martedì 02 Dicembre 2025
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Colazione all’inglese sempre più cara: un English Breakfast può costare oltre 35 sterline

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colazione tè sale infusi
La classica tazza di tè inglese (Foto di Terri Cnudde da Pixabay)

MILANO – Colazione sempre più cara per i sudditi di sua maestà britannica. L’indice English Breakfast di Bloomberg – ossia il paniere degli ingredienti tipici di una robusta colazione all’inglese – continua a registrare rincari, anche se l’inflazione alimentare sta dando finalmente l’impressione di raffreddarsi un po’.

E il poco invidiabile primato dei rincari va proprio a caffè e , che sono aumentati, a giugno, rispettivamente del 4,7% e del 4,2% rispetto al mese precedente.

A ciò si aggiungono i prezzi in crescita di alcuni prodotti agricoli, dovuti alla minore offerta.

Risultato: il costo di un intero breakfast all’inglese può raggiungere le 35,78 sterline (circa 41 euro): 4,32 sterline in più rispetto a un anno fa.

L’indice elabora i dati forniti dall’Ufficio nazionale di statistica del Regno Unito (Ons) relativi ai prezzi di salsicce, bacon, uova, pane, burro, pomodori, funghi, latte, tè e caffè.

A giugno, gli unici prodotti a diminuire di prezzo sono stati pane (-0,7%), pomodori (-1,9%) e panetti di burro (-2,6%).

Complessivamente, però, l’inflazione alimentare (esclusi alcolici) su base annua è stata a giugno del 17,4%: un dato in discesa rispetto ai picchi registrati a marzo, sostiene l’Ons.

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Rancilio Specialty Invicta vola a Los Angeles per Barista League, il 5 agosto

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Rancilio Specialty Invicta a Los Angeles (immagine concessa)

VILLASTANZA DI PARABIAGO (Milano) – Il 5 agosto Rancilio Specialty e The Barista League uniscono nuovamente le forze per una nuova emozionante sfida nello spazio industrial-chic del MoonGoat Coffee di Los Angeles. La macchina espresso professionale a caldaia singola Rancilio Specialty Invicta è pronta ad essere sponsor ufficiale dell’evento: tecnologia Steady Brew e pre-infusione saranno gli asset fondamentali nelle mani dei partecipanti per un risultato in tazza di altissimo livello.

Rancilio Specialty e The Barista League al MoonGoat Coffee di Los Angeles

Frank LA, Shanita Nicholas, Selina Viguera, Hilary Mugasitsi, Mimo The Mom e Lanisa Williams sono i sei esperti scelti per testare le abilità dei concorrenti. Solo un buon equilibrio tra conoscenza, capacità, talento e creatività determinerà i prossimi campioni Barista League.

Dodici squadre, good vibes, un dj strepitoso e caffè delle migliori torrefazioni della zona sono gli ingredienti immancabili per una serata a base di caffeina difficile da dimenticare.

I biglietti sono disponibili qui

Ulteriori informazioni su The Barista League Los Angeles

  • Sabato 05 agosto 2023
  • Dalle 18:00 alle 23:00
  • MoonGoat Coffee (qui la posizione su Google Maps)
  • 1975 Placentia Ave Costa Mesa
  • CA 92627, USA

È possibile seguire l’evento sulla pagina Instagram dell’azienda.

Legge su bar e negozi: tasse fisse per due anni per chi è in regola

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Il settore del bar e della ristorazione (immagine: pixabay)

Se la nuova misura inserita nella legge delega di riforma del fisco dovesse essere accettata, l’Agenzia delle Entrate incrocerà tutti dati in suo possesso relativi a uno specifico contribuente per arrivare a stimare un ipotetico reddito lordo per i due anni successivi. Se l’interessato dovesse accettare il calcolo, pagherà le tasse per 48 mesi su quell’importo. Nel caso dovesse guadagnare di più, sull’extra non pagherà nulla. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo di Massimiliano Jattoni Dall’Asén pubblicato sul Corriere della Sera.

I dettagli nei decreti legislativi

MILANO – A Occhio e croce, la nuova misura inserita nella legge delega di riforma del fisco, appena approdata in Senato dopo l’ok alla Camera, appare come un piccolo regalo al settore del turismo e delle Partite Iva. Il concordato biennale pensato dal governo, infatti, avvantaggerà soprattutto quelle piccole imprese che, presumibilmente, possono sperare di avere margini di miglioramento degli introiti nei prossimi due anni.

Dunque, esercizi pubblici e settore turistico in primis. In soldoni, se la misura andrà in porto, l’Agenzia delle Entrate incrocerà tutti dati in suo possesso relativi a uno specifico contribuente per arrivare a stimare un ipotetico reddito lordo per i due anni successivi.

A questo punto, se l’interessato accetterà il calcolo, pagherà le tasse per 48 mesi su quell’importo e se dovesse guadagnare di più, sull’extra non pagherà nulla. L’Iva verrà applicata con le regole ordinarie. Insomma, una buona scommessa per le attività ben avviate.

Come detto, i soggetti interessati sono le piccole attività. Nella legge delega si fissano i principi generali e sono poi i decreti legislativi a fissare le regole. Dunque, al momento non si può sapere quale sarà la soglia di fatturazione entro la quale si deve essere per aderire all’offerta dell’Agenzia delle Entrate. L’unica cosa che viene detta nel testo è che riguarderà, appunto, “soggetti di minore dimensione”.

