martedì 02 Dicembre 2025
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Mauro Illiano: “Forniamo ai consumatori le lenti adatte a leggere la qualità del caffè”

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Mauro Illiano (immagine concessa)

Mauro Illiano, caffesperto, recensore gastronomico e autore della Guida del Camaleonte insieme ad Andrej Godina, esprime la sua opinione inerente le criticità che la bevanda dell’ espresso incontra nella percezione dei consumatori e ad alcuni problemi di fondo come, ad esempio, il mancato confronto il barista, un tempo di degustazione relativamente breve e la temperatura delle tazzine spesso sbagliata. Leggiamo di seguito le sue considerazioni.

Le criticità nell’assaggio dell’espresso

di Mauro Illiano

MILANO – “Da anni oramai assaggio costantemente caffè, in differenti angoli del mondo, con differenti tecniche di estrazione e sulla base di una vastissima quanto eterogenea base di partenza, sia dal punto di vista tecnologico che da quello professionale.

Negli anni, partendo da degustazioni itineranti in città ed arrivando a sessioni di assaggio tecniche fatte in laboratorio con tanto di protocolli ed in compagnia di assaggiatori addestrati, mi sono sempre posto l’obiettivo di rendere tutti quei saggi quanto più comprensibili e replicabili, poiché il mio obiettivo era quello di provare, testare, anticipare in un certo qual senso l’esito di ciò che poi sarebbe stato noto a tutti.

Durante questo mio lungo percorso sensoriale, che a dire il vero non ha concesso al caffè un’esclusiva, ma che anzi mi ha posto dinanzi ad una serie di pietanze e bevande anche molto diverse tra loro, ho provato più volte a costruire dei parallelismi, nella speranza di poter raccontare una data esperienza, a cui magari un pubblico era meno avvezzo, attraverso una sua simile, magari più radicata in un gruppo di individui.

Così, per spiegare i whisky torbati, ho spesso fatto riferimento ai sigari, mentre la birra è stata mia alleata nelle spiegazioni del sidro. Chiaramente, parliamo di riferimenti parziali, piccoli punti d’incontro che mi hanno permesso di stabilire un primo contatto mentale con gli interlocutori.

Quanto al caffè, invece, stante la presso che totale disinformazione diffusa su questa pianta/frutto/bevanda ho inteso condurre uno studio più approfondito, chiedendo aiuto a molti esperti di settore ed approdando a un parallelismo niente poco di meno che con il mondo del vino.

Il risultato di questa ricerca è stato tradotto in un’opera documentaristica di larga portata, ad oggi distribuita sotto forma di film in 64 Paesi del mondo. Ma non è ciò di cui mi voglio occupare oggi.

Il mio lavoro d’indagine sulle diverse bevande mi ha condotto ad un’altra riflessione inerente il caffè, ovvero che degustare caffè e comprenderne il valore è un’operazione che presenta una serie di assolute criticità. Proviamo a capire quali:

Poche informazioni rese

All’atto di assaggiare un espresso al bar, il consumatore degustatore non è messo a conoscenza di alcuna informazione. L’unica cosa che conosce o può conoscere è il brand di caffè. Non sa se sta degustando un’Arabica, una Robusta o un blend. Non sa nulla della tostatura. Non conosce le origini. Non conosce dei metodi di lavorazione. Non conosce l’annata del raccolto. Non conosce la data di tostatura. Non conosce il tempo di degasamento.

Non conosce da quanto tempo è aperto il caffè. L’elenco potrebbe essere più corposo, ma ci limitiamo ad alcune voci essenziali.

Assenza di confronto con barista

Durante la degustazione del caffè il bevitore, un po’ a causa dei flussi di lavoro del bar, un po’ a causa della poca abitudine, un po’ a causa della poca preparazione sensoriale dei baristi (salvo alcune eccezioni), non ha alcun interlocutore con cui confrontarsi. Non esiste nel bar la figura del sommelier, che assaggia e commenta i prodotti insieme ai clienti. Non esiste un consigliere che possa indirizzare su una miscela o l’altra. Non esiste una figura a garanzia della qualità della bevanda erogata se ad esempio un cliente contesta la bontà del caffè.

Tempo degustazione breve

Il poco tempo è nemico del buon operare. Il solo fatto che un espresso, essendo una bevanda da consumare calda, debba essere bevuto in 30-60 secondi, pone in una condizione critica i suoi degustatori, che hanno un tempo molto limitato per assaggiare e giudicare la bevanda.

Molte altre bevande, invece, godono di tempi di degustazione decisamente più lunghi, tali da consentire all’assaggiatore di rievocare flavori e sensazioni e mettere a fuoco man mano che la memoria gustativa sovviene

Precondizioni non ottimali

Il caffè viene consumato più volte durante la giornata, ma quasi mai in maniera dedicata. Questo spesso accompagna un piccolo spuntino dolce, o viene bevuto dopo un pranzo, senza voler parlare di chi lo abbina all’abitudine di fumare.

Insomma, tranne in rari casi, il caffè è bevuto in una condizione di compromissione sensoriale tale da non consentire una corretta valutazione di ciò che si sta bevendo. Pensiamo invece al vino, che al ristorante viene scelto prima di iniziare una cena ed arriva in degustazione già prima di ogni portata, oppure viene stappato solo per meditare, è ben diverso direi.

Tazzine spesso a temperatura sbagliata

Altra problematica del caffè è quella legata alla temperatura della tazzina. Questa può compromettere in maniera importante la validità dei dati di assaggio. In alcune caffetterie le tazzine sono letteralmente bollenti, ed il loro impatto sulle labbra è un vero shock. In altri casi le tazzine sono fredde ed il caffè appena erogato finisce per perdere temperatura rapidamente. Pochissime altre bevande incontrano questa criticità

Ricette di estrazione differenti tra baristi

Una cosa che forse non tutti sanno è che ogni barista (spesso anche all’interno dello stesso bar) ha la sua personale ricetta di estrazione. Grammi di caffè per tazza, scelta della granulometria del macinino, forza in pressione, tempo di pre-infusione, tempo di estrazione, temperatura di estrazione, maggiore o minore volume in tazza, sono tutti elementi che determinano aroma e gusto (oltre che qualità) dell’espresso.

