martedì 02 Dicembre 2025
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Nestlé: incentivi in contanti ai produttori di caffè per incoraggiare il passaggio all’agricoltura rigenerativa

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Nestlé Nespresso
Il logo Nestlé

MILANO – Incentivi in contanti per incoraggiare i produttori ad adottare pratiche agricole più sostenibili: è la via sperimentata da Nestlé attraverso il Nescafé Plan 2030, nell’ambito delle azioni intraprese del colosso svizzero, volte ad accelerare la transizione verso un sistema alimentare più sostenibile e verso il traguardo delle zero emissioni di gas serra.

Il Nescafé Plan 2030 comprende iniziative pilota, che hanno sin qui coinvolto 3 mila produttori di caffè tra Costa d’Avorio, Indonesia e Messico.

Tra le forme di sostegno finanziario sono previsti anche incentivi condizionali volti a premiare il passaggio a forme di agricoltura rigenerativa e il rinnovo delle colture, nonché schemi di assicurazione meteorologica, per proteggere i produttori dagli effetti imprevedibili del cambiamento climatico.

Sebbene queste iniziative non siano ancora giunte a conclusione, il bilancio è sin d’ora positivo – sostiene Nestlé in un comunicato a commento del Progress Report del Nescafé Plan 2030 (disponibile, in pdf, a questo link).

I dati riportati nel rapporto sono il frutto di un assessment condotto tra il 2018 e il 2022, in collaborazione con Rainforest Alliance, tra più di 7 mila coltivatori in 14 paesi dove Nescafé acquista il proprio caffè.

Da esso emerge la graduale implementazione delle pratiche di agricoltura rigenerativa e sostenibile, con un parallelo miglioramento della produttività.

Tra le pratiche introdotte, l’impianto di colture intercalari, la pacciamatura e la gestione integrata delle infestanti. Nel 2022, le attività di formazione sull’agricoltura rigenerativa del Nescafé Plan 2030 hanno raggiunto più di 100 mila produttori.

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Milano: per le attività commerciali è sempre più importante l’ubicazione

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milano f.i.m.a.a
Il logo F.I.M.A.A.

MILANO – Quanto vale un’attività commerciale? Quanto costa l’affitto? Su Milano alcuni dati di tendenza emergono dal Listino dei Prezzi delle Aziende ideato e redatto da FIMAA Milano, Lodi, Monza Brianza. Nell’edizione 2022 il Listino di FIMAA MiLoMB fotografa l’evoluzione del mercato: è un prezioso strumento di lavoro per quanti vogliono vendere o comprare un’attività.

I dati pubblicati sono il risultato delle rilevazioni condotte da una rete di agenti mediatori, associati FIMAA MiLoMB, sulla base di contrattazioni perfezionate dagli stessi operatori e dalla loro rete di collaboratori*.

Bar e ristoranti di Milano

Per quanto riguarda i pubblici esercizi, a Milano nel 2022 è stata scarsa la domanda di chi ha aperto bar, tavole fredde e calde. Al contrario, l’offerta, cioè il numero di imprenditori desiderosi di vendere l’attività, è risultata elevata.

Il prezzo di listino di un bar, tavola calda, tavola fredda con l’arredamento e l’attrezzatura in buono stato, è stato pari al 50-80% dell’incasso annuo, se l’esercizio si trovava in un’ubicazione primaria, al 30-50% altrove. È risultata elevata anche l’offerta di pizzerie, trattorie e ristoranti, mentre la domanda, cioè il numero di aspiranti imprenditori in questa specifica attività, è risultata discreta.

Il prezzo di ristoranti, pizzerie e trattorie è stato pari al 50-60% dell’incasso annuo se l’esercizio si trovava in un’ubicazione primaria, il 30-40% altrove. Le ubicazioni vengono ritenute “primarie” rispetto al tipo di attività svolta (non sono necessariamente vie commerciali).

Punti vendita non alimentari

Tra gli esercizi commerciali non alimentari, gli esperti di FIMAA MiLoMB hanno registrato, a Milano, una domanda scarsa per le edicole con chiosco e le cartolerie/librerie, moderata per i negozi di abbigliamento e calzature, per le profumerie e le bigiotterie. Domanda elevata, invece, per le farmacie e sostenuta le autorimesse i cui prezzi sono stati pari, rispettivamente, al 110-150% e al 200-300% dell’incasso annuo.

