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In Italia caffè, tè e tisane crescono del 35%, lo dice l’Osservatorio Deloitte

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MILANO – Repubblica ha pubblicato un’analisi che riprende i dati emersi dall’Osservatorio Deloitte, organizzato a Milano la settimana scorsa.

L’Osservatorio prende spunto dalla pubblicazione Deloitte, recentemente presentata al Parlamento Europeo di Bruxelles, “Il settore agroalimentare: l’innovazione nei paradigmi”, dedicata all’analisi degli ambiti in cui è necessario agire in termini innovativi per produrre crescita.

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Molto interssanti, in particolare, le cifre relative a tè e caffè. Vi proponiamo di seguito l’articolo.

Qualità, benessere, servizio. Tre parole che dicono dove stanno andando le preferenze del consumatore, tre parole che indicano alle industrie del food qual è la strada da seguire per crescere.

Per il cibo made in Italy è un momento d’oro: tra il 2012 e il 2016, il fatturato del settore agroalimentare è aumentato del 22%, premiando soprattutto le categorie di alimenti caratterizzate da un alto tasso di innovazione e di specializzazione.

Il giro d’affari dei prodotti dietetici è schizzato del 56 per cento; quello di tè, caffè, e tisane è salito del 35 per cento, quello delle conserve del 41.

I dati provengono dall’Osservatorio Deloitte per il settore agroalimentare, che stima che nei prossimi tre anni l’innovazione può generare una crescita di 15 miliardi di euro del giro d’affari dell’agroalimentare italiano.

In Italia le aziende attive nel comparto sono circa 8.300, per un fatturato aggregato di circa 125 miliardi di euro e oltre 340.000 dipendenti.

Un business che ha grandi potenzialità di crescita, a patto che mantenga come stella polare l’attenzione al consumatore e ai suoi nuovi bisogni.

Secondo Deloitte, se il settore sarà in grado di innovare partendo da questo paradigma potrà puntare a un aumento del 22-25 per cento del fatturato.

Altrettanto importante sarà la capacità di avviare collaborazioni, fattore che può arrivare a incrementare i ricavi di oltre il 36 per cento. E non ultima la capacità di raggiungere nuovi mercati, che potrà influire per il 40 per cento sui fatturati.

Lo studio Deloitte ha individuato 72 imprese “best in class” che hanno registrato una crescita media del 19 per cento negli ultimi cinque anni.

Analizzando strategie e processi di produzione è emerso che la qualità, l’attenzione alla sostenibilità ambientale e alla tradizione made in Italy hanno segnato il successo di queste eccellenze.

La digitalizzazione è diventata parte fondante di questo processo

Il 40 per cento delle imprese sotto esame ha attivato una piattaforme per la vendita online. O sta realizzando canali di vendita diretti. Mentre il 90 per cento ha attuato profondi cambiamenti nei processi di riorganizzazione.

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