martedì 02 Dicembre 2025
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Iconico Gelateria apre il 2° store a Milano in Corso Buenos Aires

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Il gelato di Iconico (immagine concessa)

MILANO – Dopo l’apertura del primo shop in Via Molino delle Armi 31 durante lo scorso 2022, Iconico Gelateria è pronta ad inaugurare il suo secondo punto vendita milanese in Corso Buenos Aires 2 il prossimo 20 aprile con una giornata dedicata a chiunque abbia voglia di godersi un buon gelato realizzato con ingredienti di prima qualità.

Il nuovo punto vendita di Iconico

L’inaugurazione, aperta al pubblico, avrà luogo dalle 16.00 alle 20.00 e sarà offerta a tutti la possibilità di scoprire i gusti Iconici del brand, nonché di assaporare un gusto esclusivo di gelato in edizione limitata creato ad hoc per l’occasione dai fondatori dello stesso Iconico.

Il nuovo locale rispecchierà, come il precedente, la filosofia del brand e quindi, a fare da padrone, saranno le immagini e i colori che caratterizzano Iconico ma, soprattutto, una selezione di gelati per tutti i gusti e per tutti i palati, che spaziano dai più tradizionali, ai più creativi fino a quelli senza glutine, lattosio e zucchero.

Riguardo Iconico

Iconico nasce da un’idea comune di 4 amici di lunga data, Michele Pedroni, Edoardo Proverbio, Alessandro Pagliacci e Luca Perotta con il desiderio di creare un progetto in comune e unire le forze. Dopo aver avviato il loro primo locale insieme, il Madison lounge bar in Viale Sabotino 12, e dopo l’incontro con Giammaria Colella che si è unito al team, Michele, Edoardo, Alessandro e Luca hanno deciso di esplorare un settore certamente tradizionale in Italia, ma con la volontà di conferirgli un tocco nuovo ed originale.

Di qui l’idea di creare Iconico, un brand legato al mondo del gelato che gli stessi creatori definiscono come “fresh & young, artisanal & healthy” ed anche un pò “unconventional”.

L’aspetto dell’artigianalità e il concetto di healthy si legano in Iconico primariamente alla selezione della materia prima di qualità, alla lavorazione del prodotto ed anche alla scelta di realizzare alcuni dei gusti di gelato sugar, gluten e lattosio free, per venire incontro alle esigenze di tutti.

Per trasmettere meglio questo concetto sono state infatti create delle sottocategorie all’interno dei gusti: Iconico classic– con gusti più tradizionali- Iconico healthy- cui appartengono i gusti privi di glutine, lattosio e zucchero- e Iconico unconventional che si rifà a quella gamma di prodotti più originali che meglio rappresentano la creatività dei loro ideatori tra cui spiccano, per esempio, gusti come il caramello salato con arachidi, la colomba (creata appositamente per il periodo pasquale), il cannolo con scaglie di cioccolato fondente. 

Anche il packaging di Iconico è interamente sostenibile e biodegradabile, vaschetta compresa.

Estremamente rappresentative della freshness del brand, invece, i colori e le icone, simbolo per eccellenza di Iconico, che sceglie di utilizzare personaggi di tutti i tipi e di tutti tempi, famosi e non, e di legarli al mondo del gelato, sia in maniera convenzionale (fotografie di icone/personaggi mentre mangiano il gelato) sia in maniera più fantasiosa rappresentando, attraverso esse, feste locali, eventi, celebrazioni.

Ma Iconico è anche un brand in continuo sviluppo che sta mettendo a punto nuove strategie per il prossimo futuro.

Oltre alla nuova e prossima apertura in Corso Buenos Aires, infatti, i founder hanno appena aperto una ghost kitchen in Viale Sabotino 12 presso il Madison lounge bar dalla quale si dispiega parte del servizio delivery del brand che già si appoggia grandi piattaforme come Glovo, Deliveroo, Just Eat e Uber.

A breve verrà anche lanciato un servizio di Foodtruck con l’iconica Ape car per portare Iconico in giro per la città e all’interno di eventi istituzionali, ricorrenti, sportivi e di ogni tipo (inclusi quelli privati).

Tra i progetti in programma per Iconico anche lo sviluppo del servizio B2B, quindi la fornitura di gelati verso i ristoranti e una nuova apertura, già in programma per febbraio 2024. 

Nesquik introduce Breakfast Smile per il benessere dei bambini

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breakfast smile nesquik
Colazione in famiglia (immagine concessa)

MILANO – La mattina è un momento impegnativo per le famiglie e per molti genitori, costretti a vivere gli spostamenti casa-scuola-lavoro, con l’ansia dei possibili ritardi dovuti ai trasporti e/o al traffico, la giornata rischia di partire spesso con il piede sbagliato. Le conseguenze sull’umore sono inevitabili non solo per i grandi, ma soprattutto per i bambini. A rischio è quindi il tempo da dedicare alla colazione, soprattutto quando il risveglio è troppo rapido, non nasce la voglia di mangiare o lo si fa in modo svogliato.

Le regole della Breakfast Smile

Ecco perché cambiare stile di vita al risveglio e sposare le regole dell’approccio Breakfast Smile diventa l’unica via per ritrovare buonumore e benessere per tutta la famiglia.

Questo è quanto emerge dall’analisi delle recenti ricerche e dallo studio multidisciplinare in wellbeing trends realizzato in occasione del lancio di Nesquik Biscotti, i nuovi frollini dal gusto unico di cacao che piace a grandi e piccini.  Si tratta di uno studio mirato a divulgare l’importanza della prima colazione per i bambini e ad offrire ai genitori i suggerimenti necessari per il benessere psico-fisico dei loro bambini.

Secondo diverse ricerche scientifiche e come affermano pediatri e nutrizionisti, non bisogna mai saltare la colazione, pasto fondamentale per i bambini, poiché fornisce le calorie indispensabili per affrontare la giornata. La colazione dà infatti la giusta energia al corpo e alla mente: è proprio il pasto della mattina ad influire in maniera positiva sul rendimento scolastico e aiuta a prevenire il rischio di obesità, oltre a migliorare l’attenzione e la memoria.

Inoltre, uno studio condotto dall’American Dietetic Association ha evidenziato come i bambini e gli adolescenti che fanno quotidianamente una prima colazione varia e bilanciata siano più attenti a scuola e ottengano prestazioni intellettuali e sportive migliori.

 “La prima colazione viene definita il pasto più importante della giornata” – afferma Alberto Pellai, psicoterapeuta e ricercatore, dipartimento Scienze Biomediche, Università degli Studi di Milano. “Rende possibile al nostro organismo – e a tutti gli apparati e gli organi vitali che lo compongono – di rifare un pieno di energia per affrontare le sfide e le attività che il nuovo giorno porta con sé. Pediatri e nutrizionisti hanno una sola voce quando si parla di prima colazione: deve essere fatta”.

Ma che cosa s’intende per Breakfast Smile o Colazione con il sorriso?

Incrociando pareri e ricerche emerge che, per iniziare bene la giornata, prendersi tempo è la variabile su cui bisogna agire maggiormente. Ma, la Breakfast Smile attinge anche dagli insegnamenti del metodo Montessori, secondo cui al centro dell’apprendimento troviamo il bambino stesso con la sua esigenza di apprendere e di imparare all’interno di un ambiente ricco, vario e stimolante.

Il nuovo stile di educazione nutrizionale fa leva sulle tecniche fondamentali applicate al benessere dei gruppi, ovvero la motivazione e la costruzione dello spirito di squadra, che la famiglia come un vero team sportivo o aziendale dovrebbe potenziare e fare proprio. Per finire, il concetto di esperienza e multisensorialità applicata al momento: gusto, ambiente, design della tavola, illuminazione, colori, musica, contatto, sono tutti elementi utili per sviluppare positività.

Ecco allora le regole della Breakfast Smile

  • Anticipare la Sveglia e … fare attenzione al vocabolario!

Il tempo è prezioso per questo va vissuto insieme, in quanto costruisce legame e rinsalda lo spirito familiare. I bambini hanno bisogno delle dovute attenzioni. Ecco perché anticipare la sveglia è il primo rimedio necessario. Magari si va a letto prima la sera, ma avere il tempo necessario per condividere con i figli il risveglio mattutino è fondamentale per dare brio e positività al nuovo giorno.

