martedì 02 Dicembre 2025
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Tonitto 1939, al via la managerializzazione dell’azienda

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Il logo di Tonitto

Tonitto 1939 ha avviato recentemente un processo di trasformazione e managerializzazione dell’intera azienda. L’obiettivo? Costruire le fondamenta su cui appoggiare la crescita dei prossimi anni. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicata sul portale Agen Food.

La managerializzazione di Tonitto 1939

GENOVA – Un passo importante quello intrapreso da Tonitto 1939, realtà leader in Italia per il sorbetto e per il gelato senza zuccheri aggiunti. Dopo aver chiuso il piano strategico quadriennale iniziato nel 2019 con risultati in linea con le attese di crescita del fatturato, nonostante l’avvento del Covid e lo scoppio della guerra, Tonitto 1939 ha da poco avviato un processo di trasformazione e managerializzazione dell’intera azienda con l’obiettivo di porre le fondamenta su cui appoggiare la crescita dei prossimi anni.

In questa logica, accanto ai proprietari ed amministratori dell’azienda, Luca Dovo e Massimiliano Dovo, il CdA ha visto l’ingresso di Alberto Piscioneri che con il compito di General Manager e Commercial Director supporterà il processo di managerializzazione dell’azienda coadiuvato dal nuovo Management Team appena costituito.

“La nostra volontà è quella di continuare a crescere nel futuro prossimo – afferma Luca Dovo, amministratore delegato Tonitto 1939 -. Questi ultimi quattro anni ci hanno visti protagonisti del mercato pur con tutte le difficoltà relative alla situazione macroeconomica mondiale che hanno inciso non poco sul nostro sviluppo”.

Luca Dovo continua: “La managerializzazione dell’azienda è un processo chiave per il nostro futuro e per la sostenibilità del nostro percorso nei prossimi anni. Per questo motivo nel pieno spirito di coesione del lavoro e dell’attuale trasformazione aziendale, abbiamo piena fiducia che assieme ai manager ed ai professional che abbiamo scelto e che ogni giorno condividono i principi guida della Tonitto 1939, ovvero autenticità, bontà, sostenibilità ed innovazione, andremo molto lontano”.

Con circa 50 dipendenti, Tonitto 1939, si prepara a varare il nuovo piano strategico quadriennale che prevede, come già accaduto nel recente passato (con l’inserimento di 15 nuovi dipendenti dal 2022 ad oggi), anche l’ingresso di nuove risorse e investimenti in formazione.

In tal senso, da segnalare due importanti posizioni strategiche attualmente aperte: head of quality assurance e responsabile amministrazione e finanza. È possibile candidarsi direttamente sul profilo Linkedin dell’azienda, dove sono presenti le Job Descriptions delle posizioni, o inviando un autocandidatura via email a candidates@tonitto.com.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui

Andrej Godina: “Ecco il motivo per cui il caffè non deve essere considerato una droga legale”

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andrej Godina cold coffee droga
Andrej Godina

Andrej Godina, dottore di ricerca in scienza, tecnologia ed economia nell’industria del caffè, espone una riflessione sulla natura della tazzina scaturita dalla presentazione di Michele Monzini, presidente del Consorzio di Promozione del Caffè, durante l’introduzione al convegno “Il mercato del caffè: che cosa succede, come può cambiare”. Monzini ha brevemente introdotto gli argomenti del convegno sottolineando quanto sia importante prima di tutto soffermarsi sulla comunicazione inerente alla bevanda.

Per alcuni il caffè è tutt’oggi considerato una droga legale. Una banale svista che però dà un’immagine negativa e non ne promuove il consumo positivo. Andrej Godina spiega di seguito i motivi per cui la bevanda non solo è salutare ma anche lontana dall’essere classifica come droga. Leggiamo di seguito le sue riflessioni.

Il caffè non è una droga legale

di Andrej Godina

BELFORTE DEL CHIENTI (Macerata) – Nella prestigiosa sede del Campus di Simonelli Group si è svolto il convegno organizzato dal Comitato di Promozione del Caffè che ha visto l’intervento di prestigiosi relatori che hanno trattato temi di attualità legati al mercato italiano del caffè come per esempio i trend di consumo in Italia, i la sostenibilità di prodotto e di filiera e la gestione d’impresa.

