giovedì 18 Aprile 2024
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Salviamo la Ristorazione: la petizione per sostenere il settore colpito dalla crisi

«Questo comparto è passato da un valore di 53 miliardi nel 2001 a 85 miliardi di € nel 2019, con oltre 484.000 aziende operanti e 920.000 posti di lavoro impiegati. La ristorazione è trainante e centrale per la nostra economia: per questo non può essere abbandonata e dimenticata» è quanto ha dichiarato Emiliano Citi, consulente sul campo da oltre 30 anni e creatore del metodo Ristobusiness

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Lido di Camaiore (LU) – Con “Salviamo la Ristorazione” Emiliano Citi, consulente e
fondatore del metodo Ristobusiness, avvia una raccolta firme destinata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri- Governo italiano per sostenere economicamente il settore della ristorazione dalla crisi di Covid-19.

Salviamo la Ristorazione, quattro le proposte

Innanzitutto, rimandare al 2021 il pagamento dei contributi, 1 Mio/€ a fondo perduto per investimenti, 4 Mrd/€ in finanza agevolata e Ristobond. Il decreto “Cura Italia”, emanato il 16 marzo 2020 per rispondere alle esigenze del nostro Paese- fermo per rallentare il contagio da Coronavirus, non ha previsto tutele concrete e non risulta per nulla risolutivo per la ristorazione italiana che si trova grave difficoltà.

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Se non ci saranno interventi e aiuti immediati da parte del Governo, molte attività non riapriranno con il rischio di una recessione

«Questo comparto è passato da un valore di 53 miliardi nel 2001 a 85 miliardi di € nel 2019, con oltre 484.000 aziende operanti e 920.000 posti di lavoro impiegati. La ristorazione è trainante e centrale per la nostra economia: per questo non può essere abbandonata e dimenticata» è quanto ha dichiarato Emiliano Citi, consulente sul campo da oltre 30 anni e creatore del metodo Ristobusiness.

Lanciando la petizione “Salviamo la Ristorazione” a cui sarà possibile aderire sul sito www.change.org.

L’obbiettivo della raccolta firme, rivolta direttamente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è quello di destinare alle imprese immediata liquidità dopo oltre due mesi di chiusura.

Ecco in sintesi i 4 punti chiave:

1. Sospensione totale di tutte le tasse e i contributi fino a tutto il 2020. A gennaio 2021 si avrà la possibilità di saldare i pagamenti previsti
2. Iniezione immediata di liquidità di 1 miliardo di € a fondo perduto per agevolare investimenti strutturali e tecnologici, per rivedere ed aggiornare il modello di business (es. evolvere ed implementare il servizio di Delivery- che sarà sempre più crescente)
3. 4 miliardi di € in finanza agevolata. Si tratta di una somma immediata che può portare il ristoratore ad avere un minimo di liquidità per affrontare il momento della riapertura (pagare stipendi e forniture)
4. Attivare i RistoBond specifici di settore. Proporre al cliente finale l’acquisto di un bond
(sostanzialmente un buono pasto) di un importo X ma con valore economico superiore, per reinvestirlo in pasti in un momento successivo. (es. RistoBond acquistato a € 75, valore dello stesso € 100, spendibile entro 90 giorni dopo la riapertura del locale passata l’emergenza. Il bond deve contenere un credito d’imposta del valore del 10% del valore stesso).

«Questi sono gli obbiettivi che io, Ristobusiness e i 2.000 followers del Gruppo Facebook chiediamo fortemente di attuare e prendere in considerazione» conclude Emiliano Citi.

Firma la petizione su www.change.org, iscriviti al Gruppo Ristobusiness e segui l’iniziativa con l’hastag #salviamolaristorazione

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