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Eumetra: 1 italiano su 4 non sa quanto versa in tasse

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Il rapporto tra gli italiani e le tasse (dati concessi)

MILANO – Un italiano su 4 (24%) non conosce quanto annualmente versa in tasse. Questa “inconsapevolezza” è piuttosto accentuata tra i più giovani (36% tra i 18-24enni) ed è frequente tra i disoccupati e tra coloro che hanno un titolo di studio basso (circa il 40% non sa quante tasse paga). Secondo quanto evidenzia l’istituto di ricerca sociale e di marketing Eumetra solo una minoranza (1 italiano su 5) sa dire con precisione quante tasse paga (in particolare, tra i laureati), mentre la maggioranza degli italiani (54%) dichiara di saperlo in modo approssimativo.

Il rapporto degli italiani con le tasse

“Il rapporto degli italiani con le tasse riflette una dinamica che contraddistingue da alcuni anni il tessuto sociale del nostro Paese – commenta Matteo Lucchi, amministratore delegato di Eumetra. – “Esiste un segmento della popolazione più istruito ed economicamente abbiente che si dimostra attento alle questioni sociali: è molto coinvolto dai temi della sostenibilità – non solo ambientale, ma anche economica e sociale – e dimostra una grande apertura verso il prossimo e il futuro del Paese”.

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Il rapporto tra gli italiani e le tasse (dati concessi)

Matteo Lucchi continua: “Vi è poi un gruppo crescente di persone che si trovano in una posizione meno centrale dal punto di vista socioeconomico: questa condizione genera in loro un senso di insoddisfazione da cui deriva una maggiore centratura su se stessi e che sfocia in atteggiamenti di disinteresse (verso il prossimo, la sostenibilità, il futuro) e talvolta di protesta.”

Per il 75% degli italiani le tasse sono comunque troppo alte

Il 75% degli italiani ritiene infatti che l’ammontare delle tasse versate sia troppo elevato in relazione ai servizi erogati dallo Stato e dagli enti locali: un malessere diffuso soprattutto al Sud Italia. L’analisi Eumetra dimostra come questo sentimento di insoddisfazione vada diminuendo tra coloro che sanno quante imposte pagano. Poco meno di 1 italiano su 5 (19%) ritiene invece che la pressione fiscale nel nostro Paese sia equa. Si tratta, in particolare, di persone con titolo di studio elevato e che conoscono l’ammontare delle tasse versate.

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Il rapporto tra gli italiani e le tasse (dati concessi)

Le giustificazioni per il mancato pagamento

Il 48% (con un’accentuazione, 62%, tra chi ha un titolo di studio basso) degli intervistati dalla rilevazione Eumetra si dichiara molto/abbastanza d’accordo con la giustificazione del mancato pagamento delle tasse in relazione all’incapacità dello Stato di spendere correttamente i soldi incassati. La restante metà della popolazione non è di questo avviso. Su questa tematica sembra prevalere un certo disinteresse da parte dei cittadini. Se è vero, inoltre, che 2 intervistati su 3 dicono che alcuni non pagano le tasse perché i controlli sono poco frequenti, 1 su 3 non è d’accordo.

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Il rapporto tra gli italiani e le tasse (dati concessi)

“Dallo Studio – aggiunge Lucchi – emerge un sentimento di scarsa solidarietà civile, almeno all’interno di una parte della popolazione: solo metà degli intervistati, infatti, afferma che è giusto pagare le tasse perché così si aiutano i più deboli, aderendo quindi al concetto della “redistribuzione”. A fronte di una maggioranza della popolazione che aderisce ai luoghi comuni sulle tasse, vi è comunque una quota significativa di circa il 20% dei cittadini italiani che si ritengono relativamente soddisfatti”.

La scheda sintetica di Eumetra

Costituita nel 2015 da un pool di senior consultant, Eumetra è un istituto di ricerca sociale e di marketing che estende il campo della conoscenza attraverso ricerche sociali e di marketing che realizza, a livello nazionale e internazionale, dalle sue sedi in Italia e Svizzera e attraverso il suo network di partner locali accuratamente selezionati in Europa e in oltre 100 paesi nel mondo. Accuratezza, prospettiva, purezza ed empatia sono i valori in cui Eumetra crede e su cui basa la propria attività di ricerca e consulenza. Eumetra è certificata ISO 9001: 2015 e ha conseguito l’Attestazione di qualità Assirm.

Alpro con Sca Italy per i Campionati italiani 2024 per la tappa a Salerno, 13-15/09

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Alpro insieme a Sca Italy per i Campionati italiani 2024 (immagine concessa)

MILANO – Alpro, azienda specializzata nella vendita di bevande vegetali, supporterà concretamente Sca Italy, la delegazione italiana della Speciality Coffee Association, la più autorevole Associazione mondiale per la promozione dell’eccellenza nel mondo del caffè.

Alpro sponsor dei Campionati italiani

L’azienda sarà infatti sponsor di una delle tappe che decreteranno la shortlist di professionisti che si sfideranno per il titolo di campione nazionale nelle quattro discipline, ovvero Barista, Brewers cup, Latte art, Coffee in good spirits. L’appuntamento avrà luogo a Salerno, dal 13 al 15 settembre 2023, presso Accademia Trucillo.

Lucia Chevallard, director di Alpro: “Alpro da 40 anni è pioniere e leader del vegetale, ha come grande missione quella di coinvolgere quante più persone possibili in una rivoluzione che propone un modo migliore per nutrire il pianeta. È proprio con questo intento che vogliamo accompagnare tutti i nostri consumatori in qualunque momento della giornata, sia a casa che al bar, offrendo il miglior prodotto a base vegetale grazie ai nostri prodotti e alla nuovissima linea Alpro Barista for Professional”.

