martedì 02 Dicembre 2025
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Il digitale orienta l’acquisto tradizionale: nel 40% dei casi ci si informa online prima di entrare in negozio

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La diffusone dell'esperienza di acquisto online in Italia (immagine concessa)

MILANO – Tra il 2020 e il 2022, per effetto della pandemia, il numero di acquirenti online in Italia è aumentato velocemente fino a raggiungere i 33,3 milioni lo scorso anno. In questa prima parte del 2023 la situazione è rimasta sostanzialmente stabile, seppur in linea con il trend di crescita delineatosi da tempo (+39% rispetto al 2019).

L’acquisto online in Italia

È aumentata, invece, la rilevanza dei canali online nell’orientare l’acquisto offline: nel 40% dei casi, il consumatore consulta almeno un servizio online prima di acquistare in negozio. E vale anche il contrario, anche se con meno incidenza: quasi un acquisto online su quattro viene influenzato da una visita presso un punto di vendita fisico.

Queste sono alcune delle principali evidenze dell’edizione 2023 di Netcomm NetRetail, la ricerca di Netcomm che quest’anno è stata realizzata in collaborazione con BRT, Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza, EDI Confcommercio, Oney, Banca Sella, Shopify e Storeis, ed è stata presentata oggi in occasione di Netcomm Forum.

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La consegna dei prodotti (immagine concessa)

“Nel post-pandemia, i consumatori si stanno sempre più indirizzando verso un consumo omnicanale, utilizzando l’online non più solo come un canale di acquisto alternativo a quello tradizionale, ma anche come una ‘vetrina’, dove poter acquisire informazioni utili su brand e prodotti e così prendere una decisione più consapevole”, ha commentato Roberto Liscia, presidente di Netcomm. “Una conseguenza principale dell’incremento del numero di acquirenti online degli ultimi anni è la richiesta di servizi sempre più personalizzati e che integrino momenti online e offline, garantendo velocità, capillarità, assortimento e costi contenuti”.

Roberto Liscia continua: “Molti settori si trovano ancora in una fase iniziale di trasformazione digitale, per cui la sfida cruciale per loro sarà riuscire ad evolversi velocemente, sfruttando appieno il potenziale delle nuove tecnologie attraverso l’acquisizione di nuove competenze indispensabili a governare la complessità”

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I sistemi di pagamento utilizzati (immagine concessa)

C’è di più: “Una misura dello stato di questo processo viene fornita proprio dallo ‘score di ibridazione’, che è cresciuto del 36% negli ultimi tre anni fino all’attuale 3,08 – su un massimo di 10 punti che rappresentano l’integrazione di tutti i principali servizi multicanale, tra cui la possibilità di ritirare in store un acquisto online, di restituire in store un prodotto acquistato online, di consultare online la disponibilità di un articolo in store. È evidente che la strada da fare sia ancora lunga”.

L’omnicanalità come abitudine di consumo

Il digitale oggi non si limita a creare opportunità di acquisto a distanza, ma influisce anche sugli acquisti tradizionali: prima di un acquisto in negozio, in quattro casi su dieci i consumatori consultano almeno un servizio online per acquisire informazioni.

Questo aspetto riguarda principalmente prodotti e servizi che impegnano l’acquirente in un processo di selezione e di valutazione delle alternative, come l’elettronica e l’attrezzatura sportiva, categorie per le quali il fenomeno si rileva in più del 70% dei casi.

Allo stesso tempo, quasi un acquisto online su quattro (il 24%) viene influenzato da una visita presso un punto di vendita fisico. Nel caso dei prodotti per la casa e l’arredamento, la quota di acquirenti che prima di finalizzare l’acquisto online è passata da uno store fisico per vedere il prodotto e chiedere informazioni o consigli è pari al 44%; la rilevanza dello store è elevata anche nel caso di acquisto di Giocattoli, Prodotti Alimentari, Gioielli ed Elettronica.

La digitalizzazione delle insegne retail

Sebbene le abitudini dei consumatori siano sempre più improntate all’omnicanalità e diverse insegne retail italiane offrano la possibilità di acquistare online i propri prodotti già disponibili nei punti di vendita fisici, un’insegna su dieci non si è ancora attivata nell’eCommerce e serve il proprio cliente solo attraverso il canale tradizionale. Negli ultimi anni, comunque, la quota di retailer attivi nell’eCommerce è sensibilmente aumentata, passando dall’83% del 2019 all’attuale 90%.

La crescita costante degli indicatori di multicanalità – come la possibilità di ritiro in negozio di un prodotto acquistato online, il Book&Collect (ovvero la possibilità di ritirare nel punto vendita un prodotto prenotato online) e i punti vendita abilitati al ritiro dei resi – testimonia che le insegne del retail stanno investendo per offrire ai loro clienti una nuova esperienza di acquisto, sempre più integrata tra online e punto di vendita fisico.
Sebbene si tratti di un processo tutt’altro che concluso, per alcune categorie vi sono insegne che offrono già oggi modelli maturi di multicanalità: sono i gioielli, l’elettronica e l’editoria, con uno score di ibridazione di circa 5 punti su 10.

