martedì 02 Dicembre 2025
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Concluso il Vending Show a Parigi: oltre 2600 presenze con 4000 ingressi totali

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Il Vending Show a Parigi (immagine concessa)

PARIGI – La prima edizione del Vending Show – Salone della distribuzione automatica francese si è conclusa con un successo oltre ogni aspettativa, rivelandosi un appuntamento imperdibile per gli operatori del settore a livello internazionale. La Fiera, che si è svolta dal 21 al 23 giugno, ha occupato 3.000 mq del padiglione 3.2 di Porte de Versailles di Parigi.

Successo per il Vending Show a Parigi

Nel corso dei tre giorni di manifestazione, si sono registrate oltre 2.600 presenze di operatori del settore, con una stima di circa 4.000 ingressi totali. I visitatori erano per il 67% francesi e per il 33% internazionali, con una significativa presenza di professionisti provenienti da Italia, Belgio, Germania, Portogallo, Spagna, Paesi Bassi, Regno Unito, Svizzera e Turchia.

L’evento, organizzato dalla NAVSA (Associazione nazionale francese) in collaborazione con Venditalia Servizi, ha visto la partecipazione di ben 119 espositori provenienti da 18 diversi paesi, e ben 2.550 mq di spazio espositivo, 46% del quale è stato occupato da espositori internazionali.

Questo risultato qualifica Vending Show come un evento di riferimento per il vending, capace di attrarre un pubblico internazionale e di offrire una panoramica completa e dettagliata delle tecnologie e delle innovazioni del settore.

Vending Show è stato anche l’occasione perfetta per discutere sulle sfide attuali e future che attendono i professionisti del settore. Le numerose “tavole rotonde” organizzate da NAVSA con esperti di fama internazionale, hanno dato la possibilità di riflettere sulle tematiche chiave che plasmeranno il futuro della distribuzione automatica. Per ulteriori informazioni sulla fiera basta cliccare qui.

Julius Meinl presenta il global brand ambassador e pastry chef Antonio Bachour

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ll nuovo global brand ambassador di Julius Meinl Antonio Bachour (immagine concessa)

VICENZA – Julius Meinl e Antonio Bachour, una partnership guidata da valori condivisi: una profonda passione per il gusto eccezionale, una visione comune per creare momenti significativi nella vita delle persone e un forte impegno per la responsabilità sociale e ambientale.

Antonio Bachour è il global brand ambassador di Julius Meinl

Rinomato per i suoi dessert iper-creativi, Antonio Bachour ha vinto numerosi premi, è stato nominato uno dei migliori pasticceri degli Stati Uniti e ha ricevuto il premio Best Pastry Chef in the World dalla prestigiosa Best Chefs Foundation, la principale organizzazione che si occupa di premi culinari al mondo.

“Ho scelto di servire il caffè Julius Meinl, perché è un’azienda che incarna la tradizione, l’eleganza e una cultura di lunga data con responsabilità sociale e ambientale” – dichiara Antonio Bachour, entusiasta di diventare ambassador di una delle più antiche torrefazioni del mondo. – “È un marchio di fiducia con una solida reputazione che condivide i miei stessi valori, tra i quali la soddisfazione di offrire alle persone momenti di puro piacere e felicità attraverso prodotti di eccellenza. Diventare brand ambassador di Julius Meinl è quindi un piacere “.

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Razvan Talpau, amministratore delegato della Julius Meinl North America (immagine concessa)

“Siamo estremamente onorati di collaborare con un pastry chef del calibro di Antonio Bachour e di far parte dell’incessante ricerca dell’eccellenza e della straordinaria creatività che delizia i palati più esigenti” – afferma Razvan Talpau, amministratore delegato della Julius Meinl North America. – “Combinando la nostra esperienza e passione per il caffè con l’approccio innovativo di Bachour al gusto, possiamo offrire ai nostri clienti un’esperienza davvero unica. Poter collaborare con qualcuno che condivide e riconosce tutto ciò che Julius Meinl rappresenta è davvero un onore “.

Il nuovo Brand Ambassador della storica torrefazione viennese, che serve con orgoglio il caffè Julius Meinl nella sua premiata pasticceria di Miami, introdurrà quest’autunno una miscela certificata Bio & Fairtrade.

Ogni creazione straordinaria inizia con gli ingredienti migliori. La miscela The Originals Gloriette Gold di Julius Meinl incarna l’armonia perfetta tra aromi eccezionali e qualità premium, che si abbina perfettamente alle creazioni dolci di Bachour.

Nell’ambito della sua collaborazione con Julius Meinl, Antonio metterà in luce le sinergie con il brand promuovendo la partnership nei canali più importanti, sviluppando progetti speciali e ricette ad hoc, nonché partecipando ad eventi chiave come Host Milano.

La scheda sintetica di Julius Meinl

Julius Meinl è un’azienda familiare viennese di grande successo internazionale e da 160 anni è l’ambasciatrice nel mondo della cultura delle caffetterie viennesi. Il successo globale di Julius Meinl si basa su valori tradizionali: cinque generazioni di esperienza nel caffè, prodotti di qualità premium e un eccellente servizio ai clienti. Julius Meinl è ambasciatrice globale per la cultura del caffè viennese e oggi ispira le persone in tutto il mondo, proprio come facevano in passato i caffè letterari.

• Fondata nel 1862 a Vienna
• 1000 dipendenti in tutto il mondo
• Presente in più di 70 paesi in tutto il mondo: market leader in Austria e nei Paesi dell’Europa Centrale e settimo player nel mercato Ho.Re.Ca. Italiano
• Circa 40.000 clienti in tutto il mondo
• Centri di produzione a Vicenza (Italia) e a Vienna (Austria)

Riguardo Antonio Bachour

Nel corso della sua carriera, Antonio ha collaborato con hotel e pasticcerie di fama mondiale, tra cui la supervisione al St. Regis di Miami dove ha curato i dessert per i punti vendita dello chef Jean Georges, 3* Michelin, presso l’hotel. Il suo successo lo ha portato ad aprire quattro pasticcerie e a pubblicare sei libri, e ad essere considerato a livello internazionale un innovatore nel suo settore.

Iei Premium: Astoria e Wega ottengono il riconoscimento

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Jacopo Bambini, group marketing director (immagine concessa)

BRESCIA – Certificare per supportare il valore del prodotto in Italia e all’estero. E’ con questo spirito che anche Wega e Astoria hanno aderito al protocollo Iei Premium dell’Istituto espresso italiano (Iei) e ottenuto la massima attestazione di qualità dell’espresso italiano.