Ebbene se pensiamo a un consumatore che vuole valutare una certa referenza di caffè, rendiamoci conto di quante variabili questi può incontrare semplicemente facendo il giro dei bar del quartiere.

Acqua diversa

Qui forse entriamo un po’ nel tecnico. Ma pur volendo rimanere sul comprensibile, bisogna ricordarsi che l’acqua rappresenta una percentuale altissima della bevanda espresso (circa il 98%). Ebbene tra fonti differenti, trattamenti a monte, maggiore o minore utilizzo di filtri, l’acqua tra un bar e l’altro può essere completamente diversa (contenuto di minerali, durezza, alcalinità, sapore, ecc.). Un consumatore non può certo sapere della differente qualità dell’acqua tra un bar e l’altro.

Differente manutenzione e perizia

Il caffè è una bevanda preparata, ovvero essa non è una bevanda da stappare e versare. Ciò segna una differenza enorme con tantissime altre bevande. La bevanda caffè non è confezionata (salvo per le bevande a base caffè da scaffale frigo).

Questa criticità fa sì che ogni singolo barista è da considerarsi un po’ come uno chef, e a seconda della sua maggiore o minore perizia e dello stato manutentivo in cui vertono i suoi strumenti, il risultato può risultare infinitamente diverso.

Sarà capitato a tutti di entrare in un bar e notare la tramoggia del macinino del caffè completamente annerita o vedere il caffè arrivare in tazza in maniera intermittente e disomogenea, ecco quelli sono esempi di qualità scadente.

Caffeina nemica delle degustazioni

Quante degustazioni di caffè vi sono giunte all’orecchio negli ultimi mesi? Forse nessuna, ma non è un caso. La gente, che consuma caffè in maniera seriale quotidianamente, lo fa in maniera distratta ed abitudinaria. Così, se li si prova ad invitare ad una degustazione di caffè in cui ci sono 3 o 4 caffè all’assaggio, spesso tendono a disertare a causa dei temuti effetti della caffeina sul loro sonno.

Eppure quelle stesse persone consumano spesso 5 o 6 caffè durante il giorno, ma lo fanno senza pensarci. Allo stesso modo, quelle persone non si pongono problemi di salute quando devono partecipare ad una degustazione di Rhum o di Whisky, in cui il tenore alcolico è spesso molto alto. Ciò ci fa capire che il caffè ha, tra gli altri, anche una criticità di fascia oraria.

Poca offerta

È incredibile pensare che in Italia ci sono oltre 1000 torrefazioni (oltre ad una serie di micro roasteries), che ognuna di esse produce da 3 ad oltre 30 referenze di caffè, eppure girando i bar di tutte le città italiane (soprattutto se si escludono le metropoli), si possono trovare spesso non oltre 6 o 7 referenze di caffè.

Il mercato del caffè è molto delineato, alcuni marchi dominano la scena in specifiche regioni o province, le referenze destinate ai bar sono quasi sempre le stesse e gli stessi bar non offrono quasi mai più di una referenza di caffè (decaffeinato a parte). In uno scenario del genere l’appassionato di caffè è scoraggiato, demotivato e poco stimolato ad assaggiare qualcosa di nuovo, vedendo negli shop on line l’unica via di fuga dalla routine

Ebbene, siamo giunti alla fine di questa piccola analisi su quelle che sembrano essere alcune criticità che il mondo dell’espresso deve affrontare ogni giorno, difficoltà fatte in parte di natura, in altra parte dipendenti dall’uomo. Sta a noi, dunque, stabilire se consegnare ai consumatori le giuste lenti per leggere la qualità del caffè, coinvolgendoli più spesso e facendo di loro un vero alleato nella ricerca del buono che esiste nel caffè”.

Lunghi sugli Arabica e corti sui robusta: ecco i consigli di Citigroup per i trader del caffè

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Il logo dell'Ice

MILANO – Lunghi sugli Arabica e corti sui robusta: è il suggerimento degli analisti di Citigroup. Secondo gli esperti della multinazionale finanziaria statunitense, l’attuale momento di mercato – con gli arabica in ribasso e i robusta ai massimi storici – offre opportunità per una tattica long/short.

Il consiglio (rivolto ai trader esperti operanti su questi mercati) è quello di comprare sul contratto per scadenza dicembre dell’Ice Arabica e vendere sulla posizione di gennaio dell’Ice Robusta, con il 19 dicembre quale data di scadenza per l’operazione.

Motivo? Lo spread tra le quotazioni delle due borse si è fortemente ridotto, per effetto del calo dei prezzi degli arabica, lo scorso mese ai minimi da gennaio, e del lievitare del contratto dei robusta, ai massimi degli ultimi 15 anni.

Il differenziale è arrivato recentemente ai 35 centesimi per libbra, scrive Citi, “molto vicino al supporto storico, di circa 22-25 centesimi”. “Ciò potrebbe essere un buon punto di entrata” aggiunge la banca ricordando che il differenziale raggiunse un record di 155 centesimi, nel febbraio del 2022.

Citi rileva che la correlazione tra arabica e robusta è stata in media, negli ultimi 10 anni del 75%. Ma nel mese trascorso si è invertita passando al -36%.

Nella terminologia di borsa due titoli (o due commodity) si dicono correlati quando il loro andamento va in senso opposto: al salire delle quotazioni dell’uno scendono quelle dell’altro. La correlazione viene indicata con un valore tra -1 (perfettamente correlati) o +1 (non correlati).

Gli analisti di Citigroup indicano però un ulteriore fattore potenziale di rischio per i trader rappresentato da possibili nuove liquidazioni sui futures degli arabica da parte dei fondi.