In questo articolo non voglio soffermarmi sulle presentazioni dei relatori ma bensì da quanto detto da Michele Monzini, presidente del Consorzio di Promozione del Caffè, durante l’introduzione al convegno. Monzini ha brevemente introdotto gli argomenti del convegno sottolineando quanto sia importante prima di tutto soffermarsi sulla comunicazione inerente alla bevanda, di come viene definita e di come sia cambiata rispetto al passato.

Una volta il caffè veniva definito una “droga” e come tale la bevanda veniva vissuta e interpretata dal consumatore che era più preoccupato di limitarne il consumo piuttosto che soffermarsi sulle sue proprietà fisiologiche positive.

Personalmente, qualche mese fa, ho partecipato a un convegno di operatori di settore a Firenze durante il quale uno dei relatori ha definito il caffè come una “droga legale”. Una banale svista che però dà un’immagine negativa, non promuove il consumo positivo e crea confusione agli occhi del consumatore.

Fortunatamente questa “vecchia ed errata” definizione è stata superata e oggi il caffè, anche grazie al lavoro svolto dal Comitato, è definito come una bevanda salutare, che fa bene e che permette di vivere un’esperienza sensoriale appagante, senza che questa crei dipendenza, danni fisici o psichici.

Da dove deriva questo fraintendimento che ha portato a definire erroneamente il caffè come una droga?

Ho fatto qualche ricerca e ho tratto una serie di riflessioni che condivido. Innanzitutto è necessario soffermarsi sulla definizione di droga data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che si riferisce a “tutte quelle sostanze di origine vegetale o sintetica che agendo sul sistema nervoso centrale provocano stati di dipendenza fisica e/o psichica, dando luogo in alcuni casi ad effetti di tolleranza (bisogno di incrementare le dosi con l’avanzare dell’abuso) ed in altri casi a dipendenza a doppio filo e cioè dipendenza dello stesso soggetto da più droghe.”

Il vocabolario Treccani online recita: “(…) Nel linguaggio corrente viene chiamata droga qualsiasi sostanza capace di modificare temporaneamente lo stato di coscienza o comunque lo stato psichico dell’individuo; rientrano pertanto fra le d. gli stupefacenti, gli allucinogeni, i barbiturici e gli altri psicostimolanti, nonché alcune sostanze atte ad aumentare le energie e il rendimento fisico, soprattutto nelle competizioni sportive. In tale quadro il termine droga è molto generico poiché comprende sostanze con proprietà diversissime e spesso indica in senso restrittivo composti esclusi per legge dal prontuario farmaceutico quali l’eroina, la cocaina, l’LSD. (…)”

Da queste definizioni appare chiaro che il caffè è di difficile classificazione come droga anche se ci si riferisce a una “droga legale”.

Il fraintendimento italiano di definire il caffè o la caffeina come droga deriva in realtà dall’inglese. Il termine “drug”, nel quale appartiene la caffeina, dal dizionario online Merriam-Webster, an Encyclopædia Britannica Company, è definito come:

  • a: a substance used as a medication or in the preparation of medication
  • b: according to the Food, Drug, and Cosmetic Act
    • (1): a substance recognized in an official pharmacopeia or formulary
    • (2): a substance intended for use in the diagnosis, cure, mitigation, treatment, or prevention of disease
    • (3): a substance other than food intended to affect the structure or function of the body
    • (4): a substance intended for use as a component of a medicine but not a device or a component, part, or accessory of a device.

Per chi non dovesse avere confidenza con l’inglese, una traduzione riassuntiva, definisce come “drug” una sostanza utilizzata come farmaco o nella preparazione di farmaci, una sostanza riconosciuta in una farmacopea o formulario ufficiale, una sostanza destinata all’uso nella diagnosi, cura, mitigazione, trattamento o prevenzione di malattie, una sostanza diversa dagli alimenti destinata a influenzare la struttura o la funzione del corpo.

