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STRAUSS COFFEE – Si continua a trattare sull’uscita di Tgp e sull’Ipo

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MILANO – Torna in primo piano l’offerta iniziale di acquisto ( Ipo ) che Strauss Group ha l’intenzione di lanciare per la sua divisione caffè.

Obiettivo: finanziare l’ulteriore crescita sui mercati internazionali e facilitare l’uscita di scena del fondo di investimento Tgp Capital, che detiene tuttora il 25% circa del pacchetto di Strauss Coffee.

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“L’Ipo sarebbe per noi una cosa buona e consentirebbe a Tgp di uscire dalla società, ma vi sono tuttora dei punti sui quali non c’è accordo e che sono oggetto di trattativa” ha dichiarato il ceo di Strauss Group Gadi Lesin aggiungendo che la quotazione in borsa è funzionale ai piani di espansione del gruppo, che prevedono nuovi investimenti e acquisizioni.

Il grande attivismo degli ultimi anni ha fatto di Strauss Coffee – società che ha sede legale in Svizzera, nella città di Zug – uno dei più importanti competitor globali: essa riveste posizioni di rilievo, oltre che in Israele, in Brasile e in numerosi paesi dell’Europa dell’est e dei balcani.

Il grande potenziale di questo business aveva indotto Texas Pacific Group (Tgp), una delle più importanti aziende di private equity al mondo, ad acquisire nel 2008 una quota pari a un quarto del capitale azionario di Strauss Coffee Bv, al prezzo di 293 milioni di dollari, con un’opzione a 2 anni (poi non esercitata) per un ulteriore 10%.

Ma le recenti scelte di gestione non hanno convinto del tutto il fondo americano, che nel novembre scorso ha addirittura portato in giudizio Strauss Group davanti a una corte olandese, con l’accusa di cattiva amministrazione.

Tgp sosteneva in particolare che  Strauss aveva fatto lievitare i costi di Strauss Coffee per svariati milioni di euro per “servizi insufficienti o inesistenti”.

L’istanza è stata respinta a dicembre.

Tgp ha manifestato sin dalla scorsa estate l’intenzione di uscire dal capitale Strauss Coffee, ma il processo è lungo e complesso.

L’ipo – da mesi si parla di quotazione a Wall Street – agevolerebbe l’operazione e porterebbe capitali freschi al gruppo israeliano.

Quali invece i caveat.

“Le aziende del settore del caffè hanno realizzato forti utili, lo scorso anno, grazie ai minori costi di materia prima e Strauss Coffee otterrebbe una valutazione elevata in qualsiasi Ipo – ha dichiarato Gil Dattner analista di Bank Leumi Le-Israel BM – d’altro canto però il collocamento porterebbe a una maggiore frammentazione della base azionaria”.

Il percorso di massima è comunque già tracciato e condiviso.

“L’Ipo a New York è nell’interesse di entrambe le parti – ha dichiarato Tgp in una nota scritta diffusa lunedì – negli ultimi 3 anni Strauss Coffee ha conosciuto un forte sviluppo in termini di quote di mercato, fatturati e profitti. È necessario cogliere questo momento favorevole per creare valore per tutti gli azionisti. Speriamo di poter definire in tempi brevi i dettagli dell’Ipo”.

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