Chevallard continua: “La partecipazione di Alpro Italia alle tappe di selezione SCA è mirata proprio ad accompagnare le eccellenze del mondo del caffè in una rivoluzione che parte da piccole e semplici azioni quotidiane, come il nostro cappuccino, in grado però di cambiare il futuro del pianeta”.

Le finali, invece, si svolgeranno nel 2024 e vedranno i concorrenti suddivisi per le 6 discipline che si sfideranno per portare a casa il titolo nazionale, il tutto davanti ad una giuria composta da giudici nazionali e internazionali, esperti degustatori.

La scheda sintetica di Sca Italy

Sca Italy, sotto l’egida dell’Associazione Sca (Speciality coffee association), rappresenta in Italia migliaia di professionisti del caffè, dai baristi e torrefattori, e attraverso il suo patrimonio di autorevolezza e conoscenza condivisa agisce come forza unificante nel settore specialty coffee.

Venditalia a Fieramilano Rho dal 15 al 18/05 2024

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Il Presidente di Venditalia Ernesto Piloni
Il Presidente di Venditalia Ernesto Piloni

MILANO – La prossima edizione di Venditalia, la più importante manifestazione internazionale della distribuzione automatica, organizzata da Venditalia Servizi e promossa da Confida, Associazione italiana della distribuzione automatica, si terrà dal 15 al 18 maggio 2024 nell’innovativo quartiere Fieramilano Rho.

Venditalia fa il suo ritorno a Fieramilano Rho

Dopo il successo ottenuto nella organizzazione di Vending Show, la fiera parigina del vending, cui Venditalia ha preso parte come co-organizzatore e che ha visto circa 4.000 ingressi totali per 119 espositori provenienti da 17 diversi paesi, gli occhi sono già puntati sull’edizione italiana del 2024, il principale appuntamento europeo e leader internazionale.

Venditalia 2024 sarà molto di più di evento fieristico: è stata infatti progettata per diventare un palcoscenico globale che permetterà a tutti gli operatori di settore di connettersi, apprendere e crescere nel settore del vending a livello internazionale.

Una manifestazione fortemente orientata al futuro, ospitata finalmente in un quartiere fieristico unico per funzionalità degli spazi, varietà dei servizi e raggiungibilità, in grado di offrire servizi di eccellenza e all’avanguardia e di mettere a disposizione del visitatore esperienze innovative come il digital signage, che permetterà di gestire in maniera immediata i flussi con informazioni sempre aggiornate e fruibili in tutta la fiera.307

“Per l’edizione 2024 della manifestazione, che si trasferirà nel più ampio polo fieristico di Fieramilano Rho, – spiega Ernesto Piloni presidente di Venditalia  – puntiamo a superare il successo e i numeri record del 2022: 300 espositori su 14mila metri quadrati di superficie espositiva e 20.000 visitatori. L’edizione 2024 infatti punterà sull’internazionalizzazione allargando la presenza ad espositori e buyer da Cina e Giappone (Asia), USA, Middle East e Nord Africa”.

La più ampia offerta di macchine, prodotti e servizi per il vending, insieme ad un ricco programma di incontri che renderà ancora più coinvolgente e completa la visita in fiera, faranno di Venditalia 2024 l’appuntamento principale a livello nazionale e internazionale per gli operatori del comparto, confermando il ruolo di leadership del nostro Paese nel settore.

Con 835 mila distributori presenti sul territorio nazionale, infatti, l’Italia ha la più ampia rete distributiva alimentare automatica d’Europa. Il nostro Paese è primo in Europa per numero di vending machine installate, seguito da Francia (600 mila), Germania (579 mila) e Gran Bretagna (412 mila). Il fatturato del settore in Italia, tra mercato automatico (macchine automatiche) e del porzionato (macchine a cialde e capsule), nel 2022 vale complessivamente circa 2 miliardi di euro ed eroga 5 miliardi di consumazioni.

L’appuntamento con Venditalia 2024 è dal 15 al 18 maggio 2024 nei padiglioni 8-12 di Fieramilano Rho.

La scheda sintetica di Venditalia

La manifestazione rappresenta la vetrina di tutti i segmenti del settore: dalle tecnologie delle vending machine alla varietà dei prodotti alimentari. Dopo il successo del 2022, Venditalia sarà per la prima volta, a fieramilano Rho, un quartiere fieristico all’avanguardia, in grado di soddisfare ogni esigenza. Una location dove fare business anche grazie ai numerosi servizi a disposizione.

Dalla logistica alla ristorazione, dai servizi tecnologici alla funzionalità degli spazi, i visitatori e gli espositori di Venditalia nel 2024 avranno un’accoglienza a cinque stelle. Giunta alla sua 13a edizione, Venditalia è la vetrina internazionale per le principali novità del settore del vending, che riflettono i trend e le esigenze del mercato: dall’evoluzione tecnologica con distributori automatici sempre più smart grazie all’adozione di tecnologie IoT, all’eco‐sostenibilità che si esprime vending machine meno energivore, logistica green, furgoni a basse emissioni, prodotti alimentari biologici, a chilometro zero ed equosolidali.

Per info aggiornate basta cliccare qui.

Le Piantagioni del Caffè presenta il Cold Brew Concentrate per l’estate

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Cold Brew Concentrate (immagine concessa)

LIVORNO – Le Piantagioni del Caffè, azienda specializzata nella torrefazione di caffè specialty, annuncia il suo ultimo prodotto: il Cold Brew Concentrate ovvero un concentrato di cold brew che è possibile diluire secondo diverse ricette per ottenere bevande a base di cold brew.

Questa bevanda venduto in bottiglie di vetro da 75cl, ha già riscosso grande successo durante i test di degustazione, ottenendo apprezzamenti entusiastici da parte dei consumatori e baristi.