In sostanza la traduzione letterale dall’inglese di “drug” con il termine “droga” è errata e la riprova di ciò sta anche nella definizione di “drugstore”, i negozi dove si vendono le “drug” che sono gli equivalenti dei nostri “negozi alimentari”. Se erroneamente recepiamo questa traduzione allora dovremmo riferirci con il termine “drogheria” ai luoghi dove vengono venduti gli stupefacenti! Vi sembra che quanto sopra riportato possa far pensare a una sostanza che in italiano possiamo definire come droga?

Per capire quanto il termine droga riferito al caffè, e in particolare alla caffeina, sia erroneo pensiamo agli effetti fisiologici della caffeina. Tra questi effetti ci sono anche quelli del miglioramento delle prestazioni atletiche e di resistenza fisica in occasione di gare sportive.

È già da qualche anno che la caffeina è stata depennata dalla lista delle sostanze proibite del WADC – World Anti Doping Code, quindi oggi assumere una qualsiasi quantità di caffeina durante le competizioni non è considerato «doping». È così che è dimostrato che anche in questo ambito il riferimento alla caffeina e al caffè come droga è erroneo.

Partendo dal presupposto che l’industria del caffè deve fare una comunicazione positiva sulla bevanda che non tragga in inganno il consumatore e che promuova positivamente il suo consumo, consiglio quindi la sostituzione del termine “droga” con, per esempio: “la caffeina è considerata il più diffuso dei principi farmacologicamente attivi, è contenuta anche nel caffè” -, oppure: “la caffeina contenuta nel caffè è la sostanza psicoattiva più consumata al mondo”.

Il convegno organizzato dal Comitato ha delineato i punti di forza da cui ripartire per un nuovo sviluppo del settore caffè che, a mio avviso, deve prendere il via da solide basi di comunicazione positiva al consumatore. Il consumatore deve essere accompagnato a una riscoperta consapevole del valore di prodotto e di filiera e le torrefazioni devono fare fronte comune per un nuovo approccio comunicativo.

Fonti:

Jacobellis sulla qualità: “Nella scala dei valori dell’ospitalità dovrebbe venire prima il bar, poi il servizio e infine il caffè”

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Giovanni Jacobellis (foto concessa)
Giovanni Jacobellis (foto concessa)

MILANO – Giovanni Jacobellis ha voluto condividere con i lettori la sua opinione rispetto all’intervento di Marco Feliziani – amministratore delegato Simonelli Group – e Michele Monzini – presidente Comitato promozione caffè – in merito al tema della qualità del caffè servita nei bar. Riportiamo la sua opinione frutto della sua esperienza pluriennale come agente di vendita di caffè e nella distribuzione nel canale bar-pasticceria, che lo rende un po’ l’anello di congiunzione tra torrefattori e baristi.

Jacobellis: Oggi bisogna fare investimenti senza attendere la legge europea che lo impone”

“Si discute di ambiente, di sostenibilità, di qualità della materia prima, ma la verità è che in sala, l’offerta del caffè rimane sempre quella da anni. Quando si parla di retrogusto, di peculiarità aromatiche, delle essenze del caffè, spesso non si considera il fatto che il consumatore italiano beve il caffè solo d’impulso, nel giro di pochi secondi. Per questo, la preparazione di chi estrae il caffè dietro ai banconi di tutta Italia, resta essenziale nella guida del cliente alla degustazione. Bisogna comportarsi come avviene nei ristoranti,
in cui c’è il sommelier che consiglia quale vino abbinare. Nel bar non c’è quella conoscenza che serve per educare il consumatore. “

“Per parlare di qualità bisogna non soltanto raccontare il chicco”

Continua Jacobellis: “I torrefattori dovrebbero spingere di più sulla formazione degli operatori. Si vedono tante aziende che sul sito propongono dei corsi, ma si limitano a fornire le conoscenze basiche. Ci si ferma in superficie. Che certamente fa parte della conoscenza della tazzina, è quasi obbligatoria, ma si dovrebbe andare oltre, ad esempio, così come ho consigliato diverse volte, preparare una carta del caffè in
abbinamento a determinati alimenti.