Fare tutto in fretta e senza possibilità di un’armonica condivisione stressa adulti e bambini. Diversi studi affermano che appena si svegliano i bambini possono non avere l’appetito necessario per la colazione.  Quindi, prendersi il tempo necessario aiuta i bambini a stimolare l’appetito.

“Ci si sveglia spesso ad un orario che costringe a fare tutto di fretta” – sostiene Alberto Pellai- “Se questo è sostenibile da parte dell’adulto che ha la capacità di orientare e dirigere le proprie motivazioni verso gli obiettivi prefissati, non si può dire lo stesso per i bambini. Non bisogna trasformare il risveglio in una corsa contro il tempo. Attenzione alle parole che si utilizzano! “Sbrigati”. “Corri” “Muoviti” “Fai in fretta” sono parole che insegnano al bambino che tutto deve andare veloce. Molto meglio usare i verbi al plurale facendo sentire al bambino che tutto ciò che gli accade avviene dentro la relazione con noi: “dai alziamoci, andiamoci a lavare, facciamo insieme la colazione”.

  • Preparare insieme. Tutti sono importanti in una vera squadra

Il momento della preparazione del cibo e della tavola è una delle attività preferite dei bambini perché include diversi compiti che li rendono indipendenti. Malgrado l’aiuto degli adulti i bambini si sentono importanti e utili.

Il modo in cui il bambino aiuta non è importante, sentirsi coinvolti gli darà un senso di orgoglio e vivranno il momento del mangiare a tavola con più consapevolezza.

“Per i bambini il mattino e il risveglio rappresentano una dimensione relazionale più che funzionale” – precisa il professor Alberto Pellai. “È il momento della giornata in cui ciò che conta è “stare con” piuttosto che “stare per”. Tra l’altro, il mattino segna il momento in cui sto con la mia “base sicura” (usando un termine mediato dalla teoria dell’attaccamento di J.Bowlby), per poi separarmi da lui/lei e buttarmi nel mondo. Perciò il bambino, al mattino, è affamato di relazione. Accelerare i tempi è l’esatto contrario di ciò che desidera. Perché lui vorrebbe dilatarli, vorrebbe aumentare la dimensione del contatto e della relazione con l’adulto da cui poi dovrà separarsi.”

  • Rendere speciale il momento. La giusta atmosfera è importante

La colazione per i bambini deve essere un momento piacevole. Iniziare la giornata con la giusta energia ed armonia può aiutare a sviluppare il buonumore necessario per andare all’asilo o a scuola più motivati e felici. Ma, soprattutto, la giusta atmosfera può stimolare anche il giusto appetito, necessario per garantire ai bambini le calorie utili per affrontare movimento e apprendimento.

Ecco perché bisogna saper creare la giusta atmosfera e una tavola curata e colorata può contribuire allo scopo. Fiori e frutti a tavola sono suggeriti. Non dimentichiamo che i bambini sono ipersensibili e la natura sa regalare stimoli importanti.

Sarebbe ideale mettere della musica di sottofondo, che può aiutare a creare quell’interazione divertente in cui ci si ritrova nel condividere parole, gesti, movimenti.

Tv, telefonini, giornali, libri possono aspettare il momento giusto, anche perché se si vive un momento insieme i bambini possono preferire la colazione-gioco con mamma e papà rispetto al resto.

Non dimentichiamo la giusta luce è utile per dare i giusti stimoli al risveglio e alla partenza del giorno, soprattutto in inverno.

  • Poche regole, ma buone, aiutano a condividere la colazione in un’atmosfera tranquilla e accogliente.

È utile impostare delle regole mentre si è tavola e applicarle sempre, devono essere poche ma coerenti. Ruoli e comportamenti sono fondamentali nelle interazioni dei gruppi, quindi sia gli adulti che i bambini devono dedicare al momento colazione la necessaria attenzione e il dovuto rispetto. Dopo, si può fare tutto ciò che si vuole.

“Nulla come l’esempio del genitore” – commenta Alberto Pellai “e la capacità del genitore di coinvolgere il bambino in ciò che accade è capace di “fare la differenza” nel mondo interno del bambino. Un genitore che in modo positivo, proattivo e propositivo si mette a disposizione dell’obiettivo educativo che vuole raggiungere con e per il bambino, rappresenta il miglior “allenatore” per raggiungere il traguardo da conseguire. In questo senso un genitore dovrebbe interrogarsi su quale esempio dà, al mattino, nel momento della colazione”.

Stare seduti e mantenere il proprio posto è consigliabile, perché riesce a garantire alla colazione un’atmosfera positiva e rilassata in un contesto che “contiene” anche i vissuti emotivi del bambino e che permette agli stessi di poter essere condivisi in un contesto di calma e serenità. a tale scopo è necessario evitare grida ed urla che creano tensione e rischiano di rovinare l’atmosfera. Vale per tutti: bambini e adulti.

Bisogna dire ai bambini che la colazione è un momento importante per stare insieme e che potrà riavere telefonino e giochi appena tutti hanno finito di mangiare.

La giusta determinazione degli adulti è la via più indicata per farsi ascoltare dai più piccoli.

  • Il dialogo è fondamentale

I genitori devono sedersi e mangiare con i bambini per costruire un senso di comunità e per conversare. I bambini hanno bisogno di pratica per avviare le conversazioni e non c’è posto migliore della tavola.

Il momento della colazione è fondamentale per parlare con i figli, non solo li aiuterà a sviluppare una maggiore libertà di linguaggio ma creerà un momento di condivisione. Qualsiasi relazione prevede una comunicazione, altrimenti si crea una barriera e genera tensione.

“Tutto entra dentro di loro dopo che è stato “sentito”. Guardare, ascoltare, toccare, gustare e annusare è ciò che permette al bambino di apprendere, di sperimentare e anche di mettere il mondo dentro di sé con gli adeguati aspetti valoriali. È fondamentale che come adulti teniamo alto il coinvolgimento relazionale intorno al momento dei pasti. Sedersi a tavola e consumare un pasto è un gesto che risponde anche a bisogni socio-relazionali, che richiede il coinvolgimento dei cinque sensi, che risponde al principio del “piacere” e non solo a quello del “dovere” – conclude Pellai.

“La Breakfast Smile è dunque la somma delle indicazioni degli esperti per una colazione equilibrata dal punto di vista psico-fisico. È pensata per i bambini e per tutta la famiglia e può essere un modello di riferimento in tutte le situazioni” – commenta Susanna Fiorucci BEO Nestlé – “In occasione del lancio dei nuovi Biscotti ci è sembrato importante guardare a questo pasto con un approccio multisensoriale, in linea con quello che Nesquik ha sempre voluto portare a tavola. I nuovi biscotti permettono infatti di ampliare la scelta e variare gli alimenti a colazione per tutti coloro che al risveglio amano l’inconfondibile sapore di Nesquik e il sapore del buonumore”.

I nuovi Nesquik Biscotti mantengono volutamente la forma iconica che rimanda alla mitica confezione della polvere al cacao. Sono frollini rettangolari, compatti, con latte fresco 100% italiano e cacao certificato Rainforest Alliance.

I Nesquik Biscotti sono stati concepiti al 100% in Italia e sono ispirati alla grande tradizione della colazione italiana. Da sempre alleato dei genitori, Nesquik realizza un prodotto che porta carica e positività nel primo pasto della giornata di ogni famiglia.

Young Baek, parla l’assaggiatore migliore del mondo: “Se ci fosse un segreto, sarebbe l’assaggio di diversi caffè e origini ogni giorno”

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Young Baek con i finalisti con il vincitore al centro del cup tasters (foto dalla pagina Facebook del WOC)
MILANO – Continua il nostro resoconto dei Campionati mondiali di caffetteria che si sono svolti al World of Coffee di Atene: dopo aver intervistato il campione barista Boram Um e il campione brewers Carlos Horacio Medina Isamit, ora è la volta del palato più allenato del mondo. La parola a Young Baek dall’Australia.

Young Baek, per la prima volta partecipa a un campionato mondiale e si aggiudica il primo posto come assaggiatore di tazze: qual è il suo segreto?

