martedì 02 Dicembre 2025
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1895 Coffee Designers by Lavazza lancia tre cold brew di Davide Oldani per Bagno Piero

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lavazza cold brew
L'esclusiva offerta di cold brew (immagine concessa)

FORTE DEI MARMI – 1895 Coffee Designers by Lavazza inaugura la stagione estiva con un partner d’eccellenza, Bagno Piero, luogo iconico di Forte dei Marmi, da sempre destinazione privilegiata per gli amanti del mare. Non solo una semplice spiaggia ma, per alcuni, una seconda casa, uno spazio di ritrovo tra amici e famigliari, dove trascorrere giornate senza pensieri.

Il rito del caffè cold brew secondo 1895 Coffee Designers by Lavazza

E come ogni location perfetta non poteva mancare un nuovo ristorante direttamente sulla spiaggia con una splendida vista mare, il Bastià, che da questa stagione “prende per la gola” i propri clienti e arricchisce le sue proposte grazie alla collaborazione con lo chef Davide Oldani.

In queste occasioni, anche nel periodo estivo, immancabile è il rito del caffè. Il più sorprendente è quello dei cold brew, l’infusione a freddo, un metodo di estrazione che, grazie al contatto tra caffè macinato e acqua fredda, riesce a esaltarne gli aromi più delicati e morbidi, evitando i sentori amari e astringenti del caffè.

Per celebrare l’estate, 1895 Coffee Designers by Lavazza presenterà un’esclusiva offerta di cold brew, la collezione Estro, firmati dal talento creativo di Davide Oldani. Tre speciali ricette, raccontate in una carta dedicata agli Specialty Coffee, per stuzzicare i palati più curiosi nei diversi momenti della giornata. Offerta che sarà servita solo presso il ristorante Bastià del Bagno Piero.

Puro è perfetto per chi cerca una rivisitazione dei sapori tradizionali, caratterizzato da un aroma fruttato con note di litchi e papaya. Per gli amanti dei gusti più dolci, la scelta è sicuramente Amò: cold brew con l’infusione di pesche fresche e sciroppo d’agave. Infine Gin Coffee, che unisce gin e tonica all’infusione di caffè freddo, in una sorprendente rivisitazione di un classico contemporaneo.

Con questa collezione estiva, Estro, 1895 Coffee Designers by Lavazza si pone ancora una volta come realtà distintiva ed innovativa nel panorama degli Specialty Coffee, con un’offerta che saprà celebrare e rinfrescare la calda estate 2023.

La scheda sintetica del Gruppo Lavazza

Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè, di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Fra i principali torrefattori mondiali, il Gruppo è oggi presente in oltre 140 Paesi attraverso consociate e distributori, con il 70% dei ricavi realizzato all’estero e impiegando complessivamente oltre 4 mila persone.

Fanno parte del Gruppo Lavazza le aziende francesi Carte Noire ed ESP (acquisite rispettivamente nel 2016 e nel 2017), la danese Merrild (2015), la canadese Kicking Horse Coffee (2017), l’italiana Nims (2017) e il business dell’australiana Blue Pod Coffee Co. (2018). Alla fine del 2018, a seguito di acquisizione, è stata creata la Business Unit Lavazza Professional, che comprende i sistemi Flavia e Klix, attivi nel settore dell’Office Coffee Service (OCS) e del Vending.

Lavazza – già tra le prime 100 marche al mondo per reputazione secondo il Reputation Institute – è la nona azienda a livello globale per la Corporate Responsibility nella classifica 2019 Global CR RepTrak, posizionandosi prima nel settore Food & Beverage. Lavazza ha creato, sin dalle sue origini, il concetto di miscela, ovvero l’arte di combinare diverse tipologie e origini geografiche del caffè, caratteristica che ancora oggi contraddistingue la maggior parte dei suoi prodotti.

L’azienda conta inoltre 30 anni di tradizione nel settore della produzione e della commercializzazione di sistemi e prodotti per il caffè proporzionato, imponendosi come prima realtà italiana a lavorare sui sistemi a capsula espresso. Lavazza è presente in tutti i business: a casa, fuori casa e in ufficio, puntando sempre alla costante innovazione.

Ad oggi Lavazza vanta un brand conosciuto in tutto il mondo, cresciuto grazie a importanti partnership perfettamente coerenti con la strategia di internazionalizzazione della marca: ne sono esempio il legame con il mondo dello sport, con i tornei tennistici del Grande Slam e con il mondo dell’arte e della cultura, attraverso prestigiosi musei quali i Musei Civici Veneziani, la Triennale di Milano e l’Ermitage di San Pietroburgo.

Boncafé (Thailand) premiata dall’International Taste Institute per il 4° anno

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Boncafè Thailand riceve 3 Superior Taste Award 2023 (immagine concessa)

BANGKOK – Boncafé (Thailand), parte di Massimo Zanetti Beverage Group, ha ricevuto tre Superior Taste Award 2023 dall’International Taste Institute, organismo per la valutazione e certificazione di alimenti e bevande riconosciuto a livello globale. La Società è stata premiata per il quarto anno consecutivo.

Boncafè Thailand riceve 3 Superior Taste Award 2023

Le valutazioni avvengono tramite blind test attraverso una metodologia oggettiva che analizza i diversi aspetti sensoriali.