I principali touchpoint: l’importanza del sito e dell’app del brand

La scelta di acquisto online di prodotti, servizi o beni digitali si articola lungo una serie di momenti e touchpoint sia digitali che tradizionali.

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L’online aiuta l’acquisto tradizionale (immagine concessa)

Il canale più consultato e rilevante ai fini della scelta di acquisto è la vetrina online del brand (sito o applicazione mobile), dove il consumatore può trovare informazioni e contenuti sul prodotto, a prescindere da dove poi decida di concludere l’acquisto. Le categorie più influenzate da questo touchpoint sono quelle legate ai servizi, il fashion e l’elettronica.

Tra i touchpoint più rilevanti troviamo anche le recensioni prodotte da altri clienti, i siti eCommerce (gestiti dal brand o indipendenti come eRetailer e Marketplace) e i comparatori di prezzi e caratteristiche dei prodotti; questi tre elementi sono particolarmente importanti per le categorie elettronica, home e salute&benessere.

Le modalità di pagamento: il ritorno al Digital Wallet

Gli acquisti online sono in gran parte pagati al momento dell’ordine e solo nell’8% dei casi vengono saldati alla consegna o nel momento di utilizzo del servizio.

Dato che il ricorso al Digital Wallet come sistema di pagamento è sempre stato più frequente sia negli acquisti di beni digitali e servizi che di prodotti fisici, la ripresa degli acquisti di servizi ha modificato i rapporti di forza nelle modalità di pagamento.

Dopo il trend di decrescita negli ultimi anni, il Digital Wallet è tornato a essere il metodo di pagamento più utilizzato con una quota del 35,5% sul numero totale delle transazioni; ha così superato l’utilizzo di carte di credito (26%) e prepagate (24%). Se però consideriamo che gran parte dei pagamenti tramite Digital Wallet si appoggiano su una carta di credito o prepagata, si può affermare la netta prevalenza dell’utilizzo di Carte (82%) per concludere l’acquisto, rispetto a contanti, bonifici, buoni e altro.
Il contante, in particolare, è ormai sceso sotto l’1% dei casi nell’acquisto di beni digitali e servizi e al 3% per l’acquisto di prodotti.

La consegna e il ritiro dei prodotti acquistati online

La consegna dei prodotti fisici acquistati online avviene nell’81% dei casi a domicilio (a casa o in ufficio), a fronte del 16% di casi relativi alle varie modalità di ritiro.

Sebbene continui a prevalere la consegna a domicilio – a causa anche della quota ridotta di insegne retail che offrono la possibilità del ritiro in negozio di prodotti acquistati online – molti acquirenti online non dispongono di un servizio di portineria; perciò, negli ultimi anni, si sono moltiplicate soluzioni alternative come la consegna in luoghi terzi (uffici postali, edicole, bar, ecc.) e presso contenitori automatizzati (locker). Negli ultimi dieci anni le consegne di un acquisto online a un indirizzo terzo sono cresciute di oltre dieci volte.

I driver e il giudizio dei consumatori sull’esperienza di acquisto

La motivazione principale che spinge i consumatori ad acquistare un prodotto o servizio continua ad essere il prezzo ridotto, ma ci sono sempre più ragioni legate anche alla “convenience”: il risparmio di tempo e un’esperienza semplice, veloce ed efficiente sono particolarmente rilevanti nell’acquisto di servizi e beni digitali. Nell’ambito dei prodotti – soprattutto Fashion e Home, ma anche Elettronica, Food e Salute&Benessere – troviamo ai primi posti anche motivazioni legate all’assortimento.

Si tratta di fattori che rendono l’acquisto online in genere molto soddisfacente, con un indice di gradimento in crescita, che nel 2023 raggiunge 8,9 punti su 10. La soddisfazione è particolarmente elevata quando l’acquisto è fatto presso un eRetailer, tipologia di merchant prevalente negli acquisti online (sei su dieci di tutti gli acquisti online e tre quarti degli acquisti di prodotti).

I dispositivi e i canali per l’acquisto

Più della metà (52%) degli acquisti online oggi è originato da un dispositivo mobile; oltre tre quinti di questi avviene su sito Web e l’altra parte via App.
Le applicazioni per smartphone e tablet costituiscono un canale d’acquisto rilevante: la quota di acquirenti via app (su smartphone o tablet) è costantemente cresciuta negli ultimi dieci anni,  fino a superare il 60% nel primo trimestre del 2023; in termini assoluti, si è passati dai 1,8 milioni del 2012 ai 20,7 milioni del 2023.

Gli acquisti tramite smartphone sono più diffusi tra le donne e tra le fasce più giovani di consumatori: per gli individui con meno di 25 anni, due acquisti su tre sono prodotti dal proprio cellulare. Inoltre, questo dispositivo è più frequentemente utilizzato nel caso di acquisti di prodotti e con importi meno consistenti della media. Nel caso dei servizi, il cui scontrino medio è solitamente più elevato, si preferisce il PC. La ripresa degli acquisti online di servizi ha quindi generato una contrazione nella quota degli ordini effettuati da dispositivi mobile.