Le buonuscite

Le buonuscite definiscono il valore della posizione commerciale e sono una forma di risarcimento per la cessazione della propria attività che il conduttore di un negozio richiede a colui che è interessato ad occupare lo spazio commerciale, escludendo l’acquisto dell’azienda. Riguardano un numero limitato di negozi, quelli ubicati nelle posizioni commerciali più esclusive e, in alcuni casi, possono raggiungere valutazioni elevate.

A Milano, secondo quanto rilevato dal Listino delle Aziende di FIMAA MiLoMB, le buonuscite possono raggiungere valori compresi fra i 2 e i 6 milioni di euro in via Montenapoleone e in corso Vittorio Emanuele II, fra 1 e 2 milioni di euro in via della Spiga, fra 400.000 euro e 1 milione di euro in via Dante e fra 250mila e 800mila euro in corso Buenos Aires.

I canoni di locazione dei negozi

Gli affitti costituiscono una delle principali voci di spesa nella gestione delle aziende. La crescita dei valori immobiliari ha generato un aumento dei canoni di locazione che spesso non trova un incremento equivalente nei fatturati delle aziende creando così uno scompenso economico. Nel 2022, il Listino di FIMAA MiLoMB ha rilevato via Montenapoleone come la zona più cara di Milano con un costo d’affitto di 3/4.500 euro al metro quadrato all’anno. Seguono corso Vittorio Emanuele II (3/4.000 €/mq), corso Venezia e via della Spiga (1.500/3.000 €/mq).

“Si tratta di valori elevati che possono mettere in crisi l’attività commerciale – osserva Giovanni Larini, coordinatore del Listino di FIMAA MiLoMB – Non bisognerebbe dimenticare che locatore e conduttore dovrebbero essere alleati, che la difficoltà del commerciante è anche la difficoltà del proprietario dell’immobile.  Durante la pandemia, in alcuni casi, i canoni di locazione sono stati rivisti al ribasso. Ora restano le criticità del commercio e, in particolare, quelle dei negozi di vicinato”.

Per questo, FIMAA MiLoMB lavora sempre in sinergia con Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza e con le amministrazioni comunali affinché venga garantito il presidio dei negozi e dei servizi di vicinato sui territori e ci possa anche essere tutela delle botteghe storiche e un auspicabile ricambio generazionale per non perdere queste eccellenze.

*Pubblicato con scadenza annuale dal 1998 (cioè dall’entrata in vigore della Legge Bersani n. 114 di liberalizzazione delle attività commerciali) il Listino dei Prezzi delle Aziende di FIMAA MiLoMB riguarda, oltre che Milano, anche Monza. Il Listino di FIMAA MiLoMB prende in esame pubblici esercizi, imprese artigiane, attività commerciali alimentari e non alimentari. Nel Listino sono riportati il valore delle buonuscite e quello degli affitti dei negozi che si trovano nelle vie di maggiore rilevanza commerciale delle due città capoluogo. I valori indicati tengono conto dell’avviamento commerciale dell’azienda, dei cespiti e delle dilazioni di pagamento, secondo gli usi della zona, e sono rappresentativi della media dei prezzi di mercato riferiti dagli agenti rilevatori.

Caffè Rivoire di Firenze inaugurato a Milano

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Il Duomo di Milano (Foto di Dimitri Vetsicas da Pixabay)

Il quartiere Brera di Milano ha finalmente visto la nascita dello storico caffè fiorentino Rivoire in via Formentini. Si tratta di un locale sfaccettato che offre un’esperienza sensoriale eccellente, un percorso di gusto che si estende anche al cocktail bar e al ristorante. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul portale d’informazione Milano Today.

Il Caffè Rivoire a Milano

MILANO – Ha aperto in via Formentini Rivoire, il più famoso caffè di Firenze. Il locale, come annunciato nelle scorse settimane, è atterrato nella metropoli lombarda con una sede nel cuore di Brera.

La location milanese del caffè fiorentino si sviluppa su due piani. Il concept dello spazio celebra con ricchezza l’arte rinascimentale più coinvolgente, riproposta in chiave moderna, grazie a una particolare decorazione delle pareti completamente ricoperte con immagini di dipinti dell’epoca. Un richiamo forte alla grande arte fiorentina, culla della tradizione Rivoire, ma proposto in chiave contemporanea, in cui l’elaborazione digitale supera il concetto di affresco ottenendo un effetto quasi tridimensionale.