Le Piantagioni del Caffè lancia il Cold Brew Concentrate

Il Cold Brew Concentrate è una soluzione pratica e versatile per creare bevande a base di cold brew. È realizzato con caffè di singola piantagione proveniente dalla Fazenda Samambaia in Brasile, e grazie a questo ha caratteristiche organolettiche e che portano nel bicchiere sentori di cacao, cioccolato al latte e leggere note di frutta, oltre naturalmente a caratterizzare la bevanda con un aroma di caffè.

Questo nuovo prodotto è particolarmente adatto per l’estate e per tutte le occasioni in cui si desidera servire in modo pratico bevande a base di cold brew, può inoltre essere utilizzato anche in miscelazione per la realizzazione di cocktail caratterizzati da basi e sentori di caffè.

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Le caratteristiche del Cold Brew Concentrate (immagine concessa)

Che si tratti di un bar, un ristorante o un pub, il Cold Brew Concentrate offre la possibilità di creare bevande fresche e deliziose che soddisferanno i palati più curiosi ed esigenti.

Per ottenere il Cold Brew Concentrate e arricchire la propria offerta con una bevanda di tendenza, è sufficiente contattare Le Piantagioni del Caffè. Il team di esperti sarà lieto di fornire ulteriori informazioni e assistenza.

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Le caratteristiche del Cold Brew Concentrate (immagine concessa)

Con il lancio del Cold Brew Concentrate, Le Piantagioni del Caffè si conferma ancora una volta all’avanguardia nell’innovazione del settore del caffè. L’azienda offre ai propri clienti la possibilità di creare bevande che si inseriscono perfettamente nel trend attuale delle bevande fredde a base di caffè.

Colombia: i coltivatori di caffè ricevono aiuti economici per salvaguardare gli orsi

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La bandiera della Colombia

Lasciando vagare questi animali nel loro habitat, esattamente come è previsto nel programma cogestito da fondazioni private e pubbliche amministrazioni, i coltivatori di caffè della Colombia ricevono aiuti per migliorare le loro piantagioni attraverso nuovi fondi. Leggiamo di seguito la prima parte dell’articolo pubblicato sul portale Italia Oggi.

Il legame tra la salvaguardia degli orsi e il caffè in Colombia

COLOMBIA – Si potrebbe quasi parlare di simbiosi. Se in tante comunità montane l’orso è un elemento di scontro – si veda la situazione in Trentino – in Colombia si è trovato un equilibrio tra questi bestioni e chi coltiva la terra ad alta quota.

“L’orso ci ha salvato”, ammette all’Agenzia France Presse il coltivatore di caffè Julian Pinilla che, così come tanti altri colleghi, nelle Ande ha lasciato spazio all’orso con gli occhiali e in cambio ha ricevuto risorse per migliorare le proprie coltivazioni. La difesa della biodiversità – grazie a programmi pubblico-privati – è così andata anche a diretto beneficio delle comunità locali: in questo modo nasce quello che si potrebbe ribattezzare come il “caffè dell’orso”.

Unico orso del Sud America, che vive in alta quota lungo le Ande dall’estremo nord dell’Argentina al Venezuela, il Tremarctos ornatus è classificato come “vulnerabile” dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura: l’ultimo studio, ormai datato di una ventina d’anni, contava circa ventimila esemplari ma nel frattempo la sua popolazione sta diminuendo. Secondo gli esperti la causa principale è la distruzione del suo habitat naturale da parte dell’attività antropica, ma anche incontri letali con gli uomini.

Questo orso, soprannominato il giardiniere dei boschi, si nutre di frutti e piante ed è capace di percorrere lunghe distanze: lasciando vagare questi animali nel loro habitat, così come prevede il programma cogestito da fondazioni private e pubbliche amministrazioni, i coltivatori di caffè ricevono in cambio aiuti per migliorare la resa delle loro piantagioni attraverso nuove strumentazioni e tecniche. Si salvano gli orsi, si incrementa la propria produzione di oro nero colombiano.

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Neroespresso, Cognigni proponeva specialty già dal 2015 in provincia di Fermo: “Oggi rappresenta ben il 40% delle mie vendite in store”

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Giordano pronto alla preparazione del filtro (foto concessa)

MILANO – Oggi gli specialty coffee stanno conoscendo una certa diffusione – seppur timida – anche in Italia, tradizionalmente legata alla classica miscela per espresso. Soltanto tornando indietro di qualche anno, la situazione era ben diversa: lo sa bene Giordano Cognigni, che nella provincia di Fermo nelle Marche, precisamente in località Archetti di Rapagnano, ha scelto di parlare di specialty già nel lontano 2015 per il suo Neroespresso.

Si parla di un anno in cui erano ancora davvero in pochi ad avere il coraggio di metterlo in negozio.

Bene, lui c’era. E ora condivide con i lettori la sua storia che da una scommessa fatta tempo fa, è arrivata sino a oggi con la collaborazione nell’ultimo periodo del distributore specialty che già è conosciuto su queste pagine, Marco Pizzinato di Pizzicoffee. Continuando il percorso come punto di riferimento della sua zona per quanto riguarda lo specialty.

“Neroespresso nasce da una passione capitata per caso.”

Così esordisce Cognigni: “Dopo un po’ di tempo che vendevo caffè con il mio marchio facendo tostare il caffè da altri, ho iniziato a studiare cosa stessi proponendo, per capire cosa offrivo ai miei clienti. Ho voluto conoscere la materia prima per comunicare meglio il prodotto e così ho scoperto anche lo specialty. Nel 2015 ho aperto la mia bottega un po’ in periferia, perché mi sono detto: è facile vendere specialty al centro di Milano e nei centri storici.

