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Stati generali del Vending: consumi giù dell’8%. Tiene solo il caffè

Si registra invece una sostanziale tenuta dei distributori di bevande calde (-0,1%) in linea con la tenuta della ‘pausa caffè

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MILANO – La crisi ha picchiato molto duro sul Vending che nel 2014 ha registrato una contrazione media dei consumi attorno all’8 per cento. Si è saputo lunedì 19 ottobre agli Stati generali della distribuzione automatica che si è svolto nella sede della Confcommercio a Milano con il titolo: Caleidoscopio distribuzione automatica, diversificare il business: nuovi consumi, tecnologie innovative e opportunità di mercato.

Dalla sala tanti applausi per l’indimenticabile Presidente Lucio Pinetti.

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Il calo è stato molto significativo – ha rilevato l’associazione di categoria Confida attraverso il suo presidente Piero Angelo Lazzari del quale segue un’intervista su questi temi e sul futuro del settore – con picchi negativi nel caso delle bevande fredde (-7,33%) e degli snack (-8,01%).

L’anno scorso insomma non ha portato buone notizie per un comparto che, con i suoi oltre 30 mila addetti e un fatturato di filiera pari a circa 3 miliardi, fa sì registrare applicazioni sempre più innovative con l’utilizzo di tecnologie di ultima generazione, ma resta anche fortemente legato alla tradizione del caffè espresso e alla pausa ristoro nei luoghi di lavoro.

Il parco macchine

Dall’aggiornamento dello studio di settore curato da Accenture per conto di Confida da ormai diversi anni, il parco macchine installato nel 2014 è di circa 2.350.000 distributori automatici di cui circa 1.600.000 riguarda le macchine OCS (piccole macchine per ufficio funzionanti a capsule e cialde), mentre la restante parte è riferita ai grandi distributori automatici di bevande calde, fredde e prodotti solidi preconfezionati.

Il parco macchine mostra una diminuzione del 3% trainata dal forte calo delle macchine OCS. Si registra una sostanziale tenuta dei distributori di bevande calde (-0,1%) in linea con la tenuta della ‘pausa caffè’.

Consumi per tipologia di prodotto

Il Caldo rappresenta il 48% del totale delle consumazioni vending, seguito dall’OCS con una quota pari al 24%, in diminuzione negli ultimi anni.

Rimangono invece equilibrati i consumi degli snack (13%) e delle bevande fredde (15%) rispetto al totale dei consumi. Facendo un confronto con il 2013, a livello generale i consumi totali registrano una diminuzione del 4,25%.

In particolare:

Bevande calde   – 3,56%
OCS                    – 8,02%
Bevande fredde – 7,33%
Snack                 – 8,01%

Va quindi rilevato – è stato fatto rilevare da Confida – come il calo sia stato comune, con picchi negativi nel caso degli snack e delle bevande fredde. In questo ultimo caso, le consumazioni, condizionate dalle temperature molto basse della stagione estiva sono diminuite (-7,33%) rispetto al 2013.

Tra segnali positivi e criticità da superare

Va innanzitutto rilevato che maggiori garanzie al consumatore sono e saranno assicurata grazie alla strada della qualità intrapresa dalla distribuzione automatica, anche grazie a due certificazione di Settore: la certificazione di servizio TQS Vending e la certificazione DTP-114 per le miscele di caffè in grani specifiche per il vending.

Da non dimenticare poi – continua l’associazione – l’aumento dell’aliquota Iva dal 4 al 10%, entrato in vigore il 1° gennaio 2014 che ha sicuramente penalizzato il settore e ha generato un adeguamento dei prezzi delle consumazioni.

Prosegue poi il difficile il momento per il comparto manufatturiero della filiera, in particolare per i produttori di distributori automatici, sistemi di pagamento e accessori, che sono stati la prima componente a risentire di anni di recessione economica e minore propensione ai consumi.

Più recentemente, inoltre, il settore è stato interessato da uno specifico provvedimento contenuto nel Decreto legislativo n. 127/2015, in attuazione della Legge delega al Governo in materia fiscale, vale a dire la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei dati delle cessioni di beni effettuate attraverso distributori automatici.

“A poca distanza dal forte impatto che sul settore e sulle singole imprese è derivato dall’incremento dell’aliquota Iva dal 4 al 10%”, ha detto Piero Angelo Lazzari, presidente di Confida “mi rendo interprete della più profonda preoccupazione per la nuova e autentica emergenza, sia sotto il profilo organizzativo che dei costi in capo alle singole aziende, per far fronte agli obblighi derivanti dal D. lgs n. 127/2015. Con l’occasione è mia premura rinnovare l’appello che i costi non ricadano sulle imprese attraverso la previsione di un credito di imposta che renda meno gravoso l’onere finanziario”.

Approfondimenti

Per chi fosse interessato ad un approfondimento sul settore, segnaliamo che Confcommercio e Confida hanno pubblicato all’interno della collana le Bussole il volume “La Distribuzione Automatica”, grazie al quale intendono aiutare le imprese associate a gestire al meglio tutti quegli elementi che incidono sulla redditività del business: dal marketing mix che definisce il posizionamento sul mercato – e quindi location, target da servire, gamma di prodotti offerti, marginalità – alla tipologia di istallazione e alle soluzioni tecnologiche in esse integrate che facilitano una migliore interazione con il cliente. Particolare attenzione è dedicata agli ultimi trend ed esigenze di consumo del settore, corredati da esempi e casi aziendali nazionali ed esteri da cui trarre ispirazione.

Ne riferiamo a parte.

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