Anche la scelta per una determinata tipologia di merchant dipende dalla categoria merceologica: i produttori (coloro che forniscono il bene acquistato) sono dominanti nelle assicurazioni e nei Biglietti di viaggio, il Retail tradizionale si distingue per la spesa alimentare, i comparatori per i soggiorni di vacanza e le assicurazioni.

Bologna: dentro il mercato contadino, Caffè Ritrovato dà seconda vita alle cialde

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La città di Bologna (immagine: Pixabay)

Il Caffè Ritrovato del mercato contadino è nato nel 2008 grazie a Slow Food Bologna: si tratta di un’occasione di incontro tra produttori, comunità e tutto ciò che si cela dietro al prodotto finito. A essere coinvolta è la torrefazione L’Albero del Caffè, impegnata da sempre in progetti di cooperazione internazionale. Il prezzo scelto per il Caffè Ritrovato è di un euro, concordato dal coordinatore del Mercato Ritrovato, Giorgio Pirazzoli: entrambi hanno rinunciato al proprio margine per un’idea etica di condivisione.

Un altro aspetto altrettanto importante è quello sostenibile: le cialde usate hanno una seconda vita. Conservate e consegnate ad alcuni vivaisti del mercato, vengono riutilizzate come fertilizzate. Leggiamo di seguito parte dell’articolo di Federica Nannetti per Il Corriere della Sera.

La tradizione

BOLOGNA – “Consola, seduce, vizia; secondo forse solo al vin”: un’ode al caffè in versi. È quasi pronta anche lei, firmata dal presidente uscente del Mercato Ritrovato, Marco Mazzanti, che oltre di questo componimento è una delle anime del progetto appena partito tra piazzetta Pasolini e Magnani della Cineteca di Bologna.

È il Caffè Ritrovato del mercato contadino nato nel 2008 grazie a Slow Food Bologna, un bicchierino fumante di miscela pregiata che è anche un’occasione in più di incontro tra produttori e comunità, di scoperta di un’altra delle realtà del territorio in prima persona e dei volti che stanno dietro al prodotto. A essere coinvolta in questa novità è la torrefazione L’Albero del Caffè, impegnata da sempre in progetti di cooperazione internazionale: a essere servito è il caffè della cooperativa Samac dei Maya Q’uetchìs della Valle Escondida nel Guatemala, una tazza dal corpo che cambia, all’inizio vellutato per poi scomparire e tornare setoso.

Un prezzo popolare

Sono una cinquantina coloro che il sabato portano i propri prodotti agricoli, alimentari o artigianali, a chilometro zero e a prezzi equi, negli spazi della Cineteca. Il prezzo scelto per il Caffè Ritrovato è di un euro, concordato da Baschieri e dal coordinatore del Mercato Ritrovato, Giorgio Pirazzoli: entrambi hanno rinunciato al proprio margine, così da portare avanti un’idea etica di condivisione e di accoglienza, un dono da parte loro per rendere sempre più solida la propria rete di relazioni.

Qualche bar che a Bologna fa il caffè a un euro, a differenza di chi applica rincari esorbitanti, ancora c’è, come La Linea sotto palazzo Re Enzo o Gianni Vini in via Venturini, ma la filosofia qui in Cineteca è ancora diversa: vi è una visione lontana dallo scopo di lucro, a favore dell’incontro con il torrefattore che, in questo caso, lo si può chiamare anche “cafferaio – aggiunge Baschieri –. L’ha coniata mio figlio questa definizione che, parlando con i suoi amichetti, mi ha descritto come l’operaio del caffè che mette le mani in pasta”.

La seconda vita delle cialde

Ma c’è anche un altro aspetto altrettanto importante ed è quello ambientale: le cialde usate (non capsule) hanno una seconda vita. Conservate e consegnate ad alcuni vivaisti del mercato, vengono riutilizzate come fertilizzate e come antizanzare: “Aprendole, una volta consumate, si sente ancora il profumo del caffè – è la prova in diretta con il torrefattore –: è segno di qualità”. Un esperimento che avviene di fronte a un vivaista in più da coinvolgere, la Val dei Fiori di Ponte Rizzoli, che va ad aggiungersi al Vivaietto di Zola Predosa e a La Bargazzina. È la rete che si estende, “è un modo per rendere ricco il territorio”, conclude Pirazzoli.

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Starbucks arriva a Bari nella strategica via Argiro

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Il logo di Starbucks

BARI – Dopo l’apertura a Roma a Montecitorio (ne abbiamo parlato qui), l’ombra della sirenetta si sta proiettando anche su Bari. Il nuovo store della nota catena di caffetterie sarà ubicata in via Argiro, civico 112: si tratta di una strada particolarmente nota e trafficata del capoluogo barese.

Il nuovo store Starbucks a Bari

Non si hanno ancora notizie sulla data di apertura, ma la catena ha già condiviso le offerte di lavoro per la ricerca di personale.

