martedì 02 Dicembre 2025
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Vaicacao, progetto di cacao e filiera sostenibile che unisce da Olbia all’El Salvador

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I due volti di VaiCacao Elisa e JuanRa (foto concessa)
I due volti di VaiCacao Elisa e JuanRa (foto concessa)

MILANO – Quando una passione diventa professione, è in grado di unire due paesi molto distanti geograficamente in un prodotto artigianale di qualità: questa è la storia dietro l’azienda sarda VaiCacao, portata avanti dal lavoro congiunto di Elisa e marito JuanRa.

VaiCacao, unione tra Sardegna e El Salvador

Come nasce? Raccontano i fondatori a partire da JuanRa: “Arrivo da El Salvador, il paese più piccolo dell’America Centrale. Qui, nel 2009 abbiamo creato con mio padre una cooperativa per rilanciare la coltivazione del cacao. Sempre nella mia terra di origine ho incontrato Elisa che a quel tempo lavorava per l’Onu in quella zona ed è stata proprio lei a voler valorizzare la nostra materia prima e portarla al mercato europeo.

L’industria però penalizza le piccole quantità e dover riempire un container non è tanto semplice, considerato che poi nessuno vuole pagare il giusto prezzo al chilo per il cacao. Creando VaiCacacao abbiamo voluto sperimentare un sistema diverso, con cuore sardo e radice salvadoregna, per costruire una filiera sostenibile. E lo stiamo facendo, contattando e coinvolgendo pian piano diversi coltivatori per sviluppare una rete composta da più piantagioni di cacao.”

Il cacao alle origini (foto concessa)

Vaicacao è un progetto di cacao e filiera: per una supply chain che non si focalizzasse soltanto su logiche di mercato ma che si concentrasse sulla qualità, meno sulla quantità, trasmettendo un migliore prezzo al chilo al cacaotero, e offrire la esperienza dei sapori autentici e puri delle diversi terroirs di cacaos Mesoamericani, attraverso la nostra collezione di prodotti vaicacao.

Continua Elisa: “Così ci siamo trasferiti in Sardegna e formalmente abbiamo iniziato con l’apertura nel 2017 di VaiCacao per creare un nostro mercato in Europa che ci permettesse di non dipendere solo da trading delle fave di cacao: abbiamo tracciato noi un percorso, puntando molto sulla purezza del cacao. Non è facile produrre il bean to bar, perché è molto costoso e molto lungo come processo, come qualsiasi metodo artigianale: per fare una tavoletta ci vuole una settimana tra il mulino a pietra – che da una texture più grezza e autentica – la torrefazione, vagliatura, macinazione, temperaggio, impacchettamento.

All’inizio avevamo pensato di fare tutto in maniera differente da come procede la classica industria, che riempie semplicemente di zuccheri il prodotto. Abbiamo puntato alla riscoperta dei benefici nutrizionali del cacao, con processi più lenti che permettono di conservarne le caratteristiche volatili. Ci concentriamo sulla riscoperta del cacao in origine, che è la parte più interessante, raccontandolo in chiave storica: la pasticceria e le praline sono arrivate dopo in Europa, ma nei paesi d’origine, il cacao era considerato per il suo valore spirituale e poi commerciale.

La bevanda che si otteneva dal cacao veniva usata in cerimonie e rituali di qualsiasi natura. Il cacao era il loro caffè perché molto energetico. Stiamo provando a trasmettere questo aspetto, insieme alla sua parte terapeutica e nutrizionale. I nostri prodotti, dalla granella pura alla tavoletta, sono pensati per valorizzare tutto questo: abbiamo anche realizzato un packaging in cui vengono indicate le origini del cacao, gli effetti sull’organismo, dando tracciabilità e comunicando la complessità della filiera. Portando alla luce i tanti protagonisti che ci aiutano dalla piantagione sino a noi.”

Come avete costruito la vostra filiera?

“Le relazioni commerciali sono state coltivate dal 2009, a partire proprio dalla piantagione di famiglia che soprattutto lavorava il caffè con una parte però dedicata naturalmente al cacao vicino al fiume. Con mio padre abbiamo avviato questa attività alternativa per recuperare i terreni abbandonati. Noi siamo stati i primi e in seguito, proprio poiché i rapporti sono sempre stati stretti restando in famiglia, nel 2010 con mio zio Jaime abbiamo sviluppato una sua piantagione.

JuanRa (foto concessa)

C’è un’altra farm ancora in El Salvador, la Finca Parras Lempa della famiglia Morataya, con la quale da diversi anni stiamo imparando processi per ottenere la qualità giusta. Con la tecnologia riusciamo a raggiungerli, grazie alle video chiamate. Abbiamo contribuito ad aggiornare il profilo professionale di questi coltivatori , attraverso i nostri costanti feedback su ogni raccolta che riceviamo. Abbiamo iniziato questo movimento con un business plan per crescere tutti insieme. Le piantagioni di El Salvador nascono da investimenti fatti da persone che hanno iniziato da zero, prima come una cooperativa per scambiarsi reciprocamente il proprio know-how.

Quando la raccolta è pronta, la mettiamo in un container, attraverso la nostra azienda, stabilita nel 2015 in E.S. per riuscire ad acquistare direttamente ed essere strutturati per esportare e che in El Salvador acquista localmente con un prezzo superiore del mercato (il Fairtrade è solo un’etichetta che fissa una cifra di circa $2.4/kg nel porto di imbarco.

