di Giulia Polito*
MILANO – Non esiste una cultura d’impresa valida per tutte le realtà economiche e organizzative. Ogni azienda elabora un proprio modello che nasce da una storia precisa e che connota la sua identità.

Questo l’assunto da cui si è sviluppato l’incontro al Salone della Csr di Milano dal titolo “Grandi aziende, grandi storie”. Una sessione dedicata alla storia di quattro grandi imprese italiane che hanno avuto un ruolo importante nel Paese, anche se con percorsi molto diversi.

Il tema della Csr è straordinariamente attuale, soprattutto se rapportato al caso Volkswagen che proprio in queste settimane ha riempito le colonne dei giornali di tutto il mondo.

«La responsabilità sociale – ha spiegato il professore Francesco Perrini, della Bocconi – deve pervadere tutte le attività delle imprese. Solo grazie a questo tipo di approccio si potrà ottenere un modello di impresa realmente sostenibile». La sostenibilità, insomma, deve diventare un elemento strategico per la crescita dell’azienda stessa.

A confermarlo di protagonisti della sessione: i rappresentanti di Pirelli, Autogrill, Lavazza e Reale Group. Tutte aziende nate con una filosofia precisa di impresa che ha anticipato quella che negli anni a venire sarebbe diventata la Corporate social responsibility.

Pirelli, ad esempio, «supporta da sempre – ha spiegato Eleonora Giada Pessina – i propri dipendenti nelle difficoltà di tutti giorni, cercando così di creare attaccamento all’azienda e una sorta di umanesimo aziendale».

Lavazza «tenta di migliorarsi continuamente» ha raccontato Virginia Antonini. Autogrill, come dichiarato da Silvio De Girolamo, «sta tuttora investendo in sostenibilità, nella convinzione che si tratti di una delle migliori leve per ingrandire l’azienda».

Tiziana Graneris ha raccontato poi la storia di Reale Group, «un’impresa mutua che per mantenere la propria autonomia doveva imparare ad autofinanziarsi, quindi a creare un valore». Reale ha investito molto sulla riduzione dell’impatto ambientale, riducendo gli sprechi o cercando di riutilizzarli al meglio.

Quattro grandi storie italiane che continuano raccontare modelli di impresa sani, sostenibili e vincenti. E che, soprattutto, progettano il loro futuro guardando verso grandi obiettivi.

Pirelli punta alla resistenza al rotolamento dei pneumatici, riducendo così le emissioni di CO2 e con notevoli vantaggi per il consumatore.

Lavazza vuole continuare ad investire sulle energie rinnovabili e sull’efficientamento dei sistemi produttivi.

«Ma basta parlare di etica – ha sottolineato Antonini – bisogna iniziare a parlare di sostenibilità integrata o valore integrato, e non condiviso perché i valori dell’impresa possono essere trasmessi solo se realmente integrati al business».

Reale Group investirà invece sulla comunicazione: «Facciamo molto in termini di sostenibilità – ha spiegato Graneris – ma spesso non riusciamo a far emergere bene le nostre attività». Autogrill, infine, ha stretto alcune partnership importanti per dare impulso alla sostenibilità. Esempio ne è il Mercato del Duomo, a Milano, nato dalla partnership di Autogrill e l’Università di Pollenzo.

«L’idea di sostenibilità non è certo recente, ma in continua evoluzione» ha concluso il professore Perrini.

«Così come quello delle aziende, anche il mondo della finanza si sta spostando verso questa direzione. La parola chiave per il successo è integrazione: solo integrando sostenibilità e responsabilità sociale all’azienda potrà essere prodotto un vantaggio competitivo, un valore».

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