martedì 02 Dicembre 2025
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Mauro Cipolla: “È vero: la qualità è importante ma non scambiamo il ristorante per una caffetteria”

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Mauro Cipolla e lo chef Salvo Cravero (immagine concessa)

Mauro Cipolla è un esperto della tazzina, con 40 anni di attività nel settore anche negli Stati Uniti, a Seattle. Dall’estero all’Italia Cipolla ha visto la bevanda evolversi e adattarsi a diversi scenari e lavorazioni. Il titolare di Orlandi Passion ritorna su queste pagine esponendo la sua opinione sul caffè nel mondo della ristorazione (argomento di cui aveva già parlato precedentemente qui). Leggiamo di seguito le sue considerazioni.

L’offerta e il prezzo del caffè nella ristorazione

di Mauro Cipolla

MILANO – Partendo dal presupposto che il cibo e il caffè sono cultura antropologica, per quanto mi riguarda la proposta dell’espresso nella ristorazione non può diventare solo esclusivamente politica di marketing nella differenziazione, nella proposta innovativa del diverso o come esperienza proposta da questa o quell’associazione e esperti. Al contrario: il caffè, oltre a spiegare il suo tracciato, dovrebbe essere un’esperienza personale positiva da fare esclusivamente sul riscontro personale in tazza.

Da sempre sono convinto che esistono caffè che rispettano molto bene tutta la filiera delle piantagioni di estrema qualità senza aver alcuna bollatura da parte di nessuno se non da parte di torrefattori che lavorano con etica, passione e professionalità, e che scelgono caffè crudi di eccellenza con o senza bollino di appartenenza.

A mio modesto avviso sono i ristoratori e clienti finali che dovrebbero essere consapevoli su cosa per loro e il loro piacere costituiscono i difetti, i piaceri e e le delusioni nella degustazione.

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Lo chef Bruno Cingolani, Mauro Cipolla, Angela Mancuso e lo chef Igles Corelli (immagine concessa)

Non dobbiamo dimenticarci inoltre che siamo in Italia e non in Nord Europa o nel mondo anglosassone. Se poniamo troppa attenzione alla tracciabilità e ai piaceri non dettati dalle culture locali e dalle persone individuali si presenta un altro problema e cioè il classico “se non mi piace non lo voglio”.

Le diverse culture del caffè secondo Mauro Cipolla

Quando ci si propone ad un mercato diverso da quello che si trova nel mondo anglosassone o nord europeo, con cultura, volontà e poteri di acquisto diversi, le proposte di gusto o estrazioni basate su altri gusti, possono certamente rischiare di divenire solo novelty, temporanee e di tendenza, ottenendo il risultato che spesso sono non supportate dal mercato locale italiano.

Nella nostra bella Italia, non essendoci le piantagioni di caffè, spesso il prezzo e l’esperienza nel suo complesso non sono comprese a pieno, anche perché il tutto è pesantemente influenzato dalla cultura abituale, dal marketing e dalle condizioni legate al mondo complesso del caffè italiano e dalle abitudini giornaliere.

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Mauro Cipolla e lo chef Sabatino Lattanzi del ristorante Batì (immagine concessa)

Certo, possiamo formare, rendere le persone più consapevoli, lavorare sulle descrizioni sul linguaggio comunicativo e sulla programmazione neurolinguistica”.

Mauro Cipolla sulla formazione e i gusti dei clienti

La domanda che dovremmo porci è se le persone recepiscono di più il canale visivo e auditivo o differenze del tatto, dell’olfatto e del gusto nel canale cinestetico che ogni individuo è in grado di percepire.

Credo inoltre che mettere tanta fede a lunga scadenza di tenuta sui mercati e al concetto dei  punteggi (i quali sono comunque solo un’opinione, sebbene formata, ma pur sempre un opinione fatta a monte su presupposti di gusti e sapori dettati da un percorso formativo specifico), non sempre rispecchia i desideri degli individui.

Una riflessione approfondita sarebbe utile a comunicare che comunque questi punteggi sono dati a monte e non a valle, lì dove il caffè è bevuto e, tra l’altro, consumati dopo le diverse trasformazioni messe in atto nel bene e nel male dai torrefattori e dai baristi.

Nonostante sia importante, per me lo è sempre stata, come è possibile spiegare la tracciabilità di una miscela nel caffè espresso, la quale cambia giornalmente anche in funzione ai cambiamenti del caffè in magazzino e/o ai cambiamenti dei diversi lotti e delle diverse tostate?

E’ assolutamente impossibile comunicare la tracciabilità ad ogni tostata e miscela mentre la natura cambia e la miscela in questione giustamente è, dovrebbe essere, dinamica.

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Ennio Cannella della gelatiera caffetteria Voglia Di e Mauro Cipolla (immagine concessa)

L’unica tracciabilità che conta per me, come comunicata al pubblico, è che utilizzo nel mio caso specifico solo Arabica Eccelsa, fresca di annata, esente da difetti primari certamente, con pochissimi difetti secondari, raccolta e processata in un modo a noi consono per quello che facciamo a valle e per il risultato che vorremmo ottenere in tazza.

Si parte sempre dalla scelta di ottima materia prima, il caffè verde, per gusto e per affinità e non solo per schede tecniche e punteggi dati da terzi che nulla sanno di cosa o come lavoriamo a valle.

Credo inoltre che ad oggi, in Italia, abbiamo basato troppe nozioni legate sia al gusto spiegato come linguaggio davvero troppo simile al vino (un prodotto finito a differenza del caffè che è semilavorato e dinamico) sia al mondo esterofile, sia al prezzo, facendo riferimento allo storico delle caratteristiche sensoriali e di costo di altri Paesi e dunque di diverse culture”.