I sacchi spediti (foto concessa)

Considerando una tonnellata a $2,400 all’anno in porto e non al Farm Gate, i piccoli produttori che di solito gestiscono appena 2/3 ettari difficilmente riescono a vivere dignitosamente dal lavoro con il cacao. Con VaiCacao siamo partiti con 4.5 USD $ – al Farm Gate al chilo e oggi siamo saliti ai 7.50 USD $ al Farm Gate – ovvero in piantagione, soldi che arrivano direttamente a chi produce in piantagione, al netto dei costi di esportazione e importazione – e proveremo in futuro ad aumentare ancora di più.

Il mercato della Gdo vende il cioccolato a meno di un pacco di gomme da masticare: bisogna ristabilire il prezzo più adeguato al cacao, valorizzando il lavoro dietro che garantisce qualità. Non siamo trader e arriviamo direttamente al nostro consumatore finale con l’e-shop e i distributori internazionali. Tutto questo per sostenere i produttori all’origine.

Ci approvvigioniamo da varie piantagioni il cacao, iniziando da 1000 chili sino ad arrivare a circa 7 tonnellate all’anno, con quantità così piccole che il costo del trasporto non era economico. Il nostro è più un investimento, un sacrificio extra. Di solito studiamo le rotte confrontando le varie compagnie marittime: ora i trasporti sono quintuplicati i costi dopo la pandemia.

A volte quindi le navi arrivano dal Guatemala, o dalla Colombia. Di solito giunge via mare direttamente ad Olbia, grazie alla nostra relazione costruita con fornitori logistici, in modo da risparmiare tempo. Scegliamo comunque in base al prezzo, alle tempistiche. È stato per noi una grande conquista far arrivare il cacao ad Olbia: le tratte tra l’America latina e l’Italia ci sono, ma avere una rotta che riduce sino a 28 giorni i tempi di consegna, è fondamentale. Non ha aiutato il monopolio: abbiamo visto dei prezzi sino a 7000 euro, una volta ce n’era uno quotato sino a 8000. Forse adesso il contesto si sta ristabilizzando, ma le grandi compagnie sono due e dominano il mercato delle merci. “

Che tipo di cacao importate per VaiCacao?

“Stiamo importando cacao Trinitario con tendenza al Criollo. Ci sono ceppi antichi che sono rimasti nel Centro America e noi stiamo promuovendo questa specie pregiata. Abbiamo pochissimo Criollo puro che lanceremo prossimamente. Ricordiamoci però che il cacao ha bisogno di tantissima acqua e ombra, condizioni che possono cambiare di anno in anno . E ora c’è la sfida anche dei cambiamenti climatici “.

E come lo lavorate?

In fase di lavorazione (foto concessa)

“Per la tostatura possiamo sfruttare dei macchinari con una parte elettrica: i forni ventilati sono performanti che ci permettono di lavorare la materia prima. Sono soluzioni molto diffuse nella pasticceria e in Italia è più semplice procurarsele, perché abbiamo grandi produttori di macchinari di questo genere. In centro America è più difficile accedervi e per questo siamo tornati qua. Stare in Italia è un vantaggio.

Dopo la torrefazione si procede con la pulitura delle fave di cacao con un macchinario. A mano togliamo i residui di buccia prima del processo del mulino. Facciamo sempre double check. Quindi viene rimossa la cascara (con cui si può preparare un infuso che a breve lanceremo) e si passa al mulino a pietra: la frizione consente al burro di cacao contenuto nelle fave di generare una massa da cui si crea la pasta o il cioccolato con l’aggiunta di zucchero.

Si macina per tanti giorni e molto dipende da ciò che vogliamo ottenere, se un prodotto più grosso, più liscio. Una volta che scarichiamo il macchinario, per ottenere il cioccolato viene fatto riposare per settimane e poi si passa al temperaggio con la macchina temperatrice per realizzare le tavolette lisce. E poi il packaging a mano.

Per la pasta di cacao il processo è più corto, si fa raffreddare e poi si taglia. Non facciamo il concaggio (processo che fanno quasi tutti ) perché cerchiamo di dare un cacao di qualità senza appiattirlo per livellare le imperfezioni. Ma quando il processo iniziale è buono tra fermentazione, essiccazione, selezione e torrefazione, non c’è bisogno di applicare il concaggio.

Usiamo temperature molto basse con tempi molto lunghi di cottura se è necessario e sempre calibrando i parametri sul profilo del cacao per esaltarne i profumi floreali, fruttati che con il concaggio potrebbero sparire. Non vogliamo un prodotto standard, ma consegnare dei sapori autentici, con la loro personalità.

Abbiamo cercato comunque di mantenere dei prodotti accessibili ai consumatori: la nostra tavoletta al pubblico è a 5.50 euro per 33 grammi. Certo è un po’ più alto rispetto ai 100 grammi nel supermercato da 1.80.

vaicacao
Il prodotto finale prende forma (foto concessa)

Ci diversifichiamo con il pubblico sull’e-commerce, i negozi retailers, con collaborazioni importanti con l’estero che ci permettono di crescere, ma anche in Sardegna. Abbiamo voluto localizzare il nostro prodotto: siamo l’unico bean to bar in Sardegna e abbiamo studiato ricette con le bacche di mirto, le mandorle della zona della giara, i fiori di lavanda e Fleur de Sel dalle saline di S.Antioco. Stiamo cercando di includere quelli che sono i prodotti che arrivano dal territorio sardo, sposandoli con prodotti più interessanti per il turismo durante l’estate.