La miscela “Cafe Classica Bean” di Boncafe è stata premiata con il Crystal Taste Award, riservato ai prodotti giudicati “eccezionali” (tre stelle, punteggio superiore al 90%) per tre anni consecutivi. Inoltre, le miscele “All Day Bean” e “Mocca Catering Bean” hanno ricevuto rispettivamente due stelle (punteggio superiore al’80% e il 90%) e una stella (punteggio compreso tra il 70% e l’80%).

illycaffè celebra l’alta cucina a The world’s 50 best restaurants 2023

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illycaffè partner di The world’s 50 best restaurants (immagine concessa)

TRIESTE – illycaffè, azienda leader nel caffè di alta qualità sostenibile, si conferma anche nel 2023 partner di The world’s 50 best restaurants, la classifica dei 50 migliori ristoranti al mondo che è oggi tra gli eventi gastronomici più attesi da addetti ai lavori e appassionati.

illycaffè partner di The world’s 50 best restaurants

L’inconfondibile blend 100% Arabica illy è stato protagonista come coffee partner esclusivo di tutti gli eventi ufficiali in programma dal 18 al 20 giugno a Valencia, come i #50BestTalks – che per questa edizione hanno esplorato le nuove prospettive per il mondo dell’ospitalità per dare energia alla gastronomia, con l’evocativo titolo “Refresh!” – la Chefs’ Feast e il Welcome Dinner, fino all’appuntamento più atteso: la cerimonia di premiazione, che si è tenuta presso la suggestiva cornice di Les Arts, teatro dell’opera e centro culturale parte del complesso modernista della Città delle Arti e delle Scienze.

Sono due gli Chef illy che sono riusciti a entrare in classifica: al 16esimo posto Niko Romito, che con il suo Reale a Castel di Sangro, ha dimostrato ancora una volta la sua maestria culinaria e il suo impegno per l’eccellenza e al 34esimo posto con il suo omonimo ristorante a Senigallia, Mauro Uliassi, noto per la sua creatività e per l’abilità nel trasformare ingredienti di alta qualità in piatti sorprendenti.

La lista dei 50 migliori ristoranti è il risultato dei voti della The world’s 50 best restaurants academy, un gruppo influente e allargato di 1.080 esperti internazionali del settore della ristorazione provenienti da ogni parte del mondo. La giuria di ogni regione è composta da giornalisti e critici gastronomici, chef, ristoratori e food lover, ognuno dei quali ha a disposizione 10 voti. La classifica è quindi una guida autorevole sulle tendenze gastronomiche del momento e sulle migliori destinazioni nel mondo, per imperdibili esperienze d’alta cucina.

“Siamo onorati di supportare The world’s 50 best restaurants e di essere il coffee partner ufficiale di questo evento prestigioso,” afferma Cristina Scocchia, amministratore delegato di illycaffè. “La nostra lunga storia di eccellenza nel mondo del caffè si sposa perfettamente con la passione e la dedizione dei migliori chef al mondo. Ci teniamo inoltre a congratularci con i nostri chef ambassador che sono entrati in classifica e, in particolare, con Ricard Camarena per il suo debutto nella classifica dei 100 migliori ristoranti al mondo”.

Durante l’Awards Ceremony, a cui hanno partecipato anche Massimo Bottura, lo chef tre stelle Michelin Ambassador di illy da gennaio 2023; Daniele Lippi, Chef Ambassador del ristorante due stelle Michelin Acquolina di Roma e Viki Geunes, tre stelle Michelin dello Zilte di Anversa, illycaffè ha presentato una versione portatile del Personal Blender. Grazie alla consulenza dei docenti dell’Università del Caffè, gli chef presenti hanno potuto combinare i 9 ingredienti dell’unico blend illy 100% Arabica, in quantità e proporzioni differenti, per creare un’interpretazione personale che incontri le loro preferenze sensoriali, gustative e olfattive. Un’anticipazione di quelle che sono la potenzialità di una macchina straordinaria che solo gli chef che entrano a far parte del programma illy Chef Ambassador possono conoscere e sperimentare nelle sedi illy di Trieste o Milano.

Infine, illy ha organizzato un brunch presso la Fondazione Bombas Gens, centro d’arte per l’arte contemporanea e nuova “casa” del ristorante stellato Ricard Camarena: un evento dedicato alla celebrazione dell’alta cucina e un’occasione unica per gustare i piatti dello Chef Camarena accompagnati dall’eccellenza del caffè illy.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica, combinando 9 delle migliori qualità al mondo secondo illycaffè.

Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy in oltre 140 Paesi, nei bar, ristoranti e alberghi, nei caffè e negozi monomarca, a casa e in ufficio. Grazie alle sue innovazioni, contribuisce all’avanzamento tecnologico nel mondo del caffè. Con la creazione in Brasile, nel 1991, del “Premio Ernesto Illy de qualidade sustentavel do cafè para espresso”, illy ha contribuito alla condivisione del know-how e al riconoscimento ai produttori di un premium price per la migliore qualità secondo illycaffè.

Dal 2016 attraverso il premio “Ernesto Illy International Coffee Award” l’azienda celebra i coltivatori di caffè al mondo che secondo illy hanno prodotto il miglior lotto di caffè sostenibile. Dal 2013, l’azienda è regolarmente inserita nella lista delle World Most Ethical Companies.