Wega e Astoria nella famiglia delle macchine Iei Premium

“La certificazione Iei Premium è un traguardo molto importante e prestigioso che ci permette di continuare ad inseguire la nostra visione cosmopolita, in un mix adrenalinico di gusto per la tradizione e curiosità del futuro – spiega Jacopo Bambini, Group marketing director – Siamo orgogliosi che Wega, con la macchina Urban, e Astoria, con Plus4You Advantage, entrino nella famiglia delle macchine riconosciute Iei Premium. Entrambi i modelli hanno superato i test sulla costanza della temperatura di estrazione, i test sulla pre-infusione, i test sulla produzione di vapore e infine i test sensoriali”.

Bambini continua: “In particolare, siamo orgogliosi del riconoscimento per Plus4You, una macchina che ha scritto la storia del brand Astoria e il nuovo marchio IEI Premium non può che aumentare il valore di un’azienda che ha fatto del Made in Italy il suo cuore pulsante.”

I prodotti a marchio Iei Premium

Sono due le macchine che hanno ottenuto il marchio Iei Premium. La prima è Urban, la multiboiler di casa Wega, una macchina per caffè che racchiude al suo interno tutte le tecnologie che permettono di ottenere un’ottima qualità in tazza.

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Urban (immagine concessa)

Dalla Wega Power Regulation, al Wega Power Steam, che consente l’erogazione di un vapore più secco per una migliore consistenza del latte fino al Wega Power Boost, dedicato ai momenti di lavoro intenso per mantenere le prestazioni sempre ad alto livello. Parte integrante della linea Green Line di Wega, permette di impostare lo stand by macchina e sui singoli gruppi.

Impreziosita da eleganti fianchi con led bianchi, Urban ha uno schermo capacitivo ed interattivo da 5’’, shot counter e possibilità di connettersi tramite Wi-Fi. La seconda macchina che ha ottenuto il marchio Iei Premium è Plus4You Advantage di Astoria, questo nuovo modello presenta una nuova piattaforma Astoria con circuito idraulico ed elettrico completamente riprogettato ed evoluto.

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Plus4You Advantage di Astoria (immagine concessa)

L’interfaccia è stata completamente ripensata con un display touch screen incredibilmente smart e nuovi tasti di selezione, più grandi e coordinati con le manopole vapore.

La macchina può essere inoltre dotata di una nuova lancia Autosteamer per scaldare e montare il latte in modo automatico che permette di rilevare la temperatura e regolare il livello della montatura tramite una sonda interna. Inoltre Plus4You Advantage dispone di una connettività Wi-Fi per la telemetria ed è possibile collegarla comodamente al macinadosatore.

La scheda sintetica dell’Istituto espresso italiano

L’Istituto espresso italiano (Iei), di cui fanno parte torrefattori, costruttori di macchine per caffè e macinadosatori e altre aziende della filiera, tutela e promuove la cultura dell’espresso e del cappuccino italiani di qualità. Oggi conta 36 aziende aderenti con un fatturato aggregato di circa 700 milioni di euro. Per maggiori info basta cliccare qui.

L’Antico Caffè Greco di Via Condotti chiude? Il titolare Carlo Pellegrini: “Un pericolo per tutti i locali storici italiani”

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Una tazzina d'espresso nella sale dell'Antico Caffè Greco (immagine concessa)

L’Antico Caffè Greco, una delle attività storiche più antiche del mondo, si ritrova a combattere contro uno sfratto dopo più di 260 anni di ininterrotta attività. Il proprietario delle mura, Ospedale Israelitico, ha deciso dopo circa 120 anni di non voler rinnovare il contratto. Ormai da anni Carlo Pellegrini, presidente del CdA dell’ Antico Caffè Greco srl, insieme alla sua famiglia, sta cercando di proteggere questo prezioso locale storico. Leggiamo di seguito le considerazioni di Carlo Pellegrini e l’evoluzione di questa vicenda di cui abbiamo parlato recentemente qui.

L’Antico Caffè Greco a rischio chiusura

di Carlo Pellegrini

ROMA – “Il tentativo di chiudere l’Antico Caffè Greco è una illogica ingiustizia nei confronti nostri, di tutti i cittadini romani e di tutti i visitatori che da ogni parte del Mondo amano e difendono la cultura. In più, cosa più grave, pensare che in Via Condotti 86 non ci sia più il Caffè Greco, è un pericoloso precedente che può portare alla chiusura di tanti altri locali storici italiani.

Dopo tante peripezie nella sua storia, oggi il Caffè Greco, una delle attività storiche più antiche del mondo, si ritrova a combattere contro uno sfratto assurdo, dopo più di 260 anni di ininterrotta attività. Il proprietario delle mura, Ospedale Israelitico, improvvisamente dopo circa 120 anni di rinnovi di affitto, decide di non voler rinnovare il contratto. Questo contraddicendo i vincoli ministeriali e l’Avvocatura dello Stato. Così, senza un motivo e senza giustificazioni.

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Le sale dell’Antico Caffè Greco (immagine concessa)

Per fare chiarezza ribadiamo che per proteggere il Caffè Greco dalle varie speculazioni precedenti, nel 1953 il Ministro Antonio Segni emana un Decreto Ministeriale di vincolo, che dichiara il Caffè Greco “di interesse particolarmente importante” si legge a chiare note: “…di proprietà, per la parte dell’immobile, dell’Opera Pia Ospedale Israelitico… e, per la parte dei mobili e della licenza d’esercizio, del Sig. Gubinelli Federico fu Giovanni…”

Questi furono i primi vincoli del governo italiano per questo tipo di attività e hanno fatto scuola per tutti i vincoli che sono seguiti.

Quindi i proprietari sono due:
1) Antico Caffè Greco srl: PROPRIETARIO (e non solo “gestore”) dell’azienda con tutti i suoi beni, compresi arredi storici, quadri, statue, opere d’arte
2) Ospedale Israelitico proprietario delle mura.

Chiunque può verificare nei Pubblici Registri (Conservatoria, Registro delle Imprese).

Per 120 anni sono stati via via rinnovati i contratti d’affitto. Poi, improvvisamente, i vertici dell’Ospedale Israelitico, hanno deciso, nel 2017, di non rinnovare il contratto di affitto, senza darne alcuna giustificazione, nonostante le nostre offerte per un rinnovo del contratto siano assolutamente in linea con le cifre che pagano gli immobili vicini di Via Condotti.