Ma non solo: perché non pensare ad usare le tazzine e anche dei piatti appositamente studiati per accompagnare il servizio della tazzina con del food. Presentarsi così farebbe davvero la differenza. “

“C’è bisogno di studiare e di curare l’ospitalità, il servizio.”

“Questo oggi lo fanno in pochissimi e invece, innalzare la qualità passa anche e soprattutto dal migliorare l’esperienza di consumo nel suo complesso. Questo passaggio però deve partire dalle torrefazioni che magari potrebbe cominciare fornendo un contenitore in acciaio, dei silos in cui mettere in mostra il caffè e incuriosire la clientela, dando una ricarica sigillata come accade con la birra.

La materia prima di alto livello ora non basta, perché nel mercato attuale si vendono più servizi che prodotti. Il barista non deve quindi fermarsi alla preparazione della bevanda: le macchine e i macinini sono efficienti, ma devono esser messi nelle mani di un esperto, di un profondo conoscitore anche della mise en place dell’espresso.

Jacobellis: “Il caffè migliore del mondo senza una storia e una cornice a supportarlo, perde di valore. “

“Nella scala dei valori prima dovrebbe venire il bar, poi il servizio e infine il caffè. L’azienda deve lavorare molto sulla qualità del servizio, oltre che focalizzarsi sul prodotto. L’espresso è un rito e come tale deve avere la sua giusta collocazione. Queste parole devono trasmetterle concretamente nei bar, investendo, cambiando le dinamiche che ci stanno dietro, prestando attenzione alla cura dei dettagli nella presentazione dei prodotti. Anche questa è cultura del caffè.”

LaCimbali M200 al ristorante Savini di Milano con Covim

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LaCimbali M200 al Savini a Milano
LaCimbali M200 al Savini a Milano (immagine concessa)

MILANO – LaCimbali, brand di Gruppo Cimbali che da sempre rappresenta una garanzia di eleganza e italianità del caffè espresso di qualità arriva con la sua M200 presso il Savini, lo storico ristorante nel cuore di Milano, con le miscele di caffè Covim. Da quasi 150 anni il Ristorante Savini è infatti uno dei luoghi simbolo di Milano, un’istituzione nel settore.

LaCimbali M200 al Savini a Milano

Tre piani, in uno storico edificio affacciato sulla Galleria Vittorio Emanuele II, che ancora oggi custodisce attimi di storia nazionale. Savini ha sempre conservato la sua aura di luogo esclusivo ma è anche un interessante archivio di memorie, dalle storie di personaggi fino alle curiosità di vita cittadina. Da sempre, infatti, è stato il locale preferito da artisti, letterati, cantanti e compositori di fama mondiale. Oggi l’insegna Savini Milano 1867, fa parte di Botteghe Storiche di Milano e Locali Storici d’Italia.

Proprio in un contesto come questo risulta perfetta la collocazione de LaCimbali M200: la perfetta sintesi di eleganza e artigianalità Made in Italy, in cui tecnologia sempre più avanzata e qualità superiore sono garanzia di un eccellente caffè in tazza.

lacimbali m200
LaCimbali M200 (immagine concessa)

Una macchina per caffè espresso top di gamma, innovativa e sostenibile al tempo stesso, che definisce un nuovo paradigma per le macchine professionali. Presso il ristorante Savini è possibile trovarla nella sua versione GT1 4 gruppi con pulsanti, pensata per il barista che ricerca la semplicità e l’immediatezza d’uso.

Inoltre, grazie alla tecnologia Multiboiler, M200 offre un sistema flessibile per esaltare la qualità dell’erogazione e il profilo sensoriale del caffè espresso. In particolare la flessibilità della tecnologia GT1 permette al barista di personalizzare la temperatura dell’acqua e il tempo di infusione, mantenendo il miglior profilo organolettico e ampliando l’offerta che si rivolge ad una clientela sempre più internazionale.