Il modello di business

Nel 2019 illy ha rafforzato il proprio impegno a perseguire un modello di business sostenibile, che integra gli interessi delle persone e dell’ambiente, adottando lo status di Società Benefit e inserendo questo impegno all’interno del proprio statuto. Nel 2021 illy è stata la prima azienda italiana del caffè ad avere ottenuto la certificazione internazionale B Corp grazie al suo impegno a rispettare i più alti standard di performance sociale e ambientale.

Con l’obiettivo di diffonderne la cultura a tutti i livelli, offrire una preparazione completa e pratica a coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha fondato la sua Università del Caffè. Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, valori fondanti del marchio a cominciare dal logo, disegnato dall’artista James Rosenquist, fino alle tazzine che compongono la illy Art Collection, decorate da oltre 125 artisti internazionali. Nel 2022 l’azienda ha impiegato 1230 persone e ha un fatturato consolidato pari a €567,7 milioni. Gli store e i negozi monomarca illy nel mondo sono 190 in più di 30 Paesi. Nel 2021 Rhone Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella sua crescita internazionale.

Delegazione di produttori, esportatori e consulenti dalla Colombia accolta dall’Associazione Caffè Trieste

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La delegazione colombiana (immagine concessa)

TRIESTE – La delegazione di quattordici operatori e due accompagnatori provenienti dalla Colombia per una missione commerciale e istituzionale organizzata dalla Camera di Commercio italiana in Colombia è stata accolta dal presidente Fabrizio Polojaz all’Antico Caffè San Marco, a Trieste, in occasione della cena con la quale tradizionalmente i soci chiudono l’annuale assemblea di bilancio dell’Associazione.

La delegazione dalla Colombia

Il percorso è iniziato dal porto con la visita ai magazzini di Romani & C, dove Enrico Antonj ha spiegato l’attività dello spedizioniere; nei giorni successivi hanno approfondito il lavoro del crudista con Theresa Sandalj (Sandalj Trading), Alenka Obad e Simone Marzaroli (Coffee Tree) e Alberto Polojac (Imperator); del formatore e divulgatore con Marco Bazzara (Bazzara); del decaffeinizzatore con Massimiliano Fabian e i suoi collaboratori (Demus), del tostatore con Ivo Filigi (Torrefazione Goriziana) e della caffetteria storica con Alexandros Delithanassis ed Eugenia Fenzi.

Sono stati tre giorni molto intensi tra presentazioni, assaggi e confronti, durante i quali è emerso il riconoscimento reciproco di professionisti che hanno come obiettivo comune la valorizzazione del caffè in tutte le parti della sua lunga filiera.

Gianluigi Goi: in Valtenesi il Pink Bourbon colombiano, barricato, si inebria nell’elegante claritudine del Groppello, vino del territorio

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Alberto Nevola, trainer certificato Sca e ceo di ostato Specialty Coffees, insieme a Luca Pasini, responsabile della produzione vitivinicola della società agricola Pasini San Giovanni di Raffa di Puegnago (immagine concessa)

Gianluigi Goi è un lettore nonché giornalista specialista di agricoltura affezionato a queste pagine che con la sua lunghissima esperienza e il suo punto di vista ha contribuito diverse volte proponendo contenuti sempre interessanti. Questa volta Goi parla di come il vino di qualità, in questo caso il Groppello, possa trainare il caffè, nella fattispecie il Pink Bourbon colombiano, in un rapporto sinergico per la valorizzazione dei rispettivi ambiti territoriali di origine. Leggiamo di seguito le sue considerazioni.

Il rapport tra il Pink Bourbon Coffee e il Groppello

di Gianluigi Goi

RAFFA DI PUEGNAGO (Brescia) – “Diverse sono le grammatiche (del gusto) e per questo sorbire un cappuccino a fine pasto come un dolce è un errore di grammatica alimentare italiana, ma non per una grammatica alimentare tedesca… e questo ci fa constatare quanto siano complesse le traduzioni che non riguardano soltanto le parole (ricette) ma anche, se non soprattutto, la grammatica (condizioni di uso)”.

Sono parole e concetti del professor Giovanni Ballarini – singolare figura di scienziato e umanista, per molti anni presidente dell’Accademia Italiana della Cucina, docente universitario e studioso attento e innovativo come pochi della storia e della sociologia per l’appunto della cucina intesa come insieme e momenti di preparazione e consumo di alimenti e bevande.

Si è interessato di storia, zooantropologia e alimentazione dell’uomo con particolare attenzione agli aspetti antropologici. Vastissima la produzione sia libraria che scientifica (900 referenze).  “La grammatica – sunteggiamo al massimo le sue indicazioni come fa la macchina del bar che fa percolare, premendo a tutta forza, le gocce dell’espresso – è il complesso di regole necessarie alla costruzione delle frasi e in cucina – nell’accezione da noi precisata n.d.r. – regola la costruzione di un menu, le condizioni d’uso e anche l’ora più adatta per un corretto uso di un piatto”.

La grammatica del gusto

Sono considerazioni che abbiamo ripreso dalla serie di articoli usciti in questi ultimi mesi che non a caso il professor Ballarini ha complessivamente intitolato “La cucina italiana in un cambiamento di era” e, nello specifico, “Grammatiche alimentari e nuove cucine”, pubblicate dal bollettino, per dirlo all’antica, “Georgofili Info” dell’omonima prestigiosa accademia fiorentina.

