MAERNE DI MARTELLAGO (Venezia) – Macap si prepara a lasciare il segno al Woc di Atene come sponsor del West Roaster Village, uno spazio creato ad hoc dove le micro torrefazioni incontrano i clienti, i caffè vengono tostati, preparati e degustati. Il villaggio offre ai visitatori l’opportunità di vedere le ultime tendenze in fatto di tostatura, preparazione, distribuzione del caffè e, naturalmente, degustazione.
Macap al Woc di Atene come sponsor del West Roaster Village
Un contesto di questo tipo è senza dubbio l’ambiente naturale per il nuovo Leo 55 – in versione black satin – un macinacaffè che è anche un autentico oggetto di design, capace di caratterizzare gli ambienti con la sua spiccata eleganza. Grazie alla potenza del motore di 390 Watt, offre prestazioni di macinatura di tutto rispetto mentre le nuove macine piane da 55 mm sono brevettate con accoppiamenti ridotti per un miglior parallelismo. Ergonomia e praticità sono le parole chiave di un oggetto che si prepara a conquistare la capitale greca e tutti gli appassionati.
Il meglio della gamma Macap invece sarà presente nella Hall 3 allo stand N40 dove – oltre a Leo 55 nelle sue diverse colorazioni e nella versione Essential – ci saranno LABO 70 M – sponsor di Aeropress e LABO 70 D Espresso – il macinacaffè ufficiale del World latte art & Coffee in good spirits.
MI20 Touch (immagine concessa)
All’insegna dell’evoluzione tecnologica, i visitatori potranno scoprire tutte le caratteristiche dei nuovi MI20 Touch e MI40 Touch, entrambi caratterizzati da uno stile lineare e compatto, che accoglie un innovativo display Touch Screen da 3,5’’ e un’intuitiva HMI tecnologica sviluppata internamente dal brand.
Tutto il meglio della macinazione professionale aspetta dunque i visitatori dal 22 al 24 giugno all’Athens Metropolitan Expo per un’esperienza di precisione e gusto indimenticabile.
VALENCIA – illycaffè, leader mondiale nel caffè sostenibile di alta qualità, annuncia l’ingresso dello chef due Stelle Michelin e una Stella Verde, entrato quest’anno per la prima volta nella classifica dei 100 migliori ristoranti del mondo, Ricard Camarena come primo illy chef ambassador spagnolo.
Ricard Camarena chef ambassador spagnolo di illycaffè
Grazie all’invenzione del PersonalBlender (la macchina progettata da illy, il cui prototipo è stato presentato per la prima volta ad Expo Milano 2015) e al supporto dei docenti dell’Università del caffè, lo chef Camarena avrà la possibilità di combinare gli ingredienti del blend illy – 9 delle migliori qualità di pura Arabica di 9 diverse origini – e creare così il suo caffè personalizzato, un blend unico che rifletterà anche i valori di sostenibilità e massima qualità di illy.
Seguendo le orme di Niko Romito, Viki Geunes, Antonia Klugmann, Ciccio Sultano, Rupert Blease, Massimo Bottura, Andrea Berton e tanti altri chef della cucina stellata, Ricard Camarena combinerà i diversi elementi per raggiungere l’equilibrio che meglio riflette il suo stile e le sue preferenze sensoriali in termini di gusto e aroma.
Se ogni grande chef ha un grande menù, grazie ad illy ora ha anche il suo caffè su misura, espressione unica della sua cucina: il caffè sarà reso disponibile come esperienza unica per chiudere il menu degustazione dei suoi cinque ristoranti a Valencia: Ricard Camarena Restaurant, Canalla Bistro, Central Bar, BAR X e HABITUAL.
Sostenibilità e qualità premium accomunano la cucina dello chef spagnolo e illycaffè. Questi valori fanno parte del dna dell’azienda triestina, la cui missione di deliziare gli amanti del buono e del bello con il miglior caffè sostenibile che la natura possa offrire, inizia con una profonda conoscenza e rispetto delle materie prime.