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BWT al Woc di Atene: serviti più di 20.000 litri di acqua ottimizzata

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Lo stand BWT al World of coffee di Atene (immagine concessa)

MILANO – Mentre il World of coffee 2023 è volto al termine, BWT riflette sulle azioni svolte sia durante i 3 giorni di fiera, sia al Barista Base Camp svoltasi nella settimana precedente alle competizioni. 15 giorni di duro lavoro, di collaborazione con partner locali e co-sponsor del World Barista Championship, di rafforzamento dei rapporti con l’organizzazione Sca.

I successi di BWT al World of Coffee di Atene

Questi gli principali obiettivi fissati dal gruppo e ampiamente raggiunti nelle ultime settimane.

Il primo successo del team internazionale BWT water+more è stata la perfetta organizzazione del Barista Base Camp, insieme al partner locale Eurogat e agli altri principali co-sponsor del WBC: Barista Attitude, Victoria Arduino, Caffetto, Alpro e Scotsman.

Nella settimana che ha preceduto le gare, oltre 40 baristi provenienti da tutto il mondo sono stati accolti presso la sede di Eurogat ad Atene, dove sono state allestite 3 postazioni di allenamento con le attrezzature ufficiali del WBC, e le stesse identiche condizioni che avrebbero poi ritrovato sul palco: acqua , macchina caffé, macinino.

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Il gruppo BWT (immagine concessa)

Un’occasione importante per provare in anticipo le proprie estrazioni e giocare con l’attrezzatura per trovare il settaggio perfetto.

BWT water+more era a disposizione per fornire una qualità dell’acqua costante, la stessa che si sarebbe trovata nella competizione.

Numerosi baristi sono stati felici di riconoscere che, nonostante la distanza, la stessa identica qualità dell’acqua trovata l’anno prima a Melbourne è stata ripetuta ad Atene, un’impresa che nessun altro produttore ad oggi è stato in grado di realizzare con tanto successo. Quindi nessun elemento di sorpresa su questo fronte, solo acqua perfetta per la migliore estrazione in tazza.

Durante i 3 giorni di fiera, il gruppo ha diviso le proprie risorse per seguire con attenzione 2 attività importanti.

Innanzitutto una forte presenza sullo stand nel padiglione 3, con l’invito ai clienti di visionare e toccare con mano l’intera gamma di prodotti ed assaggiare l’acqua ottimizzata BWT sia come acqua per il caffè che come acqua da bere. Infatti, con la sua vasta conoscenza delle tecnologie di filtrazione dell’acqua, il gruppo è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza nel settore Horeca, dalle cartucce agli speciali sistemi ad osmosi inversa BWT water+more, fino agli erogatori d’acqua.

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L’acqua ottimizzata BWT (immagine concessa)

Un’altra presenza è stata sicuramente dietro le quinte, ma per questo non meno importante. Il team di Ricerca e Sviluppo di BWT ha trasferito tutte le attrezzature per la filtrazione dell’acqua nel baskstage per fornire acqua ottimizzata per il World Barista Championship, consentendo a tutti i concorrenti di vedere chiaramente di persona l’assoluta costanza della qualità dell’acqua fornita nei 3 giorni.

Questa stessa acqua è stata inoltre fornita a tutti gli espositori di World of Coffee attraverso 2 stazioni di rifornimento situate all’interno della fiera.

Un lavoro incredibile per coprire così tante attività in modo professionale : una costante che caratterizza da sempre il gruppo BWT water+more.

Un team di esperti di alta qualità che lavorano sul campo da oltre 15 anni, in grado di fornire supporto in tutto il mondo e seguire qualsiasi sfida sull’acqua che i partner possano presentare.

Per ulteriori informazioni basta cliccare qui

1895 Coffee Designers by Lavazza con i ristoranti di famiglia tristellati Cerea per un’esperienza specialty

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Il carrellino 1895 Coffee Designers by Lavazza (immagine concessa)

MILANO – 1895 Coffee Designers by Lavazza, in linea con i valori di eccellenza, innovazione e qualità, si unisce sin dall’esordio a partner prestigiosi con cui creare sinergie uniche per regalare momenti di puro gusto. Nel mese di giugno, si consolida la collaborazione con un cliente d’eccellenza di 1895, la famiglia tristellata Cerea.

La prima location a scegliere la collezione 1895 Coffee Designers by Lavazza è stata il ristorante Da Vittorio a Brusaporto, Bergamo. Qui i clienti possono vivere l’esclusiva esperienza dell’espresso al tavolo. Il caffè diventa protagonista dell’esperienza che vivrà il consumatore attraverso un rituale unico.

1895 Coffee Designers by Lavazza e famiglia Cerea, una collaborazione stellare

L’espresso sarà infatti preparato e servito direttamente al tavolo con un innovativo metodo di estrazione. I clienti vivranno quindi un viaggio sensoriale tra le note del cioccolato, cannella e marmellata d’arancia dello specialty blend Cocoa Reloaded, o degustare il monorigine Calima, se preferiscono un aroma dolce con note di litchi e papaia.

Il ristorante DaV Milano (all’interno di Torre Allianz in City Life) e la Pasticceria Cavour a Bergamo Alta da questo mese, si aggiungono tra le mete d’eccellenza dove si potranno degustare gli specialty coffee 1895 Coffee Designers by Lavazza.

La collaborazione tra Da Vittorio e 1895 Coffee Designers by Lavazza va oltre. Proprio perché entrambe le realtà credono fortemente nell’importanza di educare il consumatore finale all’esperienza degli specialty coffee, a gennaio di quest’anno è nato Da Vittorio Academy, un progetto di formazione per i dipendenti del Gruppo che ha l’obiettivo di arricchire le competenze e la sensibilità dello staff, tra i quali raccontare e trasferire la passione per l’eccellenza di 1895 Coffee Designers by Lavazza.