Il nostro focus resta la qualità.

Stiamo per lanciare un paio di ricette nuove collaborando con un’altra azienda sarda, proponendo innovazione con il cioccolato, infusione con una bevanda molto tradizionale qua per l’estate. E poi altre origini di cacao che siamo riusciti a integrare nella nostra offerta, compreso il micro lotto del Criollo.

Abbiamo sempre eventi durante l’estate: siamo più però orientati a fare un lavoro inhouse e selezioniamo il più possibile gli eventi a cui partecipare.”

Come siete diventati trasformatori?

“Siamo ripartiti da capo in Sardegna con quello che avevamo a disposizione. Abbiamo iniziato con dei trita uva e abbiamo fatto tanti esperimenti. Il primo anno è stato di prove, fallimenti e riprese. Stiamo ancora perfezionando le nostre tecniche. Il bello è capire cosa fare a livello tecnico nel processo a furia di sperimentare e assaggiare.

Importante la formazione: ci siamo rivolti a vari mentori negli Usa e Italia, e tanti colleghi che ci hanno aiutato a comprendere i giusti processi. Di motivi per mollare al primo, al secondo e terzo anno ce ne sono stati tanti: ma per noi questa è una missione, uno stile di vita, che unisce due continenti nel rispetto del lavoro dei coltivatori, e ha creato un sistema che deve muoversi.

L'offerta VaiCacao (foto concessa)
L’offerta VaiCacao (foto concessa)

Non andiamo mai sotto il 70% di cacao. Il cacao è come il caffè buono, quello specialty. Se è delicato, non ha bisogno di molto zucchero. Per cui, vogliamo consegnarlo con il maggiore contenuto di cacao possibile e che sia un piacere mangiarlo. Il terroir per il cacao è peculiare e ci piace puntare alla purezza e meno dolcificato. Abbiamo provato lo zucchero di cocco, datteri polverizzati e il risultato è molto interessante dal classico zucchero bianco. “

Stati Uniti: il colosso Kdp lancia una partnership con La Colombe, marchio leader per il caffè rtd di alta qualità

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Keurig Dr Pepper
Il logo di Keurig Dr Pepper

MILANO – Il risiko del caffè non si ferma nemmeno in piena estate: è di ieri, giovedì 20 luglio, la notizia dell’acquisizione – da parte del colosso del beverage e del caffè Keurig Dr Pepper (Kdp), il cui azionista di maggioranza e l’onnipresente e potentissima Jab – del 33% del capitale di La Colombe, torrefattore specialty di Philadelphia, noto anche per produrre varie tipologie di bevande ready-to-drink (rtd) a base di caffè e latte apprezzate per la loro qualità e shelf life.

Il colosso Kdp (nel 2022 ha conseguito un fatturato superiore ai 14 miliardi di dollari) è nato, nel 2018, dalla fusione tra Keurig Green Mountain and Dr Pepper Snapple Group.

Keurig Dr Pepper ha in portafoglio marchi iconici del beverage quali DR Pepper, 7up, Schweppes e Snapple.

Ma è anche un imprescindibile competitor nel mercato nord americano del caffè, grazie al popolarissimo sistema Keurig e alle capsule K-Cup.

Tra i marchi ottenuti in concessione per le K-Cup, nomi del calibro di Tully’s, Panera, Krispy Kreme, McCafé, Gloria Jean’s e Kahlúa. Senza dimenticare il suo storico brand Green Mountain.

Il prezzo pagato per la partecipazione in La Colombe sarà di 300 milioni di dollari, pari a un multiplo di circa 3 volte le vendite consolidate stimate per il 2024.

L’operazione comprende anche una partnership strategica, che prevede un accordo a lungo termine di vendita e distribuzione del caffè rtd di La Colombe, nonché un accordo a lungo termine di licenza, produzione e distribuzione di caffè porzionato in K-Cup a marchio La Colombe, per Usa e Canada.

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Caffè Vergnano, chiusura del 2022 con ricavi a 99,2 milioni

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Logo Caffè Vergnano coca-cola
Il logo di Caffè Vergnano

MILANO – Caffè Vergnano ha diffuso il comunicato stampa relativo al bilancio concluso nel 2022. L’azienda capitanata dall’amministratore delegato Carolina Vergnano, e controllata dall’omonima famiglia ma partecipata per il 30% da Coca-Cola Hbc, ha registrato ricavi in aumento, con un fatturato totale lordo di 99,2 milioni di euro, in crescita di circa il 12% sull’anno precedente.

I primi sei mesi del 2023 vedono ancora una crescita del fatturato; il primo semestre è terminato con un + 9% rispetto all’anno precedente. Tutti i settori sono positivi e la crescita è trainata in particolar modo dal settore horeca con un +16% di fatturato.

Di seguito, il comunicato ufficiale diffuso da Caffè Vergnano

Caffè Vergnano, una tra le più antiche torrefazioni in Italia dal 1882, chiude il 2022 con un fatturato totale lordo di 99,2 mil di Euro, in crescita di circa il 12% rispetto all’anno precedente.