“Non ci sono segreti particolari. Sono stato benedetto dal fatto di poter contare su grandi amici e mentori che mi hanno dato il tempo di esercitarmi insieme e mi hanno fornito i chicchi per allenarmi alle competizioni regionali, nazionali e mondiali. Se ci fosse un segreto, sarebbe quello di assaggiare i caffè ogni giorno e un training con almeno 4 serie di 8 triangolazioni, indipendentemente dal fatto che io fossi malato o stanco”.

Può parlarci della sua prova finale? Quante tazze ha riconosciuto e in quanto tempo?

Young Baek durante il cupping (photo granted)

“Mi ha reso felice aver condiviso il palco con persone così straordinarie. Ognuno dei campioni aveva storie incredibili che mi hanno spinto a fare il tifo per loro. Durante l’ultima prova ho finito con 7 tazze corrette su 8 nel tempo di 4 minuti e 8 secondi. I set ai mondiali sono particolarmente difficili a causa della pressione aggiuntiva delle telecamere e delle centinaia di persone presenti. Comunque è stato tutto molto divertente”.

Qual è stato l’aspetto più difficile della competizione mondiale di Young Baek?

“Guardando indietro, le cose più difficili sono state probabilmente l’adattamento al cibo, il mantenimento del condizionamento fisico-mentale e il sonno. Poiché Atene è a circa 8 ore di distanza da Sydney in Australia, è stato fondamentale adattare i modelli di sonno. Io e la mia squadra siamo arrivati una settimana prima per ambientarci e adattarci al fuso orario e al cibo di Atene. Sono quasi certo che abbiamo mangiato Gyros e insalata greca a pranzo e a cena tutti i giorni durante la settimana di gara”.

E che cosa, invece, durante il percorso l’ha portata alla vittoria? Per quanto tempo e come vi siete allenati?

Young Baek: “Ho avuto amici e mentori incredibilmente generosi. Nuno Park (tre volte finalista nazionale australiano), Frankie Shi (cinque volte finalista nazionale australiano) e Yama Kim (campione mondiale 2018 di Cup Tasters) sono stati i miei allenatori e insegnanti sin da quando ho iniziato a gareggiare per il Cup Tasters lo scorso anno a febbraio. Credo che avere una solida base con grandi formatori sia fondamentale quando si impara una nuova disciplina. Per mia fortuna ne ho avuto tre di livello mondiale che mi hanno ricordato di rimanere disciplinato e concentrato. Ogni sessione di allenamento consisteva in 4-8 diversi lotti da 2 litri.
Questi set avevano una differenza di circa 5 grammi su 120 grammi e io praticavo in media 6, 8 triangolazioni al giorno. Una volta a caldo, poi di nuovo a freddo. Sostituire i set e ripetere. L’allenamento durava ogni volta circa 4 ore dall’inizio alla fine, con pause di 5-10 minuti qua e là per riposare il palato e prendere un po’ d’aria fresca”.

Il livello dei concorrenti era alto? C’è stato un momento in cui ha pensato di vincere su tutti?

“Ben 36 campioni provenienti da tutto il mondo, ognuno dei quali ha superato le selezioni regionali e ha vinto le gare nazionali per rappresentare il proprio Paese. Tutti i campioni di questo livello si sono impegnati al massimo per arrivare al mondiale. Sono fermamente convinto che il livello dei concorrenti fosse tra i migliori possibile.
L’unica differenza si sarebbe giocata sul condizionamento mentale e fisico durante la settimana di gara. Molti amici in passato hanno avuto problemi di salute pochi giorni prima dell’inizio della competizione, quindi, tenendo conto di questo, io e il mio team ci siamo recati ad Atene già una settimana intera prima dell’inizio della gara per abituarci al diverso ambiente, al cibo e al fuso orario”.

Youn Baek perché ha deciso di partecipare alla gara di assaggiatori? Ha a che fare con il suo percorso professionale o con la semplice passione?

“Tutto quanto ha contribuito. All’inizio, mi sono interessato al Cup Tasters perché credevo che la mia più grande debolezza fosse proprio la valutazione sensoriale. Era un modo per migliorare e trasformare le mie debolezze in punti di forza. Non sapendo se avrei intrapreso la strada del torrefattore o dell’importatore di caffè verde, volevo solo imparare il più possibile in vista di una delle due carriere.
Ho preso la certificazione di Q Grader poco dopo aver iniziato il mio viaggio come Cup Taster e ho scoperto che avere queste basi è stato fondamentale per avere successo nella competizione che consiste nel trovare la tazza strana in una triangolazione (tre tazze), ma la differenza potrebbe essere di un solo grammo di differenza tra 60g/1L. Anche se si tratta di un esempio estremo, una chiara comprensione della valutazione sensoriale è stata di grande aiuto nell’identificare le differenze e il perché”.

C’è stata qualche azienda che vi ha sostenuto durante la preparazione?

“Vorrei innanzitutto ringraziare Paul Lee di Diggy Doo’s coffee. Gestisce un bar clandestino in piena città, a Sydney, e organizza regolarmente questi selvaggi cupping clandestini di caffè esotici provenienti da tutto il mondo. È una delle maggiori ispirazioni della mia vita e mi ha sempre fatto da fratello maggiore e da mentore. Grazie per aver creduto in me fin dall’inizio e per avermi sempre dato l’esempio.
L’elenco dei torrefattori che vorrei ringraziare comprende Leible, Stitch, Zest, Infinity, Haven, Jibbi Little, Normcore, Single O, Ona e Normcore. Grazie per aver sostenuto il mio viaggio verso il mondo e la visione di riunire la comunità del caffè di Sydney.
Vorrei poi ringraziare Sttoke, il cofondatore Samuel Soong e i registi Luke e Kerby Ng per il loro generoso tempo e il loro sostegno da tutta l’Australia fino a metà del mondo, ad Athen. La natura “run and gun” degli eventi e del viaggio era qualcosa che non avrei potuto fare da solo. Grazie al team.
Un enorme grazie a Nuno Park, Yama Kim, Frankie Shi, Simon Gautherin, Carlos Escobar, Hanny Ezzat, Dao Pirada, Jibbi The little, Nawar Adra, Jack Hanna, Andrew Hunt, Jason Gao, Tim Song, Jim Lin, Victor Vu e Luna per la guida e l’assistenza di cui avevo disperatamente bisogno. Queste persone hanno condiviso con me tutte le loro esperienze e mi hanno insegnato tutto, da come assaggiare i caffè all’allenamento per le competizioni, fino a trovare il mio “perché”.
C’è un amico che ha iniziato a lavorare con me nel caffè speciale e che vorrei ringraziare. Hansel Tanadi. Il mio migliore amico di Sydney, grazie per tutti i chicchi e per l’infinita quantità di incoraggiamento che hai riversato su di me. Questo ragazzo scriveva note sui sacchetti di caffè con la scritta “prossimo campione della Coppa del Mondo Assaggiatori 2023” fin dalle prime competizioni regionali e credeva davvero che il sogno si sarebbe avverato.
Grazie a Wilson Chung (Global product development manager) di Breville per aver sostenuto i miei progetti collaterali e il mio percorso nelle competizioni. Sono in debito con te per tutti i lunghi periodi di ferie che ho preso prima della competizione, grazie signore per la guida e la pazienza.
Infine, ma non meno importante, vorrei ringraziare mia moglie Jeane per aver sopportato tutti gli allenamenti notturni e per aver sostenuto i miei sforzi. Che si trattasse del mio primo lavoro da barista o di perseguire un titolo di campione del mondo, lei è sempre stata presente con un sostegno infinito fin dall’inizio.
Un enorme ringraziamento va anche alla comunità del caffè di Sydney. Vorrei ringraziare tutti i baristi e i torrefattori che hanno partecipato alla formazione e agli eventi che abbiamo organizzato a casa. La vostra energia e il vostro sostegno durante la competizione mondiale non sono mai stati paragonabili a nulla di simile. Grazie di cuore”.

E ora cosa pensa che cambierà nella sua routine e nella sua carriera?

