro il Brasile e il Vietnam, la produzione è rimasta particolarmente colpita. Molti torrefattori si preoccupano della rovina dell’offerta. Il Brasile, con la sua agricoltura industriale, brucia la concorrenza con i suoi volumi.

Tendenze: in questo oceano di chicci commerciali, vengono avanti i super caffè

Di volta in volta più popolari. Per il consumatore, non è indirizzato verso il basso. I veri appassionati di prodotti rari sono pronti a offrire in California, un Panama crudo a 75 dollari a tazza. Quando si dice “oro nero”.

 

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