Starbucks aveva annunciato a marzo dell’anno scorso che lo store a Bari avrebbe richiesto tempo per aprire ma che, una volta selezionato il personale, l’inaugurazione del locale avrebbe visto un’accelerazione.

Autogrill firma la nuova Food Court nell’aeroporto di Roma Fiumicino

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Berlucchi Franciacorta Sparkling Bar all'aeroporto di Roma Fiumicino (immagine concessa)

MILANO – Autogrill inaugura una nuova Food Court al Terminal 1 dell’aeroporto di Roma Fiumicino, consolidando la sua presenza in uno tra i principali scali aeroportuali nazionali in termini di collegamenti e di numero di passeggeri trasportati.

“Si consolida ulteriormente, all’esito di una procedura competitiva cui hanno partecipato alcuni tra i principali operatori del settore, la nostra presenza a Roma Fiumicino, una delle più importanti porte d’ingresso in Italia, ampliatasi considerevolmente negli ultimi anni e sempre più hub di innovazioni tecnologiche”, ha commentato Massimiliano Santoro, ceo Italy di Autogrill.

Autogrill inaugura la nuova Food Court

“L’aggiudicazione della procedura di gara indetta da Aeroporti di Roma testimonia il percorso di crescita e sviluppo di Autogrill, che mette al centro l’innovazione e la ricerca, la valorizzazione delle eccellenze gastronomiche e l’attenzione ai gusti dei consumatori, continuando a investire nell’ideazione di concept in grado di soddisfare qualsiasi tipo di esigenza su tutti i canali di viaggio”, ha proseguito Luca D’Alba, general manager di Autogrill Italia.

La Food Court, che si aggiunge alle altre due con cui il Gruppo è presente sia al Terminal 1 che al Terminal 3, include quattro nuovi concept in grado di soddisfare i più svariati gusti dei viaggiatori: dal ristorante nippo-brasiliano Temakinho al casual dining restaurant Sophia Loren per una sosta dal sapore partenopeo, dalla caffetteria Alemagna per chi desidera assaporare un espresso all’italiana al Berlucchi Franciacorta Sparkling Bar, dove gustare calici di Franciacorta della storica azienda.

Temakinho

Temakinho, celebre ristorante specializzato in cucina nippo-brasiliana, a seguito dell’apertura di successo a Milano Linate, porta anche a Roma Fiumicino il gusto esotico e ricercato dei suoi piatti, in un ambiente dal design contemporaneo. Gli ambienti accoglienti e moderni, la musica e i colori creano un’esperienza appagante per tutti e cinque i sensi.

Sophia Loren Restaurant

Sophia Loren è un casual dining restaurant pensato per offrire ai viaggiatori i sapori dell’autentica cucina italiana, principalmente partenopea, anche attraverso l’immagine simbolo dell’italianità nel mondo, Sophia Loren. Con un’offerta ricercata e di qualità, il concept richiama l’Italia della Dolce Vita grazie a un ambiente glamour che offre anche la possibilità di gustare ostriche fresche nel corner ostricaro fisico.

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Sophia Loren Restaurant (immagine concessa)

Alemagna

Lo storico brand di Autogrill, Alemagna caffè pasticceria, combina tradizione ed eccellenza con creatività e innovazione, proponendosi ai consumatori come luogo ideale per godere del piacere di un ottimo espresso all’italiana accompagnato da dolci profumi di pasticceria o da panini dalla farcitura delicata. A seguito dell’apertura a Milano Linate, apre anche a Roma Fiumicino, progettato secondo le Green Store Guidelines e il protocollo LEED per ridurre i consumi idrici ed elettrici, proponendo un restyling completo dello storico brand grazie alla sua offerta innovativa.

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Alemagna (immagine concessa)

Berlucchi Franciacorta Sparkling Bar

Guido Berlucchi, la cantina che diede vita alla prima bottiglia di Franciacorta nel 1961, insieme ad Autogrill sviluppa un format di wine bar del tutto nuovo per i passeggeri di Fiumicino, che possono gustare un ottimo calice di Franciacorta accompagnato da piatti freddi o caldi preparati con ingredienti e materie prime selezionate.

Dagli ambienti ricercati e creati con materiali naturali, Berlucchi Franciacorta Sparkling Bar vanta anche un menu d’autore, firmato dallo chef stellato Gennaro Esposito.

Anversa-Bruges: nuova porta d’ingresso alle Fiandre del caffè

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Chicchi di caffè tostato (credits: Alexa from Pixabay)

ANVERSA-BRUGES (Belgio) – Il caffè apre nuove rotte di sviluppo che vede come protagoniste l’Italia e le Fiandre nel porto di Anversa-Bruges, il primo importatore europeo dei chicchi.

Il porto di Anversa-Bruges

“La recente fusione dei due porti delle nostre città – ha spiegato Marleentje Verstreken, capo missione economica Flanders Investment & Trade, come riportato sul portale d’informazione TTG Italia – ne fa oggi uno dei poli logistici più all’avanguardia in Europa insieme a Trieste, oltre che lo scalo crocieristico di maggiori dimensioni nell’intero Benelux”.