Youn Baek: “Mi piacerebbe cogliere questa opportunità per creare una piattaforma e celebrare tutti gli amanti del caffè, indipendentemente dal livello, e collegare la prossima generazione con le leggende e i campioni del passato e del presente. Desidero creare uno spazio che possa ospitare interlocutori da tutto il mondo e che offra le lezioni più uniche e istruttive che posso strutturare. Credo che anche gli homebrewers e i baristi in erba trovino le competizioni piuttosto intimidatorie e spaventose per una serie di motivi.
Per questo motivo, ho intenzione di cambiare questo stato di cose e di rendere le discipline come la Cup Tasters più accessibili in tutto il mondo. Comunicando quanto siano divertenti e coinvolgenti. Io e il mio team abbiamo già iniziato con un evento Cup Tasters e Brewer’s Cup a Sydney e stiamo pensando di portarlo a Melbourne e in Asia. Spero di avere un giorno una nostra torrefazione e un’accademia, ma solo il tempo ce lo dirà”.

Tamara Nadolph, la latte artist numero 1 austriaca, va ai mondiali con Fensore e Clemente: “Per allenarsi a Milano, soldi ben investiti”

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Tamara pronta a fare latte art (foto concessa)

MILANO – Tamara Nadolph, 4 volte campionessa di latte art in Austria, punta ora al primo posto nei mondiali. Per riuscirci, cosa c’è di meglio che essere allenata da chi ha già raggiunto questo obiettivo? Manuela Fensore e Carmen Clemente sono la scelta di Tamara Nadolph per fare il salto di qualità verso l’oro della latte art.

Nadolph, com’è arrivata a questa tecnica e come si è avvicinata al mondo dei campionati?

“Prima di tutto, sono proprietaria della mia caffetteria in Austria, quindi inizialmente ho iniziato a preparare il caffè e poi è arrivata la passione per la latte art: la gente desidera un cappuccino buono e bello. Molti anni fa ho visto che c’era una gara di latte art e volevo competere e vincere. Le prime volte mi sono allenata da sola e al mio primo campionato mondiale sono arrivata solo tra gli ultimi posti.

Dopo qualche anno sono andata a Milano alla scuola di Manuela e Carmen per imparare direttamente da loro: è stata solo una sessione, ma il numero di dettagli che mi hanno mostrato mi ha lasciata impressionata.

Credo che quell’allenamento mi abbia aiutato molto a migliorare e infatti agli ultimi campionati del mondo sono arrivata in finale tra i primi dieci. Dopo aver vinto per la prima volta il campionato nazionale e aver lavorato con Manuela e Carmen, ho potuto notare la differenza tra la latte art da caffetteria e quella da palcoscenico: è una questione di temperatura del latte.

Nel primo caso il latte viene cotto a vapore intorno ai 60 gradi; per i campionati, invece, il vapore è molto più basso, intorno ai 45 gradi, perché se è troppo caldo non si ottiene un buon contrasto e il latte si rovescia sulla crema di caffè. Questa è la cosa principale e inoltre per il campionato si munge un po’ più di liquido per produrre meno crema (nella caffetteria è il contrario)”.

E per quanto riguarda il discorso durante le esibizioni?

“Non mi spaventa lo speech sul palco: parlare con i giudici è una cosa che in realtà mi piace molto. Sono nervosa, ma quando salgo sul palco, dopo tanti campionati, riesco a gestire l’ansia.

Tamara nel pieno della performance (foto concessa)

Con Carmen e Manuela abbiamo programmato molte sessioni, ogni seconda settimana del mese vado a Milano per lavorare sugli aspetti tecnici del disegno. Ora stiamo sviluppando le tecniche di controllo dei tempi e stiamo cercando di capire dove posso diventare più veloce. La cosa principale che devo migliorare è la capacità tecnica di preparare due coppe identiche nel tempo. ”

Ma andare due volte al mese a Milano è molto costoso, ma ne vale la pena?

“Sì, perché sono insegnanti molto brave. E’ molto tempo e anche una discreta spesa, ma è un buon modo di investire”.

Nadolph, ma per lei si tratta solo di passione o anche di una scelta professionale?

“Sapere di essere il migliore al mondo a fare latte art, diventare questa particolare persona, prima di tutto ti dà una grande sensazione. Ma è anche vero che i miei clienti vengono spesso a chiedermi un caffè solo perché mi hanno visto in tv o sui social media e chiedono una latte art speciale. Quindi, posso dire che è molto positivo anche per gli affari”.

Anche in Austria la latte art è una tendenza forte per i locali?

“Ora è una tendenza, negli ultimi 3-4 anni è diventata importante per le caffetterie anche qui. Ma prima di allora, in Carinzia sono stata una pioniera. A Vienna ci sono molte caffetterie specializzate, ma qui in Carinzia sono stata la prima a sperimentare la latte art nel 2009 e prima di allora, paradossalmente, avevo paura di essere già in ritardo, ma in 8 anni sono stato l’unica a conoscere le basi che poi ho voluto approfondire”.

Qual è il disegno più complesso che ha realizzato nel suo percorso nella latte art?

“Nella latte cup i pattern che stiamo preparando per la world champiosnhip sono molto difficili, ma non possiamo dire nulla di più prima di novembre. Invece, parlando dei miei schemi delle ultime gare, penso al mio avvoltoio che è stato uno dei più difficili insieme al Capricorno”.

Cosa pensa un’artista del latte del suo calibro delle bevande a base vegetale?

Nadolph: “Dipende: la soia non è male, ma bisogna lavorarla con il vapore in modo diverso per fare meno schiuma. Poi anche la mandorla è molto buona, ma la migliore credo sia quella di avena. Quello che non funziona è la bevanda a base di riso e di cocco. Ma se devo scegliere tra le bevande vegetali e il latte classico, preferisco quello di mucca, perché è il migliore montare. Anche nelle caffetterie è una routine. Nella mia attività gli ordini di queste bevande alternative sono in aumento e negli ultimi anni abbiamo usato la soia, ma quest’anno stiamo cambiando verso l’avena. Un’altra alternativa è il latte senza lattosio, che funziona in modo identico al latte normale”.

E la latte art in 3D?

“Ho provato anche quella molti anni fa, nel 2011-12, per creare uno snoopy in una tazza e nell’altra dei pesci: è divertente, ma non si può bere e richiede così tanto tempo, che non ne vale la pena”.

Qualche anticipazione che puoi rivelarci sulle sue prossime gare?

“Ora mi sto concentrando sul campionato del mondo. Quello che posso condividere è che bisogna concentrarsi sui propri obiettivi: sto preparando cinque figure diverse, una per il macchiato, due per il lattes a free pour e due di design. C’è una storia dietro di loro e questa volta non è legata alla mia vita personale. Per questa gara porto una storia in giro per il mondo. L’ultima volta ho unito il mio hobby alla passione per il caffè e ora parlerò di un viaggio.

Con il premio tra le mani (foto concessa)

Per me è una grande opportunità per conoscere un nuovo Paese. Forse ho un po’ di paura per il latte di quelle parti che potrebbe influenzare le prestazioni. L’ultima volta a Milano c’era più del 4% di grassi (io ho lavorato con il 3,6). È una delle cose che non si possono controllare: mi sto allenando con diversi tipi di latte (quello italiano e quello austriaco, e si otterranno maggiori dettagli prima del campionato).

Arriverò prima per gestire il jet lag prima dell’esibizione e andrò con i miei allenatori e un’altra persona a supportarmi”.

Antonio Baravalle, l’ad di Lavazza: “Il Green Deal va attuato in maniera pragmatica e realistica”

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Lavazza Antonio Baravalle mercato cinese
Antonio Baravalle, amministratore delegato Lavazza

ROMA — “Se consideriamo l’intera filiera dell’industria alimentare il fatturato vale 600 miliardi, le imprese sono 1,3 milioni e gli addetti sono oltre 3,5 milioni. È un pezzo fondamentale del Pil. Ho avuto esperienze anche in altri comparti industria dell’auto ed editoria – per questo dico che l’alimentare non va considerato un settore di serie B. Dovrebbe avere un’attenzione superiore rispetto a quella che ha, considerando il ruolo sociale del cibo, come ci siamo accorti durante il Covid”.

Così si esprime Antonio Baravalle, amministratore delegato di Lavazza. Guida l’azienda della famiglia del caffè di Torino, gruppo che fattura 2,7 miliardi, dal 2011. Baravalle si rivela parlando del settore alimentare post-Covid e del cambiamento climatico alla luce del Green Deal. Leggiamo di seguito parte dell’intervista di Diego Longhin pubblicata sul quotidiano La Repubblica.