Neroespresso, prima punto vendita all’ingrosso, in cui si vendevano macchine a cialde, quando era molto semplice farlo insieme al comodato d’uso

E continua Cognigni: “Faccio realizzare i miei prodotti con la materia prima che ho scelto e do disposizioni su come prepararla, perché il caffè che vendo da Neroespresso deve essere garanzia della massima qualità per quelli che sono i miei standard. Prendo molto del mio caffè da Etna Roaster, con Sergio ho creato due miscele – ben bilanciate tra Arabica e Robusta con una tostatura decisamente più chiara – soluzione che uso per
avvicinare il cliente che arriva dal caffè commerciale allo specialty.

Poi di recente ho scoperto con Marco Pizzinato, un altro mondo ancora, ed è diventato il mio spacciatore di specialty preferito, ma da sempre vendo anche singole origini arabiche, dal Messico, dall’India, dall’Etiopia al Burundi, passando per la Colombia.”

Ma quindi la sua conversione allo specialty cosa ha cambiato per lei e la sua attività?

“Nel momento in cui ho cominciato a studiare il caffè ho capito che non poteva esser conosciuto questo prodotto soltanto come “miscela blu, rossa” o altro. Quindi aprendo la mia bottega ho iniziato a proporre specialty ed estrazioni alternative, assieme ai primi cappuccini in latte art che nessuno ai tempi conosceva. Probabilmente ero persino troppo avanti, perché in una bottega di periferia si fa fatica a pensare di prendere anche un caffè.”

“Certo vendo anche cialde e compatibili, ma il cliente deve chiedermele espressamente: sono un modo per rimanere sul mercato e non rinunciare a una fetta di vendite importante.”

“Questi anni mi hanno insegnato una cosa, ovvero che bisogna sempre capire il gusto del cliente: nel 2015 si era estremisti e quindi o si beveva caffè acidissimo o non era definibile come caffè di qualità. Ma trattare così il cliente non è giusto, perché piuttosto bisogna educarli con cortesia.”

Vent’anni di Neroespresso: da dove siete partiti e dove siete arrivati sin qui?

“Sono riuscito, a far apprezzare il caffè di qualità nonostante il prezzo più alto, rispetto a i caffè più diffusi. Ci sono sempre clienti che hanno un po’ paura del costo, un fattore che ancora crea qualche resistenza. Ma dico sempre: esiste la macelleria che vi dà la carne economica e quella che invece la vende a un prezzo più alto. A voi la scelta.

Tutto gli strumenti da lavoro (foto concessa)

“Ormai con Neroespresso sono un punto di riferimento di cultura per il caffè nella mia zona, ho molto piacere quando gli operatori del settore vengono in negozio a fare un saluto e a
scambiare informazioni sulle estrazioni alternative all’espresso e sull’espresso stesso.”

“Nel 2015 eravamo pochissimi a parlare di specialty ed estrazioni alternative in Italia. La moka è stato un buon veicolo per avvicinare le persone: ha funzionato subito. Preparavo una moka con un caffè commerciale, una con l’Arabica e infine una con lo specialty (con tutti i parametri settati). A furia di prove, in circa sei mesi ne ho capito il corretto funzionamento.”

“Da qui ho iniziato a tenere corsi sulla preparazione della moka. Nel 2018 l’Aicaf ha organizzato la prima gara di Moka challenge professional alla quale ho partecipato, avendo già una esperienza triennale.”

Che parte ha lo specialty in Neroespresso ora?

“Oggi lo specialty rappresenta il 40% delle mie vendite. È un buon segnale: vuol dire che il mio lavoro e di tutti gli addetti che ne hanno parlato sin qui ha attecchito, e siamo diventati nel tempo più bravi e meno estremisti.”

“Ho assistito ad un cambiamento: dal distacco totale ed esclusività del primo periodo, ad un avvicinamento alle persone comuni. Credo di far parte di questo circolo virtuoso. E adesso lo specialty viene capito un po’ di più.”

“Con passione e stabilendo relazioni di fiducia, i clienti mi chiedono consigli e io li intervisto.
“Dimmi che caffè stai bevendo, così capiamo da dove partire”. Tanti mi dicono: “lo prendo al supermercato” e allora so da dove cominciare non è certo con lo specialty. Se piace e il cliente ritorna, ho iniziato un piccolo cambiamento nelle sue abitudini.”

“Tutto questo aiuta sicuramente il cliente a saper scegliere meglio il proprio caffè anche
specialty. Piuttosto, ancora prima del costo, ancora pesa il fatto che a monte la gente non percepisce che il caffè non è semplicemente caffè. Se vieni da me e vuoi fare un’esperienza sul caffè e perché vuoi capire e metterti in gioco. Molti sono partiti così e oggi sono acquirenti abituali di specialty coffee. Ci hanno messo magari sei mesi, ma mi hanno seguito.”

E le nuove generazioni rappresentano un target interessante per gli specialty?

L’interno di Neroespresso (foto concessa)

“Da Neroespresso vengono tanti giovani. Ci sono poi genitori e figli che arrivano insieme e
magari il padre prende il macinato per la moka e il figlio compra quello per il v60. Quindi le
famiglie stesse stanno cambiando il proprio gusto, grazie all’azione delle nuove generazioni e alla curiosità per le estrazioni alternative. Da me inoltre trovi tutti gli strumenti necessari per iniziare ad estrarre il tuo specialty coffee home made. Quindi sì, i giovani sono molto curiosi e fanno domande.”