I settori in maggiore sviluppo sono stati l’horeca, grazie anche all’eliminazione delle restrizioni attivate durante la pandemia, e l’estero, supportato dalla Partnership con Coca-Cola HBC che rappresenta per l’azienda l’importante opportunità di sviluppo internazionale e di business export.

Caffè Vergnano è ora presente in 90 paesi, di cui 17 sono mercati di Coca-Cola HBC. Nonostante il forte aumento delle materie prime e dell’energia avuti nel 2022, la società ha deciso di non ribaltare per intero gli aumenti dei prezzi sui clienti, al fine di ridurre al minimo l’impatto sul bilancio del consumatore finale.

Caffè Vergnano guarda ora al futuro e per il 2023 prosegue con gli investimenti straordinari, che nascono e si sviluppano con la volontà di valorizzare il territorio locale, come quello del nuovo magazzino di 4.000 metri qauadrati a Valfenera (Torino) finalizzato nell’ultimo trimestre del 2022 e come l’impianto di pannelli solari, operativo da maggio, sul tetto di uno degli stabilimenti del sito di produzione di Santena (Torino).

L’installazione permetterà a Caffè Vergnano, con una potenza pari a 500 kw x 1000 pannelli, di essere autonoma nel fabbisogno al 17-20%. Una scelta volta a garantire un futuro sempre più responsabile e sostenibile a favore dell’ambiente e delle persone.

“Come nel 2022, nei primi sei mesi del 2023 continua la crescita del fatturato; il primo semestre ha chiuso con un + 9% verso l’anno precedente in linea con le aspettative. Tutti i settori sono positivi e la crescita è trainata in particolar modo dal settore horeca con un +16% di fatturato. A livello di Gross Profit la crescita verso l’anno precedente è superiore al fatturato (+11%), dimostrando l’inversione di tendenza verso la chiusura dell’anno precedente.” Carolina Vergnano – ceo di Caffè Vergnano

Efa News, riprendendo i dati pubblicati dal quotidiano Italia Oggi, analizza nel dettaglio la sostanza del bilancio di Caffè Vergnano

Da Italia Oggi vengono ripresi i dettagli di un aumento sul 2021 del 12%, che però registra anche una perdita di 425mila euro sull’utile del 2021 di 3,5 milioni, e un’Ebidta dimezzato a 4,6 milioni.

Scrive ancora Efa News: nella relazione allegata al bilancio si legge che questa crescita dei ricavi a parità di volumi è stata ottenuta attraverso ritocchi ai prezzi di listino.

Continua Efa News: resta positivo il canale horeca all’estero, che è stato utile a riequilibrare il calo nelle vendite della grande distribuzione. In linea quindi con un’altra percentuale significativa pubblicata su Efa News: il 27% del fatturato di Caffè Vergnano si sviluppa proprio oltre i confini nazionali e questo, anche sotto la spinta della collaborazione con Coca-Cola Hbc che gioca sul mercato internazionale.

Efa News riprende infine altri dati: la cifra che indica l’indebitamento di Caffè Vergnano tocca i 22 milioni – l’anno prima erano 18 – e di questi, 16 vanno attribuiti all’acquisto del caffè verde.

Repa diventa distributore esclusivo di Star Holdings Group con ricambi 100% originali

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Centro logistico di Repa (immagine concessa)

CESENA – Repa, il principale distributore europeo di ricambi, divisione di Parts Town Unlimited, è ora distributore esclusivo per i brand APW Wyott, Bakers Pride, Lang, MagiKitch’n, Star, Toastmaster e Wells, produttori di soluzioni per la cottura di elevata qualità, parte di Star Holdings Group.

Grazie a questa partnership, che si estende dall’Europa al Medio Oriente sino all’Asia-Pacifico e all’Africa, i tecnici riparatori possono trovare, nei webshops Repa, tutti i ricambi 100% originali, per riparare e rimettere pienamente in funzione le apparecchiature di questi sette brands della ristorazione.

Repa distributore esclusivo di Star Holdings Group

Con centri logistici automatizzati in 8 paesi, webshops intuitivi con un performante motore di ricerca e un servizio di assistenza tecnica specializzato, Repa assicura la facile identificazione dell’articolo desiderato e la consegna dei ricambi più rapida del mercato, per un’esperienza clienti di altissimo livello.

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Il processo produttivo dell’azienda (immagine concessa)

Alexander Wiegand, ceo dell’azienda, commenta: “Siamo veramente felici di poter offrire all’industria della ristorazione i ricambi di questi sette brands di Star Holdings Group, in qualità di distributore esclusivo. Ci impegniamo ogni giorno a fornire soluzioni che semplificano l’attività dei costruttori di attrezzature, mantenendo alta l’attenzione per i riparatori, con una gamma sempre più ampia e nuovi strumenti digitali.”

Chris Rudin, vicepresidente di Star Holdings Group, aggiunge: “Star Holdings Group è lieta di collaborare con Repa per offrire ai clienti i ricambi per i nostri marchi APW, Bakers Pride, Lang, MagiKitch’n, Star, Toastmaster e Wells. Riconosciamo in Repa un ottimo partner, grazie alla competenza e all’attenzione ai clienti di tutto il suo team”.