E allora, perché Antico Caffè Greco srl non sposta la propria azienda altrove?
Perché il Decreto Ministeriale succitato impone che il Caffè Greco deve restare lì, a Via Condotti 86.

Come ha, con molta efficacia esposto l’Avvocatura dello Stato nel suo intervento presso la Corte d’Appello, dove ha precisato la posizione del Ministero: il Caffè Greco non si sposta da via Condotti 86, questo è fuori discussione. Semmai, si dovrà decidere il “quantum”, cioè un giusto canone, un giusto indennizzo che la società proprietaria dell’Azienda, Antico Caffé Greco srl, pagherà all’Ospedale Israelitico.

Ed è così, nonostante la Corte d’Appello abbia energicamente invitato le parti a trovare un accordo, e nonostante la costruttiva mediazione del Sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, i proprietari delle mura sono un vero e proprio “muro di gomma”.

Da anni stiamo portando avanti, insieme alla mia famiglia, una battaglia di civiltà per salvaguardare un angolo magico di Roma, una nicchia che profuma di libri, di caffè e di carrozze dal 1760. Parlo del più antico caffè culturale della Capitale, fondato da un certo Nicola della Maddalena, levantino, probabilmente della costa anatolica, storicamente legata alla civiltà greca.

È da qui che prende il nome di Caffè Greco. Non vogliamo che nessuno sia insensibile al richiamo che un Convivio Culturale come il nostro riveste soprattutto oggi nell’era dei social che tendono a cancellarne la memoria.

Resistere oggi è una missione civica. Il Caffè Greco svolge da quasi tre secoli esattamente la stessa funzione culturale, consolidatasi nel periodo Romantico. Arricchito nei secoli con arredi, opere d’arte e cimeli storici, gli stessi arredi, gli stessi quadri, gli stessi cimeli che oggi stupiscono i visitatori da tutto il mondo.

“Tutto vincolato. Anche e soprattutto l’attività ivi svolta, come chiaramente enunciato dal contenuto dei due Decreti Ministeriali, del 1953 e 1954, e come ribadito dalle sentenze recenti, e soprattutto dal Ministero per tramite dell’Avvocatura dello Stato.  Questi ambienti hanno avuto il privilegio di assistere agli incontri ed ai dibattiti di scrittori e artisti di tutto il mondo che hanno fatto la storia.

E le testimonianze della loro presenza si arricchiscono fino ai nostri giorni. È degli ultimi anni, infatti, la testimonianza della presenza al Caffè Greco della scrittrice e filosofa Spagnola Maria Zambrano, e del premio Nobel per la letteratura Polacco, Czeslaw Milosz. Si aggiungono quindi, anche oggi, nuovi compagni di viaggio, insieme ai Gogol, Goethe, Andersen, Shelley, Keats, Mascagni ed al lunghissimo elenco, dove spicca il gettonatissimo Buffalo Bill.

Non possiamo distruggere con un colpo di spugna questa testimonianza dal valore inestimabile.

La nostra attività, dunque, non è quella dei semplici proprietari/gestori di un pubblico esercizio, ma è anche e soprattutto quella di provare a trasmettere l’amore per la discussione, la socialità, quella di tramandare un modo di essere, di incontrare, di pensare, quella di promuovere cultura. Siamo sì i proprietari di questa meravigliosa azienda, ma ne siamo prima ancora i custodi.

Custodi di un patrimonio che, moralmente, appartiene ad ogni cittadino, ogni visitatore che, gratuitamente, può ammirare le oltre trecento opere d’arte e, soprattutto, respirare un’atmosfera che si perpetua da secoli, e che si arricchisce nel tempo di nuove esperienze, di nuova linfa vitale, come la recente adesione del Caffè Greco alla Giornata Mondiale della Poesia, o la ormai decennale presenza del convivio del Gruppo dei Romanisti, che conta nelle proprie fila eminenti rappresentanti della cultura che ama Roma.

Tale consolidata e secolare notorietà, che trae origine dal Grand Tour, si è oggi evoluta nell’interminabile flusso di turisti, che vengono a visitare il Caffè Greco, potendo godere dell’aura iconica degli arredi, delle testimonianze e delle opere d’arte, delle consuetudini, di un luogo d’incontro, ininterrottamente presente da secoli, con tutto il suo portato  immateriale, culturale, umano.

Potranno anche gustare prodotti tradizionali della pasticceria italiana, portando con sé un souvenir – la famosa tazzina decorata in arancione, nero ed oro, conosciuta in tutto il mondo”.

Ristoranti e pagamenti digitali: le transazioni crescono +44,4% nel 2023

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SumUp Air contactless (immagine concessa)

MILANO – Crescono i pagamenti digitali nel settore della ristorazione: nel 2023, primo anno “Covid free”, le transazioni sono aumentate del 44,4% rispetto all’anno precedente. Si abbassa anche il valore dello scontrino medio cashless in tutta Italia: 23,4 euro, -7,6% rispetto al 2022.

In testa alle province con la crescita più elevata di transazioni senza contanti c’è Modena (+82,2%), seguita da Ancona (+54,1%) e L’Aquila (+51,7%). Oristano registra invece lo scontrino digitale più basso (15,5 euro in media), Aosta il più alto (38,5 euro). Belluno è la provincia in cui il ticket medio cashless è sceso di più (-31%), mentre Isernia, in controtendenza, è il territorio con l’aumento maggiore (+16,4%).

La crescita dei pagamenti digitali nella ristorazione

Sono alcuni dei dati che emergono dall’Osservatorio caffè e ristoranti cashless 2023 di SumUp, fintech attiva nel settore dei pagamenti digitali con soluzioni innovative per business di ogni dimensione, che analizza i dati 2023 relativi alle transazioni cashless per fornire un quadro dei trend di pagamento nel settore della ristorazione nelle diverse province italiane.

pagamenti digitali ristoranti
Pagamenti digitali al ristorante (immagine concessa)

Umberto Zola, growth marketing lead di SumUp: “Anche nel 2023, il primo anno senza restrizioni dovute alla pandemia, le transazioni cashless nei caffè e ristoranti continuano a crescere significativamente in tutto il territorio nazionale, a dimostrazione di quanto esercenti e consumatori siano ormai a loro agio con queste modalità di pagamento. Nonostante il trend positivo, in una minoranza consistente di territori il ticket medio tende a crescere o a restare stabile da un anno all’altro: segno che in alcune aree l’abitudine al contante è ancora radicata”.