Il marketing nella comunicazione

Mauro Cipolla: “Quanto conta il marketing nella comunicazione? Può il marketing nell’ espresso nei decenni aver trasformato il caffè italiano in diversi ibridi come in diverse parti del mondo? Ovvero abbiamo portato molto lontano il caffè espresso dall’esperienza italiana dei caffè eccelsi di una volta? (i quali erano e rimangono, quando trovati, ben diversi dai caffè espressi commerciali mal prodotti da torrefattori e baristi in Italia).

Dove è nato secondo voi il caffè espresso come trasformato in diversi ibridi (torrefazione estremamente chiara; single origin piuttosto che in miscela; introduzione della Fine Robusta; incremento della grandezza della macinatura e della quantità di macinato nel porta filtro, incremento del porta filtro stesso, abbassamento della pressione del packing, ecc. )?

Ebbene la risposta è che questa tipologia di espresso ibrido ha una radice precisa ed io la conosco perché ero presente alle sue origini negli States: si tratta dell’ideologia di creare diversi ibridi di caffè espressi”.

Il caffè ibrido

Mauro Cipolla: “In pratica, il tutto iniziò in una riunione nel 1994 a Los Angeles e di seguito in altri incontri negli States con diverse persone della Sca fino ad arrivare ai primi anni 2000.

In sintesi: lo Sca aveva successo negli States, ma voleva essere più appetibile, più flessibile in natura di offerta a diversi gusti nel mondo nel caffè espresso, (oltre al caffè espresso italiano ) per così avvicinare i profili della miscela al gusto del mondo anglosassone e al piacere degli aromi che si trovavano nei soft coffee . Si voleva rendere il caffè espresso italiano meno forte, più aromatico e più facilmente estraibile.

Il risultato è che oggi esistono diverse filosofie di cosa costituisce un caffè espresso in estrazione, in gusto e in esperienza.

La domanda è, ovviamente, se in Italia questo gusto piace. Alla ristorazione italiana piace un gusto più italiano oppure un gusto del caffè espresso ibrido?

Per molti la risposta non conta molto. Alcuni dicono che il caffè non conta in Italia nella ristorazione ma io non concordo.

Perché si dividono i bar dalle caffetterie in ideologia, forse giustamente, e si segna la ristorazione invece come tutta uguale in merito al caffè, forse ingiustamente?”

La visione del ristoratore

“La verità è che il tutto dipende dalla missione del titolare sul mondo caffè e dalla tipologia di ristorante e dal posizionamento nel mercato tramite il menu del ristorante stesso. Di fatto, i caffè espressi eccelsi e l’interesse per ottimi espresso esiste nella ristorazione, la quale, in alcuni casi, include il caffè come prodotto di punta.

Dobbiamo però pensare alla ristorazione non come un sinonimo di caffetteria. Abbiamo diverse persone in azienda che chiamano centinaia di ristoratori ai fini di capire cosa accade nel mercato italiano in merito al caffè nella ristorazione.

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Patrizio Roversi, ex conduttore di Linea Verde, insieme a Mauro Cipolla (immagine concessa)

Io stesso eseguo personalmente centinaia di degustazioni ogni anno con ristoratori. Il nostro data base è molto specifico in merito a questo campo”.

Diversi punti di vista nella ristorazione

Ci sono alcuni ristoranti che l’espresso, ahi noi, continuano a offrirlo gratuitamente a fine pasto chiedendoti; “caffè o amaro?”.

Questi non credono nel creare esperienze felici nel caffè. Inoltre peccano di tatto e di educazione poiché se mi offri un qualsiasi prodotto me lo dovresti offrire di ottima fattura e non di pessima fattura: questa si chiama anche ospitalità e educazione.

Esistono quei ristoratori che non vogliono considerare alternative poiché acquistano solo dagli amici o da quelli che conoscono da sempre. Un’ottica bizzarra e molto poco professionale quando pensiamo al modo di agire di chi vuole invece sempre migliorare per la loro clientela.

E che dire di quei ristoratori che decidono di acquistare il caffè da quelli che gli portano da loro clienti, insomma un “io aiuto tè tu aiuti me”? Qui spesso la qualità nel caffè è secondaria. Contano solo gli accordi commerciali congiunti oppure l’acquistare locale e non invece la soddisfazione della clientela.

Ci sono quelli che considerano cose che reputo davvero medioevali e ridicole come una ristoratrice che mi ha detto: ” Signor Cipolla, io acquisto dal mio torrefattore da decenni. Siamo felici. Non le nego che quando venne la prima volta a trovarci vidi questo personaggio, alto, bello occhi blu e mi disse che si sarebbe imposto con il suo caffè poiché il nostro secondo lui sarebbe stato terribile”.

Risposi alla gentile signora che non ero alto, non ero bello, non avevo gli occhi blu, non mi imponevo con nessuno, ma che avrei gradito la possibilità di eseguire una degustazione comparativa in tazza ai fini di valutare se vi era spazio per migliorie per la sua clientela.

Non vi scandalizzerete se vi confermo che vi sono quelli che acquistano solo caffè industriali dai quali traggono dei vantaggi su leve esclusivamente commerciali e/o finanziarie in forma di sponsor tecnico o chissà cos’altro.

Esistono poi giornalisti e figure professionali simili che sono molto propositivi verso un brand con spesso conflitti di interessi molto chiari.

Ristorazione e caffè

Non rimarreste stupiti se vi dicessi che mi hanno chiesto di fare parte di certe situazioni, essere incluso o escluso dalla lista, il tutto dettato dalle mie considerazioni in merito al voler investire oppure no in pubblicità o simili proposte.

Credo non sareste scioccati se vi dicessi le proposte che ho ricevuto da giornalisti, tramite agenzie pubblicitarie, il tutto ai fini di aiutarmi a trovare più clienti in modo referenziale.

Concludo riportandovi quattro importanti conversazioni con la ristorazione che dice di tenerci al caffè come al cibo e al vino.