Koffiecafe, l’Associazione reale belga delle torrefazioni, compie quest’anno il suo 80° anniversario.

Viaggio alle origini del caffè guatemalteco: dal chicco alla tazzina

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La tracciabilità del chicco

Ogni chicco guatemalteco è un concentrato di natura e cultura che cresce su terreni vulcanici fino a duemila metri di altezza. L’eccellenza del caffè è fatta di singoli dettagli, piccoli gesti di perizia e passione. Dagli altipiani del Guatemala proviene una delle qualità migliori al mondo. Leggiamo di seguito la storia e la produzione del caffè guatemalteco grazie alla prima parte dell’articolo pubblicato sul Corriere della Sera.

Il caffè guatemalteco

MILANO – Vi siete mai chiesti cosa si nasconde fra gli aromi avvolgenti di un autentico espresso italiano? Avete mai pensato al viaggio che ogni chicco compie prima di arrivare alla tazzina? Siamo la “patria” del caffè, il paese dove si beve il migliore al mondo, la nazione che ha trasformato il suo consumo in un vero e proprio rito quotidiano irrinunciabile.

La tradizione delle storiche torrefazioni ci ha permesso di sviluppare un know how ineguagliabile, fatto di ricerca delle migliori materie prime e massima cura in ogni fase della filiera, dalla selezione delle miscele più pregiate all’uso delle antiche tecniche di lavorazione, come la tostatura lenta e delicata.

Ma quando parliamo di caffè non dobbiamo dimenticarci che tutto comincia molto lontano, tra le nazioni della cosiddetta Coffee belt, la fascia equatoriale che corre dal Tropico del Cancro al Tropico del Capricorno. È lì che si creano le condizioni climatiche ideali per lo sviluppo della Coffea, la pianta da cui nasce la bevanda nera che ogni giorno più della metà degli italiani sorseggia con gusto.

Altura vuol dire qualità

Per le aziende specializzate nella scelta e nella tostatura dei chicchi, visitare le farm si rivela un’esperienza fondamentale. Solo così possono controllare direttamente la crescita delle piante, ma anche conoscere da vicino le antiche tradizioni e le dinamiche economico-sociali che ruotano intorno alla produzione. Solo così possono comprendere fino in fondo il valore che ogni chicco porta con sé, rendendo unica ciascuna miscela.

L’eccellenza del caffè è fatta di singoli dettagli, piccoli gesti pieni di perizia e passione. Dagli altipiani del Guatemala proviene una delle qualità migliori al mondo. Quello guatemalteco è un caffè d’alta quota: il Paese è ricco di vulcani, foreste e rilievi montuosi, dove le piante crescono fra i mille e i duemila metri.

Un’altimetria che garantisce particolare ricchezza aromatica ai frutti, conferendo una nota di acidità molto ricercata fra i torrefattori più esigenti e rigorosi. Il profilo sensoriale dei chicchi è una combinazione fra i minerali dei suoli vulcanici e il microclima di montagna, che sancisce l’incontro fra venti freddi e sole potente.

Le piantagioni hanno piccole dimensioni e si “arrampicano” sui sentieri che conducono alle foreste. Quanto di più lontano dalle monocolture intensive. I campi del caffè guatemalteco, infatti, sono custodi di biodiversità, perché le piante hanno bisogno dell’ombra di alberi ad alto fusto a protezione dai raggi solari.

Una comunità fondata sulle piantagioni

Un simile paesaggio richiede lavorazioni manuali e forza lavoro notevole: è quella che potremmo definire un’agricoltura eroica. Si sale lungo ripidi sentieri con un cesto legato alla vita, raccogliendo una ad una le bacche rosse giunte a maturazione. Poi i frutti vengono spolpati, asciugati, setacciati ed essiccati al sole e nei dry mill, così da essere selezionati e spediti. Un’attività che mescola fatica e senso di comunità, canti popolari e dialetti maya, in un vortice di colori tipici dei popoli di questi altipiani. Nelle sette regioni guatemalteche del caffè i piccoli produttori sono riuniti in cooperative e rappresentano la quasi totalità della filiera. Uno scambio di favori fra uomo e natura che dà buoni frutti.

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Milanesi Gelaterie Artigianali lancia otto nuovi gusti di stracciatella

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Milanesi Gelaterie Artigianali lancia i nuovi gusti del gelato (immagine concessa)

MILANO – Straccia tutti rappresentano una novità per tutti gli appassionati di gelati artigianali. Milanesi Gelaterie Artigianali ha creato un originale straccia-mondo, in cui vivono gusti dai nomi giocosi, che hanno in comune una componente croccante, fornita da chicche e topping gustosissimi come cioccolato fondente, al latte, cioccolato bianco, pistacchi, nocciole e tante altre golosità, su basi di gelato dal sapore irresistibile. Le otto variazioni sul tema della stracciatella sono già disponibili nei due locali di “Milanesi Gelaterie Artigianali”, in via Cadore, 45 e in Viale Legioni Romane, 59.