Per maggiori informazioni basta cliccare qui

La scheda sintetica di Repa

Repa è il principale distributore europeo di ricambi per attrezzature per la ristorazione, caffè, distributori automatici ed elettrodomestici ed è un partner di fiducia per i produttori di apparecchiature. Dal 2022 Repa è una divisione di Parts Town Unlimited, leader mondiale nella distribuzione high-tech di parti di ricambio indispensabili, prodotti e servizi correlati per i settori della ristorazione, degli elettrodomestici e dell’HVAC.

I clienti di Repa beneficiano di una forte competenza in materia di ricambi, con oltre 40 anni di esperienza nel mercato da parte di Repa Italia, Repa Deutschland, Repa France, Riepa Iberia, ATEL e Big Warehouse.

Con il più grande database del settore accessibile attraverso webshop all’avanguardia, un’elevata disponibilità di magazzino e centri logistici altamente innovativi che assicurano la consegna dei ricambi più rapida del settore, Repa fornisce a ogni cliente il pezzo giusto, al momento giusto, ovunque.

La scheda sintetica di Star Holdings Group

Star Holdings Group, divisione di The Middleby Corporation, produce soluzioni per la cottura complete e di alta qualità con i marchi APW Wyott, Bakers Pride, Star, Holman, MagiKitch’n, Lang, Toastmaster e Wells. Star Holdings Group offre soluzioni commerciali complete che comprendono apparecchiature per la cottura, la panificazione, la frittura e la tostatura, oltre ad apparecchiature per servire, riscaldare e senza ventilazione.

Lo stabilimento di produzione di Star Holdings Group si trova a Smithville, Tennessee. Middleby Corporation è un’azienda leader a livello mondiale nel settore delle apparecchiature per la ristorazione, che comprende quasi 60 marchi.

Il team pulyCAFF si allarga: Luca Ventriglia è il nuovo formatore

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carubelli ventriglia pulycaff
Giancarlo Carubelli, fondatore dell'azienda, e il formatore Luca Ventriglia (immagine concessa)

VESCOVATO (Cremona) – È il giudice per antonomasia (capo giudice ai campionati del mondo di caffetteria del WCE – World Coffee Event), un ruolo che svolge in tutto il mondo, seguendo gli impegnativi calendari di quello che definisce “il mio hobby”. È poi docente, consulente e dallo scorso gennaio, formatore di pulyCAFF, “un’azienda che conosco da tempo – afferma Luca Ventriglia -: da anni utilizzo i suoi prodotti e ne verifico l’efficacia. Conosco poi il fondatore Giancarlo Carubelli, i figli Gianfranco e Marco e con tutti ho un ottimo rapporto”

Luca Ventriglia entra nella famiglia pulyCAFF

Ventriglia continua: “Quando li raggiungo nella sede di Vescovato (CR) vedo il grande lavoro che c’è alle spalle di questi prodotti che non sono semplice “soda”, come dicono alcuni baristi, ma detergenti specifici per la macchina espresso e il macinacaffè formulati e testati con attenzione. E la ricerca non finisce mai. Tutto questo per me è molto stimolante: è importante che gli operatori comprendano l’importanza della manutenzione, da effettuare con i prodotti giusti, come quelli di Asachimici”.

I giovani che si affacciano alla professione o che hanno da poco intrapreso il lavoro al banco bar desiderano conoscere a fondo il prodotto che andranno a trasformare e i metodi più corretti, ai quali si accompagna sempre la pulizia che è una base fondamentale della qualità in tazza. “Il cliente se ne accorge indirettamente – riprende Ventriglia -; spesso, nei giorni che seguono i corsi, i baristi si sentono dire che “oggi il caffè è proprio buono”. Mi sono recato in un locale per sapere se andava tutto bene e il titolare mi ha detto che da quando applicavano le nuove procedure le vendite erano aumentate di quasi il 20%”.

Dunque, apprendere come realizzare un buon espresso e un eccellente cappuccino, come tarare e controllare le apparecchiature, come mantenere ordinate e pulite la postazione e le macchine ed effettuarne la giusta manutenzione giornaliera costituiscono per molti un nuovo approccio e una presa di coscienza della complessità all’ultima parte della filiera del caffè – la sua trasformazione in bevanda – che dà eccellenti risultati in tazza e fidelizza.

Spesso chi è nel settore da anni declina l’invito a seguire un corso perché si sente certo di“sapere tutto; al contrario anche quello della caffetteria è un settore in evoluzione, dove c’è sempre da imparare. E poi un buon ripasso, non guasta mai.

È possibile seguire le iniziative dell’azienda su Youtube, Facebook e Instagram.

Black Eagle Maverick e Mythos di Victoria Arduino protagoniste nel coffee shop Pluto/ Liquid of idea a Shanghai

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La Black Eagle Maverick dentro Pluto/Liquid of idea (immagine concessa)

SHANGHAI – Alcune delle più grandi esperienze in tutto il mondo accadono in un bar. Storicamente, i coffee shop sono stati luoghi di innovazione, offrendo ai pensatori lungimiranti uno spazio sicuro per esplorare nuovi concetti e cambiamenti culturali. Ancora oggi l’industria del caffè abbraccia questa eredità di innovazione adottando nuove idee e adattandosi costantemente alle necessità dei clienti.

Ovviamente la qualità del caffè servito e le nuove tecnologie, in grado di favorire potenzialità e ispirazioni creando qualcosa di profondamente unico, fanno la differenza ma visivamente anche l’immagine che si trasmette è molto importante: ogni dettaglio di un coffee shop può ispirare le persone e può aiutare il locale stesso a comunicare la propria visione e i propri valori.

