giovedì 11 Aprile 2024
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La Russia mette sotto accusa Lindt per la vendita di cioccolato di bassa qualità

“Una singola confezione di cioccolato - si legge nella nota di Lindt - può essere venduto in Russia e in Svizzera, Germania, Francia o in molti altri paesi. L’etichettatura può differire, ma il cioccolato è lo stesso”

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MILANO – Chi non conosce il cioccolato Lindt? Anche chi non è affezionato ai dolci del marchio, sa bene che quel nome è sinonimo di qualità…oppure no? A non dare per scontato questa caratteristica è la Russia, dove il Servizio federale anti-monopolio (Fas) ha accusato l’azienda di vendere in segreto dei prodotti di livello inferiore nel proprio Paese. Leggiamo che cosa è successo e la replica dell’impresa, dal sito money.it.

Russia VS Lindt: la querelle sulla qualità

L’agenzia ha infatti dichiarato come, secondo alcuni test condotti, il cioccolato distribuito nel mercato russo dall’azienda svizzera sia meno pregiato rispetto a quello prodotto per gli altri Stati.

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Sempre secondo la tesi del Fas, l’azienda dolciaria svizzera sarebbe protagonista di una truffa ai danni dei cittadini russi, i quali, a causa di una pubblicità ingannevole, sono portati a credere di consumare lo stesso cioccolato venduto in Europa.

In questo modo, quindi, la compagnia acquisirebbe un ingiusto vantaggio competitivo rispetto ai produttori locali.

La vicenda Lindt è diventato un caso di portata nazionale, tanto che alla fine del 2019 l’autorità per la concorrenza ha aperto una vertenza contra la società produttrice.

Un’azione analoga era stata attivata da Mosca anche nei confronti di Henkel & Cie e Procter & Gamble, accusate di simili comportamenti scorretti riguardo ai detersivi Ariel e Persil.

La difesa di Lindt

Lindt, che in caso l’imputazione venisse confermata si troverebbe a dover pagare una multa tra i 100.000 e i 500.000 rubli (tra i 1.350-6.700 dollari), ha respinto le accuse, pubblicando un comunicato in cui afferma:

“Tutti i prodotti con il marchio Lindt da noi forniti alla Federazione Russa rispettano pienamente gli stessi standard di produzione e qualità di quelli forniti al resto d’Europa e nel mondo”.

“Una singola confezione di cioccolato – si legge nella nota di Lindt – può essere venduto in Russia e in Svizzera, Germania, Francia o in molti altri paesi. L’etichettatura può differire, ma il cioccolato è lo stesso”.

Nel frattempo è scaduta l’ultima proroga prevista per il 31 luglio che il Fas aveva accordato alla multinazionale per eliminare i difetti trovati dalla stessa authority russa.

Una vicenda sicuramente molto particolare che potrebbe dar vita ad una curiosa guerra del cioccolato.

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