giovedì 11 Aprile 2024
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Pensieri segreti di una commessa, che invidia il barista Autogrill

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MILANO — I pensieri di una commessa è il titolo di una interessante rubrica di Bergamo Post, che offre spunti di riflessione, mai banali, sulla vita e sui costumi quotidiani. Sotto la lente di Marzia Rota, autrice di questa rubrica, sono questa volta i banconisti degli Autogrill, che vengono elevati a “paladini della giustizia di tutti i commessi e i baristi del mondo”.

Ne esce un quadretto godibilissimo, anche se probabilmente esagerato, che vi proponiamo di seguito.

Il parcheggio

Innanzitutto il parcheggio. È raro trovare un autogrill dove non ci sia una lotta in corso per trovare un parcheggio il più vicino possibile all’ingresso. Non importa quanto illegale sia il posteggio, la cosa fondamentale è non fare più di dieci passi per entrare. Se fosse possibile salire la rampa dei disabili, quasi quasi… Se non sei italiano, fatti da parte perché non hai speranza di sopravvivere.

Il bagno

Una volta superato il tornello, dove qualche signora si incastra e qualche bambino non adatto alla sopravvivenza ci lascia gli incisivi, siamo dentro. Si presenta subito un bivio: andare in bagno o comprare qualcosa? Mediamente la coda per i bagni delle donne arriva nel parcheggio, e questo mi fa trarre la conclusione che voi uomini la facciate in ogni luogo tranne che n e l l’apposito spazio.

Comunque, se scappa ci si rassegna e ci si mette in fila. In fila in bilico sulle scale c’è sempre qualche signora che sente il bisogno di esprimere la sua idea sulla gestione del bagno: potevano fare più bagni, non è tanto pulito, bisognava mettere la porta con il timer, perché non fanno i bagni esterni, tutti questi stranieri ci rubano i nostri bagni, eccetera.

Se volete fare finta di essere sordomute avete tutta la mia comprensione. Io, lo confesso, mi sono infilata varie volte nel bagno degli uomini. È libero, c’è la carta igienica e anche il sapone è sempre pieno, il che mi fa trarre la seconda infelice conclusione della giornata su di loro. I maschi saranno talmente sconvolti da questa trasgressione alle regole di natura che non vi diranno niente e voi farete in tempo a farla e uscire indenni.

La fila alla cassa

Una volta superata la fase minzione, c’è chi vuole un caffè. Nuova coda alla cassa, che scorre con una lentezza che ogni cassiera nota immancabilmente con un po’ di disprezzo e di orgoglio personale.

In realtà la povera cassiera non c’entra niente; in coda c’è sicuramente una famiglia che sta leggendo tutto il menu a voce alta e sta elaborando la combinazione per risparmiare un euro. Vi svelo un segreto che forse non avete ancora carpito: se volete risparmiare portatevi il panino da casa.

La madre di famiglia parsimoniosa però non vuole portare da casa un bel niente perché lei è entrata in ferie già da ieri e quindi non fa nemmeno un panino.

Quindi, immobile davanti alla cassa costringe tutti a ascoltare le sue elucubrazioni: «Se prendiamo due menù colazione e una spremuta a parte? No forse è meglio prendere tre cornetti e un caffè e due spremute da dividere in tre. Anzi facciamo così, io prendo due caffè e tu recuperi tutte le briciole che ci sono sul bancone, dovrebbe venirne fuori una brioche intera».

Intanto il marito ha la mano nel portafogli aperto da venti minuti e attende con pazienza che lei esprima la sentenza, giacché gli uomini in autogrill perdono ogni potere decisionale come nemmeno sulla spesa di Natale. Devono solo pagare e poi lottare nella giungla per avere il cibo. Alla fine la signora opta per tre caffè e punto. Finalmente riuscite a fare il vostro sudato scontrino e vi accingete a fare una nuova fila al bancone.

I panini, patrimonio Unesco

Penso che i panini dell’autogrill siano patrimonio Unesco. Rustichella, Camogli, Capri, Icaro sono le punte di diamante delle nostre autostrade e quando spariranno dalla vetrina vorrà dire che il mondo è finito. Tuttavia so che anche voi avete incontrato qualcuno, rigorosamente davanti a voi, che nel frattempo state sbavando per la fame, che chiede gli ingredienti dei panini.

A parte il fatto che c’è scritto, è impossibile non sapere cosa contiene un Camogli. Dai, è un po’ come non sapere cosa c’è sulla pizza margherita. Ma niente, davanti a voi c’è qualcuno che prima chiede tutti gli ingredienti e poi vuole una Rustichella senza origano. Senza origano? Come ti viene in mente di chiedere a qualcuno di toglierti l’origano da una pietanza? Se non ti piace l’origano perché hai scelto proprio quel panino?

Il banconista

Ora però devo svelarvi un nuovo segreto che è l’invidia di tutti i lavoratori a contatto col pubblico. Il banconista dell’autogrill è un privilegiato, nonostante il lavoro duro e i turni di notte. È invidiato da tutti quelli che sono costretti a esaudire le assurde richieste dei clienti; sapete perché? Il banconista dell’autogrill se ne strafrega. Vi dice sì, afferra il panino e non finge nemmeno di togliere l’origano.

Lo scalda e poi ve lo schiaffa in mano senza preoccuparsi delle vostre paturnie alimentari. E ve lo da pure con il tovagliolino appiccicato al formaggio in modo inscindibile. Praticamente è come se fosse un paladino della giustizia di tutti i commessi e i baristi del mondo.

Può permettersi di ascoltare le vostre ordinazioni assurde sui caffè e poi schiaffarvi nel piattino tre espressi un po’ annacquati e via andare. Egli può anche prendersi il piacere di non sorridervi perché gli state antipatici e di darvi quindi la brioche al cioccolato con meno cioccolato al mondo.

Sono cose che potete capire solo se fate i commessi

La mia totale invidia infatti si esprime quando al bancone arriva la madre con il bambino in fasce che vuole farsi scaldare il biberon. So che le avete viste anche voi, scavalcano la fila chilometrica brandendo il biberon come se fosse Excalibur e pretendono che la barista, che sta già facendo cinque espressi alla volta come solo Shiva potrebbe fare, scaldi loro il latte subito.

La barista nemmeno si volta, dice solo: «No». Ho già accumulato endorfine per tutta la vacanza. Una volta preso il caffè, si è pronti per uscire. Ma l’uscita è molto più lontana di quanto sembri.

Marzia Rota

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