Stando così le cose, è probabile che gli sfottò non sempre eleganti rivolti da noi italiani, a volte troppo convinti dell’assiomatica superiorità delle nostre usanze quanto a cibi e bevande, nei confronti dei turisti tedeschi intenti a gustare, a fine pasto, un cappuccino ai piedi sandali Birkenstock d’ordinanza (che oggi furoreggiano e costano un botto anche da noi) e i pur sempre improponibili calzini bianchi, è probabile – dicevamo – che vadano rivisti rileggendo non solo norme grammaticali diverse ma anche la sintassi.

Questa lunga divagazione ci sembra utile per cercare di inquadrare i sommovimenti che stanno interessando tutto il mondo del caffè, a volte spiazzanti, e non sempre di facile comprensione.

Il matrimonio tra il vino e il caffè

Per dirla con Jannacci se serve attenzione e “orecchio” per ascoltare e poi capire, è altrettanto vero che si deve essere pronti ad intraprendere strade nuove pur nella consapevolezza che solo “il provando e riprovando” può testimoniare il raggiungimento di un nuovo traguardo e/o l’apertura di una nuova strada.

E’ così che il cronista – diciamo osservatore attento agli accadimenti caffeicoli che fanno tendenza che però non è un esperto in senso stretto – si è avvicinato al matrimonio, in qualche misura già “consumato”, fra vino e caffè. Almeno in questo caso che andiamo ad analizzare.

Molto semplice e d’impatto la conoscenza  fra due imprenditori – il giovane conduttore di una caffetteria  nel centro di Brescia che sa raccontare il caffè che serve nel suo locale con passione ed entusiasmo e si fa notare da chi lo ascolta e un più maturo produttore di vini gardesani di riconosciuto livello che cerca sempre la qualità anche nei momenti di consumo personali – che in pochissimo tempo, quasi “fosse scoppiata la vena” come ci ha sottolineato senza tanti fronzoli il più “vecchio” dei due, li ha portati dapprima a conoscersi e poi in tempi molto stretti ad impostare una sperimentazione che unisce il caffè al vino.

Tostato Specialty Coffees e la società agricola Pasini San Giovanni di Raffa di Puegnago

Alberto Nevola, 35 anni, terza generazione di una famiglia che da decenni sa e profuma di caffè (dalla storica torrefazione Coffea alla conduzione di diversi esercizi pubblici in città e provincia di Brescia), alle spalle esperienze nel settore caffeicolo e trainer certificato Sca, è l’anima del suo “Tostato Specialty Coffees” (specialty coffee bar e micro-roastery artigianale) aperto a Brescia  in via Fratelli Porcellaga, in pieno centro, a ridosso della piacentiniana Piazza Vittoria dove vengono celebrati i riti motoristici della Mille Miglia.

Nella sua, ipse dixit, “micro torrefazione artigianale”, Alberto Nevola utilizza una torrefattrice tedesca Giesen da 15 kg e, per le prove e le preziosità, la danese Aillio da 1 kg. Con altre tipologie di caffe, al momento in cui scriviamo, sono in vendita gli Specialty Ethiopia Daye Bensa, il Brasile Dona Nenem e, generato nel Bresciano, lo “Specialty in Barrique – Colombia Pasini San Giovanni” di cui diremo fra poco.

Il partner anagraficamente “più maturo” di Alberto Nevola è Luca Pasini, responsabile della produzione vitivinicola della società agricola Pasini San Giovanni di Raffa di Puegnago, nella Valtenesi bresciana baciata dal lago di Garda. Da sempre è terra di viti ed olivi. E di grandi vini e di oli di insospettate virtù.

san giovanni raffa
La società
agricola Pasini San Giovanni di Raffa di Puegnago (immagine concessa)

Con lui, nella società agricola familiare (terza generazione): Laura (presidente), Sara (area commerciale), Paolo (area commerciale) e presidente dello strategico consorzio vinicolo Valtenesi. Fondata nel 1958 dal nonno Andrea, l’azienda ha avuto nei figli Diego (instancabile tessitore di relazioni sociali e commerciali), Bruno (enotecnico di valore ed ispiratore di innovazioni importanti) e Giuseppe (factotum dietro le quinte) un trio affiatato che ha saputo far emergere questa azienda, convintamente aderente alla Federazione dei Vignaioli Indipendenti, nel ristretto novero dei produttori gardesani di vini d’elite.

La claritudine del vino

Una ascesa che quest’anno, merito dei giovani ormai saldamente alla guida dell’azienda, hanno visto premiata la loro “Lettera C”, un Chiaretto  – il vino Rosato simbolo della Valtenesi, ottenuto da uve di Groppello, un vitigno autoctono – con  il prestigioso riconoscimento dei “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso. Pur da molti anni abituati a muoversi ai piani alti della qualità enoica in rosa, con i “Tre Bicchieri” i Pasini ormai toccano i vertici di quella che ci piace definire, con un arcaismo latino, la “claritudine”.

Intesa come splendore, chiarezza, luminosità ma anche limpidezza e sonorità come fa questo vino tanto ammaliante quando scende nel bicchiere avvolgendone i contorni con l’eleganza di una giovane donna che volteggia, flessuosa e radiosa, nel ballo.

Il caffè Pink Bourbon e il vino Groppello

Dopo questa ampia digressione secondo noi necessaria per inquadrare la genesi non tanto di un prodotto nuovo quanto il tentativo di collegare due territorialità emblematiche geograficamente lontanissime quanto legate dal filo solidissimo di due prodotti della terra entrambi identitari dei rispettivi territori: in Colombia quella del caffè Pink Bourbon, lavato, proveniente dal Dipartimento di Huila (1.600/1.900 mslm); qui da noi, in Valtenesi, Riviera del Garda bresciano, il vino Groppello dall’omonimo vitigno autoctono. Per così dire una “fusione” di fragranze e specificità organolettiche al punto che ogni tazza può essere una conversazione.