“Siamo entusiasti di annunciare la nostra collaborazione con Ricard Camarena, uno chef impegnato nel rispetto della sua terra e delle materie prime, con cui condividiamo una costante ricerca verso la perfezione”, ha commentato Cristina Scocchia, ceo di illycaffè. “Questa partnership nasce dai valori condivisi di eccellenza che vogliamo offrire ai nostri clienti, sia quando gustano un ottimo caffè sia quando si siedono a tavola, per un’esperienza che punta alla massima qualità”.
“Abbiamo siglato questa collaborazione con illycaffè perché condividiamo valori come la costante ricerca della sostenibilità, il rapporto diretto con i fornitori e l’eccellenza delle materie prime che utilizziamo. Sono entusiasta di poter creare il mio personal blend perché mi piace partecipare ai progetti in prima persona ed apportare il mio contributo fin dall’inizio. Abbiamo sempre dato gran importanza al caffè nei nostri ristoranti e vogliamo che diventi parte integrante della nostra cucina. Sono onorato di iniziare questa collaborazione con illycaffè” ha affermato lo chef Camarena.
Il progetto illy chef Ambassador, nato nel 2017, mira a coinvolgere i migliori professionisti dell’alta ristorazione con i quali illycaffè condivide i valori di sostenibilità e di qualità assoluta. Il progetto vede partecipare due categorie di chef: gli chef sostenibili, premiati con la Stella Verde dalla Guida Michelin, e i Maestri dell’Eccellenza illy, ovvero i grandi Chef Stellati.
Scopri di più sul programma illy Chef Ambassador cliccando qui.
Ricard Camarena
La cucina dello chef spagnolo Ricard Camarena è caratterizzata dall’utilizzo di prodotti locali che provengono dal Mar Mediterraneo, dalle pescherie vicino a Valencia e degli agricoltori locali che coltivano ortaggi, esclusivamente per lui e per i suoi cinque ristoranti. Il suo approccio alimentare è contraddistinto dalla qualità, dalla stagionalità e da un profondo rispetto per la materia prima.
Per la creazione di nuovi piatti, cocktail e salse, Camarena sperimenta continuamente le sue ricette attraverso l’uso di tecniche innovative e sfruttando al meglio tutti gli ingredienti. L’approccio “zero waste” fa infatti parte del suo DNA e lo applica in tutti i suoi ristoranti.
Lo chef valenciano, nel corso di tutta la sua carriera, ha ottenuto vari riconoscimenti: due stelle Michelin, una Stella Verde Michelin per il suo impegno verso la sostenibilità, e tre Repsol Sun per il “Ricard Camarena Restaurant”. È inoltre al 96° posto nella classifica “The World 50 Best Restaurants” ed il suo è considerato l’ottavo miglior ristorante di verdure al mondo dalla Smart Green Guide.
Il Ricard Camarena Restaurant è uno spazio gastronomico che ha aperto le sue porte nel giugno 2017 all’interno del museo “Bombas Gens Center d’Art” e gestisce altri locali come il Canalla Bistro (con una cucina eclettica nel quartiere Ruzafa); il Bar Centrale del Mercato Centrale di Valencia, l’HABITUAL (con una visione gastronomica di tutta la cucina mediterranea, all’interno del Mercado de Colón) e il BAR X, sempre nel Mercado de Colón, dove rinnova i sapori tradizionali valenciani.
La scheda sintetica di illycaffè
illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica al mondo. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.
Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Dal 2013 illycaffè è inoltre una delle World Most Ethical Companies.
Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 125 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 25 paesi del mondo.
Nel 2021 Rhône Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella crescita internazionale. Nel 2022 illycaffè ha impiegato 1230 persone e ha generato un fatturato consolidato pari a €567,7 milioni. La rete monomarca illy conta 190 punti vendita in 34 Paesi.
ZUCHWIL (Svizzera) – Le ricette speciali al caffè che prevedono l’uso di bevande vegetali si stanno sempre più affermando nei menu. Tuttavia, che si stia cercando un’opzione vegana o una classica, quando si ordina un cappuccino o un latte macchiato, ci si aspetta di vedere una perfetta crema setosa dalla consistenza cremosa in superficie.