Il bancone bar riassume iconograficamente la filosofia del locale dove è posto, e Rivoire l’ha voluto anche per Milano in legno pregiato e dai raffinati intarsi. Gli stessi che caratterizzano quello di Firenze e qui impreziosito dai profili in marmo Portoro. Altri elementi fondanti della storia Rivoire, a Milano come a Firenze, sono gli espositori a scaffale e i lampadari di foggia antica in vetro di Murano lavorato a mano. “La scelta del rosa come colore “di bandiera” e dell’oro evoca un lusso dolce e avvolgente – si legge in una nota della società – In particolare, la pavimentazione in onice rosa offre venature che ricordano lo zucchero filato e si ritrovano anche nei piani dei tavolini attorniati da soffici poltroncine oyster in rosa confetto.

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Formazione: la 12° edizione del Master universitario inter-ateneo di 1° livello in Economia e scienza del caffè Ernesto Illy

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I diciannove studenti iscritti al Master (immagine concessa)

TRIESTE – Avviata a Trieste l’ultima parte in presenza della dodicesima edizione del Master Universitario inter-ateneo di primo livello in Economia e scienza del caffè – Ernesto Illy. Sono diciannove gli studenti iscritti al Master, provenienti da quindici Paesi diversi: Brasile, Colombia, Cina, Ecuador, Guatemala, Honduras, India, Indonesia, Italia, Mozambico, Nicaragua, Rwanda, Stati Uniti, Tanzania e Uganda.

Il master Ernesto Illy sul caffè

Il corso di studi è rivolto ai giovani laureati in Economia, Ingegneria e Scienze agrarie, ed è nato per offrire una preparazione a tutto tondo sulla cultura del caffè, dalla pianta alla tazzina, sulla valenza sociale del consumo del caffè e sulla cultura dei Paesi produttori.

A fine di questa edizione del corso saranno in totale 249 le persone formate in Economia e scienza del caffè, provenienti complessivamente da 25 paesi diversi.

Saquella 1856 punta sull’energia solare con il rinnovamento dell’azienda

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Da sinistra: Ilaria, Bianca, Arnaldo ed Enrico Saquella (immagine concessa)

PESCARA – Caffè, energia solare e risparmio di Co2. Saquella 1856, uno dei marchi storici del caffè italiano, ha fatto una chiara, netta e lodevole scelta ecologica puntando sull’energia del sole. A breve, cominceranno i lavori per installare due impianti fotovoltaici di ultima generazione sia sulla sede storica di Pescara sia sullo stabilimento di Mafalda, in Molise, dove vengono prodotti i monoporzionati (cialde in carta compostabili e capsule Nespresso in alluminio e compostabili, con una capacità produttiva di 25 milioni di pezzi l’anno).

L’impegno di Saquella 1856 per la sostenibilità

Fondata nel 1856, ora guidata da Ilaria, Bianca e Arnaldo, la quinta generazione, l’azienda è sempre stata innovativa e orientata al futuro e oggi lo è più che mai.
Il rinnovamento dell’impiantistica permetterà di risparmiare a Pescara 131.440 kg di Co2, che equivalgono a 46,79 Tep (tonnellate equivalenti di petrolio) e a Mafalda 40.492 kg di Co2 (14,41 Tep).

Parliamo di un risparmio su base annua, da moltiplicare per i 20 anni di ammortamento degli impianti realizzati dal Gruppo Zecca di Ortona. Calcoli alla mano, è come se Saquella piantasse 1000 alberi a Pescara e 350 in Molise.

“Siamo particolarmente orgogliosi della nostra scelta perché ogni albero è un monumento e l’ambiente è una precisa responsabilità di tutti noi: abbiamo il dovere di fare di tutto per tutelare il mondo che lasceremo alle generazioni future”, ha detto Bianca Saquella, presidente della società.

L’impianto solare di Pescara ha una potenza nominale di 206 Kw e permetterà una produzione media annua di energia elettrica di 248.000 Kwh, mentre a Mafalda la potenza nominale sarà di 66,4 Kw per una potenza media annua di 76,400 Kwh. “La moderna tecnologia ci permette di sfruttare le energie rinnovabili, in questo caso il sole, e di abbandonare le fonti fossili, di cui ci sono ben note le controindicazioni”, ha aggiunto il presidente.

“Non abbiamo avuto la minima esitazione nel fare la scelta green, che sarà confermata nei futuri investimenti”.