Zola continua: “Non bisogna dimenticare che il contante ha dei costi in termini di sicurezza, di complessità e di attrattività del business che l’uso di strumenti digitali consente di abbattere: dal rischio di ricevere banconote false, ai costi per mettere in sicurezza il punto vendita, fino alla difficoltà di depositare il denaro a causa della progressiva diminuzione delle filiali bancarie sul territorio. Inoltre, anche in vista di un’estate 2023 in cui si prevede l’arrivo di numerosi turisti internazionali abituati a pagare qualsiasi importo con carta, proporre soluzioni digitali aiuta i ristoratori a rispondere alle esigenze di una fetta crescente di potenziali clienti”.

Le province che nel 2023 registrano la crescita più alta di transazioni digitali sono Modena (+82,2%), Ancona (+54,1%) e L’Aquila (+51,7%). Al quarto posto della classifica c’è Biella (+50,8%), al quinto Piacenza (+49,9%), al sesto Varese (+46,9%). Dopo Rieti (+46,2%), chiudono la Top 10 Prato (+44,7%), Lucca (+43,2%) e Venezia (+42,6%).

Dopo Oristano, per trovare gli scontrini medi cashless più bassi occorre recarsi a Modena (19,6 euro), mentre l’ultimo gradino del podio è occupato da Prato, Ancona e Cagliari, tutte con un ticket medio digitale di 20,2 euro. Scorrendo la classifica, troviamo Bologna (20,6 euro), Milano (20,9 euro), Lodi e Genova (entrambe 21,5 euro) e Livorno (22 euro).

Dove scende e dove sale di più lo scontrino digitale – L’Osservatorio di SumUp ha analizzato anche le province dove il calo del ticket medio digitale è più evidente. In cima si posiziona Belluno, con una flessione del 31% rispetto al 2022, seguita da Ancona (-24,9%), Parma (-23,5%), Prato (-21,2%) e Modena (-18,3%). Dall’altro lato della classifica è Isernia la provincia in cui, invece, il ticket medio è aumentato maggiormente (+16,4%), seguita da Bolzano (+9,1%), Messina (+3,6%), Catanzaro (+3,1%) e Potenza (+1,4%).

La scheda sintetica di SumUp

SumUp è l’azienda leader a livello mondiale nel settore della tecnologia finanziaria, con l’obiettivo di democratizzare il settore dei pagamenti digitali per i piccoli commercianti. Fondata nel 2012, SumUp è il partner finanziario di oltre 4 milioni di esercenti in più di 35 mercati nel mondo, aiutandoli ad avviare, gestire e far crescere la loro attività.

Attraverso la sua Super App, SumUp offre ai commercianti un conto e una carta aziendale gratuiti, un negozio online e una soluzione di fatturazione, oltre a pagamenti di persona e a distanza perfettamente integrati con i terminali per carte e i registratori di cassa SumUp.

Con l’intento di valorizzare il proprio successo per rendere il mondo un posto migliore, SumUp si è impegnata a donare l’1% del proprio fatturato a sostegno di cause ambientali e supporta progetti educativi e imprenditoriali a livello globale. Nel 2022 la società è stata riconosciuta come Top Global Employer per la comunità LGBTQ+ dallo Stonewall Workplace Equality Index. Per maggiori informazioni basta cliccare qui.

In viaggio col mercante: Giancarlo Samaritani e Silvia Minelli in Colombia

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In viaggio col mercante: tappa in Colombia (immagine concessa)

COLOMBIA – L’avventura in Colombia di Giancarlo Samaritani e Silvia Minella, co-autori e protagonisti del format televisivo In viaggio col mercante è iniziata. La prima tappa in Amazzonia Colombiana inizia navigando sul mitico Rio delle Amazzoni partendo dal porto di Leticia, città di frontiera tra Brasile e Perù, “per inoltrarci nella selvaggia foresta amazzonica.”

In viaggio col mercante: tappa in Colombia

Ma come sempre l’obiettivo di Samaritani è quello di incontrare le comunità rurali che si dedicano alla coltivazione del caffè.

“Ci siamo così spostati nella regione del Cauca, nel sud del paese, dove con il supporto della Federacion Nazional de Cafeteros de Colombia ed in particolare con il Comité de Cafeteros del Cauca abbiamo potuto incontrare il gruppo de Mujeres Cafeteras de Pescador, nel Municipio di Caldono nel Cauca le quali ci hanno accolto con entusiasmo ed abbiamo condiviso la loro quotidianità, ci hanno raccontato le loro storie, le esperienze del loro lavoro comunitario, l’impegno per ottenere la qualità e la loro decisione di fare del caffè il mezzo per ottenere il loro benessere personale e familiare”.

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Il caffè in Colombia (immagine concessa)

Nel documentario verranno raccontate le loro interessanti storie. Inoltre, nella riserva indigena La Bonanza insieme alla famiglia Velasco Tunubalà, si è conosciuto il modo in cui i popoli indigeni fanno del caffè il prodotto che li accompagna a tessere i loro sogni ed a costruire spazi di vita e resistenza.

Se la vista è sedotta dagli aspri dirupi, dai fiumi che scendono impetuosi sui ripidi pendii, l’emozione maggiore è data dai suoi abitanti, coraggiosi e lavoratori, con uno sguardo profondo, che conservano la forza della loro tradizione di fronte alle avversità moderne. Nonostante l’iniziale timidezza, accolgono con generosa ospitalità che permette di creare uno scambio benefico tra due culture ben distinte.

Trieste Coffee Experts: la Ministra Consigliera della Costa Rica Tamara Andrea Gómez Marín a supporto

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La Ministra Consigliera della Costa Rica Tamara Gómez Marín (immagine concessa)

TRIESTE – Manca sempre meno al Trieste Coffee Experts, l’esclusivo evento organizzato dalla Bazzara e dedicato all’universo del caffè. Durante le due giornate si parlerà dell’avvenire del comparto e non mancheranno riflessioni e gradevoli sorprese. Per ogni edizione, infatti, l’evento dedica un particolare focus ad uno dei tanti paesi che si contraddistinguono, grazie al loro impegno e al loro particolate territorio, per l’importante lavoro svolto e le tante coltivazioni del nero elisir.

Nel 2019, per l’ultima edizione del TCE, era stata protagonista la Colombia con lo speech dell’illustrissimo Ambasciatore della Colombia in Italia, la Dottoressa Gloria Isabel Ramirez, con l’intervento “Colombia, sviluppo tra produttività sostenibile e qualità del caffè”, durante il quale è stato illustrato il quadro storico e attuale della Colombia caffeicola, sotto il profilo dell’innalzamento della qualità del caffè negli ultimi anni.