Grazie proprio a M200 e alla possibilità di creare un menù di ricette che spaziano dall’espresso, al caffè filtro, a bevande a base latte, gli ospiti internazionali, e non solo, potranno vivere un soggiorno ancora più piacevole nel salotto milanese per eccellenza, dove ancora si può respirare il fascino e l’eleganza di un tempo.

In collaborazione con Covim

Covim offre un caffè eccellente perché la sua storia inizia da molto lontano. Negli anni ha acquisito una competenza e una sensibilità che le permettono, seguendo e controllando ogni passaggio della lavorazione, di assicurare un prodotto di alta qualità sempre raffinato e costante.

La scheda sintetica di LaCimbali Project

Con oltre 100 anni di storia LaCimbali è un simbolo dell’eccellenza made in Italy nella progettazione e realizzazione di attrezzature professionali per la preparazione del caffè espresso e bevande a base latte. LaCimbali offre al mercato una gamma completa di prodotti, dal range diversificato (macchine tradizionali e superautomatiche, macinadosatori e accessori) in grado di soddisfare tutte le esigenze degli operatori del settore: prima tra tutte la nuova M200, con le sue varianti, e nella gamma ormai competa dele superautomatiche la S15, la S20 Fresh Brew e la S60.

Nel 2021 il brand ha avviato un innovativo progetto di restyling fondato su 5 valori chiave che rappresentano il messaggio: l’ergonomia che segue la funzione, l’accuratezza dei dettagli che la rende distintiva, la tecnologia all’avanguardia che dà forma all’innovazione, l’attenzione alla qualità in tazza che contraddistingue l’italianità a livello internazionale. La sottile linea rossa, da sempre la firma del brand, il cuore pulsante di questa evoluzione, diventa così il tratto distintivo di tutte le nuove macchine.

Vietnam, così gli esportatori pagano il caffè sino a 2 volte e mezzo di più rispetto al 2022

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robusta Brasile
Una pianta di coffea canephora (credits - Wouter Hagens - Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1890101)

MILANO – Nel primo semestre 2023, il Vietnam ha ricavato dall’export di caffè 2,4 miliardi di dollari, ma il traguardo dei 4 miliardi a fine anno sarà difficile da raggiungere, dal momento che la produzione è in calo del 15%. Nonostante i prezzi più alti non si andrà oltre i 3,7-3,8 miliardi. Così si è espresso, in un’intervista The Investor, Le Duc Huy, ceo di Simexco Dak Lak, uno dei massimi esportatori vietnamiti di caffè.

Azienda a proprietà pubblica, fondata nel 1993, Simexco tratta – oltre al caffè – anche il pepe e vari prodotti della filiera agroalimentare locale.

Nonostante le difficoltà economiche, il colosso vietnamita ha conseguito, nel 2022, un fatturato di 6.480 miliardi di dong (243,9 milioni di euro) derivanti in massima parte dall’export. L’azienda punta a raggiungere il traguardo dei 10 mila miliardi di dong (376,43 milioni di euro) entro i prossimi 5 anni.

Gli inizi, nei primi anni novanta, non furono facili per Simexco, spiega Huy. Allora, il comparto produttivo era estremamente frammentato e il controllo qualità era difficilissimo da attuare.

“Capimmo da subito che il miglioramento della qualità doveva partire dalla base. E che dovevamo dunque collaborare direttamente con i coltivatori di cafè”. “A oggi – continua Huy – abbiamo sviluppato una rete di 40 mila produttori “.

“Negli ultimi 15 anni abbiamo stabilito una serie di criteri volti a garantire la tutela ambientale, quali la limitazione nell’uso di pesticidi e altri input chimici, l’adozione degli alberi di copertura, il risparmio nell’utilizzo dei fertilizzanti e dell’acqua per l’irrigazione, la riduzione delle emissioni …”

Il valore dell’export di caffè vietnamita potrebbe raggiungere i 10 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. Per stare al passo con i tempi, Simexco deve adeguarsi velocemente. Come? Aumentando il valore aggiunto attraverso l’export di prodotti trasformati.

