domenica 14 Aprile 2024
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Il tè in Italia ha soppiantato l’espresso e il vino per la socialità? Ecco la risposta

Se a fare collezioni di premi per i migliori tè al mondo sono cinesi, indiani, giapponesi, Indonesiani e ancora paesi come Kenja, Taiwan Pakista.. da due anni sono gli italiani ad aver strappato l’ambito riconoscimento e precisamente Marco Bertona Direttore dell’Associazione Asso Tè Infusi che lo scorso anno ha vinto l’oro per il miglior tè bianco alla terza del edizione del “ Teas of the World” tenutosi di Parigi

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MILANO – Il tè ormai non è una cosa solamente orientale, ma è diventata uno dei punti di forza italiani, Paese dell’espresso. Negli ultimi due anni infatti è proprio lo Stivale che ha spiccato per i riconoscimenti della bevanda ottenuta dalle mani sapienti di Marco Bertona, direttore dell’Associazione Asso Tè Infusi. E quindi, oggi, la cultura del tè, a che punto è nella terra tricolore? Leggiamo l’articolo di Emanuela Medi su vinosano.com.

Tè o espresso? L’Italia si sta evolvendo

Se a fare collezioni di premi per i migliori tè al mondo sono cinesi, indiani, giapponesi, Indonesiani e ancora paesi come Kenja, Taiwan Pakista.. da due anni sono gli italiani ad aver strappato l’ambito riconoscimento e precisamente Marco Bertona Direttore dell’Associazione Asso Tè Infusi che lo scorso anno ha vinto l’oro per il miglior tè bianco alla terza del edizione del “ Teas of the World” tenutosi di Parigi, proprio lui che nel 2019, come ci ha raccontato in una intervista ha conquistato il Gold Award nella più importante competizione mondiale del tè nero riservata ai soli produttori.

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Lo facciamo volentieri in occasione della Giornata internazionale dela bevanda che si è svolta il 21 maggio ricordando quanto questa in Italia, registri una crescita annua del +14% in volume e +16% in valore affermandosi come la bevanda più consumata dopo il caffè . Quinto paese dopo l’Inghilterra con 667 tazze pro capite l’anno, la Germania, la Svizzera e la Francia, noi beviamo 444 tazze l’anno.

Come dice Gabriella Lombardi, tra le prime sommelier certificate in Italia “ Il tè è la bevanda che ha i trend più innovativi

Ha soppiantato il caffè e gli alcolici nei meeting perché meno aggressiva, facilmente abbinabile a molti piatti, richiesta negli alberghi e ristoranti di alta classe dove la bevanda è un momento di piacevolezza e convivialità. Conquista per la sua versatilità, facilmente trasportabile in treno, in autobus e all’Università, amata dai giovani tra i quali è nata la matchamania( +50% ad oggi la crescita della domanda del tè verde) stimata dagli adulti specie se si tratta di tè di nicchia da godersi perché no con un bel sigaro.”

Ma torniamo a Marco Bertone, ” Un torrente di passione, professionalità, curiosità, viaggi, conoscenze tanto da essere nominato delegato italiano presso il Gruppo Intergovernativo sul tè della Fao” con il cuore e la testa a Verbania dove sulla sponda piemontese del Lago Maggiore , complice il microclima nel parco nazionale della Val Grande e assieme al vivaista Paolo Zacchera mette a coltura ormai tre anni fa, 20.000 piantine di camelia sinensis, l’unico arbusto da cui derivano le 6 varietà esistenti al mondo ( bianco, nero, vere, rosso, giallo e blu-verde) facendo della piantagione del Verbano la più grande d’Europa.”

E se il tè bianco prodotto in 3 kg- dice Bertone- è stato commercializzato ed è andato subito esaurito, purtroppo il 2021 ha sofferto di un anno per condizioni climatiche non favorevoli. “

Ma se vengono tutte da un unico arbusto come si fanno a diversificare nelle sei principali tipologie?

Il gioco sta nei diversi processi i cui due più importanti- sottolinea Bertone- sono la fermentazione e l’ossidazione questa altro non è che una reazione chimica massima nel tè nero, minore in quello bianco, assente nel verde che è bene ricordare non rientra nelle categorie dei tè ossidati e dei tè fermentati.

Se Bertona ha catapultato il tè nazionale nell’agone internazionale, la prima piantagione di tè- come riporta Gambero Rosso- è stata fatta da Guido Cattolica, agronomo esperto di camelie nei terreni di proprietà della famiglia nell’Antica Chiusa Borrini a Sant’Andrea di Compito nel comune di Capannori( UD) dove nel 1987 ha iniziato una piantagione di camelia sinensis con il grande risultato di aver ottenuto una linea selettiva che resiste fino a 12 gradi sotto zero.

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