Il Costa Rica protagonista al Trieste Coffee Experts

Quest’anno, la nuova e attesa edizione, vedrà invece protagonista il Costa Rica, altro paese molto importante per la coltivazione del caffè. La caffeicoltura nella Costa Rica ha infatti svolto un ruolo fondamentale nella storia del paese e continua ancora oggi ad essere una voce importante per l’economia nazionale. Si ricorda inoltre che la Costa Rica è un paese particolarmente attento alla sostenibilità e alla biodiversità, con più di 160 aree dichiarate zone protette. La Costa Rica èinoltre il paese con la maggiore biodiversità per chilometro quadrato di territorio.

A supporto della sostenibilità di cui l’azienda si fa promotrice in prima linea, la Ministra Consigliera della Costa Rica Tamara Gómez Marín ha deciso di partecipare come relatore del Trieste Coffee Experts 2023 e supportare l’evento virtuoso Bazzara. Il suo intervento si concentrerà su uno dei temi principali del summit, la sostenibilità.

L’intervento della Ministra Consigliera dell’Ambasciata di Costa Rica in Italia Tamara Andrea Gómez Marín si focalizzerà sulle caratteristiche di sostenibilità e governance/gestione della produzione del caffè costaricense. In particolare, il Nama Café (Azione di mitigazione nazionalmente appropriata), che punta alla riduzione delle emissioni di carbonio del settore con una produzione sostenibile, senza nuocere alla sua qualità.

Una pratica che ha riscontrato già grande successo in Costa Rica che oggi presenta neutralità carbonica per l’80% della produzione di caffè. Parlerà, inoltre, delle eccezionali caratteristiche organolettiche del caffè di Costa Rica, coltivato ad alta quota, in fertili terreni vulcanici a bassa acidità e 100% Arabica. Il titolo dell’intervento sarà “Lo sviluppo sostenibile nella cultura del caffè nel Costa Rica”.

“Quest’anno avremo il grande piacere di avere tra i relatori, come paese focus della 6° edizione del TCE, proprio il Costa Rica con Tamara Gómez Marín, Ministra Consigliera presso la Repubblica Italiana. Forse non tutti sanno che il Costa Rica ha da solo il 5% della biodiversità mondiale. Già nel 1949 ha abolito le forze armate e, per farla breve, è sempre considerato in tutte le classifiche mondiali tra i 5 paesi più felici al mondo” afferma a tal proposito Franco Bazzara, presidente della torrefazione.

Il summit biennale ha da sempre tra i suoi obiettivi il “fare rete” e il confronto, un evento dove importanti personaggi e esperti del settore si riuniscono per discutere e proporre interessanti soluzioni per il futuro del settore.

Grandi personaggi saranno presenti anche per questa 6° edizione che si terrà il prossimo 25 e 26 novembre 2023 nel cuore di Trieste, capitale italiana del caffè, nella suggestiva location del Savoia Excelsior Palace – Starhotels Collezione. Un cospicuo weekend in cui tanti esperti apporteranno il loro importante contributo sul mondo del caffè, una tavola rotonda che sarà centro di interessanti dibattiti volti a stimolare la riflessione, illustrare le tendenze emergenti e gli argomenti di maggiore rilevanza per l’industria del caffè e per affrontare al meglio le sfide del mercato.

Supportano l’evento: Club House, Alkaff, Enigma, Sigep – The Dolce World Expo, M25 Consulting, Colombini, BWT, Simonelli Group, Asachimici Pulycaff, IMA Coffee, Cafeex Shanghai, Asean Café Show, Brita, Rancilio, Demus, 9bar, PtakWarsaw Expo, IMF, Best Food Importers, ICE.

Il caffè al centro del dialogo con Associazione maestri dell’espresso napoletano al Beautifull Coffee di Orta di Atella

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Un momento del convegno (immagine concessa)

ORTA DI ATELLA (Campania) – Il 10 luglio 2023 il Beautifull Coffee di Orta di Atella ha ospitato un dibattito di assoluto rilievo per il mondo della torrefazione e della micro torrefazioni campane. La giornata ha avuto ad oggetto il confronto tra operatori del settore caffeicolo sui nuovi trend di mercato e sulla possibilità di restituire al caffè un nuovo ruolo nel panorama della gastronomia.

Inoltre si è svolta anche l’assemblea generale del consiglio direttivo dell’associazione maestri dell’espresso napoletano, tante novità, rinnovato il consiglio direttivo con nomi di grandi esperti, Francesco Costanzo confermato presidente.

Associazione maestri dell’espresso napoletano al Beautifull Coffee di Orta di Atella

L’evento, organizzato dall’Associazione maestri dell’espresso napoletano, ha visto la regia di Francesco Costanzo (presidente dell’Associazione maestri) e Domenico Barra (direttore Beautifull Cofffee).

Folta e qualificata, una platea formata da torrefattori, micro roasters, coffee trainers, traders, tecnici specializzati, produttori di attrezzature e baristi, ha arricchito un dibattito iniziato dal professor Michele Armano, che ha introdotto la crucialità del tema dell’analisi sensoriale nel mondo del caffè e moderato dall’avv. Mauro Illiano, che ha invece sottolineato la necessità di andare oltre il consumo abitudinario della tazzina di caffè.

Interessantissimi spunti sono stati offerti dagli accostamenti gastronomici proposti dagli chef Dota e Colonna, che con preparazioni sia dolci che salate hanno letteralmente spianato la strada ad accostamenti nuovi ed accattivanti con caffè sia in espresso che il filtro, sapientemente preparati dalla dottoressa Mariafrancesca Natale di Napoli Coffee Experience.

Tanti i temi trattati durante il dibattito, primo di tutti l’oramai sdoganato ruolo del caffè nel mondo del food. Un caffè che è andato oramai oltre la sua fascia oraria mattutina ed oltre i soli confini della caffetteria come spiega il curatore della Guida Camaleonte Mauro Illiano: “Il caffè negli ultimi anni subisce un costante sdoganamento dal suo ruolo di bevanda abitudinaria da consumare solo a colazione. Assistiamo ad una trasformazione spazio-temporale della bevanda caffè, che grazie all’uso di qualità con minore tasso di caffeina sempre più riesce a spingersi in fasce orarie pomeridiane e serali, e grazie a sistemi di estrazione alternativi, come quelle a freddo o bevande filtro, compare    sempre    più    di    frequente    in    ristoranti    ed    avamposti    gourmet”.