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La Marzocco arriva a Roma nello storico locale Giolitti con la linea PBx 4 gruppi

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La Marzocco a Roma all’interno di Giolitti (immagine concessa)

SCARPERIA (Firenze) – La Marzocco, azienda leader nel settore delle macchine per caffè espresso professionali dal 1927, entra all’interno dello storico bar romano Giolitti con un progetto di customizzazione unico. In pieno centro a due passi dal Pantheon si trova Giolitti, uno dei locali più antichi e rinomati della capitale famoso ed apprezzato in Italia e all’estero, che dal 1900 ricerca nei suoi prodotti un’armonia tra qualità e tradizione.

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La linea PBx 4 gruppi (immagine concessa)

La Marzocco insieme al bar romano Giolitti

Qui l’artigianalità de La Marzocco incontra la storica tradizione di Giolitti che viene espressa attraverso una linea PBx 4 gruppi customizzata ad hoc per andare a richiamare lo storico logo del locale.

L’idea di questa customizzazione unica è nata da Coffeetech, distributore ufficiale de La Marzocco a Roma e collaboratore dell’anno 2021, e Giolitti, che insieme hanno pensato di creare un pannello in vetro da posizionare sul retro della macchina da caffè utilizzando i colori simbolo del locale – il verde e il bianco.

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La Marzocco da Giolitti (immagine concessa)

Con questo progetto esprimono il desidero di crescere qualitativamente nell’estrazione dell’espresso portando avanti i valori storici del locale e il loro gusto per la perfezione.

La scheda sintetica dell’azienda

La Marzocco, fondata nel 1927 dai fratelli Bambi, fin dall’inizio si è specializzata nella produzione artigianale di macchine da caffè espresso per bar con particolare attenzione alla qualità, al risultato in tazza ed allo stile. In oltre 90 anni di storia l’azienda fiorentina ha introdotto una serie di tecnologie e brevetti rivoluzionari, diventando leader per design ed innovazione nel settore delle macchine per caffè tradizionali.

Tutti i modelli, compresi gli ultimi nati per il consumatore finale, sono realizzati a mano ed esportati in più di 100 paesi dove si incontrano nelle migliori caffetterie, nei più raffinati ristoranti del mondo e nelle case.

Rhea France: le soluzioni presentate al Vending Show di Parigi confermano il posizionamento strategico

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Rhea France Vending Show Parigi
Rhea France al Vending Show di Parigi (immagine concessa)

PARIGI – Si è conclusa con successo la partecipazione di Rhea France al Vending Show di Parigi dove l’azienda ha avuto l’occasione di presentare le ultime soluzioni free standing e table top e la nuova organizzazione aziendale, pensata per consolidare l’assistenza pre e post vendita ai clienti e potenziare lo sviluppo di nuovi business.

Rhea France al Vending Show di Parigi

La riorganizzazione commerciale e di assistenza tecnica è stata divisa in tre macro aree regionali: Parigi e ovest della Francia, nord-est e sud, ognuna con un referente commerciale ed un tecnico dedicati.

Questa nuovo modello organizzativo consente a Rhea France di essere più vicino ad ogni cliente e, allo stesso tempo, ridurre l’impatto ambientale dei viaggi di lavoro rafforzando l’impegno dei Rhea nel suo percorso verso la sostenibilità.

Ma oltre alla prossimità territoriale, Rhea France ha anche implementato la struttura del customer service con soluzioni quali, ad esempio, una costante attività di formazione del personale tecnico dei clienti stessi, con l’attivazione di un canale di assistenza online Technical Hotline), coadiuvato dalla disponibilità di video tutorial e manuali di manutenzione per rendere ancora più semplice ed efficacie l’intervento sulle macchine installate.

Non ultimo, il processo di digitalizzazione partito nel 2019 dalla divisione amministrativa, con la dematerializzazione dei documenti amministrativi, che ogni cliente può trovare in un’area riservata, consentendo un risparmio di carta in ottica CSR per la protezione dell’ambiente.