Il percorso formativo creato in collaborazione con il Training Center Lavazza è composto da 7 diversi moduli certificati, appartenenti al Coffee Skill Program della Sca, Specialty Coffee Association, un’associazione che promuove la cultura del caffè e che ha creato questo programma per permettere ai professionisti del settore di conoscere l’intera filiera del caffè, dalla piantagione alla tazzina.

Il progetto è composto da sedici incontri complessivi nell’arco di un anno. Ogni modulo prevede una parte teorica nella sede di Brusaporto e lezioni pratiche presso il Lavazza Training Center a Torino, o con gli esperti coffelier nella Factory 1895 (sempre a Torino), culla e cuore pulsante del progetto 1895. Al termine di ogni modulo è previsto un esame che darà diritto alla certificazione SCA, riconosciuta in tutto il mondo.

1895 Coffee Designers by Lavazza e Gruppo Da Vittorio, due marchi prestigiosi nel mondo dell’alta gastronomia italiana, si uniscono quindi per rendere ancore più esperienziale l’accoglienza in ogni sua forma. Una sinergia unica tra due eccellenze per regalare momenti di puro gusto. Un’armonia che si traduce in massima valorizzazione di materie prime di qualità assoluta, in arrivo dalle migliori aree di produzione.

La scheda sintetica di 1895 Coffee Designers by Lavazza

1895 Coffee Designers by Lavazza è un brand nato ad ottobre del 2020 nel rispetto della grande eredità del Gruppo Lavazza. 1895 Coffee Designers by Lavazza è una storia ispirata dalla visione in cui il caffè d’eccellenza diventa un rito che esalta tutti i sensi. Un universo dove passione, artigianalità e tecnologia si intrecciano con precisione, armonia e con una particolare attenzione alla sostenibilità.

Gli elementi connaturati nella progettualità di 1895 Coffee Designers by Lavazza sono la ricerca del prodotto, proveniente dalle aree più vocate al mondo, selezionato in piccole piantagioni sostenibili dagli esperti coffee designers.

Culla e cuore pulsante del progetto è la Factory 1895 di Torino: progettata da Ralph Appelbaum Associates (RAA), studio americano già ideatore del Museo Lavazza inaugurato nel 2018 a Torino, è il luogo in cui nascono i caffè di 1895 e dove è possibile scoprire il viaggio che i chicchi compiono da terre lontane fino a diventare un’esperienza in tazza.

La collezione attualmente comprende 3 specialty blend, 3 monorigini e 1 microlotto, ognuna delle quali rappresenta al meglio l’interpretazione degli specialty coffee di 1895 by Lavazza. Il brand mira ad essere un partner per realtà di eccellenza nel settore della pasticceria, caffetteria, ristorazione e hotellerie con le quali condivide i valori di innovazione, heritage, qualità creando esperienze di puro gusto.

La scheda sintetica di Gruppo Lavazza

Lavazza, fondata a Torino nel 1895, è un’azienda italiana produttrice di caffè di proprietà dell’omonima famiglia da quattro generazioni. Il Gruppo è oggi tra i principali protagonisti nello scenario globale del caffè, con un fatturato di oltre 2,7 miliardi di euro e un portfolio di marchi leader nei mercati di riferimento come Lavazza, Carte Noire, Merrild e Kicking Horse. È attivo in tutti i segmenti di business, presente in 140 mercati, con 8 stabilimenti produttivi in 5 Paesi e circa 5.500 collaboratori in tutto il mondo.

La presenza globale è frutto di un percorso di crescita che dura da oltre 125 anni e gli oltre 30 miliardi di tazzine di caffè Lavazza prodotti all’anno sono oggi la testimonianza di una grande storia di successo, per continuare a offrire il miglior caffè possibile in qualsiasi forma, curando ogni aspetto della filiera, dalla selezione della materia prima al prodotto in tazza.

Il Gruppo Lavazza ha rivoluzionato la cultura del caffè grazie ai continui investimenti in Ricerca e Sviluppo: dall’intuizione che ha segnato il primo successo dell’impresa – la miscela di caffè – allo sviluppo di soluzioni innovative per i packaging; dal primo espresso bevuto nello Spazio alle decine di brevetti industriali sviluppati.

Un’attitudine a precorrere i tempi che si riflette anche nell’attenzione rivolta al tema della sostenibilità – economica, sociale e ambientale – considerata da sempre un riferimento per indirizzare la strategia aziendale. “Awakening a better world every morning” è il purpose del Gruppo Lavazza, che ha l’obiettivo di creare valore sostenibile per gli azionisti, i collaboratori, i consumatori e le comunità in cui opera, unendo la competitività alla responsabilità sociale e ambientale.

Il caffè, alleato dei ciclisti, riduce il deterioramento della forza durante l’attività fisica: ecco lo studio

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Un team di ricercatori brasiliani ha scoperto che la caffeina riduce il deterioramento della potenza muscolare durante l’esercizio fisico: questi sono i risultati che provengono dal test su un gruppo di ciclisti sportivi. Il legame tra il caffè e il ciclismo è ben radicato nella community italiana: basti pensare a Gruppo Cimbali che con il suo brand Faema  si è confermata anche quest’anno partner del Giro d’Italia.

Degno di nota è anche Francesco Sanapo, titolare di Ditta Artigianale, appassionato della bicicletta che ha documentato più volte sui social le sue odissee a due ruote. Menzione speciale per il tempio dell’espresso e del ciclismo Eroica Caffè che ha aperto un punto vendita a Milano due mesi fa. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Ciclismo.

I benefici del caffè nel ciclismo

MILANO – La caffeina contenuta nel tè e nel caffè è una metilxantina che si lega ai recettori che rilevano l’adenosina, un composto collegato alla fatica. Se chiedete a uno scienziato in che modo la caffeina aumenta le prestazioni sportive, vi dirà che abbassa lo sforzo percepito, facendo sembrare l’esercizio più facile in modo da spingere di più.