Illiano continua: “È chiaramente una grande rivoluzione, che impone una seria riflessione all’abbandono della “regola dell’uno” di cui parlo da anni (all’interno delle caffetterie un solo brand, un solo sistema di estrazione, una sola referenza). Il caffè merita la sua carta, poiché ci dimostra anche oggi la sua incredibile versatilità in termini di possibilità di abbinamento al cibo”.

Anche Michele Armano si esprime in merito al nuovo ruolo del caffè: cambiare la visione ed il conseguente approccio, muoversi nella direzione della ricerca sì del prodotto, ma soprattutto degli studi sulla fisiologia che ben sposano il neuromarketing, obiettivo comune a tutti gli imprenditori che puntano allo sviluppo.

In uno, spostare il focus dalla materia prima al consumatore. Incrementare i consumi attraverso la sensibilizzazione del market, per sollecitare il B2C bisogna stimolare attraverso conoscenze scientifiche il B2B che diventerà vettore di informazioni riguardanti le caratteristiche del prodotto, gli aspetti nutrizionali, salutistici e di gusto. Il mercato del consumo del caffè è pronto a farsi orientare da aziende smart che lo guideranno ‘per mano’ al senso del cambiamento del ‘balsamo del cuore e dello spirito’ come affermava Giuseppe Verdi.

La manifestazione è stata anche l’occasione per l’Associazione di consegnare un riconoscimento ad alcune delle realtà imprenditoriali che si sono distinte nell’ultimo anno.

A tal proposito il presidente Costanzo è intervenuto: “L’Associazione ha come scopo principale quello di diffondere la cultura del caffè. Da sempre siamo parte attiva del processo di evoluzione della classe baristi e degli operatori tutti del settore caffè. Riconoscere le capacità di alcuni operatori di settore operanti nel nostro territorio diventa dunque l’opportunità di fissare degli standard qualitativi, dei modelli da seguire. Il mio auspicio è che la Campania del caffè possa nei prossimi anni proseguire nell’opera di costante aggiornamento professionale e ricoprire, come da sempre fa, un ruolo di assoluta comprimaria in questo meraviglioso mondo qual è il caffè”.

Nel corso dell’incontro, sono state inoltre annunciate le realtà premiate dall’Associazione maestri dell’espresso napoletano, che si sono distinte per l’eccellenza nella produzione. Tra le torrefazioni riconosciute si annoverano: Campana caffè, Caffè Sansone Microroastery, Caffè Diaz Microroastery, Caffè Iuliano, Caffè Costanzo microroastery, Caffè Kremoso, Caffè Saka, Tafuri caffè, Amoy caffè e Gioia Caffè.

Tra le realtà formative: Somac Arancio, Napoli Coffee Experience e Napoli Coffee School. Altri premi sono stati conferiti a: Nicola Bianco, La San Marco macchine da caffè, Ernesto Tarchi autore del libro Vendere caffè e general manager di Iuliano caffè, Michele Armano editorialista del Gambero rosso, Domenico Barra direttore del bar pasticceria Beautifull e Mariafrancesca Natale per il contributo dato all’Associazione

Il successo della manifestazione è sato sugellato dalle istituzioni, presenti nelle persone di Flavia Sorrentino (vice presidente Consigliere Comunale di Napoli) e Pasquale Pellino (Ass. Pol. Sociali Orta di Atella). Napoli dunque si muove e lo fa di gran carriera.

Andrea Pozzolini, ceo Rhea Vendors: “Intelligenza artificiale e la tecnologia nel vending così da garantire una qualità maggiore”

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Andrea Pozzolini, ceo Rhea (immagine concessa)

Andrea Pozzolini, ceo di Rhea Vendors Group, tra i più importanti produttori al mondo di distributori automatici tailor made, si rivela esponendo la filosofia dell’azienda nel mondo del vending in costante evoluzione. Pozzolini parla del ruolo della sostenibilità e della qualità nelle macchine superautomatiche con il sistema di riscaldamento a induzione soffermandosi sul risparmio energetico raggiunto grazie a un sempre maggiore impiego delle migliori tecnologie.

Avete partecipato a numerosi eventi di settore da FHA Horeca a Singapore, al Sigep in Italia, alla prima edizione di Sigep China a Shenzhen, all’Aneda ExpoCongress di Madrid, a Parigi e sarete a Host in autunno.  Quali punti in comune e quali differenza riscontrate oggi nei diversi mercati? Come riuscite a rispondere alle diverse esigenze?

“Partiamo dai punti in comune, esiste un comune denominatore da Singapore alla Cina, dall’Europa a tutti i paesi in cui esportiamo le nostre macchine, pur con una diversa velocità di apprendimento: riguarda la voglia di cambiare l’approccio al momento dell’ospitalità.

In tutti gli ambiti in cui si inserisce il concetto di ospitalità, che si tratti di spazi di lavoro, retail, hotellerie, stazioni di servizio, luoghi pubblici e residenziali, il consumatore cerca la qualità dell’esperienza complessivamente vissuta. Ed è quello che offriamo noi con le nostre soluzioni. Rhea ha sempre lavorato per trasformare un momento di pausa in un momento di qualità.

Le differenze sono date dalle diverse culture, per cui abbiamo avuto sempre grande rispetto. Chi mi ha preceduto, un grandissimo uomo e amico, Carlo Majer, diceva che siamo come dei pianisti che devono avere la capacità di interpretare tutte le musiche del mondo. E questa è sempre stata la filosofia dell’azienda, che oggi definiamo come tailor-made: rispondere alle domande dei diversi mercati offrendo soluzioni su misura che ne rispettino le preferenze e le abitudini locali.

Dal più tradizionale settore del vending, dove abbiamo iniziato oltre 60 anni fa, siamo in grado di soddisfare le specificità ed esigenze di tutti gli altri segmenti di mercato in tutto il mondo, grazie al nostro impegno sulla personalizzazione.”

Avete come cortile il mondo: in cosa vi sentite porta bandiera del Made in Italy?

“Nell’esperienza. Se una persona viene in Italia non si ricorda soltanto della pizza, ma anche del modo in cui viene servita. Siamo capaci di fare ospitalità, lo facciamo in maniera diversa. Noi italiani siamo ospitali per natura. Rhea porta nel mondo sessant’anni di esperienza in questo campo e ne è ambasciatrice, sempre nel rispetto delle altre culture. La nostra vera forza è quella di portare ricette declinabili nelle singole società e per i singoli consumatori.