Inevitabilmente il marketing è stato discusso come elemento, ma anche la logistica e l’operatività del ristoratore in sala, l’abbinamento al cibo, e se mi permettete, dal mio punto di vista, quella che chiamo da sempre l’economia della felicità, dove le persone trovano piacere, provano, riprovano, spendono felicemente all’aldilà dei legami, dello storytelling e dei punti e punteggi.

Torniamo a rendere le persone felici non tanto con la programmazione neurolinguistica che lavora sui canali visivi, auditivi, sociali di culti e di formazione, ma soprattutto sul canale cinestesico personale dove il gusto, il tatto, l’olfatto e il piacere sono senza dubbio alcuno consapevoli diversi da persona a persona, ma sempre messi in equilibrio con i benefici che gli organi di senso del piacere di ogni uomo percepiscono in maniera differente.

Aiutiamo le persone a stare bene durante e dopo il consumo. Pensiamo a loro e non solo a noi o ai nostri moduli e format.

I ristoratori erano quattro. Il primo afferma: “Mauro, abbiamo diverse referenze. Il caffè costa da 5 a 20 euro in diverse estrazioni. Ci piace la diversità”.

Chiedo: “Ma con tutte queste referenze e il vostro piccolo volume di caffè venduti, il caffè non si invecchia distruggendo il concetto di bere un Caffè Speciale? Inoltre quanti di quelli a 20 euro ne vendete e dopo la prima volta lo riacquistano?”;

Risposta:” Mauro, alla fine per noi è marketing e i clienti vogliono le novità anche se solo fosse una volta”.

Pareri discordanti

Il secondo: “Mauro, ci siamo stancati. Non siamo una caffetteria. Siamo un ristorante. Avevamo tante referenze e tante estrazioni. Avevamo un espresso acidulo che non piaceva ai nostri clienti, ma solo ad un piccolo gruppo di persone. Togliamo tutto e torniamo ad una referenza anche perché tutte queste referenze invecchiano, hanno un costo altissimo e fare le diverse estrazioni ci porta via tempo, troppo tempo”.

Il terzo: “Mauro, il caffè non è un prodotto sul quale guadagniamo come sul vino o sul cibo. Le persone vogliono la piccola pasticceria che accompagna il caffè, non solo il caffè. È normale che se il caffè è buono è un valore aggiunto e guadagniamo sulla reputazione”.

Il quarto: “Mauro, non mi dica a chi vende il caffè perché non ci interessa. Non mi racconti le nozioni legate a punti e punteggi e menzioni su questa o quella rivista. Non ci racconti la tracciabilità sul suo caffè. Non mi racconti nulla gentilmente. Vorremmo solo degustarlo e se ci piace e troviamo una ragione sostanziale di migliorare l’esperienza del nostro caffè per rendere più appagata la nostra clientela, non le chiederò neanche il prezzo faremo uno o due ordini di prova. Se il prezzo sarà ragionevole e se i nostri clienti noteranno la differenza e saranno contenti del suo prodotto, saremo clienti oltre il periodo di prova”.

Caffè La Messicana Piacenza è stata acquisita da Italian Private Opportunities

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Sante Maiolica, ceo di Grant Thornton Financial Advisory Services (immagine concessa)

MILANO – Caffè La Messicana Piacenza è una storica torrefazione piacentina fondata nel 1957. Partita come piccolo laboratorio artigianale di lavorazione del caffè, oggi è presente in 32 Paesi del mondo, incluse aree come Nord America, Nord Africa e Asia.

La società era stata acquisita dal Fondo Assietta Private Equity, noto operatore italiano specializzato nel mid market, con l’obiettivo di sostenerne il processo di sviluppo e managerializzazione, quest’ultimo concretizzatosi con l’ingresso del ceo Massimo Zonca.

L’acquisizione di Caffè La Messicana Piacenza

Grazie al supporto di Grant Thornton Financial Advisory Services – con un team multidisciplinare guidato dal ceo Sante Maiolica, composto da: Giovanni Marino, Edoardo Craviolo, Gaia Pochettino e Francesco Lontano – era stato lanciato un beauty contest tra operatori industriali e finanziari interessati a rilevare la storica azienda.

Alla fine, la scelta è ricaduta sul progetto industriale sponsorizzato da Copernicus Wealth Management, Asset Manager svizzero guidato dal CEO Marco Boldrin, specializzato, tra le altre cose, in investimenti di Private Equity, attraverso il veicolo dedicato Italian Private Opportunities.

L’acquisizione rientra nella strategia di espansione e consolidamento da parte dell’operatore nel segmento dell’Italian beverage, facendo seguito, infatti, al precedente investimento nella società denominata Sorgenti Italiane Regionali, guidata da Mario Bisceglia, che si pone come obiettivo quello di mettere insieme delle realtà produttive nel settore beverage delle diverse Regioni d’Italia, e a cui fanno capo gli storici marchi di acque minerali: Orsini e Cerelia.

Copernicus è stata assistita da LCA Studio Legale, con un team coordinato dall’avvocato Vittorio Turinetti di Priero, con Matteo Montironi, Gianmarco Corradi e Chiara Fadda per gli aspetti legali e da Roberto Pellizzari e Thomas Yang per quelli fiscali.

La scheda sintetica di Grant Thornton

Grant Thornton è la member firm italiana di Grant Thornton International Ltd, network globale che opera da oltre 100 anni, con più di 68.000 professionisti e in oltre 140 Paesi, fornendo servizi di consulenza in area Audit, Advisory e Tax.

Con oltre 500 persone che operano in 17 sedi situate nelle principali città, Grant Thornton in Italia garantisce ai clienti una presenza costante su tutto il territorio, per un migliore e più efficace servizio. Tra i clienti rientrano piccole e medie imprese, società multinazionali, nonché società quotate e imprese familiari, operanti nei principali settori del panorama economico attuale.