“Abbiamo investito molto sulla struttura francese per garantire il miglior supporto ai clienti e oggi, la divisione commerciale e di assistenza in aree regionali ci consente non solo di rafforzare le relazioni con ogni cliente, ma di avere a bordo nuove risorse esperte e qualificate che condividono la visione aziendale per un ambiente lavorativo stimolante ed efficiente e che guarda al futuro.” commenta Andrea Pozzolini ceo di Rhea.

Sostenibilità, insieme a tailor-made, qualità e innovazione sono i valori che guidano Rhea da oltre 60 anni e che si ritrovano nelle nuove linee di freestanding e table top che l’azienda ha portato allo stand del Vending Show.

La flessibilità funzionale e tecnologica e i touch screen consentono di raggiungere il massimo livello di personalizzazione per soddisfare ogni preferenza di gusto, l’esperienza di ogni consumatore e la brand identity di ogni cliente. Una modularità e flessibilità che offre nuove interessanti opportunità al mercato francese nel settore delle macchine automatiche.

Bar: profilo inflazionistico decelera su maggio, +4,8%

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fipe ristorazione bar
Prezzi al consumo per l’intera collettività (dati concessi)

ROMA – La corsa dei prezzi rallenta. I dati definitivi diffusi dall’Istat indicano una flessione dal +7,6% di maggio al +6,4% di giugno. Anche i prezzi della ristorazione rallentano dal 6,5% al 6,3%. Continuano ad essere vivaci i prezzi di altri importanti servizi turistici come il trasporto aereo aumentato in un mese dell’11% e in un anno del 23,5% e i servizi di alloggio in cui gli aumenti su base mensile sono stati del 5% mentre rispetto ad un anno fa di circa il 13%.

Dati Fipe: inflazione nei bar

Il profilo inflazionistico del bar (+4,8%) decelera lievemente rispetto a quanto rilevato a maggio. Gli incrementi sopra la media del comparto riguardano i prodotti di pasticceria e gelateria (+6,2%) e gli snack al bar (5,4%).

Fipe prezzi
Variazione congiunturale e tendenziale dei prezzi (dati concessi)

Ristoranti

I prezzi nei ristoranti tradizionali e nelle pizzerie gli aumenti decelerano rispetto a quanto rilevato il mese scorso. La variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente si attesta a +5,5% per i ristoranti e +6,5% per le pizzerie. I prezzi della gastronomia registrano +6,0% e il delivery +11,3% rispetto a giugno 2022.

fipe dati
Variazione congiunturale e tendenziale dei prezzi (dati concessi)

Mense

I prezzi delle mense1 registrano una variazione dello 0,5%. Sono ancora le mense scolastiche a frenare l’inflazione del comparto con una variazione tendenziale negativa(-0,3%).

dati
Variazione congiunturale e tendenziale dei prezzi (dati concessi)

1 Quota a carico delle famiglie

Succede a San Donà di Piave: sovrapprezzo di 1 € per aver pagato cappuccino e brioche con il bancomat, rischio multa di 2000

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bar colazione caffetteria tavolino dehors sovrapprezzo plateatico caffetterie barese massa-carrara caffè varone fitto torino
Il tavolino di un bar (Foto di Julia da Pixabay)

SAN DONÀ DI PIAVE (Venezia) – Sovrapprezzo di un euro per aver pagato col bancomat un cappuccino e una brioche: lo spiacevole evento è successo in un bar a San Donà di Piave, Venezia. La cliente non ha esitato a chiamare la Polizia municipale per denunciare l’accaduto.

Il sovrapprezzo di un euro per il pagamento con il bancomat

Sullo scontrino viene precisato l’acquisto: 2 euro per il cappuccino, 1 euro e 50 centesimi per la brioche, 20 centesimi di servizio al tavolo e 1 euro per il pagamento con il bancomat.

La Polizia è intervenuta e il bar rischia ora una multa di non meno di 2000 euro. Dal 30 giugno dello scorso anno, infatti, sono entrate in vigore le normative che prevedono le multe per i commercianti che rifiutano i pagamenti elettronici.