Ed ecco l’elenco dei nuovi imperdibili gusti:

  • Straccia Crumble: base gelato al cioccolato fondente, con cioccolato fondente in pezzi e crumble di cioccolato.
  • Straccia Tella: base gelato fiordilatte, con cioccolato fondente in pezzi.
  • Straccia Noccio: base gelato nocciola, con cioccolato fondente in pezzi e nocciole.
  • Straccia Pista: base gelato al pistacchio, pezzi di cioccolato bianco salato aromatizzato al pistacchio e granelle di pistacchi.
  • Straccia Oro: base gelato fiordilatte, con cioccolato aromatizzato caramello e perle di cereali al caramello.
  • Straccia Tutto: base gelato alla nocciola, con nocciole, pistacchi, mandorle, cioccolato in pezzi (bianco, al latte e fondente).
  • Straccia Lampo: base gelato al lampone, con cioccolato bianco in pezzi, crumble al lampone e lamponi in pezzi.
  • Straccia Latte: base gelato fiordilatte, con cioccolato al latte in pezzi, granelle di nocciole e nocciole pralinate.
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I nuovi gusti della stracciatella (immagine concessa)

Il divertente video promozionale, nella home page del sito, mostra un gelatiere al lavoro che, maldestramente, inciampa e fa cadere vari ingredienti, che si mescolano tra di loro, creando inaspettate, accidentali combinazioni. In realtà, dietro la realizzazione degli straccia-gusti c’è molta esperienza, conoscenza dei prodotti, palato fine, creatività e un pizzico di sfrontatezza.

“Mi piace pensare che le nostre non siano semplici gelaterie, ma luoghi di aggregazione per incontrarsi, raccontarsi e vivere esperienze, anche sensoriali. Dico spesso che il gelato con gli amici è il vero primo social – afferma Gianluca Colaiocco, fondatore di Milanesi gelaterie Artigianali – Il gelato, inoltre, è un momento di relax, uno staccare dal lavoro e dalla routine, da consumare in qualsiasi luogo e momento della giornata si voglia. Per questo è possibile ordinare il nostro gelato anche online, sulle più note piattaforme di delivery”.

Il punto vendita “Milanesi Gelaterie Artigianali” di Via Cadore è noto anche per servizi di caffetteria di qualità, con un’ampia scelta di croissant, biscotti, torte, e altro. I locali sono caratterizzati da un look moderno, luminosi e spaziosi, con tavolini ampi, Wi-Fi libero e giornali messi a disposizione gratuitamente.

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La scuola Engim di Oderzo lancia il club sandwich dolce per l’estate

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Il club sandwich dolce (immagine concessa)

ODERZO (Treviso) – Il club sandwich, da tutti conosciuto come il “panino americano multistrato” diviene ora un dolce dessert, da consumare a fine pasto, come merenda o nelle golose pause a cui si vuole cedere. Il prodotto è un’ottima proposta per bar e pasticcerie. L’idea di declinare nel dolciario i classici ingredienti (e aggiungendone di nuovi) è stata realizzata dagli insegnanti e dagli studenti del corso di panificatore e pasticcere della Scuola per la formazione professionale Engim di Oderzo.

Il club sandwich dolce dell’Engim di Oderzo

C’è una novità in frigorifero. Anzi, un’autentica rivoluzione nel mondo dell’agro-alimentare italiano. Un gruppo di insegnanti e allievi, capitanati dal professore Paolo Favaro, ideatore e coordinatore del progetto, ha infatti studiato a lungo ingredienti, dosi e ricetta, prima di presentare quest’oggi, la gustosa novità, presso la sede dell’Engim di Oderzo (Treviso).

“Lo scorso anno, assistendo al concorso per il miglior club sandwich di Jesolo, mi è venuta l’idea di estendere il concetto di questo panino che tutti conosciamo al mondo della pasticceria – ha raccontato Paolo Favaro – . Ne ho subito parlato con l’organizzatore del contest, Gianfranco Moro, che si è immediatamente dimostrato entusiasta. Abbiamo così cominciato a lavorare per mettere a punto il nuovo prodotto”.

Pasticceria e sperimentazioni

Da quel momento è iniziato un viaggio fatto di studio nella pasticceria e di sperimentazioni al fianco di sette professionisti del settore. In seguito, sono stati coinvolti, oltre ad alcune aziende esterne, anche gli allievi, che si sono subito appassionati all’idea di lavorare a questa innovazione.

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Gli strati che compongono il club sandwich dolce (immagine concessa)

“Parliamo di innovazione quando si è capaci osservare con nuovi occhi la tradizione e di tradurla con metodi moderni – ha detto Gianfranco Moro – . I ragazzi sono i primi a voler prendere parte e dare un grande contributo a questo tipo di progetti”.

“Quando si lavora con un gruppo di docenti con simili competenza e passione, diventa un’opportunità poter assecondarne le idee e un privilegio vedere vincere le sfide – ha spiegato Alberto Pessa, dirigente dell’istituto con sede a Oderzo -. Questa iniziativa si inserisce in quella che è una strategia più ampia che come scuola stiamo portando avanti”.