Procaffè chiude il 2022 con ricavi a 37,1 milioni di euro, +25%, e consolida la presenza all’estero (57% dei ricavi)

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Gerhard Laner, amministratore delegato di Procaffè (immagine concessa)

BELLUNO – Un bilancio di esercizio che sancisce il pieno ritorno ai valori pre crisi pandemica e che permette non solo un completo recupero delle performance aziendali nelle vendite, ma anche un ulteriore rafforzamento nei mercati export rispetto agli anni di rallentamento causati dagli effetti sul mercato provocati dal Covid-19.

Procaffè chiude il 2022 in positivo

Il 2022 si è chiuso più che positivamente per la Procaffè Spa – società del solido e strutturato gruppo austriaco WEDL & Hofmann GmbH – che controlla produzione e distribuzione di caffè di cinque marchi storici quali Bristot, Breda, Vescovi, Testarossa e Deorsola.

I ricavi 2022 si sono assestati a quota 37,1 mln di euro contro i 29,6 mln euro registrati nel 2021, totalizzando così oltre +25% su base annua. Una costante ripresa delle vendite che ha riportato a livelli pre-pandemici anche il valore della marginalità operativa, permettendo all’azienda veneta di chiudere il bilancio 2022 con un ebitda di 2,6 mln di euro (erano stati 2,1 mln euro nel 2021) e a far ritrovare alla realtà la piena stabilità degli indici patrimoniali e finanziari, oltre a garantirle un’utile per 395mila euro.

Il mercato estero

Nel 2022 l’export incide per il 57% dei ricavi con un perimetro pressoché costante, dove particolare sviluppo lo hanno fatto rilevare il mercato greco – ove peraltro vi è stata nel corso del 2023 l’inaugurazione di un nuovo insediamento commerciale diretto ad Atene – il mercato tedesco il cui rafforzamento passa anche attraverso la nuova sede commerciale inaugurata nel 2022 ed il mercato rumeno, dove è stato allargato il posizionamento del prodotto nel mercato della GDO, oltre a quello già presidiato dell’horeca.

È proseguito nel 2022 il processo di espansione nel mercato statunitense, dove l’operatività della sede commerciale Usa ha permesso una crescita di circa il 45% del fatturato caratteristico rispetto a quanto registrato nel 2021, consentendo alla subsidiary il conseguimento di un risultato positivo.

Allo sviluppo dei mercati si è unita la crescita del numero dei collaboratori, che oggi sono arrivati a quota 150 a livello di gruppo Procaffè, con 25 nuovi inserimenti nel periodo 2022-23. Gli investimenti di Procaffè hanno riguardato anche il mercato italiano, all’interno del quale l’azienda si è concentrata nel rafforzamento della propria presenza nei mercati del Nord-ovest e del Trentino Alto Adige, dotandosi in quest’ultimo caso di una nuova unità locale logistica e di un hub per le manutenzioni a Bressanone.

Non è mancata la pianificazione degli investimenti anche per l’area bellunese con l’imminente acquisizione di un fabbricato limitrofo allo stabilimento produttivo a supporto dei piani di sviluppo aziendali.

“Abbiamo chiuso un anno di grande lavoro e di ottimi risultati – è il commento del cfo di Procaffè, Boris Battistella – con un rafforzamento ulteriore sul mercato estero, non tralasciando però gli investimenti per il consolidamento e per lo sviluppo di quello italiano. I primi cinque mesi del 2023 vedono le vendite salire del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso esercizio, crescendo ulteriormente nel posizionamento commerciale nel mercato della Gdo nell’area Nielsen 2, rispetto ai competitor diretti”.

Battistella continua: “La strategia di rebranding adottata nell’ultimo biennio sta sicuramente portando i suoi frutti e avremmo potuto sicuramente crescere ancora nei risultati economici se non fosse per l’incidenza dei costi di energia e materia prima, che, come azienda, abbiamo preferito in parte assorbire per evitarne la completa ricaduta sul consumatore finale”.

MUMAC Academy: ecco i corsi online Green Coffee e Brewing Foundation Sca di luglio

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Green Coffee e Brewing Foundation SCA, i prossimi corsi online di MUMAC Academy (immagine concessa)

MILANO – MUMAC Academy, centro di formazione di Gruppo Cimbali per i professionisti del caffè, pubblica il calendario dei corsi di luglio, che include due moduli diversi del Coffee Skills Program: Green Coffee Foundation e Brewing Foundation.

Green Coffee Foundation Sca – online | 17 luglio 2023

Il modulo affronta i concetti base legati al caffè verde e analizza con attenzione il lungo viaggio seguito dal chicco, partendo dalla pianta fino all’arrivo dal torrefattore: coltivazione, selezione, lavorazione, trasporto e stoccaggio. Lo scopo della formazione è comprendere e analizzare come la provenienza, le diverse lavorazioni e i difetti del caffè influiscano in modo determinante sulla resa in tazza. Il corso è dedicato a professionisti del settore, baristi, torrefattori, micro-roaster e appassionati del mondo caffè.

Brewing Foundation Sca – online | 24 luglio 2023

Modulo formativo sui metodi di estrazione alternativi all’espresso, come V60, Chemex, French Press, Siphon, Aeropress. Il corso, dedicato a professionisti e appassionati, è pensato per fornire le competenze necessarie e la conoscenza degli strumenti che consentono di preparare un ottimo caffè integrando il proprio menù caffetteria con proposte di bevande di respiro internazionale.

Entrambi i corsi sono tenuti da Davide Roveto, Ambassador di MUMAC Academy, AST e Q-Grader oltre che proprietario di Caffè Cognetti, micro-torrefazione nata nel cuore di Bari caratterizzata da una gamma di prodotti di altissima qualità. In base al tipo di corso, ogni partecipante riceverà un kit direttamente a casa per poter svolgere la parte pratica grazie al supporto del trainer in ogni passo.