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rhFS2 (immagine concessa)

Andiamo incontro ai gusti locali: miriamo a offrire il caffè che piace in quei luoghi. La nostra capacità come azienda è quella di fornire uno strumento flessibile e preciso che permetta di creare la propria ricetta, un’identità all’interno del prodotto che si andrà poi a servire e replicare.

E poi il design, che è sinonimo di eccellenza estetica e funzionalità italiana nel mondo. Le nostre macchine sono pensate per adattarsi all’ambiente in cui sono inserite e creare un’area hospitality piacevole non solo per il gusto ma anche per la vista”.

Da tempo proponete macchine superautomatiche con un sistema di riscaldamento a induzione: la sostenibilità e la qualità vanno d’accordo?

“La tecnologia serve proprio a questo: a migliorare la capacità di una macchina nella realizzazione di un prodotto. Da anni abbiamo concentrato la nostra ricerca e sviluppo delle macchine sulla tecnologia Variplus, tenendo in considerazione i tre elementi principali che entrano in gioco nell’erogazione di un caffè: la macinatura con il macinino, il gruppo e la parte legata al riscaldamento dell’acqua.

Continuiamo a lavorare per migliorare questa tecnologia, con l’intento di offrire un risultato in tazza al massimo livello e risparmio energetico. Infatti, il nostro sistema di riscaldamento dell’acqua a induzione Varitherm, permette un notevole risparmio energetico rispetto ai bollitori tradizionali, e consente di adattare la temperatura dell’acqua alle singole ricette e ad avere temperature differenti, persino all’interno della stessa bevanda.

Ma l’aspetto legato alla sostenibilità ambientale è per noi molto importante e i consumatori sono più attenti al green anche bevendo un caffè, facendo attenzione a consumarlo all’interno di un contesto che mostra azioni concrete per il riciclo e il risparmio dell’energia.  Noi come Rhea abbiamo sposato la sostenibilità da sempre. Non solo sul tema ambientale ma anche quello sociale e di governance.

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La crescita sostenibile (immagine concessa)

Il rispetto del tessuto sociale in cui operiamo e il benessere di chi lavora in azienda è fondamentale. Per questo sosteniamo realtà locali e abbiamo dato vita a progetti destinati ai dipendenti per migliorare la qualità della vita sul posto di lavoro”.

Quindi lo specialty con Rhea è stato sdoganato nel vending: quali sono i vostri risultati su questo punto?

“Oggi abbiamo raggiunto un livello che permette a una macchina automatica di essere settata per poter estrarre anche un caffè specialty, con una qualità riconosciuta dagli esperti del settore. Al Sigep di Rimini abbiamo proprio costruito un evento con nove micro roaster di specialty e una giuria che degustava i caffè.

È stato un successo e la conferma del potenziale delle nostre superautomatiche. Il concetto che ci sta dietro qual è? Una macchina automatica può essere settata per realizzare una bevanda garantendo la personalizzazione dell’estrazione a seconda delle idee del barista.

Il vantaggio è che anche chi non è esperto può premere un tasto e avere una tazzina come quella preparata da un grande barista: l’automazione permette di personalizzare, e quindi interpretare, ogni singola ricetta, garantendone la replicabilità. Noi non pensiamo a una macchina che sostituisca l’uomo, ma ad uno strumento che lo supporti e gli permetta di ottenere sempre il miglior risultato possibile”.

Cosa significa innovazione nel settore del caffè?

“Se parliamo di innovazione dobbiamo concentrarci sulla capacità della macchina e sulla struttura dei componenti per garantire una buona qualità. La nostra ricerca si sviluppa in questa direzione, sia per migliorare la parte meccanica del processo di erogazione sia quella digitale: l’hardware e il software della macchina consentono infatti un potenziale maggiore rispetto al semplice settaggio.

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La rhtt1 all’interno della Rhea boutique (immagine concessa)

Innovazione per Rhea è garantire la replicabilità della qualità, sempre. E siamo costantemente impegnati nella sperimentazione di nuove tecnologie per metterle a servizio della qualità del caffè. Oggi stiamo introducendo l’intelligenza artificiale perché gestisce ed elabora le informazioni, imparando da queste per garantire sempre una crescita della qualità”.

Avete reso accessibile la distribuzione automatica agli ipovedenti, sviluppando macchine adatte a questi utilizzatori.

“L’utente è qualcosa in più di un cliente. Nel caso degli ipovedenti, il progetto nasce per poter dare la possibilità anche a persone con questa disabilità di gestire un’attività economica utilizzando le macchine automatiche per servire il caffè. Lo abbiamo fatto in Cina grazie alla collaborazione con David Wang, persona che lavora nel sociale e fondatore di Bear Paw Cafè.

Oltre alla soddisfazione di fronte ai sorrisi che abbiamo visto sul viso dei ragazzi, questo progetto fa parte di un concetto che abbiamo portato anche al Sigep e che abbiamo definito “Design for All”, che vuol dire per noi creare uno strumento accessibile a tutti, per raggiungere determinati risultati: per l’utilizzo di un ipovedente, ma anche per chi non ha l’uso degli arti (stiamo infatti lavorando su un controllo vocale avanzato che permetta anche a chi non ha manualità di settare la macchina).

Un ipovedente o portatore di altra disabilità può realizzare un caffè come un grande barista. Questo è un nostro obiettivo”.

Quali sono i possibili sviluppi che Rhea metterà in campo per accelerare un settore che ancora risente degli effetti pandemici?

Per noi è un continuo miglioramento della tecnologia. Stiamo lavorando molto sulla sostenibilità dei materiali, sull’architettura della macchina in modo che in fase di rottamazione possa essere riassemblata separando le parti riciclabili (plastiche, metalli) in maniera agevole, senza creare situazioni ibride da indifferenziato. Stiamo lavorando sui polimeri, alla ricerca di soluzioni che possano esser compatibili con le normative del food, ma con caratteristiche più sostenibili. Usiamo già materiali riciclati.

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Una delle ricette che si possono preparare con le macchine Rhea Vendors (immagine concessa)

La tecnologia digitale permette inoltre di aumentare i controlli, la sensoristica della macchina, la sua capacità di interagire con l’utilizzatore e il gestore, non solo per la telemetria, ma comunicando la necessità di una manutenzione programmata che si basa su una statistica dinamica.

La macchina avverte quando e quanto intervenire, risparmiando tempo e migliorando l’efficienza e la produttività della macchina stessa. Questo è l’obiettivo di tutti i nostri progetti di innovazione: attrezzatura più efficiente, in grado di mantenere costante il livello di qualità, con una manutenzione che si possa operare per la maggior parte da remoto e l’ottimizzazione della manutenzione ordinaria e straordinaria, per gestire meglio la capacità dello strumento di svolgere la sua funzione quotidiana, riducendone così l’usura.