In un articolo pubblicato su Medicine & Science In Sports & Exercise, un gruppo di ricercatori brasiliani ha sottoposto dieci ciclisti maschi a vari test sul tempo di esaurimento dopo l’ingestione di placebo o caffeina (5mg/kg di peso corporeo, dove un espresso medio è 75mg una tazza di tè 50mg).

Sono stati monitorati l’attivazione muscolare e l’ossigeno nel sangue. In primo luogo, è emerso che la caffeina ha funzionato: il tempo di esaurimento è aumentato di circa il 14% rispetto al placebo.

In secondo luogo, la forza muscolare si è deteriorata meno con la caffeina: al punto di esaurimento per i ciclisti con placebo, la forza muscolare era diminuita del 60%, mentre i ciclisti con caffeina pedalavano con una diminuzione del 45%.

Inoltre, l’attivazione volontaria (VA, voluntary activation) dei muscoli – in pratica la forza dei segnali che il cervello invia ai muscoli – è diminuita costantemente durante i test con placebo, ma è rimasta pressoché costante durante i test con caffeina.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Il barista di casa: Massimiliano Mattone lancia la guida sul caffè

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massimiliano mattone barista
La copertina del libro Il barista di casa di Massimiliano Mattone (immagine concessa)

MILANO – Quello del caffè è un momento di pausa, un attimo di distensione tra un impegno e l’altro, quasi un rito giornaliero, e ovunque il suo consumo aumenta sempre più. Sembra che tutti lo sappiano fare, ma è davvero così semplice preparare un buon caffè? Il barista di casa è un manuale su tutto ciò che può essere utile sia agli addetti ai lavori sia a chi questa bevanda si limita a gustarla: dalla storia, alla selezione delle materie prime, alla loro conservazione, fino ad arrivare alle ricette più interessanti e particolari.

Dietro un chicco di caffè c’è molto più di quanto si possa immaginare, e la sua lavorazione è una vera e propria arte.

Massimiliano Mattone, autore del libro, afferma:

“La mia formazione ha avuto inizio presso l’Istituto Alberghiero di Cassino (FR) con sede a Sora, dove, nell’anno 2009, ho conseguito il diploma specializzato con indirizzo Tecnico dei servizi ristorativi. Dopo aver praticato il mestiere del cuoco, ho spostato la mia attenzione sul settore del banco bar.

La motivazione che mi ha spinto a cambiare è legata al fatto che la figura del barista, a differenza del cuoco, ha un contatto più diretto con il pubblico, e mi avrebbe quindi permesso di creare un rapporto più empatico e di confronto con il cliente.

Per queste ragioni, nel 2010, ho iniziato un percorso professionale presso l’Ateneo del Bartending Planetone, arrivando a conseguire tutti i corsi offerti dalla scuola nel 2016. Nello stesso anno ho partecipato alla competizione di Bar Italia Junior “Drink a base Caffè” organizzata da Bargiornale, arrivando tra i cinque finalisti italiani.

Successivamente, ho iniziato collaborazioni con società e multinazionali che si occupano di caffetteria e torrefazione, ancora oggi attive. Principalmente con loro svolgo l’attività di consulente e operatore in eventi fieristici nazionali, come Host Fiera Milano e Sigep Rimini.

Dopo una serie di eventi formativi, ho avuto un’esperienza a Londra che mi ha permesso sia di praticare a livello tecnico il lavoro del barista sia di aprire la mia mente, oltre che di apprendere dinamiche utili nell’organizzazione del lavoro e del bar management.
Tutto questo mi ha dato la spinta per fondare Barista and More, un brand con il quale mi occupo di servizi, consulenza, formazione e home-training per aziende e privati.

Credo fortemente nel concetto di “non si smette mai di imparare” e che grazie al continuo studio abbiamo la possibilità di arricchire il nostro bagaglio culturale. Per questo continuo a formare me stesso frequentando tuttora corsi e aggiornamenti”.

Bottèka – l’arte del caffè

“Nel 2019 ho partecipato alla “Rigenera Bartender Competition” ispirata all’artista Van Gogh, organizzata da Bar Tales, aggiudicandomi il primo posto con la ricetta D’Oiran.
Nel 2020, nel bel mezzo della pandemia da Covid-19, ho ideato la rubrica “60 Secondi di Formazione” sui miei canali social, dove ho condiviso informazioni utili sul mondo del bar e della caffetteria in video di 60 secondi.

Infine, ad aprile 2022 ho inaugurato “Bottèka – l’arte del caffè”, un locale che racchiude al suo interno una caffetteria e bar con drink di qualità, uno shop e un’aula di formazione professionale per baristi.

Da qui l’idea di lanciare un nuovo format, “Il barista di casa” su TikTok, dove casa sta per familiarità, così da avvicinare i giovani ad una maggior consapevolezza, conoscenza del mondo del bar e qualità dei prodotti, con l’obiettivo di far arrivare il messaggio importante che dietro la qualità si può solo generare un benessere”.

Associazione museo del caffè di Trieste: 6° e ultimo incontro dei Cenacoli con Katia Brugnolo, 06/07

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katia brugnolo trieste
Tazzina floreale di Katia Brugnolo (immagine concessa)

TRIESTE – Non poteva esserci un tema migliore e più affascinante di quello delle tazzine artistiche e d’epoca, attrazione certa per tutti i collezionisti, gli appassionati di oggetti antichi e gli amanti delle belle arti, per concludere magnificamente il Sesto ciclo (2023) dei Cenacoli del caffè organizzati dall’Associazione museo del caffè di Trieste diretta da Gianni Pistrini.

Il sesto incontro dei Cenacoli del caffè di aMDC Trieste con Katia Brugnolo

Il sesto e ultimo appuntamento del ciclo, che si terrà giovedì 6 luglio, all’Hotel Savoia Excelsior, con inizio alle ore 17.30, vedrà infatti una autentica “star” del settore, Katia Brugnolo, da lunghi anni docente d’arte, direttrice di istituzioni museali, organizzatrice di eventi e infine artista essa stessa, intrattenere i presenti con un intervento su ”Un buon caffè merita una tazzina artistica”, alla luce della sua grande esperienza e preparazione.