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Il caffè tostato (immagine concessa)

Solo in apparenza semplice il metodo produttivo, con i dettagli che fanno la differenza: immissione di 10 kg di caffè verde in una barrique asciugata del Groppello precedentemente coccolato nel rovere delle foreste francesi di Allier (cedono tannini dolci e vanigliati), tostatura media, per 12/15 giorni in cantina a temperatura e umidità controllate per estrarre e incorporare il flavour del vino. A questo punto il Pink Bourbon verde che  ormai “sa di vino” è sottoposto alla tostatura. Il riposo in barrique “dona note di ciliegie sotto spirito, mandorla caramellata e crema pasticcera”.

L’estrazione con il metodo Chemex (categoria caffè filtro) indubbiamente coreografica per il cliente, prevede 15 grammi di polvere di caffè per 200 di acqua a circa 93 gradi, tempo di percolatura circa un minuto e mezzo.

estrazione caffè tostato
L’estrazione del caffè con metodo Chemex (immagine concessa)

Servizio nel classico tulipano da vino bianco. Personalmente – “sgrammaticato” quale sono nell’accezione di cui sopra del professor Ballarini, non posso permettermi giudizi – opto convintamente per il servizio “a freddo” che trovo intrigante. Merita sicuramente la frequentazione, ma va “capito”.

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Il Groppello e il Pink Bourbon colombiano (immagine concessa)

L’infuso, non mi riesce di definirlo caffè nel senso stretto che mi è abituale, è al tempo stesso elegante e complesso. Importante com’è necessita di essere accompagnato: forse meglio da un quid salato sfizioso. La cosiddetta “dolorosa”, alla cassa prevede 7 euro servito e 25 euro per la confezione da asporto da 250 grammi.

Michela Corbetta, come perito agrario, invia un’email per diventare stagista da Felmoka: occasione per l’azienda e per i giovani professionisti futuri

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Michela Corbetta sopra i sacchi di verde (foto concessa)
Michela Corbetta sopra i sacchi di verde (foto concessa)

MILANO – Michela Corbetta, giovanissima, ha già le idee chiare su quali siano le sue passioni al punto da mettersi subito in gioco professionalmente: così nasce la sua esperienza come tirocinante per la torrefazione Felmoka a Malnate (VA), della durata di due mesi mezzo.

Si è presentata subito con estrema trasparenza: “Non sono propriamente un’agronoma ma ho conseguito un diploma come perito agrario e ora sto ultimando un corso its post-diploma sulla trasformazione agroalimentare. Partiamo dal seme e affrontiamo le varie filiere agroalimentare.

Corbetta, cosa l’ha portata a interessarti all’agronomia e poi al caffè?

“Sin da piccola sono stata affascinata dall’agrotecnica. Studiando poi agraria, mi sono interessata anche a questa materia specifica e alle piante attorno a noi e che osserviamo tutti i giorni senza capirne davvero molto. Ho dei parenti che possiedono un’azienda con capre da latte e mi ricordo che, quando si andava a trovarli, trovavo appassionante proprio la trasformazione del prodotto.

Nel percorso post diploma – dopo un periodo durato un annetto in cui ho provato a fare tutt’altro, comunicazione – che ho ripreso dopo la pausa del Covid, tra le varie filiere abbiamo approfondito quella del caffè e sono rimasta folgorata da un corso tenuto principalmente dall’Accademia del Caffè di Firenze.

Mi ha conquistata tutto il mondo dietro il caffè, un chicco che deve compiere un percorso lunghissimo per poter arrivare da noi: noi consumiamo la tazzina di espresso senza conoscere minimamente il viaggio che lo ha portato al bar. La cosa che mi ha stupita di più è proprio sapere quante mani servono per raggiungere il risultato finale.”

Corbetta, come ha deciso di rivolgersi alla torrefazione Felmoka?

“Mi sono messa alla ricerca di una torrefazione, perché volevo imparare e approfondire il processo di tostatura, che non fosse troppo distante da casa mia. Mi sono presentata proponendomi per un periodo di tirocinio, inviando un’email: mi hanno invitata da loro per fare una prova di persona e… li ho convinti così. “

Durante questo periodo Corbetta ha visto e sperimentato tutto il lavoro di una torrefazione

Racconta lei stessa: “In questa mia esperienza ci siamo occupati un po’ di tutto, ma principalmente ho seguito la procedura affiancando il tostatore Michele. Poi ho studiato come bilanciare una miscela, come tostare singolarmente diversi caffè, come impacchettarli, ho lavorato anche alla parte dei marketing e infine ho collaborato con Talia per la gestione dei social. Abbiamo anche studiato diversi metodi di tostatura adattandola a diversi metodi alternativi.

La tostatura però rimane tuttora la fase che più mi piace. Abbiamo lavorato con una IMF da 120 chili e un software che ho imparato a regolare, così come ad accendere e spegnere il bruciatore. Una delle idee future potrebbe essere proprio continuare su questa via dopo aver portato a termine il percorso di studi. La cosa che mi ha colto di sorpresa, per quanto possa risultare scontato con il senno di poi, è stato scoprire empiricamente che, in base a come viene tostato il caffè o in base alle origini processate, può cambiare totalmente il sapore finale.