La nuova lancia vapore automatica Supersteam, disponibile come optional per Schaerer Coffee Skye, consente ai ristoratori di ampliare la gamma di bevande offerte con poca spesa, riducendo al minimo il tempo e lo sforzo necessari al personale di servizio per creare la crema perfetta.
La lancia vapore automatica Superstream
Con l’opzione Supersteam installata, la temperatura e la consistenza della schiuma desiderate per la bevanda in questione possono essere memorizzate nel sistema della macchina da caffè. L’operatore non dovrà quindi fare altro che posizionare una tazza sotto la lancia vapore e toccare il display per avviare il processo per realizzare la crema Supersteam, che terminerà non appena è stato raggiunto il risultato desiderato. Il personale di servizio può svolgere contemporaneamente altre mansioni e, una volta che la schiuma è pronta, non resta che versare la bevanda vegetale perfettamente montata nella tazza o nel bicchiere contenente l’espresso caldo.
Grazie alla sua funzione automatica, la lancia vapore Supersteam è il complemento ideale per il sistema latte Pure Foam di Schaerer Coffee Skye, in quanto consente di soddisfare in modo semplice e affidabile le richieste con soluzioni alternative al latte o a quello senza lattosio. Se è necessaria la montatura del latte completamente manuale, in alternativa è disponibile la lancia vapore Powersteam.
Se invece si volesse montare manualmente il latte, in alternativa è disponibile la lancia vapore Powersteam.
La crescente popolarità delle ricette con il caffè che prevedono l’uso delle bevande alternative al latte come quello a base di avena, di soia o di piselli può essere attribuita a vari fattori: dal desiderio di provare qualcosa di nuovo o di fare scelte più consapevoli dal punto di vista nutrizionale, o per motivi etici ed ecologici
“Abbiamo affrontato questo argomento fin dall’inizio e abbiamo supportato i nostri clienti con le tecnologie e l’esperienza nel settore del caffè dello Schaerer Coffee Competence Center per consentire loro di ottenere il massimo da questo sviluppo”, afferma Hansjürg Marti, amministratore delegato di Schaerer Deutschland GmbH e direttore delle vendite & Assistenza DACH presso Schaerer AG. Gli esperti consigliano i clienti sulla loro gamma di bevande con caffè a base vegetale, forniscono alle macchine la configurazione ideale e spiegano anche le proprietà particolari da tenere a mente per ottenere il perfetto risultato in termini di crema.
Ogni bevanda vegetale fa una schiuma diversa
Marti: “Prendiamo ad esempio la bevanda a base di avena – l’attuale preferita tra le alternative vegetali – che ha un contenuto proteico inferiore e ha bisogno di essere montata più a lungo. Per ottenere un risultato stabile e uniforme, raccomandiamo la Barista Edition, in quanto gli emulsionanti e gli stabilizzanti aggiunti assicurano qui la cremosità e la consistenza desiderate.”
Diverso, invece, è il latte di piselli, un’alternativa che sta prendendo sempre più piede. Questo ha un alto contenuto proteico e monta più facilmente. La sua leggera dolcezza combinata con un sobrio aroma di cereali e nocciola lo rende perfetto per il caffè. Inoltre, il suo gusto è sorprendentemente sottile, permettendo all’aroma del caffè di svilupparsi perfettamente.
Sulla base di questa conoscenza, la lancia vapore Supersteam di Schaerer Coffee Skye può essere impostata con precisione per consentire all’alternativa al latte selezionata di trasformarsi in una schiuma perfetta.
Lo stesso vale per il sistema del latte Schaerer Best Foam combinato con il sistema Twin Milk, entrambi attualmente disponibili solo per i modelli Schaerer Coffee Soul 10 e 12. L’unità di raffreddamento Twin Milk ha due contenitori separati e fornisce alternative al latte o vegane per la bevanda desiderata in modo completamente automatico. In combinazione con le ampie opzioni di impostazione di Schaerer Best Foam, non potrebbe essere più semplice creare il perfetto strato cremoso, sia che si utilizzi latte di mucca, bevanda a base di avena, mandorle o soia.