Katia Brugnolo è (dal 1995) docente all’Accademia di Belle Arti di Verona, alla cattedra di Storia dell’arte, pedagogia e didattica dell’arte. È stata conservatore al Museo Civico di Palazzo Ricchieri a Pordenone, di Palazzo Chiericati a Vicenza e, dal 1998, ricopre il medesimo incarico al prestigioso Museo Civico della Ceramica di Nove (Vicenza).

Ha progettato e realizzato numerose mostre di arte e ceramica antica e contemporanea, scrivendo cataloghi e libri dedicati ad artisti, ceramisti e a collezioni museali.

Ha appreso dai maestri di Nove la tecnica del decoro tradizionale, dipingendo decori floreali tradizionali o creando e adattando figurazioni astratte a oggetti ceramici in moderno design.

Sono così stati ideati ed espressi motivi decorativi che rispondono a linguaggi diversi, entrambi molto cari alla Brugnolo: da un lato la precisione del decoro tratto da tessuti di opere di Paolo Veronese (XVI sec.) e Paolo Veneziano (XIV sec.), dall’altro la pittura astratta con motivi che si ispirano ai colori e al flusso rigenerante dell’acqua e della danza.

Dopo importanti esperienze espositive, Brugnolo ha dato vita a un suo originale percorso pittorico e scultoreo, adottando rispettivamente un linguaggio astratto per grandi e piccoli dipinti su ceramica e figurativo per i volti femminili modellati in semirefrattario dipinti su terraglia, ispirati anche a personaggi storici, come Nefertiti. E’ stata invitata a Shanghai per partecipare con le sue opere alla “Teapot Exhibition”.

Termina così, al più alto livello, un ciclo dei Cenacoli che, coordinato quest’anno, con grande passione e competenza, da Nicoletta Casagrande, cultrice del mondo del caffè nonché responsabile dell’InfoLibro – centro multimediale e “Salotto del libro italiano” di Capodistria, ha visto svilupparsi, con il titolo “L’arte in tazzina: da prodotto a cultura”.

Una serie di preziosi interventi di grande levatura che hanno approfondito molto efficacemente l’influsso che la ‘nera bevanda’ ha avuto su artisti e movimenti culturali dal Settecento ai giorni nostri: da “Manifesti artistici dal profumo di caffè” (con Roberto Curci) a “Scene di conversazione veneziana nel ‘700” (con Alberto Craievich), da “L’impresa del caffè, fra i mercanti di Trieste e lo stabilimento Pedrocchi di Padova “ (Paolo Possamai) a “La vita artistica nei caffè di Trieste nella Belle Époque” (Marco Favetta), fino al particolare e intrigante laboratorio su “Acquerello al caffè e caffeomanzia” (con Francesca Valentina Salcioli) e al prossimo incontro con Katia Brugnolo.

“Un ciclo dunque di grande interesse e che ha non casualmente fatto registrare una davvero notevole partecipazione”, chiosa il soddisfatto presidente di AMDC Gianni Pistrini. “Ma le attività dall’Associazione museo del caffè ovviamente non finiscono qui – aggiunge Pistrini – e, oltre allo sforzo istituzionale e fine societario principale del nostro sodalizio, mirante alla costituzione di un vero e proprio, ampio “Museo del Caffè” da collocare in Porto Vecchio con la collaborazione delle Autorità cittadine, la AMDC – promette il Presidente – ha già in cantiere alcune interessanti “sorprese” che si manifesteranno a breve!”

L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. L’appuntamento può anche venir seguito online sul portale web dell’Associazione o tramite il profilo Facebook aMDCTrieste.

Mangiare al museo a Milano: 5 ristoranti tra gallerie e fondazioni

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Il Bacio, dipinto del pittore Francesco Hayez conservato alla Pinacoteca di Brera
Per la Giornata internazionale dei musei diverse le iniziative nei locali cardine della cultura milanese. E ora sono gli stessi musei a divenire sempre più luoghi dove l’arte incontra il cibo e ad accogliere nei loro edifici ristoranti anche di massimo livello. Ne sono un esempio il Mudec, la Fondazione Prada, il Museo delle Gallerie d’Italia con il brand Aimo e Nadia, la Pinacoteca di Brera con Caffè Fernanda e il museo del Novecento con Giacomo Arengario. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Jacopo Fontaneto pubblicato sul quotidiano La Repubblica.

La cultura incontra il cibo a Milano

MILANO – La Giornata internazionale dei musei ha dato la stura a una serie di iniziative golose che, nel weekend toccano da vicino il mondo della cultura milanese: diversi, infatti, i ristoranti e locali che propongono iniziative a tema: c’è chi, come Mannarino, fa uno sconto sul prezzo del menu a chi si presenta oggi e domani dopo una visita al museo (ovviamente con il biglietto a comprova).

Oppure chi ha studiato iniziative artistiche proprio al ristorante, come Daniel Canzian che espone al ristorante di via Castelfidardo tre pezzi unici su carta dell’artista contemporaneo JonOne con la partnership della galleria d’arte Wunderkammern.

In ogni caso, sono gli stessi musei a divenire sempre più luoghi dove l’arte incontra il cibo e ad accogliere nei loro edifici ristoranti anche di massimo livello: l’esempio più chiaro è quello di Enrico Bartolini, al Mudec, che oggi è tra i luoghi di culto dalla cucina a livello mondiale.

Ed è certamente da ricordare l’indirizzo di Andrea Aprea, che dopo i trascorsi al Park Hyatt (dove ha conquistato due stelle Michelin e dove ora c’è Guido Paternollo) ha scelto proprio la cornice di corso Venezia 52 – ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati con il suo Museo d’Arte – come sede del nuovo locale che lo vede chef patron: qui una cucina di profonda visione, con percorsi sorprendenti che mettono la materia al centro (anche con accostamenti arditi come quello tra Carnaroli ostrica, aglio orsino e pompelmo).