Prima di questa esperienza, non mi sono mai soffermata sull’effettivo funzionamento di questa industria. Tra i caffè che ho trattato, mi è rimasto impresso molto il Guatemala.”

Vorrebbe andare in piantagione? E ha mai pensato di esplorare il mondo degli specialty?

Corbetta: “Potrebbe essere una bella occasione. So che lo specialty è un prodotto interessante, ma vorrei raggiungere con la qualità del mio caffè più persone, anche quelle che non sono dentro il circuito di nicchia e per questo in futuro, dovendo diventare torrefattrice, penso che resterei legata al caffè commerciale. Questo perché credo che ogni singola persona debba poter bere un buon caffè, anche chi ha meno conoscenze. Non per
forza un caffè preso al bar deve essere cattivo, anzi. “

La Torrefazione Felmoka ha investito in una giovane risorsa, ancorché agronoma – e non barista o addetta alle comunicazioni o aspirante torrefattrice – che cosa vi ha lasciato questa esperienza e con quali motivazioni avete fatto questa scelta?

Talia Miceli e Michela Corbetta in un selfie ricordo (foto concessa)

La risposta arriva da Talia Miceli responsabile marketing e design di Felmoka: “A livello aziendale, questa esperienza ci ha fornito innanzitutto diversi spunti di riflessione. Quando si è presentata Michela, ci siamo chiesti che cosa avrebbe potuto darci una figura professionale come la sua. Abbiamo subito compreso che sarebbe stato importante aggiornarsi grazie a un contatto diretto con lei riguardo ciò che si studia a scuola adesso per strutturare prossime iniziative, in particolare quelle legate al tema della sostenibilità.

Venire a conoscenza di dettagli come il reale costo in termini di risorse idriche necessario per produrre il caffè ad esempio, ci permette di agire per ridurre questo impatto e allo stesso tempo ci fornisce maggiori conoscenze della materia prima. Un altro caso in cui la presenza di Michela si è rivelata significativa è stato quando abbiamo avuto la fortuna
di ricevere come ospite una della ragazze di IWCA dal Brasile: abbiamo colto l’occasione di degustare un po’ di caffè insieme e poter contare sulla preparazione di Michela rispetto alla produzione, ha permesso un confronto più approfondito tra due colture molto diverse che però hanno potuto parlare la stessa lingua , quella del caffè.

Michela si è dimostrata una vera e propria professionista, con il valore aggiunto di possedere ancora la mente fresca dagli studi: soltanto attraverso il nuovo si può innovare e catturare idee per migliorare il proprio modello aziendale. Abbiamo avuto altri tirocinanti in precedenza, ma a contatto con dei ragazzi che hanno dato una mano in termini di produzione, senza che però ci fosse uno scambio reciproco competenze teoriche e pratiche.

Con Michela abbiamo avviato anche una serie di contenuti per la diffusione culturale attorno alla bevanda sui social. Si è presentata a noi con coraggio e noi l’abbiamo accolta. Ode alla proattività e allo spirito di iniziativa. Torniamo ai vecchi tempi in cui il rapporto diretto tra persone funziona.”

Robusta alle stelle, arabica ai minimi sui mercati del caffè

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Il logo dell'Ice

MILANO – Prezzi dei robusta sempre a livelli stellari: il benchmark londinese è volato, lunedì 19 giugno, a nuovi massimi sospinto dalla forte domanda da parte dell’industria e dai problemi che si presentano sul fronte dell’offerta, con prospettive produttive incerte o in calo per i tre principali paesi esportatori mondiali di questa varietà: Vietnam, Brasile e Indonesia.

Nella prima seduta della settimana, il contratto per scadenza settembre dell’Ice Robusta ha chiuso infatti in rialzo di 36 dollari, a un nuovo massimo storico di 2.783 dollari per libbra. Intraday a 2.790, poco al di sotto del picco di 2.797 dollari di venerdì.

Nella seduta di ieri, martedì 20 giugno, il contratto ha terminato la giornata a 2.770 dollari, con una lieve flessione (-13 dollari), che non sembra comunque avere intaccato il trend di fondo.

New York è stata ferma lunedì per il Juneteenth, la ricorrenza che commemora la fine della schiavitù, diventata festività federale due anni fa.

La ripresa delle contrattazioni è stata segnata ieri dal proseguire delle prese di beneficio, già iniziate alla fine della settimana scorsa.

Le vendite si sono intensificate, quando i prezzi hanno violato al ribasso le medie mobili dei 100 e dei 200 giorni.

Bilancio di fine giornata: il contratto per scadenza settembre ha chiuso a 176,10 centesimi per libbra, in ribasso di 465 punti. Il front month (luglio) ha perso addirittura 745 punti terminando a 177,45 centesimi.

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DVG De Vecchi al World of coffee di Atene con Minimo, la guarnizione sottocoppa

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Minimo con scatola (immagine concessa)

CORNATE D’ADDA (Monza) – DVG De Vecchi SRL sarà presente al World of Coffee 2023 che si svolgerà dal 22 al 24 giugno presso il Metropolitan Expo di Atene. In uno stand di oltre 30 metri quadrati al padiglione 3 stand L27 sarà possibile visionare le novità introdotte da DVG nel mercato del caffè.