Idee per ricette per specialità di caffè vegane
Sorpresa espresso raffreddato
Ingredienti
• Espresso raffreddato
• Bevanda all’avena (latte e schiuma)
• Sciroppo di cannella e vaniglia
• Cubetti di ghiaccio
Versare i cubetti di ghiaccio in un bicchiere. Aggiungere l’espresso raffreddato. Riempire con latte d’avena e schiuma e finire con cannella e sciroppo di vaniglia.
Gioia alla mandorla espresso
Ingredienti
• Espresso, appena preparato
• Bevanda alla mandorla (latte e schiuma) • Sciroppo di vaniglia
• Sciroppo di cannella
• Miele
Versare l’espresso in una tazza. Aggiungere il latte e la schiuma di mandorla, lo sciroppo di vaniglia, lo sciroppo di cannella e il miele.
MILANO – Andrea Macchione non sarà più l’amministratore delegato del Polo del Gusto, la sub-holding della famiglia Illy che racchiude tutte le attività food&beverage del gruppo, fatta eccezione per il caffè. Lo annuncia lui stesso sul proprio profilo Linkedin, da cui riportiamo di seguito la sua dichiarazione.
L’annuncio di Andrea Macchione
“Dopo più di cinque anni, oggi si conclude il mio percorso professionale all’interno della famiglia Polo del Gusto. Sono stati anni intensi, pieni di sacrifici ma allo stesso tempo anche di soddisfazioni.
Sarebbe impossibile descrivere in poche parole i sentimenti che ho nel cuore in questo momento, quindi ho deciso di condividere due immagini che rappresentano un paio dei tanti momenti indimenticabili vissuti in quei cinque anni all’interno del Gruppo.
Il periodo Covid ha segnato la vita personale e professionale di tutti e in questi mesi, grazie al lavoro di squadra e alla capacità che abbiamo avuto di trovare l’uno nell’altro energie e risorse che all’epoca ritenevamo inimmaginabili, abbiamo permesso a Domori di continuare la sua crescita. Ho avuto l’onore di ricevere anche riconoscimenti professionali personali di altissimo livello come Top Executive.”
Gli anni trascorsi con Domori
“Nell’altra immagine, avevo appena ricevuto in regalo dai miei colleghi un collage delle migliori foto degli anni trascorsi a Domori. Era il Natale 2021, poco prima di abbracciare in maniera del tutto esclusiva il progetto Polo del Gusto. L’unica parola che può riassumere al meglio tutto questo è: grazie! Vorrei augurare a tutti i colleghi del Polo del Gusto e alle loro famiglie un futuro meraviglioso, pieno di soddisfazioni e felicità.
Andrea Macchione con in mano il collage ricevuto dai colleghi (immagine presa da Linkedin)
Allo stesso tempo, auguro alle aziende del Polo del Gusto di continuare la crescita iniziata con me, facendo conoscere sempre più in tutto il mondo la qualità dirompente dei propri prodotti. Vorrei concludere il mio messaggio con una citazione di Adriano Olivetti che ho fatto mia fin da giovanissimo: “Il termine utopia è spesso il modo più conveniente per liquidare ciò che non si ha la volontà, la capacità o il coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno finché non inizi a lavorarci sopra. E poi può diventare qualcosa di infinitamente più grande. Ad maiora semper!”
Riccardo Illy, già presidente del Polo del Gusto, sarà il nuovo amministratore delegato. Ma, come spiega il portale Nordesteconomia, si tratta di una carica ad interim.
Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)
Oggi alcune strade e piazze della città di Napoli sono letteralmente occupate dai tavolini e dagli ombrelloni. E il comparto è ancora senza regole. Un processo che sta portando alla sottrazione di pezzi di città all’usufrutto dei residenti. Leggiamo di seguito l’analisi cura di Antonio Musella del quotidiano Fanpage.
I dehors a Napoli
NAPOLI – Quando subito dopo la pandemia da Covid 19 l’amministrazione comunale di Napoli, allora guidata da Luigi De Magistris, così come altre grandi città italiane, decise di deregolamentare l’occupazione di suolo pubblico per tavolini e dehors di bar e ristoranti, l’idea era quella di dare un impulso ad un settore in crisi. Napoli stava già vivendo un processo di turistificazione e la nascita di una ‘bolla speculativa’ che sta portando anche conseguenze negative in città.