Black Eagle Maverick e Mythos da Pluto/ Liquid of idea

Black Eagle Maverick e Mythos di Victoria Arduino lavorano per armonizzare l’esperienza sensoriale con il design del locale, la qualità offerta e, soprattutto, con ogni singola persona che varca la porta del coffee shop.

“Victoria Arduino Black Eagle Maverick è una delle fondamenta importanti dell’esperienza che offriamo in negozio. Tutto si basa sull’esperienza visiva e sulla qualità di produzione dei nostri prodotti” – racconta Luke Fan, proprietario di Pluto/ Liquid of idea, un coffee shop con sede nel BFC Financial Center, distretto di Huangpu, a Shanghai. “Il caffè è una sorta di mostra d’arte. Pluto (Plutone) si riferisce al caffè come a un “mezzo fluido”: caffè, cibo, arte e spazio urbano sono collegati lì, portandoti ad esplorare i confini dell’immaginazione.”

Pluto/ Liquid of idea
Pluto/ Liquid of idea (immagine concessa)

Il coffee shop Pluto/ Liquid of idea. – progettato da Violet Wang Ruhui (la curatrice del primo Design Miami Shanghai), in qualità di art director, e WAA (noi architetti anonimi – il famoso studio di architettura che ha costruito lo Yinchuan Art Museum), responsabile del design degli spazi – è uno spazio esperienziale coerente con sculture e installazioni spaziali su larga scala.

Black Eagle Maverick, Mythos, tutti i design d’interni e le strutture funzionali sono stati scelti per essere opere d’arte perfettamente integrate nello spazio.

Il design minimale, contemporaneo e solido è la chiave. Le linee e le forme di Black Eagle Maverick sono ispirate alla storia di Victoria Arduino, ma la macchina da caffè si è concentrata sulle esigenze delle torrefazioni contemporanee, delle catene e dei coffee shop specialty.

Black Eagle Maverick
Black Eagle Maverick (immagine concessa)

Un design dal profilo ancora più basso, per favorire la relazione con il cliente, insieme ad elementi estetici accattivanti, come il rail in acciaio inox che riprende il logo del brand e piedi solidi dalle linee più contemporanee si adattano perfettamente e sottolineano il design di Pluto/Liquid of idea.

Diversamente dai più comuni spazi caffè, diversi schermi irregolari sono costruiti e disposti per creare un’esperienza visiva fluida nello spazio, mentre due macchine da caffè Black Eagle Maverick e una lunga stazione di macinini Mythos lavorano per offrire una grande esperienza sensoriale. “Quello che stiamo cercando di ottenere dal punto di vista del prodotto è stabilire un forte legame tra la trinità: chicchi, latte e macchina” – ha affermato Luke Fan.

Black Eagle Maverick
Black Eagle Maverick (immagine concessa)

Luke Fan continua: “Le macchine da caffè Victoria Arduino sono sempre state uno standard del settore in termini di consistenza e di capacità di risposta per i più esigenti. Dal punto di vista estetico Black Eagle Maverick si armonizza perfettamente con il nostro spazio e con il linguaggio del design che abbiamo definito”.

C’è di più: “Per quanto riguarda le prestazioni, ha sicuramente superato le nostre aspettative in termini di consistenza, facilità d’uso, qualità solida e tutte le soluzioni che altri marchi e modelli semplicemente non hanno. Abbiamo modellato la nostra formazione e produzione attorno a tutti gli hardware che abbiamo installato nel coffee shop. Black Eagle Maverick ha contribuito enormemente a rendere tutto più facile”.

Torino, la ‘ndrangheta gestiva il bar del tribunale, 6 anni fa era la camorra

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La Mole Antonelliana, simbolo di Torino (immagine: Pixabay)

Nel mirino degli inquirenti la cooperativa sociale Liberamensa, aggiudicataria dell’appalto per il servizio di ristorazione nel Palazzo di Giustizia. Quattro arresti. Nel 2017 ci fu un’inchiesta simile ma riguardò il clan campano Nuvoletta. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Massimo Massenzio per il quotidiano Il Corriere della Sera.

La ‘ndrangheta nel servizio di ristorazione nel Palazzo di Giustizia di Torino

TORINO – Un’operazione di contrasto alla diffusione della ‘ndrangheta è stata effettuata questa mattina, 18 luglio, dai carabinieri e dalla Dda di Torino che hanno eseguito 4 custodie cautelari. L’attività d’indagine ha evidenziato anche l’infiltrazione nella cooperativa sociale Liberamensa, aggiudicataria, fra gli altri, dell’appalto comunale per il servizio di ristorazione nel Palazzo di Giustizia di Torino.

La storia si ripete: nel 2017 un’inchiesta simile aveva portato alla luce infiltrazioni criminali, in quel caso camorristiche, sulla gestione del bar. Al centro delle indagini finì il clan Nuvoletta.

Stavolta invece i 4 indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, usura, trasferimento fraudolento di beni e organizzazione del gioco d’azzardo.