È possibile iscriversi ad ogni corso cliccando qui.

La scheda sintetica di MUMAC Academy

MUMAC Academy è il centro di formazione di Gruppo Cimbali per professionisti e coffee lover. Punto di riferimento per la promozione della cultura del caffè e trend setter fin dalla sua fondazione nel 2014, MUMAC Academy ha formato più di 16.000 persone con oltre 40 moduli nell’offerta formativa e 1.500 giorni di corsi in presenza e online.

L’Accademia, infatti, supporta la crescita professionale all’interno del settore fornendo gli strumenti fondamentali per elevare le proprie competenze, migliorare l’attività e avviare la carriera di barista attraverso un’ampia varietà di corsi guidati da docenti di fama internazionale. Con un Training Centre all’avanguardia e un’esclusiva Sensory Room, MUMAC Academy offre corsi teorici e pratici sulle tecniche di preparazione e degustazione della bevanda più famosa al mondo in tutte le sue declinazioni.

Così la coffea stenophylla rivive nella Sierra Leone

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La Coffea stenophylla, con le sue caratteristiche bacche di colore nero, è una specie quasi estinta © E. Couturon, IRD

MILANO – Rinasce la coltura della coffea stenophylla, una specie che non appartiene né alla subsezione Erythrocoffea (come arabica e robusta), né alla Pachycoffea (come la c. liberica). A lungo dimenticata (tanto che se ne temeva l’estinzione), essa è stata recentemente riscoperta dal mondo del caffè per la sua potenziale resilienza al cambiamento climatico oltre che per le sue peculiarità organolettiche.

Il governo della Sierra Leone ha annunciato infatti che questa specie è stata coltivata con successo nell’ambito di un progetto pilota condotto con il supporto del trader svizzero Sucafina.

La Sierra Leone è il paese di origine della stenophylla. Ed è qui che una spedizione scientifica ha consentito, nel 2018, di riscoprire in natura degli esemplari di questo arbusto, di cui si era persa traccia da tempo.

“I risultati sono positivi, per cui riteniamo che vi siano tutte le condizioni per il rilancio di questa varietà, un tempo degustata nei caffè di Parigi e di Londra, che da decenni non veniva più venduta sui mercati” ha dichiarato il responsabile del progetto Daniel Sarmu.

La stenophylla fu commercializzata, a cavallo tra l’ottocento e il novecento, con la denominazione di Sierra Leone Highland Coffee

È un caffè considerato di eccezionale qualità anche se dal profilo organolettico molto particolare. Ed è in grado di resistere a temperature sino a 7° gradi superiori a quelle mediamente tollerate dagli arabica.

Assieme a due illustri scienziati – Jeremy Haggar, docente di agroecologia all’università di Greenwich, e Aaron Davis, Senior Research Leader ai Royal Botanic Gardens di Kew (Londra) – Sarmu è riuscito a trovare circa 300 piante selvagge di stenophylla nelle foreste della Sierra Leone.

Grazie al contributo fondamentale di Sucafina si sono ottenute nelle nursuries oltre 3 mila piantine, delle quali 1.300 sono state utilizzate per la sperimentazione sul campo.

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CDR annuncia il lancio del sistema di analisi chimiche del caffè CoffeeLab al Woc

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Il modello CDR Coffee Lab (immagine concessa)

FIRENZE – CDR annuncia il lancio di CDR CoffeeLab al Woc ad Atene, dal 22 al 24 giugno. CDR CoffeeLab è un innovativo sistema che permette di eseguire le analisi chimiche del caffè dal frutto alla tazza. Il CDR CoffeeLab sarà presente nello stand di Accademia del Caffè Espresso e in quello del Café de Honduras – IHCAFE, dove gli esperti di CDR CoffeeLab saranno disponibili per illustrare le potenzialità del sistema e analizzare alcuni caffè.

CDR CoffeeLab al Woc di Atene

Durante la fiera Woc ad Atene, i visitatori potranno conoscere l’applicazione del CDR CoffeeLab per il controllo dei processi di fermentazione, per la definizione del profilo chimico dei chicchi verdi, del caffè tostato e della bevanda.

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Il CDR CoffeeLab (immagine concessa)

“Siamo entusiasti di presentare CDR CoffeeLab alla comunità globale del caffè al prossimo World Of Coffee”, ha affermato Gabriele Casini, responsabile commerciale di CDR. “CDR CoffeeLab combina la nostra esperienza nelle analisi degli alimenti con le esigenze specifiche dell’industria del caffè, fornendo una potente e innovativa soluzione per controllare e migliorare la produzione. CDR CoffeeLab unisce i mondi del caffè dalle origini, ai torrefattori fino ad arrivare a tutti gli amanti del caffè. Il nostro è un sistema dedicato a diversi utilizzatori: produttori, enti di ricerca, di controllo e di divulgazione all’origine, traders di caffè verde, torrefattori, operatori del settore, tutti gli attori quindi che gravitano intorno al mondo del caffè e alla sua complessa filiera.”

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CDR CoffeeLab, presentazione al World of coffee ad Atene (immagine concessa)

Lo sviluppo del sistema di analisi CDR CoffeeLab ha visto la collaborazione dell’Accademia del Caffè Espresso e dell’Instituto Hondureño del Café (IHCAFE), due entità di spicco nel settore del caffè, che condividono la nostra passione per l’eccellenza.

“Il sistema di analisi CDR CoffeLab per la determinazione degli zuccheri e dell’acidità sviluppato da CDR è il futuro per il caffè”, commenta Massimo Battaglia, coffee research leader di Accademia del caffè espresso. “Per la prima volta riusciamo a gestire in maniera oggettiva la fermentazione in un contesto di qualità e sostenibilità. Avere un’indicazione numerica permette oltretutto di standardizzare la qualità da una raccolta all’altra.”