Ma è da diversi anni che, in (moltissimi) musei milanesi si mangia (bene) e con tracce di menu ad ampio respiro, come il caso di LùBar presso Villa Reale (via Palestro 16) che accoglie la Galleria d’Arte Moderna: qui un menu poliedrico, dove spiccano in particolare gli aromi mediterranei. E un elenco che continua con altri cinque indirizzi da non perdere.

Al Mudec con tutte le stelle di Bartolini

Delle dodici stelle Michelin che fanno Enrico Bartolini grande fra i grandi, tre sono custodite al ristorante del Museo delle Culture in via Tortona 56. Qui, l’immersione gastronomica a tutto tondo ha davvero il valore e l’impatto di un’esperienza ai massimi sistemi possibili. Piatti come la ‘capasanta arrosto in bouillabaisse, salsa verjus e semi d’olivà o lo ‘spaghettone trafilato al bronzo, anguilla affumicata e calamaretti spillò restano impressi indelebili nella memoria del gusto.

Fondazione Prada, una torre nel cielo di Milano

Ristorante Torre (Via Lorenzini 14) si trova al sesto e settimo piano dell’edificio inaugurato nel 2018 che completa la sede milanese di Fondazione Prada progettata da Rem Koolhaas con Chris van Duijn e Federico Pompignoli dello studio OMA. Al timone della cucina c’è Lorenzo Lunghi, fiorentino, con un menu che muove dalle sue radici toscane. Da menzionare anche Bar Luce, sempre nel complesso della Fondazione, concepito con il proposito di ricreare le atmosfere di un tipico caffè della vecchia Milano e pensato dal regista americano Wes Anderson, che lo ha progettato, come un luogo “per essere vissuto, con posti comodi dove sedersi, conversare, leggere, mangiare e bere”.

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Il Club Family Hotel nella riviera adriatica introduce il robot cameriere Bellabot

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Bellabot al lavoro (immagine concessa)

CESENATICO (Forlì-Cesena) – Per la stagione estiva 2023, sarà il robot Bellabot una delle principali novità negli alberghi della riviera. A proporlo è l’imprenditore Andrea Falzaresi, presidente della catena Club Family Hotel specializzata nelle vacanze all inclusive per le famiglie. Da sempre attento alle novità e a proporre il meglio ai turisti che scelgono la riviera adriatica, Falzaresi ha acquistato un robot cameriere, un ritrovato dotato di una innovativa tecnologia, che aiuterà a valorizzare il lavoro del personale alberghiero, a migliorare la soddisfazione degli ospiti e ad intrattenere i bambini e i ragazzi.

Il robot Bellabot nel Club Family Hotel

Il personale della sala ristorante sarà supportato dal robot, che aiuterà i dipendenti a portare i piatti al tavolo, ma li allevierà anche al momento di sbarazzare i tavoli quando i clienti hanno consumato i pasti. L’obiettivo è migliorare l’efficienza del servizio, dare qualcosa di nuovo ai clienti e valorizzare il lavoro dello stesso personale alberghiero, che potrà concentrarsi maggiormente sulla cura e l’attenzione verso gli ospiti.

La sicurezza e l’affidabilità del robot sono state testate accuratamente, per garantire un utilizzo in linea con gli standard di qualità e sicurezza del gruppo alberghiero.

Ma come funziona il robot Bellabot? Si tratta sostanzialmente di una macchina che si muove agilmente su ruote, la cui intelligenza artificiale è in grado di seguire un percorso stabilito dallo stesso albergatore o ristoratore.

Il cervello del robot memorizza e legge i segnali del percorso, portando le pietanze e le vivande al tavolo stabilito. È un robot personalizzabile, con una voce che può essere maschile o femminile, in grado quindi di dialogare con il pubblico, annunciando e presentando semplicemente il piatto che sta portando, ma può essere anche programmato ad esempio per cantare gli auguri ad un ospite che compie gli anni, oppure una coppia o una famiglia che festeggia una ricorrenza o un anniversario.

Un valido supporto al personale

I detrattori potrebbero storcere il naso e sollevare la questione dei robot che sostituiscono i dipendenti, ma non è così, ed il primo a spazzare ogni dubbio è lo stesso numero uno di Club Family Hotel: “Siamo entusiasti di introdurre questa tecnologia all’interno del nostro gruppo” dice Andrea Falzaresi, “ma non sostituirà il personale, perché negli hotel i dipendenti sono la principale risorsa e noi ce li teniamo molto stretti e li vogliamo trattare bene. Crediamo invece che il robot sia un valido supporto per il nostro personale e contribuirà a migliorare l’esperienza dei nostri ospiti. La soddisfazione dei turisti è al centro della nostra filosofia e continueremo a cercare soluzioni innovative per offrire servizi sempre migliori”.

Il primo esemplare di robot Bellabot è stato accompagnato all’Hotel Tosi Beach di Cesenatico, una delle tredici strutture ricettive del gruppo, dove ha già iniziato a conoscere e lavorare con i dipendenti.

Al suo fianco c’è Paolo Pieri della ditta Pieri Group di Cesena, che punta molto su questa novità: “Noi diventeremo esclusivisti per tutta la Romagna, Bologna Ferrara, San Marino e Pesaro. Il robot Bellabot è prodotto in Cina dalla Pudo Electronics e distribuito dalla Cei System. La nostra azienda da tre anni cercava questo prodotto, ma in precedenza non c’era l’azienda che potesse gestire il post vendita, mentre ora l’abbiamo trovata, così possiamo proporre il robot ai nostri oltre 6mila clienti. Oltre ad aiutare il personale nel servizio di consegna degli alimenti e di sistemazione dei tavoli, sono convinto che il robot sia una bella attrazione per i bambini, che possono interagire con Bellabot, che nella forma si ispira ad un gatto. Per mappare il salone del Tosi Beach e disegnare il percorso con relativi test, abbiamo impiegato soltanto tre ore, quindi l’installazione è relativamente semplice”.

