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giovedì 12 Dicembre 2024
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Parla Monica Urrico, Maestra Italiana di caffè e docente AssoAPI

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Assaggiatrice di caffè, docente AssoAPI, e consulente per la torrefazione Tormoka, Monica Urrico inizia la sua esperienza professionale ventisette anni fa. Anni in cui al lavoro alterna la formazione, elementi che le consentono di aprire un locale nel 2005 e diventare Maestra Italiana di caffè. È quindi a Urrico che chiediamo quanto sia cresciuta nel tempo come professionista, docente e donna.

«Creiamo emozioni e le racchiudiamo in una tazzina». Perché ha scritto questa frase sulla tua macchina del caffè?

Perché è il mio lavoro. Cerco di emozionare i clienti preparando un buon caffè, i corsisti parlando di caffè e gli imprenditori avviandoli e supportandoli nell’apertura di una caffetteria. L’emozione è in una tazzina… di caffè.

Dicono che Napoli sia la patria del caffè; è possibile, invece, bere un buon caffè anche altrove?

Assolutamente sì. Anche se Napoli vanta una lunga tradizione e “bere il caffè “è quasi un rito, si può gustare un buon prodotto in tutta Italia.

Cosa fa un buon caffè: la macina, la macchina oppure il barista?

Per un buon caffè non si può prescindere da 5 elementi, conosciuti come 5 M.

Miscela

Macchina del caffè

Macina dosatore

Mano dell’operatore

Manutenzione

Caffè e cappuccini artistici: moda o nuova frontiera del caffè?

Né moda né nuova frontiera. Il caffè artistico richiede una buona formazione e conoscenza del prodotto, quindi direi che è la concretizzazione della conoscenza. Caffè e cappuccini artistici richiedono un prodotto di qualità e un professionista in grado di fare del prodotto finale una piccola opera d’arte.

Quanto conta la formazione in questo settore?

La formazione è fondamentale. Questa ti consente di acquisire le nozioni di base della caffetteria, di conoscere i prodotti, la storia e le caratteristiche del caffè facendo quindi la differenza tra un barista e un professionista del caffè.

Quali sono i vantaggi di un insegnamento a distanza?

L’insegnamento a distanza consente all’allievo di dedicare più tempo allo studio e rivedere i concetti non chiari, avvalendosi del supporto di docenti e tutor, di studiare conciliando gli impegni lavorativi e personali con lo studio e di ridurre i costi di spostamento dato che può usufruire della docenza direttamente da casa. Webinar ed esercitazioni pratiche, poi, creano l’ambiente di un’aula, anche se virtuale.

Ha spesso detto: “Si fa presto a dire “caffè”. È un mondo da scoprire”. Cosa c’è da scoprire?

C’è da scoprire il caffè. Questo va conosciuto, lavorato, conservato per questo sono solita distinguere tra un barista e un professionista, tra caffè e il caffè.

Chi e perché dovrebbe seguire un corso di formazione curato da lei? Cosa può insegnare?

Il corso si rivolge a chi vuole crescere professionalmente. Il mio intento è quello di trasmettere la passione per questo mestiere, l’esperienza e la professionalità acquisita con impegno e studio in questi anni.

Cosa consiglierebbe a chi decide di svolgere questo mestiere?

Consiglio di aver sete di conoscenza e voglia di trasmettere il proprio sapere professionale ai clienti che diventeranno così consapevoli scegliendovi tra mille.

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