Vogliamo creare una macchina che un domani produca, aiuti, sia efficiente, mantenga qualità costante e garantita dal settaggio, che interpreti e soddisfi le richieste dei consumatori.”

Si può concludere dicendo che il futuro delle macchine automatiche del caffè e del vending è già qui?

“Sì. Ma bisogna definire il qui. In Italia ci sono ancora dei pregiudizi da superare, mentre il vending all’estero vive una condizione diversa. Il digitale e le sue applicazioni sulla macchina del caffè sono sfruttate meglio.

In Cina abbiamo visto realtà in cui, grazie alle macchine del vending, si acquista persino il biglietto del teatro. Noi crediamo molto nell’alleanza pausa caffè ed esperienza. Con Kairos, la nostra macchina concept per i 60 anni di Rhea, abbiamo creato un’esperienza multisensoriale per riempire di cultura e bellezza il momento in cui ci si ferma, all’interno della giornata frenetica, per bere un caffè distraendosi, stimolando tutti i sensi, combinandoli al gusto.

Lavorando sull’innovazione, il design, la personalizzazione e la qualità vogliamo proprio sciogliere le resistenze che esistono, soprattutto in Italia, sul caffè della “macchinetta” . E non riguarda solo la qualità, ma anche l’attenzione ai luoghi di consumo. Un caffè servito nella metropolitana ha un’esigenza specifica, in termini di velocità, che deve essere differente dalla proposta in un ufficio, in un coffee shop o in coworking.

Il vending deve adattarsi alla rivoluzione ed evoluzione del tessuto sociale per creare nuove esperienze di consumo e, allo stesso tempo, nuove opportunità di business”.

Repa e Hobart festeggiano un anno di partnership: numero raddoppia di disegni esplosi nel webshop con 2000 unità

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Silvio Koch, vicepresidente e direttore generale di Hobart con Alexander Wiegand, ceo di Repa (immagine concessa)

CESENA – Hobart, azienda leader nella fornitura di soluzioni innovative per il lavaggio sul mercato mondiale e Repa, leader europeo nella distribuzione dei ricambi, festeggiano un anno di partnership. Una storia di successo che ha portato a una maggiore soddisfazione dei clienti, grazie alla combinazione dell’expertise di Hobart in prodotti e tecnologia e del know how di Repa nel campo dell’e-commerce, nella logistica e nella gestione dei processi di vendita e di assistenza.

Repa e Hobart celebrano il primo anno di partnership

Nel primo anno di partnership, Repa ha agevolato l’accesso ai ricambi originali Hobart per i tecnici dei centri assistenza, più che raddoppiando il numero di disegni esplosi disponibili nei webshop Repa (fino a 2.000 unità), aumentando la distribuzione (l’intera gamma è disponibile in 4 magazzini) e lo stock (oltre 30.000 articoli in assortimento e 3.500 pezzi a disponibilità immediata).

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La logistica automatica Repa (immagine concessa)

La collaborazione ha portato al raggiungimento di una customer experience di alto livello, traguardo reso possibile grazie alla crescita costante del personale formato direttamente da Hobart, sia nelle vendite che nel servizio clienti. Un’adeguata preparazione dei team assicura la rapida identificazione degli articoli desiderati, consentendo dunque il ritorno alla piena operatività ed efficienza delle apparecchiature.

“Il primo anno di collaborazione con Hobart ha superato le nostre più rosee aspettative e in Repa abbiamo deciso di rafforzare il nostro impegno per semplificare sempre di più il lavoro dei professionisti. Ora, gli utenti possono ricevere immediatamente gli articoli Hpbart di cui hanno bisogno tramite un’ampia gamma di prodotti in un numero maggiore di magazzini, oltre a informazioni più accessibili e aggiornate sui siti Repa e a un efficiente servizio di logistica automatizzata” spiega Alexander Wiegand, ceo di Repa.

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La sede di Repa (immagine concessa)

“Questa partnership, fondata su un rapporto di lunga data tra Repa e Hobart, è cresciuta sempre di più, con l’obiettivo comune di una maggiore espansione geografica e una più ampia offerta dei prodotti. Il focus strategico di Repa sui ricambi 100% originali ci consente di contare su un partner affidabile nella distribuzione dei ricambi dei produttori di attrezzature. Attraverso il loro approccio tecnologico alla logistica, potremo servire in modo più semplice ed efficiente tutti i clienti” aggiunge Silvio Koch, vicepresidente e direttore generale di Hobart.

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La logistica Repa (immagine concessa)

La scheda sintetica di Repa

Repa è il principale distributore europeo di ricambi per attrezzature per la ristorazione, caffè, distributori automatici ed elettrodomestici ed è un partner di fiducia per i produttori di apparecchiature. Dal 2022 Repa è una divisione di Parts Town Unlimited, leader mondiale nella distribuzione high-tech di parti di ricambio indispensabili, prodotti e servizi correlati per i settori della ristorazione, degli elettrodomestici e dell’HVAC.

I clienti di Repa beneficiano di una forte competenza in materia di ricambi, con oltre 40 anni di esperienza nel mercato da parte di Repa Italia, Repa Deutschland, Repa France, Repa Iberia, Atel e Big Warehouse.

Con il più grande database del settore accessibile attraverso webshop all’avanguardia, un’elevata disponibilità di magazzino e centri logistici altamente innovativi che assicurano la consegna dei ricambi più rapida del settore, Repa fornisce a ogni cliente il pezzo giusto, al momento giusto, ovunque.

La scheda sintetica di Hobart

Con sede a Offenburg, in Germania, Hobart è leader nel mercato mondiale della tecnologia di lavaggio professionale. Hobart si rivolge a clienti come hotel, ristoranti e catering, panifici e macellerie, nonché supermercati, compagnie aeree, navi da crociera, fornitori di automobili, centri di ricerca e aziende farmaceutiche in tutto il mondo.

Hobart sviluppa, produce e vende apparecchiature e sistemi per il lavaggio e la pulizia delle stoviglie, la cottura, la preparazione dei cibi e lo smaltimento dei rifiuti. Hobart è una filiale del gruppo statunitense Illinois Tool Works (ITW), che produce e vende un’ampia varietà di prodotti; il gruppo conta 45.000 dipendenti e 83 divisioni in 52 Paesi.