Con oltre 58 anni di esperienza nella progettazione e produzione di componenti e soluzioni per le macchine da caffè professionali, DVG si propone come partner solido e affidale, in grado di supportare il cliente sin dalla fase di progettazione del prodotto.

DVG De Vecchi al World of coffee di Atene

Da sempre, la competenza tecnica maturata nella produzione di componenti per i marchi storici del settore, consente alle persone di DVG di affiancare i clienti nella ricerca di nuove soluzioni od anche per aggiornare i progetti alla luce delle necessità che un mercato in forte evoluzione richiede.

Non solo progettazione

Il core business dell’azienda è legato alla produzione dei componenti per le macchine da caffè. Avvalendosi di un ufficio tecnico interno, in grado di studiare e progettare componenti, trasformando la materia grezza in un prodotto finito e funzionante, DVG si affianca ai produttori di macchine per caffè, sia professionale che Prosumer, come partner ideale.

dvg coffee
DVG De Vecchi presente al World of coffee (immagine concessa)

La conoscenza dei materiali e delle loro tecniche di lavorazione, inclusi trattamenti superficiali estetici oltre che tecnici, ha portato negli anni una crescita a tutto campo dell’azienda, concretizzando in DVG il concetto di partner solido e affidabile.

Non solo produzione

Un altro ramo molto importante del business di DVG è legato al servizio di rivendita dei ricambi per le macchine da caffè, ma non solo. Sul sito e-commerce dell’azienda sono presenti migliaia di esplosi ed immagini fotografiche di tutti i ricambi per il settore horeca.

Ricambi originali e prodotti finiti quali macinadosatori, addolcitori, accessori e tanto altro sono disponibili a stock, oppure ordinabili su richiesta. In questo secondo scenario il team DVG reperisce il componente richiesto nel minor tempo possibile.

E se il ricambio originale non è più disponibile?

Nessun problema. Quasi 60 anni di esperienza nella componentistica e nello studio dei prodotti ha creato in DVG un team tecnico in grado di fornire soluzioni alternative a quelle originali, senza compromettere la funzionalità e la sicurezza dei macchinari.

L’azienda DVG è sempre attenta alle tematiche ambientali e dove è possibile salvare una macchina da caffè dalla rottamazione, pone il suo sforzo per raggiungere l’obiettivo.

Sono disponibili migliaia di articoli gestiti a stock, ora visibile registrandosi ed effettuando il login al sito, ed altrettanti disponibili in pochissimi giorni dall’ordine. Ciò è possibile in quanto la realtà produttiva di DVG consente all’azienda di mantenere un importante stock di componenti che vengono assemblati all’interno dell’azienda stessa, su richiesta del cliente. Articoli che in parte è possibile personalizzare per creare prodotti sempre nuovi e unici.

E le novità?

DVG presenterà al Best New Product Competition la rivoluzionaria guarnizione sottocoppa per gruppi professionali e prosumer Minimo.

Questa guarnizione, realizzata unendo tra loro in modo indissolubile due componenti tecnici, l’elastomero EPDM, che conferisce resistenza alle alte temperature e morbidezza, e il Teflon, che garantisce resistenza all’usura nonché scorrevolezza, hanno dato vita ad un prodotto nuovo in questo tipo di applicazione.

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Minimo (immagine concessa)

La funzione principale della guarnizione sottocoppa Minimo è proprio quello di ridurre al minimo lo sforzo che deve essere esercitato dal barista per agganciare il portafiltro al gruppo di erogazione della macchina da caffè, ed eseguire la magia che trasforma la polvere di caffè nella bevanda più bevuta al mondo.

All’azienda piace pensare che Minimo aiuterà a preservare i polsi di tutti i baristi e le bariste, contribuendo ad erogare sempre più caffè “speciali” agli amanti di questa straordinaria bevanda. L’azienda sarà presente allo stand 3-L27.

Tra caffè e cultura: in viaggio con Giancarlo Samaritani in Colombia, il terzo produttore

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Giancarlo Samaritani (immagine concessa)

Giancarlo Samaritani, noto come “il mercante di caffè” e Silvia Minella, co-autrice della serie documentaristica, sono pronti a esplorare le terre della Colombia, il terzo produttore mondiale di caffè. Insieme porteranno alla luce la ricca tradizione caffettiera di questo paese. Leggiamo di seguito le loro considerazioni nella prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Varese News.

In viaggio con Giancarlo Samaritani in Colombia

MILANO – Siamo in procinto di partire per una nuova meta di straordinaria importanza per il mondo del caffè: la Colombia, un paese dove la coltivazione di caffè è diventata parte della tradizione popolare e che oggi occupa più di 500.000 famiglie.

Nel 1927 i contadini colombiani fondarono la Federazione Nazionale dei Coltivatori di Caffè Colombiani con la visione di cercare il benessere dei coltivatori e lo sviluppo economico e sociale, oggi si intende contribuire al raggiungimenti di obiettivi di sviluppo sostenibile e di rispetto dell’ambiente. Il paesaggio culturale del caffè della Colombia rappresenta un patrimonio dell’umanità tutelato dall’Unesco.

L’obiettivo dei nostri documentari è come sempre quello di contribuire alla divulgazione della cultura del caffè, dare un volto alle persone che traggono sostentamento dalla coltivazione di caffè ed alle loro famiglie, valorizzare l’identità geografica e culturale dei popoli.

La Colombia è il terzo produttore mondiale di caffè, rinomato per l’elevata qualità e con una grande storia da raccontare, quindi per noi una meta irrinunciabile.