“Ho anche attività ricettive che hanno iniziato a rifornirsi da me dopo aver seguito dei corsi. Sono realtà un po’ diverse che per distinguersi vogliono usare anche le estrazioni alternative.”

“Parlo di estrazioni a filtro perché in espresso facciamo ancora fatica a introdurre lo specialty: effettivamente ci vuole anche una maggiore formazione e dato che possiede un’acidità molto forte, è anche più difficile da raccontare.”

Quindi Neroespresso vende anche sul web?

“Negli ultimi due anni mi sono appoggiato a un ragazzo e abbiamo cominciato a vendere anche su questo canale. “Ho il mio sito, escludendo però gli specialty. Devo dire che solo ora le cose stanno un po’ cambiando. Comunque avere il sito è importante, perché è un po’ una vetrina attraverso cui farmi conoscere, come i social.”

Ma quindi, con Neroespresso è in campo da una ventina d’anni, cosa intravede per il futuro?

Mi aspetto un’evoluzione del settore e del mondo specialty. Le fermentazioni anaerobiche sempre più spinte stanno già cambiando le carte in gioco, modificando anche i gusti con i sentori di mosto, di erbe aromatiche e ammorbidendo le acidità.”

“Neroespresso sta sempre più andando nella direzione della qualità di prodotti specialty. Il caffè finalmente è in forte fermento. Avrei poi un sogno: aprire un altro punto vendita dove fare soltanto le degustazioni, in centro a Fermo la mia città. A quel punto però, avrei bisogno di qualche giovane che abbia voglia di contribuire.”

Sandra Sarnataro, co-founder di Controvento, la caffetteria Specialty sulla spiaggia: “La sfida è portare ogni anno una proposta più ricca”

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Sandra Sarnataro, barista e co-founder di Controvento (immagine concessa)

Andrej Godina, dottore di ricerca in scienza, tecnologia ed economia nell’industria del caffè, in uno dei suoi numerosi viaggi nel Bel Paese, è venuto a conoscenza di un’osteria nelle Marche dalla natura poliedrica: si tratta di un locale sul mare parte di uno stabilimento balneare che contiene una caffetteria Specialty, un’enoteca con vini naturali e, come se non bastasse, una birreria vasta e fornita. Leggiamo di seguito l’intervista di Godina a Sandra Sarnataro, barista e co-founder del locale Controvento.

L’osteria marchigiana Controvento

MILANO – Un mio recente viaggio nelle Marche mi ha portato a scoprire un bellissimo format di grande ispirazione sulla spiaggia, Controvento. Trattasi di una scatola multiformat che contiene un’osteria attentissima alle piccole produzioni del territorio, una caffetteria Specialty, un’enoteca con vini naturali, una birreria fornitissima che da loro stessi così definita: “Controvento è lo chalet che non c’era: uno stabilimento balneare smart, una caffetteria sul mare, un’osteria che nasce prima di tutto per voi.” Mi sono fermato a pranzo all’osteria, seduto nella veranda del locale con vista mare, e con soddisfazione a fine pasto ho potuto scegliere il caffè da una completa carta composta da diversi tipi di caffè e differenti metodi di estrazione.

Ecco qualche domanda fatta a Sandra Sarnataro, barista di Controvento:

Quando avete aperto il locale, perché il nome “Controvento” e perché avete scelto la location della spiaggia?

“Il punto fermo su cui è nato Controvento è stato “offrire una proposta alternativa”. Volevamo proporre prodotti poco convenzionali, il più possibile artigianali e che avessero una storia da raccontare. Il nome ci è stato suggerito per ritrarre quest’idea, ma bisogna dire che è stato lungimirante: la zona è molto ventosa e i clienti fanno parecchie battute riguardo al fatto che il nome è azzeccatissimo.

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Il locale Controvento (immagine concessa)

La location della spiaggia è nata dal fatto che io e Samuele abbiamo sempre fantasticato sull’idea di avere un’attività stagionale che ci permettesse di viaggiare durante la nostra bassa stagione; Cristina e Roberto invece hanno sempre sognato un posto dove esprimere la loro idea di cucina.

Le cose si sono unite in uno stabilimento balneare, dove ognuno si occupa di un settore; sono diversi mondi (caffè, cucina, birra e vino) che però vanno a braccetto. La spiaggia è la copertina perfetta del sogno che vogliamo regalare ai clienti, Controvento regala serenità e calma a chiunque varchi la nostra porta.”

Chi siete e il personale che ci lavora da quali esperienze viene?

“Siamo quattro fondatori (io, Samuele, Cristina e Roberto). In cucina c’è Angelo, che per la terza stagione lavorerà con noi e che è un ragazzo talentuoso e molto curioso sul tema del food. Ha lavorato nelle cucine di diversi ristoranti in giro per il mondo e un’attività come la nostra gli permette di portare avanti i suoi progetti di cucina personali (attualmente è uno degli chef per gli eventi della Red Bull).

Insieme ad Angelo ci sono Mattia e Francesco, che sono alla loro prima stagione da controvento, ma hanno maturato esperienze in altri locali in Italia e non e da noi sembrano arrivati nel posto giusto.

Poi c’è Matteo che è diventato uno zoccolo duro della nostra realtà; è entrato come bagnino di spiaggia, ma ha competenze sulla latte art ed i cocktail che sono fuori dal comune. Non si tira mai indietro nel dare una mano a chiunque ed i nostri clienti stagionali si sono affezionati moltissimo a lui. Attualmente non sta bene, quindi per questa stagione verrà ad aiutarci sporadicamente; ma appena si sarà ripreso noi saremo lì ad aspettarlo a braccia aperte.