“Siamo orgogliosi di questa collaborazione con CDR FoodLab e di aver contribuito allo sviluppo di CDR CoffeeLab, perché introduce un valore oggettivo nell’assaggio del caffè” aggiunge Nora Smahelova – coffee education leader di Accademia del caffè espresso. “Questo tipo di analisi chimica ci permette di capire meglio cosa succede durante l’estrazione a livello di qualità e intensità dell’acidità di un caffè.”

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Le analisi (immagine concessa)

Con CDR CoffeLab è possibile determinare gli zuccheri, l’acidità totale come anche i singoli acidi organici: Malico, Lattico, Acetico, Citrico e gli acidi clorogenici, sia sul caffè in fermentazione sia sul caffè verde, che sul tostato e infine sulla bevanda.

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Il modello CDR CoffeeLab (immagine concessa)

L’azienda invita tutti allo stand dell’Accademia del Caffè Espresso e allo stand dell’IHCAFE durante la fiera WOC ad Atene per non perdere l’opportunità di scoprire le ultime tendenze e innovazioni nel mondo del caffè e di apprezzare il risultato della ricerca e dello sviluppo.

La scheda sintetica di CDR Foodlab

Con la sua linea di prodotti denominata CDR FoodLab, CDR è un fornitore leader di sistemi di analisi innovativi per l’industria alimentare e delle bevande. Le sue soluzioni aiutano i professionisti del settore a migliorare il controllo della qualità e a ottimizzare i processi di produzione. Con una forte attenzione alla ricerca e allo sviluppo, CDR FoodLab® continua a introdurre tecnologie innovative per soddisfare le esigenze specifiche di vari settori all’interno dell’industria alimentare e delle bevande.

La scheda sintetica dell’Accademia del caffè espresso

Sorta all’interno della vecchia fabbrica de La Marzocco, Accademia del caffè espresso è un centro culturale votato alla promozione del caffè. Accademia riunisce al suo interno: il museo aziendale La Marzocco, l’archivio storico, una piantagione di caffè indoor, laboratori di ricerca e formazione e le Officine Fratelli Bambi, una vera e propria officina meccanica dedicata alla progettazione e costruzione di macchine su misura.

World of Coffee Athens: per maggiori informazioni basta cliccare qui.

Stand Accademia del Caffè Espresso: 2-J40  /  Stand Café de Honduras – IHCAFE: 3-C10

Victoria Arduino sponsor di WBC al Woc di Atene con il macinino Mythos MY75

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Victoria Arduino sponsor ufficiale Wbc con Mythos (immagine concessa)

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – I baristi in gara per rappresentare i rispettivi Paesi al World Barista Championship 2023 lavoreranno con Mythos MY75 di Victoria Arduino. Il controllo e la precisione della macinatura offerta da Mythos supporteranno i baristi per raggiungere il loro obiettivo: diventare il WBC Champion 2023. In occasione del WBC di Atene, Mythos celebra la Grecia di oggi e di ieri con una speciale texture in cui gli elementi legati allo specialty coffee racchiudono la storia e la cultura dell’antica Grecia.

Victoria Arduino sponsor di World Barista Championship

L’esperienza offerta dalla competizione baristi si arricchisce delle attività proposte nello stand 3-J10 di Victoria Arduino che si terranno durante i tre giorni fieristici alle ore 14:30. Nello stand sarà possibile scoprire anche interessanti novità di prodotto presentate per la prima volta proprio a WOC Athens come la E1 Prima EXP e la tecnologia VIS.

Il 22 giugno alle 14:30 Victoria Arduino propone un interessante workshop di Latte art con la tecnologia Steam by Wire di Eagle One.

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Victoria Arduino presente al World of coffee di Atene (immagine concessa)

Il 23 giugno alle 14.30 si terrà l’evento “Pure Brew Mistery Box”. I mistery boxes che apriranno i concorrenti (se vuoi partecipare iscriviti al nostro stand) contengono diversi ingredienti da utilizzare per creare cocktail originali a base di Pure Brew con Black Eagle Maverick.

Il 24 giugno alle 14.30 Victoria Arduino svelerà una serie di idee interessanti per “Pure Brew Happy Hour at home” e stupire i propri ospiti con tante idee originali sia alcoliche che analcoliche a base di Pure Brew.

Ogni giorno sarà possibile vivere un’esperienza sensoriale di fronte al Mythos MY75, utilizzando delle cuffie allo stand.

Per scoprire tutti i dettagli basta cliccare qui

Per tutte le novità, cliccare sul profilo Instagram dell’azienda qui.

Fabio Dotti compete al Cup tasting del Word of Coffee il 22 giugno

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fabio dotti cup tasting
Fabio Dotti, campione italiano di Cup tasting (immagine concessa)

ATENE – Ultimi giorni di preparazione per Fabio Dotti, per la terza volta consecutiva campione italiano Cup Tasters, in vista della finale mondiale in programma ad Atene tra il 22 e il 24 giugno nell’ambito del World of Coffee presso l’Athens Metropolitan Expo. Il campione gareggerà giovedì 22 giugno alle 11.15.

Fabio Dotti alla competizione mondiale Cup tasting

Da nove anni Caffè Speciali Certificati sostiene la finale italiana di Cup tasting e finanzia la partecipazione del vincitore alla competizione mondiale, coerente con la sua mission: promuovere la cultura del caffè di qualità.

È questo infatti l’importante obiettivo del Consorzio che per primo, più di venticinque anni fa, ha scelto di puntare sull’eccellenza del caffè con procedure rigorose che assicurano uno standard qualitativo certo e dimostrabile. Grazie a ciò ha ottenuto la certificazione ISO 22005 di tracciabilità lungo tutta la filiera, dal chicco al confezionamento. E l’assaggio è un passaggio fondamentale per cogliere l’effettivo pregio del prodotto.

