giovedì 28 Marzo 2024
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Starbucks a Milano? Ma il caffè americano è un’abitudine per tanti italiani già da tempo

Starbucks sta per fare il suo ingresso ufficiale nella terra dell'espresso, portando con se non solo il caffè americano, ma la cultura dello specialty, con prezzi superiore e l'atmosfera tipica dei suoi store: ma è proprio vero che queste sono novità per il consumatore italiano?

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MILANO – Il prossimo 6 settembre sarà una data importante per il settore del caffè in generale e dell’espresso italiano in particolare. Lo ribadiamo qui e subito: all’interno della Roastery di espresso italiano tradizionale ne circolerà tantissimo. Ma il dato emergente è piuttosto che in Italia approda Starbucks. E sarà la prima volta dopo diversi anni di indecisione da parte della catena americana che ha sempre guardato con ammirazione lo stile italiano di consumare l’espresso. Anzi, che proprio dalle stile italiano ha tratto il motivo d’essere.

Sembra quasi che la ricetta americana stia sbarcando solo ora in un territorio, il nostro, particolarmente ancorato ad una tradizione consolidata della tazzina dell’espresso.

Tuttavia è solo un’impressione, nata certamente dal fatto che il colosso statunitense resta un punto di riferimento per l’intero mercato globale e, di conseguenza, per le aziende italiane. La realtà dei fatti però, vede Starbucks un po’ ridimensionato nel suo ruolo di pioniere in Italia.

Difatti, la moda del caffè americano ha già trovato spazio nel cuore dei coffeelover italiani, grazie all’azione di diversi marchi. Basti pensare a Costa Coffee, ad ArnoldCoffee; oppure al Busters Coffee e, per concludere in bellezza, con Nando’s Coffee.

Tutte queste catene sono più o meno note alle nuove generazioni che, vivendo in una società sempre più globalizzata, conoscono bene il prodotto americano. A tal punto da ricercarlo poi nel proprio paese d’origine, Italia compresa. Tutti in fila per comprare bevande che somiglino il più possibile all’offerta estera di Starbucks. Ed ecco che, il vuoto lasciato dal timore reverenziale del colosso americano, è stato riempito da franchising più intraprendenti e rapidi.

Nando’s Coffee, Arnold, Busters, Costa

Questi sono alcuni dei nomi principali che vengono in mente ai coffeelover più esterofili, che hanno dovuto trovare un valido sostituto all’atmosfera brandizzata da Howard Schultz. Certo, di imprese che servono caffè all’americana ce ne sono di ancora più grandi (basti pensare al Mc Café oppure a Tim Hortons), che, tuttavia, sono considerati dagli addetti al lavori più come dei punti di ristorazione in cui viene servito il caffè e non in quanto caffetterie specializzate.

Quindi torniamo ai marchi che hanno fatto del caffè americano una loro prerogativa. Posto

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