Saquella è una family company di successo, già immersa nell’industria 4.0, quindi digitalizzata, attiva sui social media e con un brioso e-commerce. A tutti gli effetti è una delle stelle del Made in Italy nel mondo: esporta in oltre 40 paesi, inoltre ha 2 filiali in Germania ed U.K, in totale ha un organico di settanta persone tra dipendenti e collaboratori. “Per noi il caffè non è un mestiere, ma una forma d’arte”, conclude il presidente.

The Foscarini, l’hotel senza personale gestito da un’app

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Una stanza di un albergo (immagine: Pixabay)

L’albergo The Foscarini deriva da un antico palazzo del 1600 a Mogliano Veneto in provincia di Treviso. L’imprenditore Patrizio Bof ha utilizzato questa suggestiva cornice per creare un quattro stelle senza personale di servizio. Dal momento della prenotazione alla permanenza, fino ad arrivare al rapporto post-soggiorno, tutto è gestito grazie a un’applicazione dedicata scaricabile sul proprio telefonino. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul quotidiano Il Gazzettino.

L’albergo The Foscarini

MOGLIANO VENETO (Treviso) – È possibile trasformare un nobile palazzo del 1600 in un gioiello di tecnologia e automatizzazione destinato al mondo dell’hospitality? La risposta è sì, e arriva direttamente da Mogliano Veneto dove Patrizio Bof, imprenditore di Montebelluna, ha rilevato una villa appartenuta a una delle più antiche e importanti famiglie veneziane e, grazie a un’imponente ristrutturazione, ha fatto nascere The Foscarini.

L’hotel a quattro stelle è completamente (o quasi) senza personale di servizio, e questo lo rende una delle strutture più innovative del Veneto (ma non solo), sia sotto il profilo tecnologico sia dal punto di vista della sostenibilità economica e del nuovo modello di business adottato.

Sviluppato in tre corpi principali (Villa, Barchessa e Ca’ Nova), la struttura di trentuno camere e il suo giardino esterno sono ben visibili dal Terraglio e possono contare sulle più avanzate tecnologie e automazioni oggi esistenti sul mercato. Innovazioni che hanno permesso al proprietario di ridurre al minimo lo staff di cui avvalersi nella quotidiana gestione del lavoro.

Dal momento della prenotazione alla permanenza, al rapporto post-soggiorno, tutto è “a portata di mano” o – meglio – di smartphone, grazie a un’applicazione dedicata scaricabile sul proprio telefonino.

Dopo aver effettuato la scelta della camera, infatti, il cliente può gestire autonomamente ogni dettaglio del suo futuro soggiorno.

Si comincia dalla app che consente di aprire il cancello d’ingresso, fino al girare la maniglia della propria camera da letto, senza dover perdere tempo nelle abituali formalità del check-in. Non solo: già prima di arrivare a destinazione, l’ospite ha la possibilità di scegliere l’illuminazione e la temperatura che vorrà trovare una volta giunto nella propria suite, grazie a una domotica capace di ridurre al minimo i consumi.

Anche la scelta della colazione del mattino – o il caffè di metà pomeriggio – viene gestita semplicemente con un tocco sul touchscreen del proprio dispositivo mobile. Quelli che, a prima vista, possono apparire come semplici distributori automatici sono invece stati “umanizzati” e pronti a rispondere (letteralmente) a voce alle domande, interagendo con gli utenti.

Così è per la macchina da caffè “Mario” e per la vending machine “Anna”, presenti nella lounge. Pur non visibile, i clienti possono comunque contare su un “ambassador” che sarà a loro disposizione per ogni evenienza, anche in orario notturno: nei fatti, l’unica persona presente in hotel.

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Alcuni antichi macinini da caffè valgono 650 euro: ecco la loro storia

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Un vecchio macinino da caffè (immagine: Pixabay)

Alcuni tipi di macinini da caffè possono valere davvero molto: è il caso del modello in ghisa del secondo Ottocento che può valere fino a 650 euro. Qualche collezionista accanito potrebbe però offrire somme maggiori. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Proiezioni di Borsa.

Il prezzo dei macinini da caffè

MILANO – Risalgono ai tempi in cui vennero importante le spezie d’Oriente in Europa, ma i macinini di quel periodo sono praticamente introvabili. Quelli del secolo XIX in cui il caffè era ormai diffuso sono più facili da reperire. Qualcuno di valore può trovarsi nel garage di nostro padre che non lo ha voluto buttare dopo averlo preso dalla casa dei nonni. Non si tratta di un oggetto di cui liberarsi a cuor leggero.