Dotti ha fatto tesoro dell’esperienza accumulata nelle passate edizioni e ha deciso di realizzare un impegnativo programma di allenamento mirato ad affinare i sensi, al fine di cogliere differenze anche minime tra i caffè.

Ha assaggiato e confrontato triplette di tazze (due con un caffè identico e una con un caffè diverso, come avviene in gara) con differenze tra loro minime per diversi parametri: la tostatura, il dosaggio nella composizione della bevanda, la granulometria del macinato, il diverso tempo di sviluppo in fase di tostatura e altro ancora.

“Ho anche utilizzato più soluzioni dei diversi gusti: acido, dolce e amaro – prosegue Fabio Dotti -, a loro volta declinati in più variabili. Cercherò di puntare non tanto sulla rapidità quanto sulla precisione, adattandomi comunque alle diverse situazioni che di volta in volta incontrerò. A mantenermi sempre allenato ci pensa anche il lavoro di ogni giorno, che mi vede consulente presso più torrefazioni per cui faccio controllo qualità, un ruolo che ha il suo passaggio centrale nell’assaggio”.

La finale

In una gara Cup Tasters i concorrenti si misurano con otto triplette di tazze: all’interno di ognuna devono identificare la tazzina con caratteristiche leggermente diverse dalle altre due, in una combinazione di gusto e olfatto. Vince chi identifica nel minor tempo possibile il numero più alto di tazzine “differenti”: quelle esatte hanno un bollino sul fondo che si scopre quando, conclusa la gara (il tempo massimo è di 8 minuti) il giudice alza le tazze selezionate dal concorrente.

Punti di incontro

Nel corso della tre giorni del World of Coffee chi volesse ricevere informazioni su CSC può recarsi presso gli stand di due soci, Blaser Trading e Goppion per confrontarsi e ricevere informazione sull’attività di un Consorzio che da più di 25 anni, promuove l’eccellenza e la cultura dei caffè di piantagione, garantendo una provenienza sicura e una qualità provata dei suoi prodotti, che sono dei veri specialty coffee.

Goppion Caffè festeggia quest’anno 75 anni di attività. Al suo stand E20 nel pad 3 accoglie gli ospiti con la miscela Espresso di piantagione (nel blend che già utilizzava un’origine Guatemala, ha inserito caffè del progetto sociale doña Lucero insieme a origini Etiopia e Brasile per gli arabica, e fino al 10% di robusta India Parchment) e sei singole origini: tutti caffè certificati CSC. Un posto d’onore è dedicato al caffè proposto storicamente dalla Torrefazione veneta, la miscela JBM, con caffè del Centro America e il pregiato Jamaica Blue Mountain.

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La miscela Espresso di Piantagione (immagine concessa)

Blaser Trading al pad 3 stand 3-L10, propone un’offerta di caffè completa e di alta qualità. In primo piano il Caffè Maya, in limited edition, che sull’etichetta riporta il logo del Social Project Doña Lucero: è il frutto della collaborazione in Guatemala tra CSC e la onlus Amka. La formazione tecnica e il materiale per la coltivazione distribuito alle 80 coltivatrici indigene ha permesso di ottenere un prodotto di qualità eccellente e di alto valore sociale.

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Il caffè Maya (immagine concessa)

Le torrefazioni che aderiscono a CSC sono Barbera 1870 – Messina; Blaser Café – Berna (CH); Caffè Agust – Brescia; Caffè Moreno – Casoria (NA); DiniCaffè – Firenze; Goppion Caffè – Preganziol (TV); Le Piantagioni del Caffè – Livorno; Mondicaffè C.T.&M. – Roma.

Dalla sua nascita nel 1996 lo scopo di CSC- Caffè Speciali Certificati – è promuovere la qualità e la cultura del caffè di pregio, facendo fronte comune nella realizzazione di un prodotto di qualità superiore certificata. È un impegno reso possibile dalla collaborazione tra le aziende, che hanno unito le proprie forze al fine di assicurarsi la fornitura costante di materia prima di eccellenza. I caffè CSC sono veri caffè di piantagione e si riconoscono grazie alla presenza su ogni confezione di un bollino anticontraffazione numerato. L’Associazione ha inoltre ottenuto la certificazione ISO 22005, che offre la garanzia del prodotto attraverso la tracciabilità lungo tutta la filiera, dal chicco al confezionamento.

Barista Attitude lancia la nuova macchina single boiler Pilot al Woc di Atene

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pilot barista attitude
Barista Attitude lancia la nuova Pilot (immagine concessa)

SUSEGANA (Treviso) – Barista Attitude si prepara a lanciare il nuovo gioiello di casa, la prima single boiler del brand creata per semplificare la vita del barista. Il nome Pilot è già una promessa: guidare il professionista attraverso la tempesta, verso un caffè eccellente estratto in modo facile e intuitivo.

Barista Attitude lancia Pilot

Ispirata alla guida di un capitano esperto in un mare in burrasca, Pilot è perfetta per chi sta iniziando il suo percorso da barista e vuole interfacciarsi con uno strumento di altissima qualità ma allo stesso tempo formativo e semplice nell’utilizzo. L’accesso al menu principale e a quello tecnico è ancora più facile e permette di controllare tutte le funzioni della macchina in pochi semplici gesti.

Anche la pre-infusione è un gioco da ragazzi che si può impostare direttamente sullo schermo con due opzioni che possono essere impostate per ogni dose, per ogni gruppo e che possono essere facilmente copiate da un gruppo all’altro. Una soluzione molto utile per coloro che vogliono controllare i parametri di estrazione in modo semplice ed efficace.

Pilot è caratterizzata dalla lancia a vapore anti scottamento a sbalzo Barista Attitude che offre una grande sicurezza e un facile controllo.