Per leggere l’intera intervista basta cliccare QUI.

Baravalle, ha citato la pandemia, l’alimentare è uno dei settori che è stato più colpito. Com’è il post-Covid?

“Si è scoperto l’e-commerce, che è rimasto come canale. Per fortuna c’è stato un ritorno della ristorazione e dei bar e del turismo. Un segmento che si è però trasformato: tanti posti hanno chiuso e c’è stata una crescita dei grandi gruppi. Da non sottovalutare l’effetto smart working: un giorno a settimana significa il 20% in meno di venduto nel segmento distributori automatici uffici. C’è stato un bilanciamento con il domestico, ma sul post-Covid è arrivata la botta dell’inflazione”.

Che effetti ha?

“Secondo i dati Nielsen vediamo che il mercato cresce in valore del 7%, ma i volumi diminuiscono del 5% nei 15 Paesi principali che monitoriamo. In Italia il calo è del 2,5%. Il mercato rallenta. Nel caso del caffè il costo della materia prima, tra miscela arabica e robusta, è cresciuto dell’80% rispetto al 2021, arrivando al massimo storico”.

Baravalle, quali sono le ricadute sulla competitività delle imprese?

“Ha colpito tutti i torrefattori, in maniera trasversale. I grandi gruppi hanno retto meglio, quelli piccoli fanno fatica. Come Lavazza abbiamo deciso di assorbire una fetta dell’aumento dei costi per proteggere il consumatore finale. Scelta che ci ha permesso di preservare i volumi, ma che si vedrà alla voce margini nei conti 2023”.

Sarà un anno peggiore del 2022?

“Si vedranno gli effetti veri dell’inflazione, uno tsunami. Il caffè che pago oggi inizio a trasformarlo dopo sei-sette mesi. Nel 2022, nella seconda parte, il settore è riuscito a bilanciare grazie ai prezzi del primo semestre. Ora quella coperta non c’è più. Nel 2022 il margine ha tenuto, nel 2023 non sarà così: pensiamo ad un calo a doppia cifra, dal 10 al 20%”.

Il cambiamento climatico non è una minaccia?

“Certo, concordiamo sulla centralità del tema. Siamo i primi ad aver imboccato la strada della sostenibilità: è fondamentale per le future generazioni. A livello europeo ci dovrebbe soltanto essere maggiore consapevolezza degli effetti che si provocano nell’immediato”.

Un esempio?

“Il regolamento sulla deforestazione. Siamo d’accordo sull’importanza della questione e abbiamo progetti attivi da anni per contrastare la deforestazione. Il regolamento prevede una tracciabilità completa del prodotto per poter dire che arriva da zone che non sono state deforestate, ma in Vietnam, ad esempio, ci sono produttori di caffè che hanno due ettari coltivati e che poi riversano ciò che coltivano a consorzi. Per noi è difficile, nei 18 mesi previsti dal regolamento, risalire all’origine di tutta la materia prima che arriva dal Vietnam. Il principio è giusto, va attuato in un modo pragmatico e realistico”.

L’intera intervista si trova QUI.

Mercati: arabica sempre più giù, robusta tornano a salire

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Il logo dell'Ice

MILANO – Arabica in caduta libera nella prima seduta della settimana. Il contratto per scadenza settembre della borsa di New York ha perso ieri, lunedì 17 luglio, 500 punti precipitando a 155,80 centesimi per libbra, minimo – per la scadenza principale – dal 20 gennaio scorso. Altra storia a Londra, dove le scadenze più vicine hanno chiuso in territorio positivo consolidando la situazione di mercato inverso.

La scadenza principale (settembre) si è rivalutata di 12 dollari terminando la giornata a 2.552 dollari, in ulteriore ripresa dai minimi della settimana scorsa.

Il rafforzarsi del dollaro e le notizie positive provenienti dal Brasile hanno contribuito a spingere al ribasso l’Ice Arabica, che aveva chiuso in parziale rialzo venerdì scorso risentendo soprattutto dello svalutarsi del biglietto verde sul real.

A dare supporto all’Ice Robusta, la forte domanda dei mercati per la varietà meno pregiata, ma anche il ridursi delle scorte certificate, ai minimi degli ultimi 7 anni.

Il Cot report per l’Ice Arabica evidenzia intanto un consistente incremento delle posizioni net short del settore speculativo, che crescono a 13.342 lotti, l’equivalente di 3.782.398 sacchi.

A Londra, i fondi hanno tagliato la loro posizione net long del 4,5% a 38.810 lotti, l’equivalente di 6.468.333 sacchi.

La situazione nei principali paesi produttori asiatici di robusta non è incoraggiante.

In Vietnam, il mercato rimane scialbo. Nel primo semestre dell’anno solare, le esportazioni hanno subito una flessione del 3,1% e si sono attestate al dato, comunque ragguardevole, di 1 milione di tonnellate circa (16,67 milioni di sacchi), risentendo del calo della produzione, scesa ai minimi degli ultimi 4 anni.

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IMA Coffee Lab: Andrej Godina nel 2° incontro di ricerca sulla macinatura del caffè per l’espresso, 19-21/07

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ima coffee andrej godina
IMA Coffee ospita il gruppo di esperti impegnati nel progetto di ricerca sulla macinatura del caffè per l’espresso (immagine concessa)

TERRE DEL RENO (Ferrara) – Il Coffee Lab di IMA, con sede nello stabilimento di IMA Petroncini in provincia di Ferrara, per la seconda volta ospiterà il numeroso gruppo di caffesperti impegnati nel progetto di ricerca sulla macinatura del caffè per l’espresso. La preparazione di un espresso richiede un’attrezzatura in grado di controllare i numerosi parametri di estrazione che questo metodo richiede al fine di ottenere una bevanda di alta qualità e ripetibile nel tempo. Il primo passo di questo processo è la macinazione del caffè tostato.

Il progetto di ricerca sulla macinatura del caffè per l’espresso al Coffee Lab di IMA

Andrej Godina, PhD in scienza, tecnologia ed economia nell’Industria del caffè, organizza la seconda sessione di analisi sulla macinatura del caffè per espresso con la partecipazione di numerosi assaggiatori professionisti provenienti da diversi ambiti della filiera, con lo scopo di monitorare in modo scientifico e accurato lo stato dell’arte del processo di macinatura per l’espresso del settore Horeca.

Per questo motivo sono stati selezionati i macinacaffè che hanno le maggiori quote nei mercati internazionali, che saranno testati con le più diffuse tecnologie di estrazione per l’espresso. Nel primo incontro di ottobre 2022, i macinacaffè scelti sono stati quelli con le macine piane di diametro classe 60mm, mentre per questo secondo appuntamento la scelta è ricaduta sui macinacaffè con macine piane di classe diametro 80mm.

L’erogazione dell’espresso è influenzata in modo molto importante dalle caratteristiche granulometriche del caffè macinato e dalla tecnologia di estrazione.

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L’analisi sulla macinatura del caffè per espresso (immagine concessa)

Grazie alla collaborazione con il Coffee Lab, che dispone di un ampio laboratorio per l’assaggio, i caffesperti saranno supportati anche dai tecnici IMA durante le operazioni di estrazione e di analisi del particolato con curve granulometriche.

È risultato quindi fondamentale per dare completezza al lavoro di ricerca estrarre il caffè macinato dai macinacaffè prescelti con le tecnologie per l’espresso più diffuse.

Andrej Godina: “E’ per questo motivo che ho individuato le tre più grandi macro categorie di estrazione per l’espresso che partono tutte da una consistente stabilità termica dell’acqua in estrazione. La prima categoria è quella delle macchine con diametro del filtro 58 mm rappresentata durante la tre giorni di assaggi dal modello Faemina di Faema. La seconda macchina scelta è la D. di La San Marco con diametro del filtro più piccolo di 53 mm”.

Godina continua: “Il diametro del filtro, a parità di grammatura di caffè utilizzato, crea una forma del panetto di caffè differente, il che comporta flussi idrodinamici dell’acqua al suo interno diversi. La scelta della terza macchina è ricaduta sulla tecnologia meccanica che ha dato vita alla bevanda espresso come oggi la conosciamo, ovvero quella bevanda bifasica sovrastata dalla crema, cioè sulla macchina a Leva La San Marco”.