Incontreremo la comunità agricola della regione del Cauca, una valle circondata dalla Cordigliera attraversata dal fiume Cauca, dove coltiva il caffè, ma anche la canna da zucchero, il cacao, e la coca.

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Evoca presente al Vending Show di Parigi con la superautomatica La Brillante di Gaggia Milano

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Evoca Group al Paris Vending Show (immagine concessa)

VALBREMBO (Bergamo) – L’evento apre i battenti a Parigi dal 21 al 23 giugno, e lo stand Evoca è al centro di un nuovo concept, che vi porta a entrare in un mondo vending dai confini ampliati e propone l’anticipazione dei principali trend del consumo fuori casa. A marchio Necta ci sono soluzioni e tecnologie originali come PureLatte, che erogano bevande a base di latte liquido; la nuova Soprano che, oltre alle eccellenti prestazioni energetiche, offre una capacità prodotti straordinaria e una estrema flessibilità di layout; l’innovativo modulo Greeny Touch che completa l’offerta per rendere più sostenibile la pausa grazie alla raccolta delle bottiglie in plastica.

Evoca al Vending Show di Parigi

A Parigi, è possibile scoprire in anteprima Opera Touch Multicup, un vero scrigno di preziose novità che anticipano quello che diventerà il nuovo standard della gamma Necta. Questo modello porta il vending in una dimensione più sostenibile, grazie all’uso di bio plastiche per alcuni elementi della porta. La nuova Palettiera Bio garantisce l’erogazione perfetta di palette anche in carta, legno o bio plastica.

La nuova funzione di Energy Saving permette inoltre di abbattere i consumi della macchina. Infine, Shapes: la nuova grafica dei pannelli composta da poligoni che combinati creano un paesaggio inedito dove innovazione, qualità e sostenibilità convivono armoniosamente.

Ma l’impegno del brand verso un vending più sostenibile non si ferma qui, altre sorprendenti soluzioni aspettano il visitatore sul nostro stand.

La proposta di Evoca va oltre il mondo della distribuzione automatica e abbraccia anche le locazioni horeca e OCS. con una serie di grandi novità a completo servizio del gusto.

Scoprirete Saeco Magic, la nuova linea premium di macchine OCS bean-to-cup a marchio Saeco che segna una svolta importante nella proposta per l’ufficio e la piccola ristorazione. All’innovativo design, che integra un ampio touch screen a colori 7’’, si abbinano caratteristiche tecniche all’avanguardia, quali un gruppo caffè professionale a camera variabile, erogatori caffè, latte e acqua in un singolo blocco, un nuovo sistema di montatura del latte: il tutto per offrire bevande tailor-made e di eccellente qualità.

Oltre a Magic, Evoca festeggia l’arrivo di Kometa, il modello superautomatico di Necta sintesi di design contemporaneo e tecnologie all’avanguardia pensate per soddisfare tutte le esigenze del mercato a tutela della qualità in tazza.

E cosa dire di Gaggia Milano? Qui il piacere di sorseggiare un espresso di qualità è una vera garanzia. Gli hotel, i catering, i coffee shop, le panetterie troveranno un partner ideale ne La Solare, ma anche e soprattutto nella nuovissima superautomatica La Brillante, un piccolo gioiello che unisce l’aroma del caffè in grani alla freschezza del latte schiumato. Per non parlare de La Dea, la piccola macchina da caffè tradizionale ora disponibile in una versione Pro con pulsanti frontali per la selezione delle bevande, connessione diretta alla rete idrica e pompa rotativa.

Tutti i prodotti Evoca si avvalgono delle soluzioni innovative e performanti a marchio Newis, come Televend Newis Edition, Coffeed e AmiClo: servizi di telemetria che vi permettono di gestire le statistiche, le ricette delle bevande, le playlist multimediali, gli aggiornamenti software e di logo, oltre a consentirvi il reboot e il reset delle macchine, interamente da remoto.

A questi si aggiunge Saeco Pro.Up, la soluzione digitale in ambito OCS per macchine Saeco di ultima generazione.

Sotto il marchio Newis rientrano anche le soluzioni di pagamento cashless. Breasy, app gratuita per dispositivi mobili che consente la selezione da remoto e i pagamenti digitali; Hi! IES la nuova piattaforma Cloud per la gestione dei dispositivi di pagamento e la raccolta dei dati statistici, entrambe supportate dal nuovo lettore Hi! PLUS, completo e flessibile.

Ma questo è solo una parte delle grandi innovazioni che è possibile trovare a Vending Show 2023, nello stand Evoca (Padiglione 3.2, C18 D23).

La scheda sintetica di Evoca Group

Evoca Group è un leader mondiale nella produzione di macchine professionali per il caffè e uno dei principali operatori internazionali nei settori horeca e OCS. Evoca commercializza i suoi prodotti attraverso più brand (Necta, Wittenborg, Saeco, Gaggia, Ducale, SGL, Newis, Cafection, Visacrem, Futurmat e Macas), ognuno con la sua identità individuale ed altamente sinergici con la missione di Evoca. Oggi Evoca conta più di 10.000 clienti in oltre 140 Paesi in tutto il mondo.

Con la sede in Italia (Valbrembo – Bergamo), Evoca è presente a livello globale con 9 siti produttivi, 6 centri di ricerca e sviluppo e ha registrato oltre 600 brevetti. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.