I primi macinini da caffè sono stati importati dalla Turchia o prodotti in Francia. Venivano fatti a mano da artigiani che lavoravano di fino e per questo motivo il loro valore è elevato. Non sono facili da reperire ma se ne abbiamo uno in casa dovremmo provare a farlo valutare.

I produttori di macinini di caffè erano in passato i titolari del marchio Peugeot, in Italia invece il marchio più conosciuto era Tre Spade dei fratelli Bertoldo. Con l’arrivo dei macinini elettrici il fascino di questo oggetto è scomparso, la tecnologia ha omologato gli apparecchi. Il caffè si compra oggi al market già confezionato. Non è più la stessa cosa.

Art Déco

Antichi macinini da caffè, ne esistono alcuni che potrebbero farci fare un salto dalla poltrona. Perché valgono davvero tanto. Si tratta pur sempre di oggetti che non utilizziamo più e che ingombrano, invece di buttarli potremmo fare un guadagno economico. I macinini da caffè in ghisa del secondo Ottocento possono valere anche 650 euro. Qualche collezionista accanito potrebbe offrire somme maggiori. Ce ne sono alcuni in vendita di Bartolomeo Trucchetti con origine Forno Canavese, i materiali sono ghisa e legno.

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Caffè Milani ospita il 21/06 la finale di Espresso italiano champion 2023 a Lipomo

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caffè Milani
Caffè Milani ospita le tappe finali di Espresso italiano champion (immagine concessa)

LIPOMO (Como) – Un campionato a tappe che ogni anno decreta il migliore barista, anzi, colui che è l’Espresso italiano champion secondo Iei, l’Istituto espresso italiano. È questo il titolo che sarà assegnato mercoledì 21 giugno nella finale italiana che si terrà a Lipomo, a pochi passi da Como, nella sede di Caffè Milani che ospiterà anche le semifinali.

Caffè Milani sede delle ultime tappe per decretare L’Espresso italiano champion

In questa competizione, i concorrenti sono chiamati a preparare in soli 11 minuti quattro espresso e quattro cappuccini perfetti, dopo aver tarato correttamente il macinadosatore sotto gli occhi dei giudici tecnici che li valuteranno insieme a una giuria sensoriale che opera in modo blind secondo gli standard dell’Istituto internazionale assaggiatori caffè (Iiac). Non solo: oltre a fare fronte a una sfida di eccellenza e di velocità, dove a fare la differenza è la manualità e la capacità di destreggiarsi dietro al bancone del bar, a essere valutata da una giuria marketing è anche la capacità comunicativa dei concorrenti.

La sede produttiva di Caffè Milani, ha accolto lo scorso 18 aprile anche una delle selezioni del concorso, che ha visto vincere il 34enne Matteo Colzani, titolare del Caffè Velò a Seregno (MB). In totale, si sono sfidati nove concorrenti provenienti dalle aree di Milano, Como, Monza Brianza e Bergamo.

“Il confronto con altri professionisti è la chiave vincente per continuare a offrire un servizio della migliore qualità possibile” racconta Matteo Colzani, “Ogni giorno desidero allargare quanto più possibile il mio panorama di competenze, confrontandomi con altri giovani baristi di eccellenza”.

Matteo Colzani inizia a lavorare nel mondo del bar quando, a soli 22 anni, decide di aprire la sua caffetteria nella sua città natale. Gli ingredienti fondamentali del suo percorso di crescita professionale e del successo di Caffè Velò sono stati il supporto della famiglia e l’incontro fortunato con un operatore qualificato e appassionato del mestiere, che gli apre gli orizzonti e gli insegna l’importanza del coltivare le proprie attitudini. Matteo intraprende così un percorso formativo intenso e strutturato: dapprima partecipando al percorso formativo di Caffè Milani, poi prendendo parte ai corsi Iiac e Iei, e poi ultimando l’intera proposta formativa Aicaf.