C’è di più: “Anche se non è più tanto diffusa la tecnologia di estrazione a Leva rimane un tassello importante nella tecnologia di estrazione. Il giorno 20 luglio avremo il piacere di avere con noi l’ing. Bolzan della La San Marco che parteciperà alla sessione di assaggi e presenterà la tecnologia di estrazione dell’azienda friulana”.

Per questa occasione presenzierà alle estrazioni il campione del mondo Francesco Costanzo, brand ambassador di La San Marco che con la migliore maestria assicurerà per l’estrazione sulla macchina a leva di caffè perfetti al fine di garantire la maggiore costanza di flavore per le bevande degustate dal panel di assaggiatori.

L’ultimo anello chiave di questa tre giorni di assaggi è rappresentato dal caffè tostato che è stato prodotto appositamente per l’occasione e su ricetta di miscela di Andrej Godina, dal laboratorio di tostatura Dropstery di Maurizio Galiano di Torino.

 

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Andrej Godina nel laboratorio IMA (immagine concessa)

Dropstery è una micro roastery con uno spirito avanguardista, proiettato verso la ricerca e l’innovazione, rimanendo una micro torrefazione dedita alla cura sartoriale del proprio prodotto e al rispetto totale della materia prima, scelta con una particolare attenzione per la salute e il benessere di chi la consuma.

Maurizio ormai da anni è un grande professionista della tostatura che ha declinato i profili di tostatura per i caffè della sessione di assaggi in due differenti colori. La miscela 100% Arabica di profilo qualitativo commerciale con una tostatura medio/scura che simula perfettamente lo standard medio dell’espresso Italiano, mentre lo Specialty Coffee colombiano con una tostatura più chiara che meglio esalta in espresso le note acide e dolci di questo caffè.

Il programma dei lavori di ricerca sulla macinatura prevede l’estrazione di centinaia di caffè che saranno assaggiati da un panel di assaggiatori. Tutti i responsi sensoriali saranno raccolti, interpretati e registrati sulla piattaforma on line “Cropster”, che consentirà uno studio sistematico di tutti i dati archiviati.

Per chiunque desideri conoscere meglio il lavoro di ricerca che stiamo effettuando può contattare Andrej Godina all’email aj.godina@gmail.com o al numero +39 3408654848.

Se qualcuno desidera prenotare una visita alla struttura del Coffee Lab di IMA Petroncini nelle giornate di assaggi del 19-20-21 luglio 2023, può contattare l’IMA Coffee Lab alla mail coffeelab@ima.it.

I caffesperti che partecipano al progetto di ricerca sono:

Andrej Godina, dottore di ricerca in scienza, tecnologia ed economia nell’industria del caffè esperto nell’assaggio dell’espresso, Mauro Illiano curatore della Guida dei caffè e delle torrefazioni d’Italia, Francesco Costanzo brand ambassador La San Marco, Lauro Fioretti di Nuova Simonelli, Davide Spinelli consulente e formatore autorizzato SCA, Renata Zanon consulente, Claudio Cristofoli di De Longhi, Luca Palmerini esperto di cioccolato e caffè.

Mulino Bianco: la colazione vale oltre 8 mld, più del 70% degli italiani non ci rinuncia

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mulino bianco nielsen colazione
La ricerca Mulino Bianco sulla colazione (immagine concessa)

PARMA La prima colazione? La consumano sempre il 70% degli italiani. Quando capita di saltarla lo si fa per mancanza di appetito (42%), tempo (39%) o per abitudine (28%), soprattutto i giovanissimi (tra gli 11 e i 19 anni) tra i “breakfast skipper”. Fondamentale per dare l’energia giusta per affrontare la giornata (78%), momento irrinunciabile (67%) e importante per seguire un’alimentazione equilibrata (78%): la prima colazione è un’abitudine consolidata per gli italiani, che preferiscono consumarla a casa quale conseguenza della diffusione dello smart working.

La ricerca Nielsen per Mulino Bianco

La maggior parte (85%) consuma un pasto completo, con una bevanda e qualcosa da mangiare. Cresce il fenomeno della “doppia colazione”: un’abitudine di 8 milioni di italiani, soprattutto a casa e poi a scuola o in ufficio. La seconda colazione, fuori casa, è si fa specialmente per stare in compagnia (43%), ma c’è anche chi consuma una prima colazione a casa molto leggera (36%) o per abitudine (21%). In entrambe le occasioni 1 su 2 mangia e beve qualcosa.

Queste alcune evidenze emerse dalla ricerca Nielsen “La colazione degli italiani” su un campione di più di 9 mila italiani per conto di Mulino Bianco, storico marchio che da oltre 45 anni accompagna la prima colazione degli italiani con la sua ampia gamma di proposte, oltre 130 referenze, che vanno dai biscotti alle merende, fino ai pani. Un marchio che appassiona gli italiani anche per le proprie raccolte punti, tanto che in ogni casa si stima ci siano in media ben 6 oggetti vinti grazie ai concorsi ideati dal brand cui l’80% degli italiani ha partecipato almeno una volta (Fonte: Doxa per Mulino Bianco*). Un successo confermato dall’edizione 2023 che, a metà periodo, ha coinvolto 1,3 milioni di famiglie.

“Il legame tra gli italiani e Mulino Bianco è un rapporto davvero consolidato, grazie ad un’offerta di oltre 130 prodotti che sanno soddisfare il palato di tutti. Più in particolare, Mulino Bianco è da sempre interprete delle abitudini delle persone a colazione, con un’offerta che coniuga gusto, benessere e sostenibilità.  Questa ricerca Nielsen non è che una conferma del ruolo da leader di Mulino Bianco in questo momento di consumo – afferma Julia Schwoerer, vice president marketing Mulino Bianco – una leadership che non poggia solo sui prodotti, ma anche sulla profonda connessione marca-persone che si esprime anche con la passione sempre altissima per le nostre Raccolte Punti. Basti pensare che si stima circa 20 milioni di famiglie italiane, almeno una volta, abbiano partecipato ad una raccolta punti firmata Mulino Bianco.”

La prima colazione vale oltre 8 miliardi di euro

Secondo l’elaborazione Nielsen, il mercato dei prodotti per la prima colazione a casa vale oltre 8 miliardi di euro: pesa per il 46% il comparto “dolce” (dai biscotti alle brioches, passando per creme spalmabili, confetture, miele e yogurt), per il 40% le bevande (latte, bevande vegetali, caffè, tè, infusi, tisane, succhi di frutta), per il 6% il comparto “salato” (che include prodotti come pane fresco e confezionato, affettati, formaggi, uova), per l’8% la frutta (fresca, secca, disidratata, puree).

Andando ad individuare le categorie di prodotto più rilevanti per il mercato, spiccano il latte con un valore di 1,6 miliardi di euro, il caffè (894 milioni), i biscotti confezionati (829 milioni), lo yogurt (834 milioni), le merendine confezionate (593 milioni), la frutta fresca (479 milioni), i cereali da colazione (345 milioni), le confetture (254 milioni) e le fette biscottate (225 milioni).

Come viene consumata la prima colazione

È soprattutto a casa che si consuma la prima colazione: in un mese in media 21,8 volte a casa e 3,4 fuori casa. Piace di più tra le mura domestiche anche a chi fa colazione al bar almeno una volta al mese: solo il 27% ha una preferenza netta per la colazione al bar rispetto a quella a casa.  La riduzione generale degli spostamenti verso il posto di lavoro conseguente ai lockdown e alla diffusione dello smart working, infatti, ha dato alle persone più tempo da dedicare alla colazione.

La prima colazione viene consumata prevalentemente seduti a tavola (84%). In quanto tempo? La maggior parte dedica 5-10 minuti (53%), con un 21% di “velocisti” che la consumano in meno di 5 minuti, mentre il 27% ha tempi più rilassati (oltre 10 minuti). I tempi di preparazione? Meno di 5 minuti per il 33% degli italiani; 37% tra 5 e 10 minuti, solo l’11% impiega oltre 10 minuti.