Oggi alcune strade e piazze della città sono infatti letteralmente “mangiate” dai tavolini e dagli ombrelloni. E il comparto è ancora senza regole. Un processo che sta portando alla sottrazione di pezzi di città all’usufrutto dei residenti, ma che ha anche un alto impatto nella produzione di rifiuti, nel mercato immobiliare e nella destinazione d’uso degli spazi pubblici ormai colonizzati da bar, baretti, take away, friggitorie e ristorantini.
Abbiamo provato ad analizzare il fenomeno, partendo da un dato: quanto è aumentata in metri quadrati l’occupazione di suolo di tavolini e dehors negli ultimi anni? I risultati mostrano la fotografia impietosa di una città “occupata”.
Piazza Dante 6 volte più occupata, sul Lungomare il triplo
Per provare a fare i calcoli abbiamo utilizzato un software pro di Google, che grazie alla comparazione delle fotografia satellitari, per mette con una buona dose di precisione, di calcolare le superfici in metri quadrati. In questo modo abbiamo scelto di misurare l’occupazione di suolo di tavolini e dehors di alcune delle principali zone della città interessate dal flusso turistico.
Piazza Dante nel 2014 vedeva una superficie di 314 metri quadrati occupata da tavolini e ombrelloni, mentre nel 2022 lo spazio occupato era diventato di 1.731 metri quadrati, un dato ben sei volte superiore.Piazza del Gesù è passata da 239 metri quadrati occupati dai tavolini nel 2014 ai 553 del 2022, più del doppio.
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Il corso "Horeca Workshop- architettura, design & marketing" (immagine concessa)
MILANO – Il grande mercato dell’horeca, acronimo internazionale per hotel-restaurant- café, oggi chiede idee e competenze progettuali che interpretino concretamente i nuovi stili di consumo nei locali di ristorazione, food retail e nell’hospitality. Da venerdì 23 a domenica 25 giugno si svolge la nuova edizione in lingua italiana del corso internazionale “Horeca Workshop – Ideare, progettare e ristrutturare ristoranti, bar e locali di successo” di Milano Business School.
Il corso Horeca Workshop
E’ dedicato al rapporto strategico tra “Architettura, Design & Marketing”, ed è studiato per chi desidera utilizzare subito concretamente le nuove conoscenze nell’ideazione, ristrutturazione e arredamento di locali pubblici e spazi retail attuali e di successo.
“Horeca Workshop – Architettura design & marketing” permette di aggiornare le proprie competenze professionali attraverso:
un nuovo punto di vista su un mercato ora in grande crescita
strumenti e soluzioni concrete per ideare e ristrutturare spazi attuali e di successo
i diversi aspetti dell’architettura d’interni per l’horeca, il food retail e l’hospitality
Il corso prevede 24 ore di lezioni in aula, a Milano, di docenti specializzati, imprenditori e professionisti di esperienza internazionale su tematiche di marketing ed evoluzione dei consumi, architettura d’interni, arredamento, illuminazione, percezione visiva, materiali innovativi e sostenibilità.
Sono ancora disponibili riduzioni per iscriversi al corso con il 50% di sconto
Bazzara ospita la “Misión Comercial Café de Colombia a Italia 2023 (immagine concessa)
TRIESTE – Un gruppo di venti professionisti del mondo del caffè hanno raggiunto, da tutte le aree del Paese, l’Italia per esplorare opportunità nel mercato del caffè, conoscere le aziende leader del caffè torrefatto e la loro esperienza nel settore per individuare interessanti approfondimenti di mercato.
La “Misión Comercial Café de Colombia a Italia 2023” accolta da Bazzara
Dopo la prima tappa a Milano, i professionisti, tra i quali ci sono esportatori di caffè verde, produttori di caffè specialty e associazioni di produttori provenienti da 17 aziende ed enti diversi, hanno raggiunto Trieste organizzando un tour delle principali realtà cittadine grazie al supporto dell’Associazione Caffè Trieste.