“Espresso italiano champion è un’ottima iniziativa per promuovere la qualità e la formazione nel mondo del bar. È una sfida sia per i produttori che ruotano attorno al settore della caffetteria per mettere a punto prodotti e servizi sempre più performanti, al servizio del cliente, sia per i baristi che mettono alla prova la loro professionalità, sfidandosi con altri colleghi” afferma Elisabetta Milani, “Siamo molto felici della novità di quest’anno, la presenza di una prova marketing. Crediamo sia fondamentale valutare anche la capacità comunicativa di un barista, che proprio come il barman e il sommelier, deve essere una figura preparata, che studia e si aggiorna, capace di raccontare il prodotto che serve in tazza e trasferire le sue competenze e la sua passione al cliente finale”.

La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano

L’Istituto espresso italiano (Iei) dal 1998 tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità, fornendo un punto di riferimento sullo standard qualitativo di preparazione del caffè all’italiana. Un buon espresso non è frutto di una semplice procedura meccanica, ma un prodotto che vive della passione e della perizia di chi lo prepara. L’obiettivo è offrire al consumatore la certezza che se un bar espone il marchio “Espresso Italiano Certificato”, potrà trovare al suo interno un macinadosatore qualificato, una macchina qualificata e una miscela qualificata, tutto sapientemente nelle mani di un operatore abilitato e mosso dalla passione per l’espresso di qualità. L’Espresso Italiano Certificato, per l’appunto.

La scheda sintetica di Caffè Milani

1937, Como: Celestino Milani divine Mastro tostatore e decide di acquistare una piccola torrefazione locale, lasciandosi alle spalle la vita da barista senza mai dimenticarla. Nasce così Caffè Milani, che da tre generazioni vede la famiglia, ora nelle persone di Pierluigi, il figlio di Celestino, e dei suoi due figli Elisabetta e Mattia, tostare il caffè e soprattutto dare vita a progetti, iniziative e prodotti che si esprimono nella passione di una vita.

Nel frattempo, negli anni ’70 l’azienda si è spostata da Como a Lipomo, e nel 2017, in occasione degli 80 anni, ha inaugurato all’interno dell’headquarter del brand Esposizione Caffè Milani, uno spazio poli funzionale in cui vivere il caffè a 360° gradi.

Qui al profumo di caffè si unisce una location pensata per la formazione, alle visite in azienda, con un percorso dedicato alla storia aziendale, e uno spazio museale in cui si può visitare una micro-piantagione di caffè e ritrovare pezzi unici di design che aiutano a spiegare l’evoluzione del rito dell’espresso nel corso del tempo. Una tazzina di caffè non è mai solo una tazzina di caffè: dietro i chicchi che sono stati macinati per produrla c’è un mondo intero, fatto di geografia, di luoghi, di storie di persone che si intrecciano, mani che compiono gesti sapienti, di porti, di ricerca, di design, di studio.

I numeri di Caffè Milani

  • 100.000.000 – tazzine servite al bar nel mondo all’anno
  • 17.500.000 – tazzine consumate a casa all’anno 3000 – metri quadri dello stabilimento di Lipomo 85 – anni di attività di Caffè Milani
  • 30 – Paesi del mondo che forniscono i chicchi a Caffè Milani 3 – generazioni di famiglia coinvolte

Concluso l’8° Gran premio della caffetteria italiana: Paolo Rossi al primo posto

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Da sinistra: Matteo Ginelli, 3° classificato, Paolo Rossi, 1° classificato, Alessio Selci, 2° classificato (immagine concessa)

BRESCIAIn data lunedì 5 giugno 2023 si è svolta l’ultima tappa dell’8°Gran premio della caffetteria italiana che porterà gli ultimi semifinalisti ad Host ad ottobre verso le finali. 10 gli iscritti alla tappa, effettivi 8 i presenti presso la Torrefazione Agust di Brescia che dalle ore 10.30 hanno iniziato la presentazione delle proprie mise en place con a bordo i 2 caffè espressi, 2 cappuccini e 2 drink freddi a base di caffè come richiesto dal regolamento.

I vincitori del Gran premio della caffetteria italiana

Presentazioni e preparazioni di altissimo livello cosi come i caffè di qualità elevata sono stati i protagonisti delle proposte fatte dagli otto in competizione.

Presenti i giudici di assaggio e precisamente per il caffè espresso Giovanni Corsini della Torrefazione Agust –  Paolo Piazza consulente e professionista del settore e per il drink Michele Brighetti Ambassador dell’azienda Toschi Vignola.

Oltre ai giudici sensoriali il giudice tecnico che ha rivestito un ruolo fondamentale per valutare tutti i tecnicismi e la loro correttezza: Andrea Villa Maestro e docente Aicaf , nonché vincitore del Gran Premio di tre edizioni fà.