Per leggere la notizia completa basta cliccare qui.

illycaffè e Cast Alimenti insieme per l’eccellenza nella formazione gastronomica

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illycaffè cast
Cast insieme a illycaffè (immagine concessa)

TRIESTE – illycaffè, azienda leader nel caffè di alta qualità sostenibile, annuncia la propria partnership con la rinomata scuola di cucina bresciana Cast Alimenti – La Scuola dei mestieri del gusto, centro di formazione all’avanguardia riconosciuto per il prestigio dei suoi programmi didattici dedicati a esordienti e a professionisti già attivi nel settore culinario.

illycaffè insieme a Cast Alimenti

La collaborazione rappresenta per illy un ulteriore passo avanti nella promozione dell’eccellenza in ambito gastronomico.

L’azienda triestina si inserisce nel nuovo contesto fornendo il suo unico blend 100% Arabica al bar della scuola e integrandosi nel piano di Alta Formazione di Cast attraverso il contributo dell’Università del Caffè e dei suoi docenti.

L’obiettivo didattico mira a esplorare le molteplici potenzialità del caffè come bevanda o ingrediente nelle preparazioni culinarie dolci e salate. Gli studenti – baristi, cuochi e pasticceri – possono così cogliere l’occasione per approfondirne la conoscenza, le tecniche di preparazione e le caratteristiche organolettiche come opportunità di abbinamento per la creazione di piatti e bevande innovative e sostenibili.

“Siamo entusiasti di annunciare la partnership tra illycaffè e Cast Alimenti, polo di formazione leader nel settore” afferma Moreno Faina, direttore dell’Università del caffè. “Questa unione si inserisce in un contesto di consolidati rapporti con le migliori scuole di cucina, testimoniando l’impegno di lunga data dell’azienda nel promuovere la cultura del caffè di alta qualità e nell’esplorare le sue potenzialità gastronomiche”.

“L’esclusiva partnership attivata da Cast Alimenti con illycaffè” sottolinea Vittorio Santoro, presidente e direttore di Cast Alimenti “rappresenta motivo di orgoglio per la nostra scuola e ha profondi significati. In particolare, testimonia l’attenzione reciproca verso uno dei prodotti di assoluta tradizione e successo del Made in Italy nel mondo. Il caffè è un caposaldo della nostra identità che merita costantemente formazione, aggiornamenti nelle competenze professionali e capacità di tradurre questi valori anche nel dialogo con il pubblico. Riteniamo, insieme a illycaffè, di poter concretizzare al meglio questo impegno”.

La scheda sintetica di illycaffè

illycaffè è un’azienda familiare italiana fondata a Trieste nel 1933, che da sempre si prefigge la missione di offrire il miglior caffè al mondo. Produce un unico blend 100% Arabica composto da 9 ingredienti diversi. L’azienda seleziona solo l’1% dei migliori chicchi di Arabica al mondo. Ogni giorno vengono gustate 8 milioni di tazzine di caffè illy nei bar, ristoranti, alberghi, caffè monomarca, case e uffici di oltre 140 paesi, in cui l’azienda è presente attraverso filiali e distributori.

Fin dalla nascita illycaffè ha orientato le proprie strategie verso un modello di business sostenibile, impegno che ha rafforzato nel 2019 adottando lo status di Società Benefit e nel 2021 diventando la prima azienda italiana del caffè ad ottenere la certificazione internazionale B Corp. Dal 2013 illycaffè è inoltre una delle World Most Ethical Companies.

Tutto ciò che è ‘made in illy’ viene arricchito di bellezza e arte, a cominciare dal logo, disegnato da James Rosenquist, le illy Art Collection, le tazzine decorate da più di 125 artisti internazionali o le macchine da caffè disegnate da designer di fama internazionale. Con l’obiettivo di diffonderne la cultura della qualità ai coltivatori, baristi e amanti del caffè, l’azienda ha sviluppato la sua Università del Caffè che ad oggi svolge corsi in 25 paesi del mondo.

Nel 2021 Rhône Capital è entrato nel capitale di illycaffè con una quota di minoranza per accompagnare l’azienda nella crescita internazionale. Nel 2022 illycaffè ha impiegato 1230 persone e ha generato un fatturato consolidato pari a €567,7 milioni. La rete monomarca illy conta 190 punti vendita in 34 Paesi.

La scheda sintetica di Cast Alimenti

Cast Alimenti (Centro arte scienza tecnologia dell’alimento) è un istituto di formazione nato nel 1997. Unica scuola in Italia ad offrire corsi specifici per tutti i mestieri del gusto in aule-laboratorio specificatamente attrezzate, Cast Alimenti si rivolge ai giovani, così come ai professionisti già affermati, mettendo a loro disposizione maestri e strumenti idonei a coniugare l’essere, il sapere e il saper fare. Grande attenzione viene data ai prodotti tipici del Made in Italy, al centro dei programmi di studio e delle lezioni pratiche in aula.

Nasce “The farmers – Coffee Revolution People”, il progetto di distribuzione circolare del caffè di b.farm

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the farmers coffee revolution
Il manifesto di "The farmers - Coffee Revolution People" (immagine concessa)

MILANO – Etico, buono, socialmente responsabile. Il caffè è figlio delle persone che lo coltivano, lo lavorano, lo tostano, lo servono al bar. Ha dentro un mondo, una storia da raccontare che va ben oltre la tazza, il suo flavore è il risultato delle molte mani che l’hanno curato, dal seme alla tazzina.