Lo scopo principale della Missione in Italia è proprio avvicinarsi al mercato del caffè italiano, sia per le usanze di consumo, sia per la parte produttiva gestita dalle torrefazioni e aziende italiane.
Il gruppo è stato accolto calorosamente alla Bazzara con un cappello introduttivo del presidente Franco Bazzara che ha ricordato quanto l’azienda, negli anni, sia stata vicina alla Colombia. Lui stesso è stato insignito della carica di Cavaliere del lavoro per la regione di Caldas, una delle più rinomate per la coltivazione del caffè, dal Governatore Carlos Alberto Piedrahito Gutiérrez, del Dipartimento caffeicolo di Caldas (Colombia).
L’evento
Gli ospiti hanno poi ricevuto il messaggio da parte di Dora Maria Penaloza di Abc Net di Roma, azienda che favorisce l’incontro commerciale e culturale tra i Paesi del Centro-Sud America e diversi Paesi europei.
Nella sua lettera Penaloza ha ricordato quanto sia forte l’unione dell’azienda triestina con il suo Paese d’origine. Anticipando la passione e l’attenzione al dettaglio di Bazzara che avrebbero, di lì a poco, colpito l’intero gruppo proveniente dal Colombia.
La visita è poi proseguita con una degustazione della ricercata miscela Dodicigrancru accompagnata da una spiegazione di Marco Bazzara, Q-Grader e Academy Director della Bazzara Academy, che ha potuto inoltre approfondire tutte le aree di business sulle quali l’azienda si è sviluppata nel corso degli anni.
Le domande e curiosità da parte del pubblico sono state molte, infatti gli ospiti si sono detti entusiasti di questo scambio avvenuto in un clima di totale condivisione perché, ancora una volta, si è convenuto che il caffè è davvero uno stile di vita che unisce.
Chicchi di caffè tostato (credits: Alexa from Pixabay)
Una volta entrato in vigore, l’Accordo di Partenariato Economico (EPA) consentirà al Kenya di accedere senza dazi all’Unione Europea, il suo più grande mercato dove invia circa un quinto di tutte le sue esportazioni, soprattutto prodotti agricoli come tè e caffè. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale d’informazione Euractiv.
L’accordo commerciale tra l’Unione Europea e il Kenya
MILANO – Il 19 giugno l’Unione Europea e il Kenya hanno annunciato un accordo commerciale. Lo hanno dichiarato funzionari dell’UE, un colpo per Bruxelles che cerca di rafforzare i legami economici con l’Africa.
I negoziati per l’accordo si concluderanno formalmente nel corso di una cerimonia a Nairobi alla quale parteciperanno il presidente William Ruto, il suo ministro del Commercio Moses Kuria e il vicepresidente della Commissione europea commissario UE per il commercio Valdis Dombrovskis.
Una volta entrato in vigore, l’Accordo di Partenariato Economico (EPA) consentirà al Kenya di accedere senza dazi all’UE, il suo più grande mercato, dove invia circa un quinto di tutte le sue esportazioni. Si tratta soprattutto di prodotti agricoli, come tè e caffè, e del 70% dei suoi fiori.
Il Kenya aprirà gradualmente i suoi mercati, escludendo però una serie di prodotti sensibili, ha dichiarato Dombrovskis, secondo cui si tratta di un “giorno importante” per i due Paesi.
“Questo ci mette saldamente sulla strada di una relazione privilegiata, basata sulla fiducia, sulle regole e sulle opportunità reciproche”, ha dichiarato ai giornalisti domenica, prima dell’annuncio ufficiale.
Dombrovskis ha dichiarato che le imprese dell’UE hanno investito 1 miliardo di euro in Kenya nell’ultimo decennio, ma c’è un notevole “appetito” per fare più affari.
“Con questo accordo di partenariato economico, abbiamo anche la piattaforma giusta per farlo”.
Si tratta del primo accordo commerciale di ampia portata tra l’UE e una nazione africana dal 2016 e fa seguito a una spesa sostenuta dalla Cina per progetti infrastrutturali sontuosi in tutto il continente.