Inoltre il sistema Super Dry e l’elevata ergonomia delle lance garantiscono un risultato impeccabile nelle bevande a base di latte, preservandone gusto e qualità.

pilot macchina
Il retro della macchina Pilot (immagine concessa)

Durante i giorni dell’esposizione, i visitatori potranno ammirare da vicino il suo look originale conferitole dal colore esclusivo. Inoltre potranno fare un autentico viaggio nella filosofia di Barista Attitude, provando l’ebbrezza di testare la consolle dove si allenano i grandi campioni, quello della Tempesta Gara, macchina ufficiale del WBC, in utilizzo nella modalità competizione e con l’esclusiva personalizzazione pensata in occasione del campionato.

Al suo fianco, la Storm FRC e una Profilo De Castelli in edizione limitata numerata che ospiteranno diversi show per intrattenere il pubblico e spiegare le caratteristiche delle macchine.

Appuntamento dunque dal 22 al 24 giugno, all’Athens Metropolitan Expo presso la Hall 3, stand N40, per vivere un’esperienza unica nel mondo dello Specialty Coffee firmato Barista Attitude.

Vince Espresso Italiano Champion Marco Pezone

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marco pezone espresso italiano champion
Marco Pezone (immagine concessa)

LIPOMO (Como) – Si chiama Marco Pezone è di Falconara Marittima, in provincia di Ancona, ed è il vincitore dell’Espresso Italiano Champion 2023. Marco Pezone si è aggiudicato il titolo di migliore professionista in tema di espresso e cappuccino italiani. Trenta anni di età, il vincitore ha sfidato altri 11 professionisti nella competizione organizzata dall’Istituto espresso italiano (Iei) a Caffè Milani di Lipomo (Como), marchio italiano tra i soci fondatori di Iei.

Marco Pezone al primo posto dell’Espresso Italiano Champion

In un tempo di soli 11 minuti ha dovuto tarare la sua attrezzatura la Macchina Classe 20 SB Mooboiler e il macinadosatore KRYO65 on demand, entrambi targati Rancilio, e dimostrare di sapere preparare quattro espressi e quattro cappuccini. Al secondo posto della finale si è classificato Andrea Nulli di Essse Caffè, mentre al terzo posto Gabriele Sechi di Altogusto. Entrambi concorreranno insieme al vincitore alla fase internazionale della gara in programma in ottobre alla fiera Host di Milano.

Marco Pezone ha cominciato la professione di barista nel 2017, attualmente in forza al Forno Taccalite di Falconara Marittima (An), caffetteria che ha puntato sulla qualità del prodotto offerto. Ha concorso con la miscela Jolly Crema, prima miscela certificata per Espresso Italiano di Jolly Caffè.

“Penso che la figura del barista sia fondamentale per contribuire alla crescita culturale e di conoscenza dell’espresso e dei suoi derivati – ha spiegato il campione di espresso italiano – sviluppare la qualità vuol dire anche comunicare al cliente finale quello che sta dietro e dentro la tazzina”. Tradizione e progressione fanno innovazione. Questo il motto e la sfida al contempo del neo campione Marco Pezone che nel salutare i presenti alle finali ha anche aggiunto “dobbiamo cominciare a comunicare con passione e amore il prodotto al cliente finale”.

La ricetta del miglior espresso italiano

I prodotti presentati in gara hanno rispecchiato i parametri di qualità dell’Istituto Espresso Italiano (IEI): per l’espresso una tazzina con circa 25 millilitri di caffè ornato da una crema consistente e di finissima tessitura, di color nocciola, una bevanda sciropposa con aromi intensi e ricchi di note di fiori, frutta, cioccolato e pan tostato.

Per il cappuccino una crema finissima e lucida, con e con un perfetto bilanciamento di aromi del latte e del caffè.

Un premio alla professionalità e al saper fare tutto italiano. La sfida ha visto una semifinale martedì 20 giugno con 12 concorrenti e la finale il giorno successivo, con 6 baristi. Alla fase finale hanno avuto accesso i migliori professionisti qualificatisi alle selezioni interne effettuate da diverse aziende associate a Iei.

I finalisti sono stati giudicati da giudici tecnici, giudici sensoriali e giudici marketing. Questi ultimi hanno valutato la capacità dei concorrenti di comunicare e valorizzare il prodotto, i giudici tecnici la capacità di lavorare in modo professionale e quelli sensoriali hanno valuto gli espressi e i cappuccini prodotti alla cieca, cioè senza sapere chi li avesse preparati, con il metodo dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac).

“Questo premio così sentito non è soltanto per sottolineare la professionalità dei singoli partecipanti, ma soprattutto vuol essere un messaggio verso il mondo esterno e soprattutto per i più giovani riguardo a una professione che cresce e che ha sempre più bisogno di figure professionali preparate e appassionate – ha dichiarato Luigi Morello, presidente dell’Istituto Espresso Italiano (IEI) – per questo con l’Istituto continuiamo a sensibilizzare la filiera, a partire proprio dalle aziende, a promuovere iniziative di formazione, ma anche di avvicinamento alla professione del barista, come in questo caso, ma alle tante altre attività che la filiera dell’espresso italiano offre”.

L’Espresso Italiano Champion

Espresso Italiano Champion da diversi anni è la gara per i baristi che desiderano mettersi alla prova con i simboli della caffetteria italiana: espresso e cappuccino. Negli anni ha coinvolto centinaia di professionisti da una decina di paesi, sia quelli con una lunga tradizione nel caffè sia i cosiddetti nuovi mercati. La gara è aperta a tutti e si svolge con un meccanismo di selezione locale per arrivare alle semifinali e alle finali nazionali e internazionali. La fase finale dell’Espresso Italiano Champion ha visto in gara a Lipomo i baristi selezionati da Caffè Milani, Mokador, Jolly Caffè, Costadoro, Torrefazione Saturno, Essse Caffè, Altogusto, La Genovese, aziende associate all’Istituto Espresso Italiano (IEI).

La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano

L’Istituto espresso italiano (Iei), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 36 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.