Pessa continua: “È proprio da questa dal club sandwich dolce che nasce “Club Engim”, un momento di incontro a cadenza annuale che si pone l’obiettivo di unire le eccellenze che, a vario titolo e con ruoli differenti, condividono e scambiamo idee e proposte utili alla vita di questa scuola. Fanno parte del “Club” docenti, studenti che si sono distinti nel loro percorso scolastico (e che saranno i nostri “ambassador”), aziende e stakeholder che sostengano la formazione e collaborino con Engim, condividendone il codice etico”.

Gilberto Guidi, REPA va al Woc: “Offriamo una gamma più ampia di ricambi originali e sveliamo il nuovo concept World of Beans”

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REPA presente al World of Coffee Athens (immagine concessa)

CESENA – In vista della partecipazione di REPA – The Spare Parts Group come espositore al World of Coffee 2023 ad Atene, che si terrà dal 22 al 24 giugno, riportiamo di seguito l’intervista a Gilberto Guidi, group director professional coffee REPA. Guidi si sofferma sulle novità che il Gruppo presenterà alla manifestazione e il sostegno offerto alla coffee community. Leggiamo di seguito le sue anticipazioni.

Che novità ci sono in ambito REPA?

“La prima novità è proprio racchiusa nel nostro brand: dal 1° marzo 2023 REPA diventa a Parts Town Unlimited Company, dove “Unlimited” sta sottolineare le infinite possibilità di crescita che offriamo ai nostri partners costruttori di attrezzature per la ristorazione e macchine caffè”.

Ci può spiegare meglio cosa intende per possibilità di crescita?

“È presto detto. Grazie all’esperienza che la nostra casa madre americana Parts Town, leader mondiale nella distribuzione di ricambi originali per la ristorazione, ha portato in dote a REPA, siamo in grado di offrire una gamma sempre più ampia di ricambi originali ai nostri clienti, a garanzia di sicurezza, qualità e conformità con gli standard del costruttore.

Attraverso la nostra rete di centri di distribuzione europei garantiamo la consegna in 24 ore in Europa e nel Regno Unito. Il nostro network include anche un magazzino a Shanghai ed uno in Australia, che tratta solo ricambi 100% originali. Grazie al grado di servizio offerto da REPA, assicuriamo l’equipment uptime (la continua funzionalità dell’attrezzatura) in quanto la loro riparazione può avvenire in tempi rapidissimi. Garantiamo inoltre un grado di soddisfazione del cliente elevato ed un ritorno di immagine per il nostro partner molto importante.

È per questo che sempre più brands di rilievo nel mercato si rivolgono a REPA per gestire, in tutto o in parte, il proprio magazzino di ricambi: si affidano a professionisti del settore perché sanno che REPA lavora per loro, a salvaguardia del loro marchio, della loro crescita e dei prezzi di mercato”.

Quindi il vostro segreto è tutto qui?

“In REPA non esistono segreti: siamo una squadra di oltre 1000 professionisti che ogni giorno mettono a disposizione la propria passione e la propria expertise per garantire che ogni cliente riceva il ricambio di cui ha bisogno in tempi rapidissimi, dove ne ha bisogno ed al miglior prezzo possibile.

Se proprio dovessimo riassumere il nostro “universo”, i nostri punti di forza riguardano l’impegno a fornire sempre più ricambi originali, l’investimento continuo in innovazione e tecnologia, potenziando le funzionalità del nostro one-stop shop, il servizio di consegna dei ricambi più veloce del settore e un servizio di assistenza clienti qualificato, ad altissima competenza tecnica“.

Che novità presentate al Woc?

“Due sono le novità più importanti. La prima è che il Woc sarà per noi all’insegna del “More original than ever before”, un motto che racchiude il nostro impegno a fornire sempre più ricambi originali, sicuri e di qualità. La seconda novità è il progetto World of Beans”.

Che nome curioso. A cosa si riferisce?

“Se ci fermiamo a riflettere un attimo, tutto il nostro lavoro di professionisti del settore delle macchine caffè (creativi, progettisti, ingegneri, costruttori, ricambisti, torrefattori, tecnici riparatori) ruota attorno ad un mondo, quello racchiuso in un chicco di caffè. Un universo molto complesso che custodisce grandi opportunità, ma che presenta anche grandi criticità in tutta la supply chain.

Partendo da questa immagine, noi di REPA abbiamo creato un concept, il World of Beans, che rappresenta una soluzione ideale per tutti gli attori di questo complesso mondo”.

In cosa consiste esattamente questa soluzione?

“Tutto ruota intorno al concetto di “uno”:

  1. Un unico punto di fornitura di ricambi per le varie tipologie di macchine caffè
  2. Un unico listino prezzi
  3. Un customer care dedicato
  4. Una piattaforma web B2B per gli ordini
  5. Una reportistica dedicata, semplice ed efficace

Ma non vogliamo fare troppo spoiler! Vi aspettiamo al WOC per svelarvi in dettaglio il nostro World of Beans!”