Mani che non stanno in una filiera orizzontale ma in un cerchio, in un gruppo in cui tutti hanno un ruolo di egual valore e in cui ciascuno si riconosce nello stesso modo di concepire le cose: fatte bene, per gli altri e quindi per sé stessi.

Il progetto “The farmers – Coffee Revolution People”

Il gruppo, che parte da b.farm, da oggi si riconosce sotto una nuova insegna, che raccoglie la sfida iniziale della casa madre, il lavoro di ricerca, formazione e disseminazione, e lo fa proprio per iniziare a diffonderlo e moltiplicarlo: nasce “The farmers – Coffee Revolution People”, un progetto di distribuzione di caffè innovativo.

Uomini e donne che girano il mondo alla ricerca del Flavore perfetto, che non è solo un punteggio ma il risultato dell’incontro tra terra, cultura, rapporti umani, lavoro quotidiano.

Uomini, donne, famiglie che ogni giorno, in ogni parte del globo, contribuiscono a creare queto prodotto, condividendo idee, sogni, progetti con un unico obiettivo: portare un caffè buono sulla bocca di tutti.

Una rivoluzione nel mondo del caffè, spesso troppo autoreferenziale, troppo concentrato solo sulla ricerca di tazze tecnicamente perfette, o al contrario totalmente disattento alla loro qualità; un mondo che non tiene conto delle mani che lo lavorano, delle persone coinvolte, delle storie che hanno da raccontare.

Perché un caffè è ancora più buono se si conosce il farmer che lo ha coltivato, il farmer che lo ha tostato, il farmer che me lo ha servito al bar o al ristorante e da tutti ascolto e imparo qualcosa. È più buono perché è genuino, naturale, perché è umano. Per saperne di più e firmare il manifesto basta cliccare qui.

Evoca Group pubblica il primo Report di sostenibilità che indica l’impegno ambientale, sociale e di governance dell’azienda italiana

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Andrea Zocchi, ceo di Evoca Group (immagine concessa)

VALBREMBO (Bergamo) – Evoca Group, un leader mondiale nella produzione di macchine da caffè professionali, con la gamma più completa di prodotti per il consumo fuori casa, annuncia la pubblicazione del suo primo Report di sostenibilità. Questo report rappresenta un importante traguardo nell’evoluzione dell’azienda verso la sostenibilità e sottolinea il suo impegno verso i principi ambientali, sociali e di governance (ESG).

Evoca Group presenta il Report di sostenibilità

Evoca è consapevole dell’assoluta necessità per le imprese di adottare pratiche sostenibili e di minimizzare il loro impatto ambientale. La pubblicazione del Report riflette l’impegno dell’azienda verso la trasparenza e la responsabilità, con l’obiettivo di orientare un cambiamento positivo all’interno del settore e nella comunità.

È da tempo che Evoca dimostra il proprio impegno nei confronti della sostenibilità, ma è nel 2022 che l’azienda intraprende un percorso ancora più ambizioso con il lancio del progetto “The Taste Of Sustainability“. Il programma mira a identificare e stimolare pratiche sostenibili in tutte le attività dell’azienda, promuovendo l’obiettivo generale di coltivare una solida cultura della sostenibilità, coinvolgendo non solo le persone che vi lavorano, ma anche i suoi preziosi stakeholder.

Il Report evidenzia i progressi compiuti fino ad ora nel perseguimento degli obiettivi di sostenibilità, illustrando le iniziative e i risultati chiave in settori come la tutela ambientale, la responsabilità sociale e le pratiche di governance.

Nel Contesto del percorso di evoluzione sostenibile di Evoca Group, è stato introdotto un nuovo purpose aziendale: “Great coffee to inspire a better world, anywhere and anytime.” Questo statement racchiude la finalità dell’azienda, non solo nel fornire eccezionali esperienze sensoriali di gusto, ma anche nel promuovere un cambiamento positivo e contribuire a un futuro più sostenibile.

“Siamo orgogliosi di presentare il nostro primo Report di sostenibilità, che rappresenta un passo significativo nel nostro impegno verso i tre pilastri ESG”, ha dichiarato Andrea Zocchi, ceo di Evoca Group. “Come leader globali nel nostro settore, riconosciamo l’importanza di condurre il proprio business in modo responsabile e ci impegniamo affinché ciò abbia un impatto positivo sull’ambiente e sulla società. Il progetto “The Taste of Sustainability” e il nostro nuovo purpose aziendale sono le linee guida che ci guidano nel nostro percorso verso un mondo più sostenibile.”

Il Report di sostenibilità di Evoca Group è ora disponibile al pubblico sul sito web dell’azienda, offrendo dettagliate informazioni sulle pratiche sostenibili, i risultati ottenuti e gli obiettivi futuri.

La scheda sintetica di Evoca

Evoca è un leader mondiale nella produzione di macchine da caffè professionali e vanta la gamma più completa di prodotti per il mercato fuori casa. Con una presenza in oltre 140 paesi e più di 10.000 clienti, commercializza i suoi prodotti attraverso diversi marchi (Necta, Wittenborg, Saeco, Gaggia, Ducale, Newis, Cafection, Futurmat e Macas) e si impegna a offrire straordinarie esperienze di consumo del caffè, con un approccio pienamente responsabile nei confronti dell’ambiente e della società. La sede dell’azienda si trova a Valbrembo, in Italia, e opera in 9 siti di produzione e 6 centri di ricerca e sviluppo a livello globale.