Menù completo e all’insegna dell’abitudine

Italiani concordi sulla necessità di consumare un pasto completo: l’85% inserisce una bevanda, molto più spesso calda (82%) e qualcosa da mangiare.  Tra i prodotti preferiti spiccano biscotti, merendine, fette biscottate, cereali con differenze in base alle età, mentre da bere il latte e il caffè.  La scelta del menù è dettata dall’abitudine: l’83% consuma la stessa bevanda e il 48% gli stessi prodotti. Se guardiamo alle abitudini: il 37% degli italiani preferisce riscaldare i prodotti consumati a colazione, in particolare: cornetti/brioche (19%); pane, pancarré, toast (14%); pane fresco (9%); pancake (7%). Un’altra abitudine irrinunciabile? Inzuppare i prodotti: lo fa il 59% degli italiani.

Ad ogni età, la propria prima colazione

Come varia la prima colazione in base all’età? Per i bambini tra i 2 e i 10 anni la prima colazione si svolge in compagnia, seduti a tavola, si consuma in media tra 5 e 10 minuti; il menù varia, sia per tipologia di prodotti che di marche. Spiccano i consumi di latte vaccino, modificatori del latte, biscotti ricchi e merendine. Tra gli 11 e i 19 anni la prima colazione diventa più veloce, anche meno di 5 minuti, si svolge tipicamente seduti a tavola in compagnia dei propri familiari; si conferma un menù vario, sia per i prodotti che per le marche. Nella colazione di bambini e ragazzi prevalgono nettamente i consumi di prodotti più golosi (biscotti ricchi, merendine, bisco-snack, creme spalmabili).

La prima colazione dei giovani (20-34 anni) si prepara in meno di 5 minuti, con un tempo più veloce della media; si sceglie un menù vario e si consuma perlopiù da soli (66%) e a volte anche in piedi. È un target di “esploratori” in cui è presente anche una colazione salata. Tra i prodotti, emergono i consumi di bevande vegetali e yogurt greco.

Tra i 35 e i 54 anni si variano spesso i prodotti consumati (e si tende a scaldarli più della media, soprattutto cornetti e brioche), si beve più spesso una bevanda calda, e si prepara molto velocemente (meno di 5 minuti). Si prediligono prodotti ritenuti “healthy” rispetto ad altre fasce di età (biscotti free from, muesli, yogurt greco, bevande vegetali). Gli over 55 sono molto abitudinari, consumano sempre gli stessi prodotti e le stesse bevande. Dedicano più tempo alla preparazione e il loro primo pasto della giornata deve essere leggero, semplice e genuino (pochi grassi, pochi zuccheri e ricca di fibre). Le porzioni sono contenute e si consuma più frutta, fette biscottate e confetture; mentre tra le bevande spicca l’orzo.

Le motivazioni d’acquisto della colazione italiana

Il 30% del valore della colazione (2,4 miliardi di euro) è generato dal bisogno di “velocità“: in questi casi la colazione tipo è molto abitudinaria e pratica, da consumare anche in piedi prima di uscire per recarsi a lavoro.

Dietro alle scelte di consumo, soprattutto per le donne più mature, emerge anche una motivazione “responsabile” che vale il 21% della colazione (1,7 miliardi di euro) con una marcata attenzione al profilo nutrizionale e ai benefici dei prodotti consumati. La colazione “rituale” sviluppa il 18% (1,5 miliardi di euro) ed è tipica di chi ama l’abitudinarietà nella scelta dei prodotti da consumare, come una ricerca di rassicurazione.

All’opposto la colazione “esplorativa”, che ambisce a sperimentare combinazioni di prodotti meno usuali, in Italia vale ancora poco (5%, circa 400 milioni di euro). Non manca ovviamente la ricerca del gusto, con il 13% del valore generato dalla colazione “golosa” (1 miliardo di euro): un bisogno che nasce in particolare dalla popolazione più giovane, che sceglie cibi che assicurino una ricarica gustosa all’inizio della giornata. A chiudere il cerchio, la colazione “coccolosa” con un valore affettivo e di condivisione, più frequente nel weekend, che vale il 13% (1 miliardo di euro).

Collection mania: la passione degli italiani per le raccolte punti Mulino Bianco

È il 1978 quando Mulino Bianco inaugura per la prima volta la raccolta punti. Nei 20 anni successivi il brand del Gruppo Barilla promuove 16 Raccolte Punti (dal 1978 al 1996), mettendo in palio 108 premi suscitando l’interesse degli italiani verso questo fenomeno. Basti pensare, infatti, che in quegli anni oltre 20 milioni di italiani collezionano 600 milioni di “spighe” e “covoni” per il Coccio del Mulino.

Una passione confermata anche negli ultimi anni. E se lo scorso anno la raccolta punti ha coinvolto oltre 1 milione di famiglie, la raccolta 2023 sta ottenendo un successo ancora maggiore con 1,3 milioni di famiglie partecipanti, ma ci sarà tempo fino a fine luglio per aggiudicarsi i Coccini, e le Cappuccine, set di tazzine da caffè e di tazze con vassoio, ispirate all’iconico Coccio, e lo Schiumalatte, montalatte automatico ideale per la spuma del cappuccino.

Un successo confermato dall’ultima indagine condotta da AstraRicerche in cui Mulino Bianco è risultato il primo marchio, non legato alla gdo, associato dagli italiani ad una raccolta punti.

Nota metodologica

1) Ricerca Nielsen con 9.250 interviste online (CAWI) ad un campione nazionale rappresentativo della popolazione +2 anni. La compilazione degli individui <14 anni è stata a cura di un genitore. Le interviste sono state condotte nel febbraio del 2022. La quantificazione del valore della colazione è basata sugli acquisti rilevati dalle famiglie del Panel Consumer Nielsen tramite metodologia Homescan nelle 52 settimane terminanti a febbraio 2022. Le famiglie che rilevano gli acquisti sono le stesse che rispondono alle interviste online.

2) Ricerca BVA Doxa con 1.000 interviste online (CAWI) ad un campione nazionale rappresentativo della popolazione italiana di 18-74 anni. Le interviste sono state condotte dal 13 al 17 dicembre 2021.

3) Ricerca AstraRicerche con 1.010 interviste online ad un campione nazionale rappresentativo della popolazione italiana di 18-64 anni. Le interviste sono state condotte dal 27 al 29 dicembre 2022.
AstraRicerche è un Istituto di ricerche sociali e di marketing. Un istituto italiano, indipendente, orientato alla qualità del servizio fornito e del rapporto con il cliente, all’innovazione e allo studio dei fenomeni sociali e di marketing visti nel loro contesto.

4) Fonte Risultati Collection 2023: Nielsen Consumer, Survey Online (CAWI) inviata a 7000 famiglie rappresentative dal 14 al 23 Aprile 2023

Flair 58: macchina a leva completamente manuale democratizza l’espresso

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Flair 58 during the extraction (photo granted)
Flair 58 durante l'estrazione (foto concessa)

MILANO – Flair Espresso Maker ha preso alla lettera l’espressione “Fare un espresso con le proprie mani” e per questo ha creato Flair 58, una macchina per espresso a leva completamente manuale, per professionisti. Obiettivo: rendere ottimale la performance e garantire la qualità delle estrazioni a domicilio.

Come? Dando l’opportunità al consumatore di essere il proprio barista di casa.

Qui potete trovare l’intervista in inglese.

Ma innanzitutto, qual è l’idea dietro Flair Espresso? In che modo un rito tutto italiano ha ispirato i produttori d’oltreoceano: come è nato tutto questo?

“Per capire la sua genesi è sufficiente ritrovare il Kickstarter partito nel 2016 per lanciare il marchio. Sergio Landau, il fondatore e ingegnere di Flair Espresso, ama i cappuccini e a quel tempo era alla ricerca di una soluzione che fosse economica per prepararli in casa quando era in pensione.

Ha provato altre macchine per caffè espresso manuali ma non essendo soddisfatto dai risultati e avendo decenni di esperienza nella progettazione, nell’ingegnerizzazione e nella produzione di prodotti per l’industria medica, ha pensato di poterne realizzare una per sé.

La domanda che si è posto è stata: cosa serve per preparare un buon espresso? La risposta è stata il Flair Classic (design originale): una pressa a leva e con un gruppo di erogazione non bloccabile”.

In un’epoca in cui si va sempre più verso le super automatiche, avete invece puntato sulla leva: perché questa scelta, che per molti potrebbe sembrare un passo indietro rispetto alle macchine 4.0?