Sappiamo che REPA è in prima fila nel supportare la community del caffè. Pensate di sponsorizzare i campionati caffè durante il WOC?

“Certo, anche quest’anno, REPA sponsorizzerà i World Coffee Championships, organizzati da Sca. In qualità di sponsor ufficiale, forniremo una gamma selezionata di accessori barista, che saranno utilizzati dai concorrenti nelle competizioni ufficiali. I primi classificati saranno premiati con un gift speciale brandizzato World of Coffee Athens 2023”.

Scopri qui maggior informazioni sull’offerta REPA per il mondo del caffè.

Faema: chiuso il Giro d’Italia con una donazione a World Bicycle Relief, percorsi sette milioni di km virtuali

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faema giro italia
Faema conclude il Giro d’Italia 2023 (immagine concessa)

BINASCO (Milano) – Anche per il Giro d’Italia 2023 – che ha visto trionfare Primož RogličFaema (brand di Gruppo Cimbali) ha riacceso gli animi degli appassionati della competizione ciclistica. Per il secondo anno di sponsorizzazione ufficiale, infatti, lo storico brand è stato presente all’interno dei village e in tutte le tappe del Giro con diverse attivazioni, anche virtuali.

Faema al Giro d’Italia 2023

Una di queste è piaciuta a oltre 29 mila ciclisti coinvolti in una ‘sfida virtuale all’ultimo pedale’ per raccogliere fondi per beneficienza: 7 milioni i km accumulati da tutti gli appassionati che hanno pedalato ciascuno sulla propria bici attraverso l’applicazione Strava, contribuendo così al sostegno che Gruppo Cimbali offre ogni anno alle comunità disagiate delle nazioni in via di sviluppo attraverso l’associazione no-profit World Bicycle Relief. Più le persone pedalavano e maggiore era il loro impatto.

La onlus è specializzata in programmi di distribuzione di biciclette su larga scala e completi per aiutare la riduzione della povertà là dove mancano anche i più basilari mezzi di collegamento. Gruppo Cimbali supporta World Bicycle Relief dal 2021.

Nel 2022, con il supporto di Gruppo Cimbali, più di 76.000 persone hanno ricevuto biciclette che hanno cambiato la loro vita, portando il numero totale di biciclette a oltre 700.000. Ogni bicicletta racconta una storia avvincente di libertà, speranza e gioia di superare le distanze e il tempo. L’impegno dell’azienda è costante, con l’obiettivo di implementare questa iniziativa come una delle chiavi di volta della responsabilità di sostenibilità sociale.

Anche quest’anno protagoniste di tutte le tappe sono state le tre macchine per caffè espresso simbolo di Faema oggi: l’iconica E61, la e71Ee la Faemina – in versione Limited Edition Giro d’Italia – la macchina per caffè espresso pensata per l’ambiente domestico e gli small business.

Tutti gli amanti del ciclismo e di Faema hanno potuto gustare, nei village e nelle aree hospitality, un ottimo caffè preparato con le diverse macchine del brand e sfidarsi con gli amici in una gara di freccette, il tipico gioco da bar recentemente tornato di moda: giocando e facendo centro è stato possibile contribuire al sostegno che Gruppo Cimbali offre ogni anno alle comunità dei paesi in via di sviluppo attraverso l’associazione no-profit World Bicycle Relief.

Faema e Giro d’Italia

Quella tra Faema e il Giro d’Italia è un legame storico che va avanti dai primi anni ’50 del secolo scorso e che, con il ritorno come sponsor ufficiale dal 2022, ha riacceso gli animi di tutti gli appassionati del ciclismo ma anche del caffè, come conferma la ricerca “Caffè & Giro d’Italia, due passioni dal sapore tutto italiano” commissionata da Faema e realizzata da AstraRicerche proprio in occasione del secondo anno di sponsorship.

Un’occasione per l’azienda per mostrare a tutti gli appassionati di caffè l’evoluzione dell’innovativo brand Faema, sempre in grado di regalare ai consumatori un’esperienza unica, così come continua a fare l’amatissima competizione da oltre 100 anni.

La scheda sintetica di Gruppo Cimbali

Gruppo Cimbali è tra i principali produttori di macchine professionali per caffè e bevande a base di latte e di attrezzature dedicate alla caffetteria. Il Gruppo, di cui fanno parte i brand La Cimbali, Faema, Slayer e Casadio, opera attraverso tre stabilimenti produttivi in Italia e uno negli Stati Uniti (a Seattle, dove vengono prodotte le macchine a marchio Slayer), impiegando complessivamente oltre 750 addetti.

L’impegno del Gruppo per la diffusione della cultura del caffè espresso e per la valorizzazione del territorio si è concretizzato nel 2012 con la fondazione del MUMAC – Museo della macchina per caffè, la prima e più grande esposizione permanente dedicata alla storia, al mondo e alla cultura delle macchine per il caffè espresso situata all’interno dell’headquarter di Gruppo Cimbali a Binasco. MUMAC ospita MUMAC Academy, l’accademia della macchina per caffè di Gruppo Cimbali, centro di formazione, divulgazione e ricerca.