In arena non sono mancati i partner, sempre in prima fila Pulycaff con l’Ambassador Andrea Antonelli , Casa Toschi e Ferri dal 1905. Centrale del latte di Brescia con il prodotto Recappuccio utilizzato per le preparazioni. IPA per la fornitura delle tazze di gara. Brita che ha messo a disposizione ai vincitori tre corsi di Aquademy e poi gli immancabili Metallurgica Motta, DMItalia, Cleanexpresstechnology e Qwarzo.

Sul podio si sono posizionati:

1 classificato: Paolo Rossi (Toscana)

2 classificato: Alessio Salcio (Lazio)

3 classificato: Matteo Ginelli (Lombardia)

Si configura cosi la rosa dei semifinalisti che saranno presenti ad Host al Villaggio del caffè voluto dall’Altoga il 13 e 14 ottobre:

  • Antonio Tamburrino- Parete (Ce)
  • Giuseppe Violante- Parete (Ce)
  • Lorenzo Griffo -Giuliano (Na)
  • Luciana Matera -Pordenone
  • Samanta Renegaldo -Brescia
  • Fabrizio Abrescia -Torino
  • Gianluca Tofani -Riccione
  • Denis Ferrari-Como
  • Simone Toppi-Milano
  • Antonio Chillocci -Nuoro
  • Raffaele Moscato -Roma
  • Emanuele Tacchio -Milano
  • Paolo Rossi -Dicomano (Fi)
  • Alessio Salci-Roma
  • Matteo Ginelli -Lesmo (Mb)

E con la conclusione di questo fantastico tour iniziato in Piemonte, passato da Milano, Barletta e Napoli il Gran Premio vi aspetta al Villaggio del caffè ad Host 2023.

Link al video dell’evento: https://youtu.be/wewZVzkMeEE

Latte art: Leonardo Casciano trionfa nella prima gara dell’alberghiero Colombatto di Torino

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Leonardo Casciano, il vincitore (immagine presa dal sito Arabica100per100)

L’ultimo giorno del mese di maggio ha avuto luogo la prima gara di Latte art dell’Istituto alberghiero G. Colombatto. Grazie agli sponsor dell’evento, Desa, Costadoro, Pulycaff e Ilsa, i ragazzi hanno ricevuto importanti premi consistenti in attrezzature da lavoro. Il primo classificato è stato Leonardo Casciano. Leggiamo di seguito i dettagli dall’articolo pubblicato sul blog dell’esperto del caffè Fabio Verona.

La gara Latte art dell’Istituto alberghiero G. Colombatto

TORINO – Il 31 maggio 2023 si è svolta la prima gara di Latte art dell’Istituto alberghiero G. Colombatto. Questa iniziativa corona un percorso formativo dedicato agli allievi delle classi quarte organizzato dal professor Marco Dibenedetto e Cristian Tetro, formatore dei locali in franchising Costadoro e da Fabio Verona, responsabile della formazione per Costadoro Caffè. Nella gara si sono sfidati i migliori allievi delle classi quarte che hanno seguito i corsi di formazione, per un totale di 7 partecipanti individuati nelle prime selezioni.

Il gruppo degli allievi partecipanti con i loro docenti. Questi i nomi dei concorrenti:

  • Sanchez Moya Alicia
  • Ferri Simone
  • Lefter Cristian
  • Forlani Stefano
  • Casciano Leonardo
  • Bello Oana
  • Raschio Elisabetta

Tutti i concorrenti sono stati molto bravi e hanno ricevuto i complimenti da parte di tutta la giuria dell’evento composta da:

Andrea Antonelli: pluri campione italiano di latte art;

Ferdinando Barra: trainer e horeca Sales Costadoro;

Professor Giovanni Marturano;

Sergio Pinto: assistente tecnico dell’Istituto.

Questa la classifica finale della gara di Latte art:

1° classificato: Leonardo Casciano

2° classificato: Simone Ferri

3° classificata: Elisabetta Raschio

Grazie agli sponsor dell’evento (DesaCostadoroPulycaff e Ilsa) i ragazzi hanno ricevuto importanti premi consistenti in attrezzature da lavoro. Il vincitore della competizione ha in più la possibilità di seguire un corso di Latte art presso la Costadoro Academy di Torino ed il libro Professione Barista offerti sempre da Costadoro.