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MILANO – Direttamente da Napoli, dove gestisce tre punti vendita di Caffettiamo, Raffaele Simonte si espone insieme ai suoi colleghi che l’hanno preceduto, nella piccola inchiesta che vuole indagare, numeri alla mano, cosa comporti la gestione di una caffetteria – se si sceglie lo specialty poi e, in questo caso, nella città del caffè napoletano, è ancora più complesso -.
Simonte, qual è stato l’investimento iniziale per avviare l’attività di Caffettiamo?
“Per il locale più piccolo che misura appena 15 metri quadri, abbiamo fatto un investimento minimo, quando ho deciso di avviare la mia attività dopo un’esperienza all’estero e di formazione fatta al nord. Il locale resta aperto solo la mattina, punta sul bio, il vegano e il gluten free. La nostra è stata la prima caffetteria plastic free del sud Italia (dati Greenpeace). Dopo due anni di sacrificio abbiamo inaugurare il secondo locale nel periodo post Covid, di 75 metri quadri.”
Quanto guadagna un bar su ogni caffè venduto, considerate le tante voci di spesa per un locale?
“Mediamente un espresso costa un euro e venti, ma per avere guadagni alti, si deve puntare sui volumi e quindi per un bar, si può parlare di margini soltanto riuscendo a usare tra i 6 e gli 8 chili al giorno e oggi, la media delle caffetterie si aggira tra i 2 e i 3 chili quotidiani. Con questi numeri, se si hanno anche solo 2/3 persone a proprio carico si va soltanto in pari.
Allora qual è il punto? Non esiste in Europa e nel mondo, una caffetteria che vende soltanto caffè e neppure nelle grandi catene non è proponibile soltanto l’espresso venduto al banco. L’idea di bar, nata in Italia e sviluppata poi all’estero, si basa su tanti altri prodotti e per questo è considerato un punto ristoro.
Proprio per questo principio, il terzo punto di Caffettiamo sarà strutturato come caffetteria di giorno e come vineria la sera, per coprire tutti i momenti della giornata, dalla colazione, al pranzo sino all’apericena serale.
Simonte dietro al bancone (foto concessa)
Noi di Caffettiamo gia da due anni abbiamo aumentato il caffe a 1,20 per sostenere i costi dei 13 dipendenti. Un prezzo del genere crea come prima reazione, il panico. Ci rendiamo conto che anche il consumatore è disorientato per i tutti gli aumenti. Ma per noi non c’è altra soluzione.
Abbiamo creato una struttura piramidale per cui ogni caffetteria ha un manager qualificato e un assistente che lo aiuta nella gestione degli ordini e degli altri collaboratori. Abbiamo studiato un’organizzazione tale per cui possiamo garantire standard qualitativi alti riducendo l’orario di lavoro.
Per permettersi di guadagnare a fronte di queste condizioni, il caffè dovrebbe costare almeno un 1.50. Consideriamo che soltanto retribuire i dipendenti rappresenta, compresi i contributi, un’uscita di oltre 20mila euro al mese.
Inoltre investo molto anche nella formazione con docenti del calibro di Manuela Fensore, Carmen Clemente o Chiara Bergonzi.
Abbiamo poi organizzato anche visite guidate nell’aziende di riferimento con cui collaboriamo per permettere ad ogni collaboratore di scoprire e percepire in profondità il prodotto che vendiamo.
A tutto questo si deve aggiungere l’affitto, le bollette, la macchina e le attrezzature di proprietà.
Sono consapevole di aver aperto il terzo locale nonostante la un grande difficoltà economica che stiamo attraversando, ma era un atto dovuto per cercare di recuperare terreno in un settore in grande cambiamento e crescita.
Spesso paghiamo fatture e stipendi in ritardo per poter restare aperti e un grazie va ai grandi fornitori che ci sostengono e all’appoggio totale dei miei collaboratori. I margini sono bassissimi. C’è un problema evidente ed è per questo che stanno chiudendo in molti. Spesso chi resta aperto cerca di sopravvivere a discapito di lavoratori tenuti a nero e sottopagati.
E qui si arriva all’altra nota dolente di questo periodo: la carenza di personale, appunto dettata da queste condizioni assurde. In conclusione, penso che per sostenere tutti i costi e servire un prodotto di qualità il caffè dovrebbe costare almeno 1,50\1,80 (d’altronde se si va in giro per l’Europa difficilmente si paga meno di 2,50 il l’espresso).