Questa è la formazione della bassa stagione, mentre ad agosto assumiamo qualcuno in più per la sala. Portando avanti diverse proposte ci servirebbe più personale, ma non ce lo possiamo permettere, quindi noi quattro cerchiamo di coprire più ore possibili per far riposare i ragazzi.”

Qual è la filosofia che vi guida nella scelta delle materie prime che utilizzate e le ricette che proponete in carta?

“Ci piace l’idea di lavorare con le realtà del territorio. Vogliamo chiamare per nome chi produce la materia prima che adoperiamo e raccontare la loro storia ai clienti. Evitando di passare dalla distribuzione, abbiamo stretto un legame con i nostri fornitori; andiamo a trovarli in sede quando ne abbiamo la possibilità ed è più facile creare collaborazioni e progetti. Per esempio: alla spina proponiamo solo birra di Mukkeller; birrificio molto famoso nel campo della birra artigianale e sito a Porto Sant’Elpidio.

Con Marco e Fabio abbiamo creato una birra dedicata al nostro locale, la “cozza amara”, che è una schwartz: scura, ma a bassa fermentazione. Fabio ha preso l’ombrellone da noi, quindi capita di averli spesso al nostro locale.

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Il bancone di Controvento (immagine concessa)

Con Caffè Perfero invece, c’è un rapporto di stima reciproca; i miei ordini spesso cominciano con un “hai qualcosa di nuovo da propormi oggi?”. Lo scorso anno abbiamo  organizzato con loro e la condotta Slow Food del fermano, un evento dedicato al caffè e la risposta è stata super entusiasta; la sala era piena ed il clima era bellissimo. Abbiamo organizzato anche altri eventi con i nostri fornitori: una cena dedicata alla cipolla piatta di Pedaso con Raso Terra e una dedicata al pane con Rocca Madre. Le idee sono tante e il tempo non è mai abbastanza.”

Avete scelto un format atipico, ovvero una caffetteria/ristorante sulla spiaggia, secondo te quanto è un format vincente?

“Assolutamente sì. La vista mare fa parte dell’esperienza che puoi vivere da noi. Ironicamente d’estate dico sempre “Sai quando arrivi, ma non sai quando te ne vai” perché i clienti partono da una colazione in spiaggia, poi passano all’aperitivo, al pranzo, di nuovo il caffè, poi la merenda, un altro aperitivo, la cena e con il cocktail in mano, molti si avviano verso la porta dicendo “e dire che ero venuto solo per un caffè e invece…”. Io non riesco ad immaginarmi Controvento senza il mare, non sarebbe lo stesso locale.”

Quanto è importante per voi il caffè, quale scelta di prodotti avete fatto? Ho visto che il prezzo dell’espresso è più alto rispetto alla media, perché avete fatto questa scelta e qual è il commento dei vostri clienti?

“Fin dal primo anno abbiamo deciso di comprare l’attrezzatura e di non passare per il comodato d’uso. Questa scelta ci rende liberi di mettere quello che vogliamo e di non sentirci costretti a proporre un prodotto in cui non crediamo. Abbiamo puntato su Caffè Perfero perché è una realtà locale che lavora molto bene.

Apprezziamo il fatto che loro vadano a visitare le piantagioni di persona e scelgano di collaborare solo con realtà che lavorino con criterio e con un’etica condivisa. L’assurdo è che molti dei nostri clienti, prima di berlo da noi, non avevano mai sentito parlare di questa torrefazione ed questo è il motivo per cui vale la pena collaborare con realtà locali. Noi siamo una “vetrina” ed il nostro compito è far scoprire al pubblico che la zona offre molto di più di quello che pensano.

Il prezzo è stato più alto fin dall’inaugurazione. È alto, ma non è ancora il prezzo che quei caffè si meritano. Non è stato facile all’inizio, ci sono state parecchie lamentele al bancone e non tutte volevano ascoltare la ragione, altri capivano invece. Nonostante questo, fin dal primo anno ci siamo guadagnati una clientela fissa sul bancone che apprezza e sente la differenza. Ad oggi le cose sono cambiate; i prezzi sono aumentati un po’ ovunque e alcuni giustificano la cosa così e si lamentano di meno.”

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Il team Controvento (immagine concessa)

Chi viene al vostro ristorante può pasteggiare o terminare il pasto con un’ampia scelta di caffè con flavori differenti, preparati con metodi di estrazione differenti. Com’è stato introdurre la cultura del caffè di alta qualità nella vostra proposta ed è un qualcosa che vi dà soddisfazione?

Il primo anno spesso andavo a preparare chemex e V60 direttamente al tavolo, alla fine del pasto, è stato il modo più semplice e funzionale di presentarlo e spiegarlo, era un momento speciale. Anche postare video dei metodi di estrazione su instagram è stato molto utile, perché la clientela era molto curiosa e veniva a posta per provarlo.

Al quarto anno c’è più consapevolezza, i clienti si sono affezionati alla proposta di più caffè con cui concludere il pasto e vogliono provarne sempre di nuovi.

Li vedi proprio soddisfatti quando gli propongo una monorigine che secondo me potrebbe soddisfare il loro gusto e gli piace. La soddisfazione maggiore arriva alla riapertura, quando i clienti vengono a trovarci perché gli siamo mancati noi e i nostri ” caffè fronte mare”. Ma per me la vittoria arriva quando entra un nuovo cliente (spesso un po’ imbruttito) che ordina un caffè senza interesse e all’assaggio sente che è diverso dal solito; da lì comincia a fare domande e quel caffè al bancone diventa una sua abitudine.”