La linea di Flair espresso (foto concessa)

“Per democratizzare l’espresso! Per 99 dollari (prezzo attuale della NEO Flex) è possibile preparare un espresso altrettanto buono, forse anche migliore, di quello che si può trovare in uno dei bar più vicini.

Inoltre, grazie alla pressione della leva e alla caldaia aperta, è possibile avere il pieno controllo dell’erogazione selezionando la temperatura e il profilo di pressione, un’opzione che non è possibile avere con macchine in una fascia di prezzo più accessibile.

E non si tratta soltanto di questo, ma di instaurare un legame più diretto con il caffè e con i meccanismi che rendono possibile l’erogazione. Affidare tutti questi passaggi alla “macchina 4.0″ priva l’appassionato del piacere e della soddisfazione che offre l’erogazione manuale. È un rituale. Si tratta di essere presenti. Può persino diventare un momento di meditazione”.

Quali sono i vantaggi per un barista nell’utilizzo di Flair 58?

“Nella nostra gamma di macchine manuali, la Flair 58 è l’unica a utilizzare il portafiltro e i cestelli standard commerciali da 58 mm. Questo apre la strada alla personalizzazione della preparazione con un’infinità di accessori per espresso presenti sul mercato.

Il sistema di preriscaldamento elettrico della 58 elimina un passaggio nel processo e migliora la stabilità della temperatura da un’erogazione all’altra, consentendo di concentrarsi sulla preparazione del disco e sulla profilatura della pressione.

Con una leva piuttosto lunga e una pratica impugnatura a T, il Flair 58 è un piacere da usare”.

Come funziona tecnicamente, su quali parametri si può agire?

“Per quanto riguarda specificamente il Flair 58, sono disponibili tre impostazioni di preriscaldamento per garantire la stabilità della temperatura (85 C, 90 C e 95 C), che possono poi essere aumentate con l’impostazione della temperatura del bollitore per raggiungere la temperatura di infusione desiderata nella caldaia.

Poiché utilizza cestelli filtro standard da 58 mm, è possibile preparare qualsiasi cosa, dal ristretto al lungo, a seconda della ratio che si vuole ottenere. È possibile scambiare i cestelli filtro per provare diverse caratteristiche di flusso (più fori, meno fori, parete smussata o diritta ecc.).

Grazie al pieno controllo della portata e della pressione, è possibile creare il caffè secondo le proprie esigenze: pre-infusione, fioritura, pressione lineare o crescente”.

È possibile raggiungere manualmente una pressione di 9 bar senza troppi sforzi? Dove si colloca l’acqua?

“Il vantaggio meccanico delle nostre leve varia da 9:1 a 13:1, il che significa che quando si spinge il pistone verso il basso, lo sforzo viene amplificato di un fattore compreso tra 9 e 13 all’inizio. Grazie alla leva, possiamo raggiungere e mantenere comodamente 9 BAR di pressione con un input di circa 40-45 libbre di forza verso il basso sulla leva. Il sistema raggiunge fino a 15 BAR, ma suggeriamo che i risultati migliori per l’espresso tradizionale si ottengono tra 4 e 8,5 BAR.

Si tratta di una caldaia aperta. E’ sufficiente riempire la camera dall’alto, con la leva verso il basso, per poi sollevarla e così consentire all’acqua di passare attraverso la valvola ed arrivare al letto di caffè sottostante. Quando si solleva completamente la leva, si cambia immediatamente direzione e si inizia l’estrazione”.

Flair 58 potrebbe essere uno strumento interessante anche per gli amanti della L profonda che vogliono bere un ottimo espresso a casa?

“Flair 58 è stato progettato principalmente per chi vuole cimentarsi come barista a casa propria, quindi per coloro che hanno già un macinino di alta qualità o che sono disposti a investire in un buon grinder.

Avere questo approccio è determinante. Se si desidera gustare un ottimo espresso senza però dover investire molto nel macinino, sarebbe meglio utilizzare una delle nostre altre macchine Flair Espresso che possono gestire una macinatura più grossa”.

La vostra soluzione è particolarmente interessante anche in termini di risparmio energetico?

“Quando manca la corrente a casa mia, con Flair 58 so che questo problema non significherà il non poter gustare un ottimo espresso, perché tutto ciò di cui ho bisogno è una fonte di calore per l’acqua di infusione (la mia stufa a gas o a legna) e un macinino manuale. Non sono necessari generatori!

Per quanto riguarda la quantità di potenza richiesta dal sistema di preriscaldamento Flair 58, è incredibilmente bassa. L’assorbimento è di 90 watt continui per i primi 3-5 minuti, dopodiché il riscaldatore si accende e si spegne per mantenere la temperatura. Dopo un po’ di tempo, il sistema si accende per 10 secondi e si spegne in media per 20-30 secondi.

Potrebbe però porsi il problema della tempistica: l’espresso è di per sé la bevanda della velocità per eccellenza, Flair 58 non perde un po’ questa caratteristica?

“Grazie al portafiltro e agli strumenti standard del settore, è 1:1 in termini di velocità e tempistica, ad eccezione del riempimento della camera con acqua ogni volta e dello spurgo dell’acqua non utilizzata dopo l’erogazione (caratteristica standard di una leva).

A seconda della macchina con cui viene confrontata, potrebbe essere più veloce o ugualmente rapida. Ad esempio, se la macchina avesse uno scambiatore di calore, prima di poter erogare un caffè (dopo un lungo riscaldamento di 30 minuti per garantire la stabilità della temperatura), si dovrebbe spurgare l’acqua surriscaldata nel gruppo prima di inserire il portafiltro e premere il pulsante di erogazione.

È alla portata di tutti? Dove si può acquistare?

“Con cinque modelli tra cui scegliere a partire da 99 dollari, è difficile trovare la stessa qualità a un prezzo inferiore. C’è una Flair per ogni budget e competenza. Si può iniziare con la Classic a 165 dollari e, col tempo, passare alla nostra PRO2. Cerchiamo di venire incontro a tutti lungo il viaggio nell’espresso, senza giudicare il punto in cui ciascuno si trova al momento e fino a che punto si vuole arrivare”.

Quali sono le prossime innovazioni per i modelli Flair Espresso?

“Come ho detto inizialmente, il fondatore e presidente ama il cappuccino. Flair ha un macinino, The Royal, e una gamma completa di macchine per espresso, ma non abbiamo ancora lanciato la nostra soluzione per la montatura a vapore del latte, che però speriamo di presentare entro la fine dell’anno o all’inizio del prossimo.

Per quanto riguarda le macchine per espresso, riteniamo di avere una macchina adatta ad ogni tipo di barista domestico, dal principiante all’appassionato. È improbabile che si vedano sviluppi significativi su questo fronte per un po’ di tempo”.

Parmesan Espresso Martini: un po’ di formaggio nel cocktail cult

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liquore al caffè parmesan espresso martini
Espresso Martini, autore Ki price @kiprice da flickr
MILANO – L’Espresso Martini resta un ever green per i cocktail a base caffè: per un dopo cena che dà la carica per proseguire la serata in compagnia, sembra esser uno dei drink più bevuti al mondo, dopo il Negroni. Ma come ogni classico, trova nuovi modi di adattarsi ai tempi moderni: uno di questi, è la rivisitazione del bartender peruviano Carlos Ruiz: il Parmesan Espresso Martini.
Di cosa parliamo?

Parmesan Espresso Martini, il mix diventato virale da 1,3 milioni di visualizzazioni

Direttamente dal Peru, il Parmesan Espresso Martini (in originale, il Cafe Con Queso) non è altro che il classico Espresso Martini con un po’ di polvere di Parmigiano. Il barista di Seattle Jonathan Stayard a sua volta ha ripreso l’idea con espresso (100% arabica), cognac al tartufo, liquore al caffè, scaglie di cioccolato e, naturalmente il parmigiano stagionato.

Il risultato finale è talmente convincente, che persino la catena di caffetterie di Seattle, Starbucks, ha deciso di proporre una sua versione: il Golden Foam Espresso Martini

Per gli scettici che non gradiscono al primo colpo l’accostamento, è possibile ricordare che mischiare una materia grassa con il caffè è una scelta vincente: basti pensare soltanto al cappuccino in tutte le sue declinazioni, ed ecco che il formaggio non stona più così tanto.