MILANO – La presenza dei robot nei campi produttivi è in costante crescita, specie nei compiti ripetitivi e programmabili con relativà semplicità: le macchine lavorano quasi sempre in molti campi meglio degli uomini.

Quasi.

Anche per quanto riguarda la caffetteria e il settore dei servizi, il passo sembra breve verso l’intelligenza artificiale, ma non è del tutto una cosa immediata: il fattore umano è ancora una componente fondamentale quando parliamo di interazioni tra operatore e consumatore. Leggiamo una riflessione sul tema dal sito www.chimerarevo.com.

Il video odierno ci mostra un robot sperimentale messo a servire caffè ai clienti

Il robot obbedisce ai comandi e agli algoritmi, ma non è in grado di reagire agli imprevisti, non è in grado di imparare dai propri errori e prendere decisioni al di fuori degli schemi. Insomma, efficente, ma perfettibile. La sensazione è che manchi sempre l’ingrediente segreto per farlo funzionare al meglio delle sue potenzialità. Ma sarà davvero una cosa realizzabile, e, specialmente, auspicabile per il futuro dell’umanità?

Dopotutto è una macchina, non un umano

Una macchina non avrà mai il potenziale, le risorse e l’elasticità mentale di una persona, almeno che gli algoritmi per le intelligenze neurali non arrivino a pensare come un uomo, adattandosi agli imprevisti in tempo reale e modificando personalmente gli algoritmi creati dall’uomo.

Programmi che programmano altri programmi: uno degli scenari peggiori possibili.