Coffee Spritz: parla Marco Poidomani, campione italiano Coffee in good spirits, del cocktail al caffè per l’estate

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Coffee Spritz (immagine concessa)

MILANO – Non solo a fine pasto o per iniziare la giornata insieme ad un cornetto: il caffè può essere la base perfetta per un perfetto cocktail estivo. Lo racconta Marco Poidomani, Sca Trainer e coffee lover, con una carriera di oltre 25 anni nel mondo del caffè e campione italiano in carica (con altri 2 titoli alle spalle) di Coffee in good spirits, la disciplina che unisce il mondo del caffè con quello della mixology.

Marco Poidomani crea il Coffee Spritz

Oltre all’esperienza quasi trentennale, Marco conosce in maniera approfondita la qualità dei prodotti dei brand che rappresenta e con la quali collabora da anni. “Solo conoscendo bene il prodotto e reputandolo eccellente si è in grado di descriverlo accuratamente e soprattutto essere credibile. Non bisogna essere solo bravi, ma usare prodotti di qualità, studiare e sperimentare sempre.”

“La difficoltà di far provare un drink al caffè sta nell’errata convinzione che essi siano sostanzialmente drink da fine pasto o drink caldi. Molto spesso, inoltre, si ha la credenza che, contenendo caffè, questi cocktail possano influenzare negativamente il sonno. La mia idea è dunque quella di partire da ciò che i nostri ospiti sono abituati a bere e che gli è familiare e di rivisitarlo totalmente. In questo caso, utilizzo come cavallo di troia il famosissimo drink ormai popolare in tutto il mondo, lo Spritz, ma in versione caffè.” – conclude Marco Poidomani.

marco poidomani
Marco Poidomani (immagine concessa)

Il Coffee Spritz by Marco Poidomani

Ingredienti:

  • Cold brew (ovvero caffè estratto a freddo) 30 ml,
  • Aperol 30 ml,
  • Sciroppo di zucchero 5 ml,
  • Soluzione salina 1 goccia,
  • Top di Acqua tonica,
  • Decorazione fetta di arancia e scorza di limone

Ricetta:

Prendiamo il calice classico dello Spritz pieno di ghiaccio, versiamo con delicatezza il cold brew, l’Aperol, lo scriroppo di zucchero, una goccia di soluzione saline e completiamo con acqua tonica. Infine, mescoliamo e decoriamo. Per una versione più professionale, si potrebbero versare gli ingredienti in un sifone, chiuderlo e lasciarlo in freezer per circa mezzora, per poi versarlo nel calice.

Coffee in Good Spirits: aperte le selezioni per decretare il nuovo campione italiano

Sono ora aperte le selezioni per decretare il nuovo campione italiano di Coffee in Good Spirits, la disciplina che esalta il caffè nella mixology. La gara consiste nel presentare 4 bevande: due fredde e due calde. Le bevande dovranno essere a base alcol e caffè e il concorrente avrà 12 minuti a disposizione. In una delle 2 bevande prodotte, inoltre, dovrà essere utilizzata la macchina per l’espresso, estraendo almeno 2 espressi. Le finali, invece, si svolgeranno nel 2024 davanti a una giuria composta da giudici nazionali e internazionali, esperti degustatori.

Ad organizzare le selezioni, così come la finale, è Sca Italy, la delegazione italiana della Speciality Coffee Association, la più autorevole Associazione mondiale per la promozione dell’eccellenza nel mondo del caffè.

Il vincitore della competizione italiana avrà poi la possibilità di accedere ai campionati mondiali, che quest’anno si terranno a Taiwan al Taipei World Coffee Championship dal 17 al 20 Novembre 2023, dove gareggerà anche Marco Poidomani.

Per iscriversi alle tappe di selezione e accedere al Campionato Italiano basta cliccare qui.  

La scheda sintetica di Sca Italy

Sca Italy, sotto l’egida dell’Associazione Sca (Speciality Coffee Association), rappresenta in Italia migliaia di professionisti del caffè, dai baristi e torrefattori, e attraverso il suo patrimonio di autorevolezza e conoscenza condivisa agisce come forza unificante nel settore Specialty Coffee.