Food Diversity: l’Italia ai primi posti in Europa per inclusività alimentare

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Food diversity, alternativa vegetariana (Armonico)

MILANO – Adottare misure di inclusività economica e food diversity è fondamentale per la crescita di un’attività commerciale: maggiore accessibilità, infatti, significa raggiungere più ampie fasce di pubblico e nuove opportunità di vendita. Ne sono convinti 6 esercenti su 10, secondo i quali ampliare e diversificare la propria offerta per andare incontro alle esigenze dei clienti porta vantaggi in termini di business. Ma non solo: rendersi accessibili e inclusivi comporta anche maggiore fidelizzazione del pubblico (secondo il 44,7% degli esercenti), aumento dei guadagni (22,8%) e sviluppo di una migliore reputazione (secondo il 18,5%).

Questo quanto emerge dall’Osservatorio sulla Inclusivity in Business Activities che SumUp – azienda leader a livello globale nella tecnologia finanziaria che serve oltre 4 milioni di small merchant in 4 nazioni (Italia, Regno Unito, Francia e Germania) – ha condotto tra gli esercenti di cui è partner.

Scopo dell’indagine è analizzare il ruolo che i commercianti, in particolare quelli del comparto horeca, attribuiscono alla diversificazione della propria offerta e quali sono i principali strumenti messi in campo per favorire i consumatori.

Tre gli ambiti in cui l’Italia si dimostra particolarmente virtuosa: inclusività economica, sostenibilità e food diversity.

Umberto Zola, growth marketing lead di SumUp commenta così i risultati del sondaggio: “L’attenzione all’inclusione è un tema sempre più centrale per micro e small merchant, anche come conseguenza di un effettivo impatto positivo che può avere sul business. Ascoltare i bisogni dei clienti e rispondere con azioni concrete premia esercenti e ristoratori, in particolare con una maggior fidelizzazione. L’attenzione alla sostenibilità, alle diversità alimentari e alla riduzione del potere d’acquisto, diventa quindi un elemento di vantaggio competitivo per le attività commerciali, e allo stesso tempo un messaggio valoriale forte.”

Secondo i dati, infatti, la maggioranza dei commercianti italiani (65%) adotta politiche commerciali atte a sostenere i consumatori a basso reddito. Tra queste: sconti (40%), promozioni (32%), e offerte per gli studenti (9,7%).

Ma promuovere un modello di business inclusivo significa anche prestare attenzione alla sostenibilità, per esempio attraverso misure anti-spreco e volte a favorire il riciclo sostenibile dei materiali di scarto. Inoltre, rispetto ai colleghi britannici, tedeschi e francesi, l’Italia spicca per l’approccio inclusivo alla ristorazione, con l’HoReCa sempre più attento a intolleranze e regimi alimentari non convenzionali come vegetariani e vegani.

Politiche anti-inflazione a sostegno dei consumatori con redditi bassi

Inclusività significa anche rendere più accessibile il costo dei beni offerti al pubblico. Per questo, il 40% dei commercianti italiani dichiara di ricorrere al mezzo dello sconto per sostenere i consumatori nella quotidianità e il 32% di adottare promozioni. Da segnalare anche che il 9,7% dei commercianti appronta scontistiche a favore degli studenti, consumatori che, tipicamente, hanno a disposizione un budget più ristretto per le proprie spese.

La sostenibilità: priorità per l’80% dei commercianti italiani

Tra i merchant italiani emerge anche l’importanza di riservare un occhio di riguardo verso la sostenibilità: l’80% la considera una delle priorità nel proprio business. L’impegno green dei commercianti si declina in varie direzioni: il 48,9%, per esempio, sceglie fornitori locali per i propri prodotti, il 44,3%, invece, applica misure anti-spreco e di riciclo come il corretto smaltimento dei rifiuti e compostaggio delle materie organiche. Secondo il 25,2% è importante rifornirsi da produttori che condividono i loro stessi valori sostenibili, il 23,5% si approvvigiona da fonti d’energia rinnovabili e si impegna a efficientare il proprio consumo energetico.

Food diversity: l’Italia ai primi posti in Europa per inclusività alimentare

Si parla di food diversity quando la proposta alimentare rispecchia le esigenze di un gruppo variegato di consumatori con necessità atipiche rispetto alla dieta onnivora dominante: per esempio, diete influenzate da motivi religiosi, intolleranze, regimi alimentari vegetariani o vegani. Guardando in particolare ai ristoratori, in Italia il 61,2% propone alternative vegane e/o vegetariane, il 60% opzioni gluten-free, il 58,8% varianti prive di lattosio. Il 40% dei merchant horeca, inoltre, dichiara di offrire ai consumatori prodotti biologici.

La scheda sintetica di SumUp

SumUp è l’azienda leader a livello mondiale nel settore della tecnologia finanziaria, con l’obiettivo di democratizzare il settore dei pagamenti digitali per i piccoli commercianti. Fondata nel 2012, SumUp è il partner finanziario di oltre 4 milioni di esercenti in più di 35 mercati nel mondo, aiutandoli ad avviare, gestire e far crescere la loro attività.

Attraverso la sua Super App, SumUp offre ai commercianti un conto e una carta aziendale gratuiti, un negozio online e una soluzione di fatturazione, oltre a pagamenti di persona e a distanza perfettamente integrati con i terminali per carte e i registratori di cassa SumUp.

Con l’intento di valorizzare il proprio successo per rendere il mondo un posto migliore, SumUp si è impegnata a donare l’1% del proprio fatturato a sostegno di cause ambientali e supporta progetti educativi e imprenditoriali a livello globale. Nel 2022 la società è stata riconosciuta come Top Global Employer per la comunità LGBTQ+ dallo Stonewall Workplace Equality Index. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.