Dovremmo unirci noi gestori e creare un mercato. Ad esempio a Bagnoli, dove ho aperto il primo locale ho creato un gruppo whatsapp con i gestori della zona, lanciando l’appello “portiamo il caffè ad un euro e venti, o almeno ad un euro e dieci.” Alcuni mi hanno seguito, altri no. Qualcuno lo vende ancora a 80 centesimi.
Parlando concretamente, calcoliamo 500 euro di incasso giornaliero per 30 giorni, per una media di 15mila euro di incasso mensili: bene, di questi, un bar con 3 dipendenti non riesce ad avere abbastanza margine da coprire le spese. Assurdo.
Qual è il momento della giornata che aiuta a fare più margini? Non è la colazione?
“L’aperitivo è la parentesi che ti risolleva. La domenica mattina, il sabato pomeriggio, gli incassi salgono e anche i margini.”
Ma Caffettiamo come altri bar, si sono evoluti dopo la pandemia, ci sono tendenze da cavalcare per fare più margine?
“Caffettiamo è molto cambiato negli ultimi anni. Dopo la pandemia la gente ha bisogno di avere a disposizione un’offerta più vasta. Per questo, nell’ultimo punto vendita abbiamo ampliato sul vino e i taglieri. Ma questa è una filosofia che abbiamo nel nostro dna: 7 anni fa abbiamo aperto a Napoli con un’offerta vegana, quando era ancora fantascienza.
Preparavamo cappuccini con bevanda vegetale al cocco alla soia all’ avena, alla mandorla e abbiamo basato tutto su questo che ora rappresenta una tendenza.
Ora un bar deve offrire tutto, dal dolce allo snack, dall’apericena con lo spritz e il vino al sandwich. Bisogna evolversi stile europeo, ma con la qualità e la cura del particolare in pieno stile italiano.”
MILANO – Questa settimana, da giovedì 22 a sabato 24 si svolgerà ad Atene l’annuale edizione europea del Woc, il World of coffee, organizzata dalla Sca, Specialty coffeee association. Si tratta della principale fiera in Europa della serie World of Coffee della Specialty Coffee Association. L’evento annuale, che ogni anno cambia nazione, nel 2024 si terrà in Danimarca a Copenaghen, è uno dei più importanti eventi per l’industria del caffè e ogni volta ospita anche numerosi Campionati mondiali, quattro per la precisione.
Quest’anno un World of coffee si è già svolto a Dubai, dall’11 al 13 gennaio dove tornerà il prossimo anno sempre a gennaio. Sempre nel 2024, oltre a Copenaghen si svolgerà anche il primo WoC Asia che si terrà a Busan, in Corea del Sud, dall’1 al 4 maggio 2024.
Come è noto il Woc è l’evento di punta della Sca in Europa. Tutti ricorderanno che nel 2022 la manifestazione di è svolta a Milano, in Italia, dove attirò circa 10.000 visitatori.
Questa volta tocca ad Atene che vanta un importante numero di caffetterie sia legate alla tradizione locale sia ai caffè speciali.
Oltre alla parte commerciale, questo WoC di Atene ospiterà anche due premi: il Best new product e il Coffee design awards. Si tratta di due iniziative che celebrano l’eccellenza e l’innovazione del caffè. I vincitori saranno annunciati durante la manifestazione.
I campionati mondiali di caffetteria
Uno degli eventi più attesi che si svolgeranno al Woc Athens è il World coffee championships 2023, che inizierà il 21 giugno. Quest’anno prevede le gare del World barista championship, la World brewers cup, il World cup tasters championship e il World cezve/ibrik.
A tutte queste competizioni partecipano concorrenti italiani: il campione italiano baristi Daniele Ricci, il vincitore della Brewers Cup Giacomo Vannelli e per il Cup Tasters Fabio Dotti.
Anche questa volta non mancheranno i villaggi dei torrefattori, Roaster Village East e Roaster Village West che saranno punti di incontro per produttori, torrefattori, baristi e commercianti di verde.
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