Ci racconti qualcosa della vostra clientela? Sono persone del posto, turisti italiani, turisti esteri… come queste differenti tipologie di clienti rispondono alla vostra proposta di caffetteria? Quali sono i commenti più comuni, quale tipologia di cliente apprezza di più i vostri caffè, ecc.

“Lavoriamo prevalentemente con clienti del territorio, dell’entroterra marchigiano e con gli umbri; tutti attratti da un’unica ragione: il mare. Ma ci sono vere e proprie ondate di turisti stranieri; a volte olandesi, altre tedeschi, o francesi; è una zona anche molto frequentata dai camperisti.

I turisti stranieri li vedi proprio contenti perché trovano una proposta di caffetteria che non si aspettavano di trovare in zona; altri arrivano con le idee più chiare, perché li ha portati da noi l’app “coffee trip”.

Le app ci aiutano tantissimo per far arrivare una clientela appassionata alla nostra proposta (Guida ai caffè, Raisin), ma anche Osterie d’Italia ci porta un bel giro. Negli ultimi anni arrivano anche ragazzi italiani che hanno le idee ben chiare su che tipo di caffè gli piace, perché magari studiando in qualche città come Milano, sono già abituati a caffetterie che fanno proposte del genere e sono felici di poterle ordinare anche nella loro città natale.”

Quali sono le sfide di questa nuova stagione estiva entrante? E quali le sfide per la vostra caffetteria nel prossimo futuro?

La sfida principale, ogni anno, è quella di portare una proposta sempre più ricca, con progetti e prodotti che abbiamo scoperto nell’invernata. Stiamo sviluppando la parte bottega, in cui vorremmo vendere alcuni prodotti che adoperiamo anche in cucina e sul caffè stiamo organizzando una proposta “anti-spreco”, ma è ancora top secret.

Di anno in anno faccio spuntare nel menù qualche bevanda che per la clientela locale è ancora sconosciuta: cold brew, iced latte…per ora la clientela ha reagito bene e il prodotto si vende. Ma vorrei principalmente sdoganare il pregiudizio che le persone hanno sull’utilizzo del caffè nei cocktail; e punto ad averne alcuni nella drink list che facciano cambiare idea alle persone.”

Sandra, ci racconti la tua storia, da dove nasce la tua passione per il caffè, qual è il tuo ruolo nel progetto “Controvento”, qual è stata la sfida più difficile che hi affrontato e qual è finora la soddisfazione più grande?

“La mia vita è una barzelletta, seguendo il flow ho fatto cose e vissuto in posti in cui non avrei mai pensato di finire. Ho conseguito una laurea in architettura al Politecnico di Torino convinta di voler diventare un architetto; ma col passare del tempo, mi sono resa conto che lavorare in uno studio di architettura mi rendeva insofferente.

Allora sono andata all’estero, per capire se il problema fosse l’Italia o fossi io; un’ esperienza all’istituto di Design di Kielce, in Polonia (e lì conobbi Samuele), poi al Parlamento Europeo di Strasburgo, come grafico del dipartimento di architettura.

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Sandra Sarnataro, barista e co-founder di Controvento (immagine concessa)

A un certo punto era palese che ero nell’ambiente sbagliato e che dovevo cambiare. Perciò andai a Londra dove, lavorando con un’agenzia, passai dietro al bancone e mi resi conto che stare al pubblico e lavorare col beverage era per me molto divertente. Nel frattempo, come tutti i torinesi appassionati di caffè, nei miei periodi di “ritorno a casa” bazzicavo spesso da Orso.

Lì scoprii la storia delle diverse origini, delle estrazioni alternative…seguendo un workshop di cupping mi sono resa conto che di caffè non ne capivo ancora niente!  Adoro quel posto, ancora oggi è il mio piccolo angolo felice della città. Tornata da Londra l’occasione di creare Controvento si è creata in maniera molto lineare: Samuele, Cristina e Roberto volevano lasciare la trattoria di famiglia in cui lavoravano, io volevo trovare un lavoro che mi permettesse di viaggiare, così eravamo tutti nelle condizioni di creare qualcosa di nostro.

La caffetteria anticonvenzionale

La mia idea era una caffetteria anticonvenzionale al mare; ed il caffè filtro era perfetto! In molti ribattono che la preparazione del filtro è lunga e ti fa perdere tempo, ma se tu vieni al mare, il tempo ce l’hai.  E poi diciamocela tutta: gestire la caffetteria per me significa avere la possibilità di assaggiare caffè di tutti i tipi con la scusa che “è per lavoro”. Non ho proprio lasciato il mondo della grafica perché curo personalmente i social del locale, le grafiche dei menù e tutto ciò che riguarda l’immagine di controvento e nei giorni più tranquilli e meno affollati faccio apparire scritte o disegni sui muri del locale .

La sfida più grande per me è stata sicuramente il partire da 0, perché non avevo maturato esperienza nel campo. Seguii il primo corso di caffetteria con Alessio Simonetta di Orso (ne abbiamo parlato qui) e appena possibile cominciai con i moduli di certificazione del Coffee Skills Program di Sca. La maggior parte delle cose le ho apprese sul campo e di anno in anno sto aggiustando il tiro per lavorare nella maniera più organizzata possibile.

Di stagione in stagione, il bancone evolve. La soddisfazione più grande è veder varcare la porta ai clienti che vengono esclusivamente per farsi un caffè; sento che a queste persone sono riuscita a trasmettere qualcosa, perché vengono a cercare la novità e quella serenità che voglio vedere nel locale.”

Grazie a persone come Sandra e a progetti di caffetteria Specialty come Controvento l’offerta di caffè di alta qualità in Italia sta iniziando ad essere maggiormente presente sul territorio nazionale.