sabato 20 Aprile 2024
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SICCITÀ IN BRASILE – Su Comunicaffè un report esclusivo di Albert Scalla e Tiago Ferreira, di ritorno da un viaggio nelle regioni di produzione. Ve ne anticipiamo i contenuti salienti

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MILANO – Come si presentano le piantagioni di caffè della coffee belt, nel momento in cui la stagione di raccolta si appresta a entrare nel vivo? Sane e verdeggianti, al pari delle altre colture e della vegetazione spontanea. Ma l’apparenza a volte inganna.

Così Albert Scalla, INTL FCStone Senior Vice President e Tiago Ferreira, Risk Management Consultant, INTL FCStone DTVM Ltda, in un report scritto a quattro mani di ritorno da un viaggio compiuto, a cavallo tra aprile e maggio, nelle regioni di Cerrado, Alta Mogiana, sud est e sud del Minas Gerais. Abbiamo ricevuto ieri in redazione una copia del report, che pubblichiamo oggi in esclusiva su Comunicaffè International.

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In un precedente viaggio – compiuto a fine febbraio – avevamo constatato i segni evidenti della siccità e delle infestazioni di funghi e insetti, scrivono Scalla e Ferreira. Questa volta, le conseguenze sono assai meno visibili. Gli arbusti sono rinverditi e hanno un aspetto nettamente migliore, i rami carichi di frutti. Anche il paesaggio circostante non presenta i segni tipici della siccità.

Eppure, il deficit idrico è stato grave. A gennaio, il livello medio delle precipitazioni è stato di 60 mm, contro i 360 mm normalmente necessari. A febbraio di 70 mm, contro 340 mm. A marzo di 220 mm: circa la metà del normale. Ad aprile la situazione si è parzialmente invertita, con 100-110 mm contro una media normale di 70-90 mm.

I bassi livelli delle precipitazioni continuano a preoccupare le autorità locali, che in alcune zone hanno addirittura dichiarato lo stato di emergenza disponendo il razionamento dell’acqua.

Il fatto poi che si sia trattato di una siccità senza precedenti per questo periodo dell’anno rende ancora più difficile la quantificazione dei danni subiti dalle colture, mancando i riscontri storici.

Le piante – come già detto – hanno perlopiù un aspetto sano e la quantità di frutti maturi o in maturazione crea l’illusione di un raccolto ottimo e abbondante. Ma basta una sommaria analisi sul campo per rendersi conto che la realtà è ben diversa. Un rapido esame a campione nelle piantagioni ha evidenziato, in particolare, elevate percentuali di frutti con basso peso specifico (più del 60% delle drupe galleggiava in acqua), di ciliegie secche e cadute a terra. I segni della siccità sono visibili anche sugli arbusti, al pari dei danni da broca e altre malattie da parassiti.

Gli arbusti maggiormente colpiti? Quelli più giovani, in quanto dotati di un apparato radicale meno sviluppato in profondità. Produttori ed esportatori riferiscono di cali di rendimento che arrivano al 40-50% per i nuovi arbusti, contro il 12-20% sin qui riscontrato per le piante adulte.

Avremo comunque un quadro più preciso solo al termine delle operazioni di raccolta, che sono peraltro iniziate in anticipo di svariate settimane (dai 20 ai 40 giorni), poiché la siccità ha accelerato di circa un mese la maturazione del raccolto rispetto alle tempistiche normali.

I prossimi mesi saranno dunque caratterizzati ancora da forte incertezza e accentuata volatilità dei mercati, che continueranno a risentire del flusso di notizie, dati, stime e illazioni arbitrarie, che via via giungeranno dal Brasile

In ogni caso è possibile dire, sin d’ora, che la siccità lascerà il segno in modo tangibile. CoffeeNetwork ha rivisto radicalmente le sue previsioni per il 2014-15: da un saldo positivo su scala globale, tra domanda e offerta, di 7-10 milioni di sacchi, ipotizzato negli scenari pre-siccità, alla previsione di un deficit produttivo di almeno 2-3 milioni di sacchi.

Su tutto incombe infine l’incognita El Niño. Il fenomeno climatico, dato ormai per molto probabile nella seconda metà dell’anno, potrebbe portare piogge fuori stagione ulteriormente deleterie per la qualità del raccolto.

Si teme inoltre per i possibili danni ai raccolti successivi. Ogni valutazione precisa è al momento impossibile, ma le prime indicazioni, che si possono trarre, ad esempio, dalla formazione dei nuovi internodi sulle piante, non sono molto rassicuranti.

Ricordiamo che Conab pubblicherà il 16 maggio la seconda stima sul raccolto brasiliano 2014/15.

La versione integrale del report in lingua inglese è disponibile cliccando QUI (pagine 1-7) e QUI (pagine 8-15).

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